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Quel che sarà sarà....i retroscena veri o presunti di stampa e tv sul pontificato di Benedetto XVI

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2008 15:49
08/07/2005 12:19
 
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MEISNER: SIGNIFICATIVA SCELTA VISITA SINAGOGA COLONIA
La visita alla Sinagoga di Colonia con la quale Benedetto XVI aprira' il suo viaggio in Germania nel prossimo agosto e' stata commentata oggi dal primate tedesco card. Joachim Meisner, che si e' detto felice "perche' il Papa visitera' anche la Sinagoga".



"L'Olocausto - ha ricordato il porporato ai giornalisti presentando il programma della Giornata Mondiale della Gioventu' - e' ancora una ferita aperta per noi tedeschi. Gli Ebrei non sono per noi un popolo qualsiasi, ma fratelli e sorelle: dobbiamo operare per far si' che non avvenga mai piu' niente di simile". Nel programma, non ancora ufficializzato dalla Santa Sede, e' previsto che Benedetto XVI si rechi alla Sinagoga venerdi 19 agosto. Sara' la seconda volta che un Papa compie questo importante passo. Nel 1986, Giovanni Paolo II infatti entro' nella Sinagoga di Roma e chiamo' gli Ebrei "nostri fratelli maggiori". Il card. Meisner ha ricordato le parole che Giovanni Paolo II gli rivolse a Parigi, durante il grande raduno francese del 1997, per motivare la scelta di Colonia. "Dalla Germania - disse Papa Wojtyla - sono partite le due grandi catastrofi del secolo, le due guerre mondiali.
Vorrei che all'inizio del XXI secolo proprio dalla Germania parta un grande movimento positivo che investa l'Europa e il mondo intero". Per il porporato tedesco, la Gmg, che "e' diventata un'esigenza personale del mio servizio pastorale, rimarra' nel nostro ricordo". "A Colonia - ha affermato - avremo due Papi: Benedetto XVI e Giovanni Paolo II che ci guarda dall'alto".
Il card. Meisner, che ha elencato le tappe della lunga attesa prima della conferma ufficiale di Colonia quale citta' ospite della Gmg 2005, ha confermato la presenza ad oggi di 7000 sacerdoti (3000 in piu' rispetto a quelli attesi), di 700 Vescovi e di 350 mila giovani, che potrebbero pero' raggiungere il numero di 800 mila. "Siamo sorpresi dal numero di iscrizioni - ha sorriso Meisner - che e' molto superiore a quanto previsto. Da due anni e' attivo l'Ufficio della Gmg e negli ultimi tempi un esperto in logistica dell'Esercito sta fornendo indicazioni utili e consigli per l'accoglienza dei pellegrini'.

[Modificato da Ratzigirl 08/07/2005 12.21]

09/07/2005 15:46
 
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BILANCIO ECONOMICO DELLA SANTA SEDE
COMUNICATO DEL CONSIGLIO DEI CARDINALI PER LO STUDIO DEI PROBLEMI ORGANIZZATIVI ED ECONOMICI DELLA SANTA SEDE

BILANCIO CONSUNTIVO CONSOLIDATO 2004 DELLA SANTA SEDE E DELLO STATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO





Venerdì 8 luglio ha avuto luogo in Vaticano la 39a Riunione del Consiglio dei Cardinali per lo Studio dei Problemi Organizzativi ed Economici della Santa Sede, presieduta dal Segretario di Stato, Sua Em.za il Card. Angelo Sodano.

Ai lavori hanno preso parte gli Em.mi Cardinali Thomas Stafford Williams, Roger Michael Mahony, Camillo Ruini, Jean-Claude Turcotte, Antonio María Rouco Varela, Ivan Dias, Cláudio Hummes, Edward Michael Egan e Sua Beatitudine il Patriarca Michel Sabbah.

