Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

Günter Grass rivela...

Ultimo Aggiornamento: 17/08/2006 06:03
14/08/2006 04:34
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 2.467
Registrato il: 22/12/2004
Ansioso come un coniglio
Günter Grass rivela: ero nelle Ss

Roberto Brunelli

Lui l´aveva raccontato, il tracollo del suo Paese, sessant´anni fa, le oscure fascinazioni e la capitolazione del nazismo, i destini e i volti di chi fu travolto, per caso o per volontà, nel grande vortice che aveva inghiottito la Germania e tutta l´Europa. Un passato che ancora oggi sembra si rifiuti di allentare la sua tenaglia sul Paese, e sul suo scrittore più grande, uno dei più amati, odiati e controversi della Germania, l´uomo del Tamburo di latta. Sessantuno anni dopo la caduta del Terzo Reich, arriva da Günter Grass, premio Nobel per la letteratura nel 1999, appassionato socialdemocratico, grande sostenitore di Willy Brandt e oggi pacifista, la confessione più drammatica: giovanissimo fu arruolato nelle Waffen SS, i reparti militari d´elite guidati da Himmler. Ne parla per la prima volta, in una lunga intervista al maggiore quotidiano tedesco, la «Frankfurter Allgemeine Zeitung», che la pubblica integralmente nel numero in edicola oggi. Nel flusso dei racconti, un episodio degno di un suo libro: l´incontro, durante la successiva prigionia, a Bad Aibling, con Jospeh Ratzinger. «Insieme a ragazzi diciassettenni come me ero in questo campo, dove a cielo aperto erano internati 100mila prigionieri di guerra... uno si chiamava Joseph, era molto cattolico e pronunciava spesso citazioni in latino. Diventò mio amico e giocavamo insieme a dadi, parlavamo e facevamo speculazioni sul futuro, come fanno volentieri i ragazzi. Io volevo diventare un artista, mentre lui voleva entrare nella Chiesa e fare carriera. A me dava l´impressione di essere un po´ impacciato, ma era un tipo simpatico. Si tratta di una bella storia, non è vero?».

Ma perché raccontare oggi, oggi che Grass ha quasi ottant´anni e che da almeno quaranta viene considerato la coscienza morale della Germania, una verità taciuta per oltre sei decadi? L´occasione, per così dire, è l´uscita - a settembre - del suo libro di memoria Beim Hauten der Zwiebel («Sbucciando le cipolle»), in cui sviscera gli anni della giovinezza a Danzica, le ultime settimane di guerra come soldato, del suo ferimento, nel 45, e della prigionia. Ma dice anche, Grass, che «non poteva farne a meno», a quasi ottant´anni, di raccontare tutto. «Il mio tacere in tutti questi anni è uno dei motivi che mi hanno spinto a scrivere questo libro. Tutto questo doveva uscire fuori, finalmente...».

A quindici anni - racconta a Frank Schirrmacher e a Hubert Spiegel della Faz- ancora nella "Hitlerjugend", si era arruolato volontario in Marina, per andare negli «U-Boot», nei sommergibili. Ma fu respinto perché troppo giovane. L´anno successivo fu richiamato nella Waffen SS. «Lo scoprii una volta arrivato a Dresda, che quella era la Waffen SS. Sensi di colpa? All´epoca, no. Dopo, questo senso di colpa m´ha attanagliato come una vergogna profonda». Lo sapevamo, dice in sostanza lo scrittore, avevamo capito, potevamo aver capito quello che stava succedendo, l´orrore più grande di tutti? Grass ironizza: «Oggi abbiamo così tanti resistenti, che ci si meraviglia di come Hitler abbia potuto andare al potere». E invece no: «Nei giorni dopo il crollo, era come se il povero popolo tedesco fosse stato rapito da un´orda di compagnucci neri. Non era vero. Ero ragazzino e ho vissuto tutto quello che succedeva in pieno giorno. Naturalmente c´era anche la seduzione. La gioventù? Molti, molti erano entusiasti. E questo entusiasmo l´ho voluto raccontare nel Tamburo di latta...». E infine: «Per me la domanda è sempre stata: avrei io potuto riconoscere in quel momento cosa stava accadendo?». È «la» domanda tedesca per eccellenza, dal 1945 a oggi.