I competenti Organismi della Santa Sede erano rappresentati da: Sua Em.za il Card. Sergio Sebastiani e Sua Ecc.za Mons. Franco Croci, rispettivamente Presidente e Segretario della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede; Sua Em.za il Card. Attilio Nicora e Sua Ecc.za Mons. Claudio Maria Celli, rispettivamente Presidente e Segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica; Sua Em.za il Card. Edmund Casimir Szoka, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

I punti da esaminare erano i seguenti:

- Bilancio Consuntivo Consolidato per il 2004 della Santa Sede che, in quanto organo centrale di governo della Chiesa Cattolica, è, a norma del diritto canonico, soggetto di diritto (persona morale, cfr. can. 113 § 1 C.I.C.) distinto sia dalle diocesi sia dalle Conferenze Episcopali: ciascuno di questi Enti è patrimonialmente autonomo e responsabile in proprio nell’amministrazione dei beni;

- Bilancio Consuntivo dello Stato della Città del Vaticano per il 2004;

- Obolo di S.Pietro e Contributi in base al Canone 1271 C.I.C. nel 2004.

La riunione è iniziata con la presentazione da parte di Sua Em.za il Card. Sebastiani del Bilancio Consuntivo Consolidato 2004 della Santa Sede, che mostra entrate per Euro 205.663.266,00 ed uscite per Euro 202.581.446,00, con un avanzo di Euro 3.081.820,00, migliorato rispetto al risultato dell’esercizio 2003, che si era chiuso con un disavanzo.

Gran parte delle uscite sono costituite dalle spese per i Dicasteri e gli Organismi della Santa Sede, che coadiuvano, ciascuno secondo la propria competenza, il Romano Pontefice nel suo servizio pastorale alla Chiesa universale ed alle Chiese particolari, promuovendo la missione propria della Chiesa nel mondo. Tali Dicasteri ed Organismi sono: la Segreteria di Stato, con le sue due Sezioni per gli Affari Generali e per i Rapporti con gli Stati; inoltre, 9 Congregazioni, 3 Tribunali, 11 Pontifici Consigli, la Camera Apostolica, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, la Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, la Prefettura della Casa Pontificia, l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, l’Ufficio Stampa della Santa Sede, il Vatican Information Service, l’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, le Pontificie Commissioni ed i Comitati, 9 Istituzioni collegate con la Santa Sede, tra cui l’Archivio Segreto, la Biblioteca Apostolica, la Fabbrica di San Pietro e l’Elemosineria Apostolica, il Sinodo dei Vescovi e 6 Pontificie Accademie. Ai suddetti Organismi centrali della Santa Sede, che costituiscono la Curia Romana, si aggiungono le 118 Sedi delle Rappresentanze Pontificie presso Nazioni e 9 Sedi presso Organizzazioni Internazionali.

Nella Curia lavorano complessivamente 2.663 persone, di cui 759 ecclesiastici, 346 religiosi e 1.558 laici; i pensionati sono 1429.

Sua Em.za il Card. Sebastiani ha poi esposto il Bilancio Consuntivo 2004 dello Stato della Città del Vaticano che, com’è noto, gestisce il territorio vaticano e svolge azione di supporto alle attività della Santa Sede.

L’esercizio 2004 si è chiuso con il risultato positivo di Euro 5.371.194,00. Un notevole impegno finanziario è stato sostenuto per la tutela, la valorizzazione ed il restauro del patrimonio artistico della Santa Sede, meta di visite da parte di pellegrini e turisti provenienti da tutto il mondo, e per sostenere la Radio Vaticana, contribuendo alla copertura di metà dei costi di esercizio dell’Emittente.

I dipendenti dello Stato della Città del Vaticano sono 1.560; i pensionati sono 878.

Come di consueto, i Bilanci della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano sono stati sottoposti a verifica e a certificazione.

In sede di esame dei Bilanci, gli Em.mi Cardinali hanno affrontato anche l’argomento dei mezzi di comunicazione sociale ed in particolare della Radio Vaticana. Questi strumenti svolgono un importante servizio d’informazione sull’attività ed insegnamento del Santo Padre e della Chiesa universale, nonché di formazione pastorale specialmente verso quei Paesi che dispongono di limitate possibilità per l’evangelizzazione, ma impegnano ingenti risorse finanziarie e richiedono continue innovazioni tecnologiche.