Pubblicato il 12.08.06
l'unità
"...anche la collettività, come lindividuo, considera moralmente valido solo ciò che è in sintonia con il proprio utile."
(C.-A. Helvetius, Sullo Spirito, II, XI)
16/08/2006 12:32
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 0
Registrato il: 12/10/2004
Tranquillo come un pupo
LO SCRITTORE E LE SS
Günther Grass, il mito dell'innocenza
di Pierluigi Battista

Nel segreto caparbiamente custodito per oltre sessant'anni da Günter Grass si racchiude l'enigma di un interminabile dopoguerra politico e storiografico incapace di chiudersi perché anche i suoi uomini più illustri, generosi, sensibili e illuminanti hanno accuratamente evitato, per decenni, di dire la verità. Perché hanno cancellato le tracce e sapientemente ritoccato le loro biografie.

Hanno lasciato che si depositasse una patina di inautenticità e di ipocrisia sui loro percorsi esistenziali. Hanno fatto di se stessi un monumento. Hanno inventato il mito della loro innocenza. Ma nell'atmosfera della malafede, le peggiori tragedie del passato, benché rimosse, riaffiorano come fantasmi implacabili.

Nella sua confessione alla Frankfurter Allgemeine, Günter Grass rivela di essersi arruolato, giovanissimo, nelle Waffen Ss.

È una notizia traumatica, sorprendente. Ma non è sorprendente la motivazione con cui l'autore del Tamburo di latta — una delle più sottili investigazioni sulla temperie psicologica e morale che favorì l'ascesa del nazionalsocialismo in Germania — ha giustificato la sua tenace reticenza su quella scelta fatale abbracciata a quindici anni, poco più che bambino: tacque «per vergogna», seppellì quel passato compromettente perché, confessa, «non avevo mai trovato la forza di dirlo». Spiegazione nient'affatto sorprendente perché quel miscuglio di omertà, vergogna, imbarazzo destinato ad alimentarsi per sessant'anni è la carta di identità di un intero establishment intellettuale che ha costruito, dopo la sconfitta del nazismo e del fascismo, la propria leadership morale spezzando ogni legame con il proprio vissuto, con il ricordo molesto degli anni in cui il Mostro trionfante aveva sedotto e abbacinato anche i «migliori».

Qualcosa di profondamente diverso dal banale opportunismo degli eterni voltagabbana che cambiano pelle a ogni mutamento di regime. Qualcosa di molto somigliante, invece, all'annichilimento volontario del passato, a un «patto dell'oblio», come lo ha definito Alberto Cavaglion, necessario alla costruzione di una leggenda in cui l'orrore del passato, deformato e reso irriconoscibile, è stato messo in conto solo a un manipolo minoritario di malvagi irredimibili, restituendo una patente incontaminata alla moltitudine dei complici e dei seguaci.

Se dunque Grass non merita un processo iniquo e tardivo, se la pietas,
non l'indignazione, è il sentimento meno crudele nei confronti del giovane che Grass è stato, di un adolescente confuso e frastornato che scambiava la croce uncinata per un simbolo del destino e dell'avventura, un giudizio diverso non può che gettare un'ombra sull'attiva partecipazione al «patto dell'oblio» di uno scrittore gratificato dal ruolo di coscienza critica, incarnazione di quella «nobiltà dello spirito» così rara nella Germania postnazista umiliata e prostrata da una sconfitta apocalittica. Davvero non si trova «la forza per dirlo» in oltre sessant'anni? E nessuno immaginava, nessuno biografo indiscreto in tutto questo tempo ha trovato l'ardire di indagare sugli anni giovanili del grande scrittore? E qual è il motivo di tanta delicato riserbo per un tempo così prolungato? La vergogna, certo. Anche Norberto Bobbio tacque, per vergogna, su alcune sciagurate lettere servili indirizzate al duce. Ma non nascose il suo rimorso, non volle più galleggiare nell'indulgenza autocompiaciuta e lo disse con dolore a un giornalista «fascista», Pietrangelo Buttafuoco, in una confessione che gli fa onore e che invece venne deplorata come una imperdonabile «debolezza» dai custodi dell'ortodossia e dagli addetti alla monumentalizzazione della storia. E la confessione di Grass è forse scossa dalla stessa vergogna della vergogna coraggiosamente denunciata da Bobbio?