L’Obolo di San Pietro è costituito dall’insieme delle offerte destinate ad assistere il Papa nella sua missione apostolica e caritativa: esso comprende la colletta effettuata nelle Chiese particolari soprattutto in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, i contributi provenienti da Istituti di vita consacrata e da Fondazioni, come pure donazioni di singoli fedeli.

Nel corso del 2004 sono pervenuti donativi per un totale di US$ 51.710.348,45, con una diminuzione del 7,4% rispetto al 2003. Il Santo Padre li ha destinati ad interventi caritativi volti ad alleviare le sofferenze di popolazioni colpite da catastrofi naturali; a sostenere iniziative in favore di orfani figli di vittime di conflitti armati o dell’AIDS; a rendere presente l’aiuto della Chiesa in zone di particolare tensione; a sostenere centri di formazione cristiana nel mondo ed altre attività.

I Contributi di cui al can. 1271 C.I.C. sono invece inviati dai Vescovi, secondo le possibilità delle diocesi, per fornire alla Santa Sede mezzi per il suo servizio alla Chiesa universale. Nel 2004, questi contributi hanno raggiunto l’ammontare di US$ 27.209.792,56, con un aumento dell’8,18% rispetto all’esercizio precedente. Dette entrate della Sede Apostolica sono stabilite da una norma di natura ecclesiastica, e sono da distinguersi da quelle di cui beneficiano Chiese particolari o Conferenze Episcopali, in base ad accordi bilaterali oppure a norme di alcuni Stati come, ad es., la Kirchensteuer in Germania o l’"otto per mille" in Italia, che sono invece destinate non alla Santa Sede bensì alle rispettive Chiese locali.

Nel corso della mattinata Sua Santità Benedetto XVI° ha fatto una breve visita al Consiglio dei Cardinali; ha preso conoscenza delle tematiche in esame ed ha sottolineato la rilevanza dei mezzi materiali per l’annuncio del Vangelo e per la Missione spirituale della Chiesa.

Al termine della riunione, gli Eminentissimi Membri del Consiglio hanno espresso profonda gratitudine a tutti coloro che, con il loro contributo, hanno voluto sostenere la missione della Santa Sede nel mondo e dare, in unione al Santo Padre, una risposta concreta alle necessità di quanti si trovano in gravi difficoltà o in assoluta indigenza.
11/07/2005 14:11
 
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Intervista a Joaquim Navarro Valls- Un uomo che non ti aspetti...


(rivista n.27 a.D 2005)





ROMA – “Nessuno sceglie il proprio amore”, dice Joaquín Navarro-Valls e vorrebbe aver detto tutto. Cita il poeta Antonio Machado che esprimeva con questi versi l’incantamento per l’apparizione dell’amore umano. Ma lui parla di altre apparizioni. Parla di idee solide e di privazioni appaganti, di vocazioni e di scelte.

Non te lo aspetti così un portavoce del Vaticano, anche se lo hai visto mille volte in tv e ti sono ormai familiari quella bella faccia maschia e quel cantilenare spagnolo. Dopo un lungo corteggiamento, l’uomo che è stato per vent’anni la voce pubblica di Karol Wojtyla e che è stato appena riconfermato dal nuovo papa, ha accettato di fare questa intervista sentimentale.

Per la prima volta parla pubblicamente di sé, racconta aspetti privati e familiari, e sembra divertito dalla novità. Conta sulla sua conversazione avvolgente, sul suo fascino sapiente e su quella maestria comunicativa che gli ha fatto trasformare l’opaca e artigianale sala stampa vaticana in una perfetta macchina mediatica. Così in due ore di conversazione Navarro-Valls riesce ad essere professionale e seduttivo, diplomatico ed energico, leggero e malinconico. Cominciamo proprio da questa malinconia sempre affiorante, legata a una perdita recente.