La storia di Günter Grass merita rispetto, come quella, identica o analoga, dei tanti intellettuali italiani che, passati gli anni dell'adesione al fascismo o della compromissione con il regime, sono diventati il cuore e il cervello dell'Italia antifascista occultando le tracce della loro vita precedente. Anche loro, Vittorini, Bilenchi e Argan, Calamandrei, Moravia e Della Volpe, Paci, Firpo e Pasolini, Gadda, Pavese e Spadolini, Piovene, Rossellini e Sapegno, Cantimori, Muscetta e Bianchi Bandinelli e tanti, tantissimi altri hanno reciso i vincoli esistenziali con la parte imbarazzante di sé. Hanno modificato la loro biografia, rielaborandola, edulcorandola, abbellendola, rimodellandola per renderla accettabile ed esemplare. Hanno pasticciato con le date della loro «fuoruscita» dal recinto del regime, dilatato oltre ogni misura qualsiasi stormir di «fronda» e di precoce dissenso, sdoppiato la loro personalità («fascisti fuori, antifascisti dentro»), nobilitato sé stessi con gli esempi della storia e della letteratura (Nicodemo, la
«dissimulazione onesta»). Gli effetti della vergogna, certo. Ma anche il sostegno degli amministratori autorizzati del «patto dell'oblio» che hanno accusato di «sensazionalismo» e di «scandalismo» chi faceva menzione di un passato che doveva essere cancellato per sempre, come se il riaffiorare delle tracce occultate fosse conseguenza del lavorio torbido di devastatori della memoria antifascista intenti a imbrattare i busti dei padri della patria, a intingere le loro penne nel veleno della denigrazione.

E invece il sensazionalismo non è che l'altra faccia del silenzio e dell'omertà. E l'omertà è il prezzo da pagare per far coincidere la propria vita con la leggenda. Chi oggi potrebbe mettere in discussione la grandezza dei romanzi di Grass o far pesare sulla reputazione di un grande scrittore la sventatezza dei suoi quindici anni? Si scolora sempre di più, semmai, la reputazione di un dopoguerra che non ha conosciuto il rigore della resa dei conti e ha costruito un suo pantheon di eccellenza a prescindere dal contenuto di verità che ne avrebbe legittimato il primato. Senza nemmeno il coraggio di trovare «la forza per dirlo».

15 agosto 2006
16/08/2006 12:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 0
Registrato il: 12/10/2004
Tranquillo come un pupo
aggettivi pacati...
Ieri al mare mi è capitato sotto mano Libero(di Feltri),c'è un gustoso articolo su "quelal merda" di dario Fo che bacchetta Grass,e addirittura "la zoccola" della moglie che se la prende col Papa... [SM=x584432]

online nn riesco a rintracciarlo,se ti capita dacci un'occhiata,se interessa.


p.s.:allroa come va? sei in partenza? al sottomura fanno anche quest'anno la milonga?
17/08/2006 06:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 2.467
Registrato il: 22/12/2004
Ansioso come un coniglio
Sì,_cavoli...
...in_partenza!
L'estate_è_stata_troppo_breve_quest'anno,
non_ho-messo_in_ordine_la_casa,_come_mi_ero_ripromessa,
non_sono_diventata_miss_abbronzatura,_ma_la_colpa_è_anche_del_tempo,
non_mi_sono_fatta_venticinque_flirt_estivi_(ma_guarda_te_se_mi§_tocca_essere_fedele_per_pigrizia...!),_non_sono_dimagrita_dieci_chili_come_speravo_segretamente,
non_ho_combinato_granchè...
in_compenso_mi_sono-molto_rilassata_e_riposata
anche_restando_a_casa.
Al_buskergarden_c'è_la_milonga,_certo,_ma_io_non_vado_a_ballare_là_perchè
il_tango_non_lo_so_ballare_come_si_deve_(ho_preso_due_lezioni_in_tutto).
Insegno_anche_ad_agosto,_e_penso_a_cosa_mettere_in_valigia.
Pensa_che_con_tutto_il_trambusto_che_c'è_stato_negli_aereoporti,_mio_papà
si_è_offerto_di_accompagnarmi_a_Dresda_in_macchina!...Se_non_è_un_santo_lui!...



[SM=x584423]
"...anche la collettività, come lindividuo, considera moralmente valido solo ciò che è in sintonia con il proprio utile."
(C.-A. Helvetius, Sullo Spirito, II, XI)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:14. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com