D. – Tutto il mondo ha visto le sue lacrime in diretta per la morte di papa Wojtyla.

R. – “Sì, alla fine ho mostrato tutta la mia vulnerabilità. Fino a quel momento avevo dato un’informazione doverosa sulle condizioni sempre più gravi di Giovanni Paolo II, riuscendo a tenere a freno i miei sentimenti. Poi, quando un collega tedesco ha chiesto: ‘Ma lei come sta vivendo personalmente questo lutto?’, ho sentito che il dolore mi invadeva e non ho più fermato le lacrime”.

D. – Sono passati tre mesi. Anche il dolore sta passando?

R. – “Sta effettivamente sfumando e il motivo è nella stessa figura del papa, così ricca e piena. È più facile darsi pace per la morte di un uomo che ha lasciato un’impronta come la sua. Voglio raccontarle una cosa rimasta finora riservata. Sa qual è stata la prima preghiera delle persone che erano nella sua stanza nel momento del decesso?”.

D. – Un Requiem?

R. – “No, un Te Deum che, come è noto, è un inno solenne di ringraziamento. Le suore, il segretario e i pochi altri presenti lo hanno intonato spontaneamente per ringraziare Dio, non della morte naturalmente, ma di quegli 84 anni così fecondi. Anch’io in quel momento ho provato una straordinaria difficoltà a dire una preghiera di suffragio”.

D. – Ora però c’è un nuovo papa che occupa pienamente la scena. Come ha vissuto questa sostituzione?

R. – “Con molto agio. Tra i due pontefici c’è una doppia continuità, personale e di idee. Era stato Giovanni Paolo II a chiamare il cardinale Joseph Ratzinger all’inizio del suo pontificato, e il loro scambio intellettuale è stato continuo. Sapesse che delizia assistere a una conversazione tra i due! Di qua il papa filosofo, di là il cardinale teologo, in una continua osmosi”.

D. – Dall’esterno si nota invece qualche differenza.

R. – “Ci saranno pure diversità personali e di carattere. Ma lei crede davvero che un’istituzione millenaria come la Chiesa possa cambiare radicalmente per l’operato di un papa? Ci sono aggiustamenti, dialogo con il momento storico, ma sempre all’interno della dialettica uomo-istituzione. In fondo un papa è prevedibile perché tratta sempre lo stesso tema di fondo: che cos’è un uomo, che cos’è una donna, che cos’è l’amore umano? Concetti antropologici, oltre che religiosi”.

D. – Ma è proprio su questi temi che rischia di accendersi lo scontro. C’è già chi sogna di rivedere la divisione tra Stato e Chiesa.

R. – “Vuole il mio pensiero? Separazione sì, ma senza reciproca ignoranza. Stato e Chiesa sono due realtà distinte che si incontrano nel cittadino e nel credente. Da questo punto di vista lo Stato laico è una grande conquista dell’umanità, un ambito di libertà dove tutti, credenti e non, devono potersi esprimere liberamente”.

D. – Torniamo a lei. Ci teneva ad essere riconfermato alla guida della sala stampa?

R. – “Proprio no. Stavo facendo altri progetti, vagheggiavo di tornare al mio primo amore, la medicina, lasciata in disparte da troppi anni”.

D. – Allora perché non ha rifiutato?

R. – “Se lei non ha esperienza, mi permetto di dirle che non è tanto facile dire di no a un papa”.

D. – Eppure ha detto alcuni no importanti nella sua vita.

R. – “A che cosa si riferisce?”.

D. – Lei ha rinunciato all’amore umano, per esempio. È stato difficile?

R. – “Vedo con piacere che non confonde, come fanno molti, il celibato con il voto di castità”.

D. – C’è differenza nella pratica?

R. – “Nella pratica no, ma la castità è un voto che riguarda i religiosi, la mia è una scelta di vita e di comportamento come numerario dell’Opus Dei. Comunque, per risponderle, non è stato difficile. Il celibato mi ha aiutato a conquistare me stesso. Ogni scelta nella vita comporta la necessità di lasciare qualche altra cosa. Chi vuol tenere tutto, finisce per non sposare mai una vera idea e non partorire dei figli in senso analogico, cioè altre idee”.

D. – Non le manca neanche l’intimità di una famiglia?

R. – “Non ho mai provato questo tipo di nostalgia. Nella Chiesa ho trovato un sentiero mio personale che mi ha permesso di salvare le cose a cui tenevo di più: la vocazione professionale di medico e la dimensione trascendente”.

D. – E la sua famiglia di origine com’era?

R. – “Bella e unita. Mio padre, un avvocato liberale di grande rigore intellettuale, ha lasciato che facessi la mia scelta medica senza insistere perché seguissi la tradizione giuridica della famiglia. Mia madre, che oggi ha 91 anni, è stata pienamente una madre, dedita e affettuosa. Ho voluto unire i loro cognomi con un trattino, per tenerli sempre con me. E poi c’è stata mia sorella Assunta: era stupendo stare insieme con lei”.

D. – Le si è illuminato il viso. Vuole molto bene a questa sorella?

R. – “L’ho amata moltissimo, ma è morta improvvisamente a 35 anni, colpita da un aneurisma cerebrale. Ha lasciato quattro figli piccoli che io avevo visto nascere fisicamente, uno per uno”.

D. – Ora il suo viso è scurissimo. Sembra un dolore ancora intatto.

R. – “È così. Eravamo come una coppia, con una sintonia straordinaria. Lei aveva appena un anno più di me e facevamo tutto insieme, anche ballare. Da ragazzi, nelle feste ci invitavano perché dessimo un’esibizione di tango. C’era anche la mia fidanzata, ma io ballavo con Assunta. Sembra che fossimo molto bravi”.

D. – Nessuno, credo, la immagina gran ballerino. Era il periodo in cui faceva anche il torero?

R. – “Quella è una leggenda inventata tanti anni fa, forse solo perché sono spagnolo, e non sono mai riuscito a smentirla. Se lei scrive energicamente che è falsa, le racconto in cambio una cosa vera”.

D. – Sentiamo.

R. – “Ho fatto l’attore e ci riuscivo anche piuttosto bene”.

D. – Ora si spiega qualcosa dei suoi modi e del suo fascino. Dove ha recitato?

R. – “All’università, con un certo sacrificio perché gli studi di medicina erano molto impegnativi. La compagnia era guidata da un buon regista del teatro spagnolo. D’inverno avevamo un cartellone moderno con Elliot e Priestley, d’estate uno classico con Shakespeare”.

D. – Che ruoli ha interpretato?

R. – “Quasi tutti, ma soprattutto Amleto e Romeo”.

D. – Lei lo fa apposta, dottor Navarro. Rende curiosi su un passato che sembra il contrario del presente. Che cosa le ha cambiato la vita?

R. – “Le scelte di cui le ho parlato e l’incontro poco dopo i vent’anni con il pensiero di Josemaría Escrivá, che mi ha permesso di integrare la fede e il lavoro di medico”.

D. – La medicina torna continuamente nei suoi discorsi. Eppure da 30 anni lei fa solo il giornalista, anche se in un ruolo eccezionale.

R. – “Quella per il giornalismo è stata una scelta di seconda battuta. Mi sono laureato in giornalismo e in scienza della comunicazione solo per fare meglio il mio mestiere di medico”.

D. – Dov’è l’utilità?

R. – “Nella dinamica della modernità, dove i mezzi di comunicazione possono influire profondamente sulle persone. Come psichiatra continuavo a vedere pazienti in ansia non per problemi biografici, ma per il senso di inadeguatezza rispetto ai modelli imposti dalla pubblicità o dai giornali. Pensi alle rughe e al mito della giovinezza perenne che angustia tante donne e ormai anche troppi uomini”.

D. – Dal suo osservatorio speciale, dove passa la stampa di tutto il mondo, che giudizio dà del giornalismo attuale?

R. – “È il più vario e ricco di tutti i tempi, con un’offerta enorme in ogni campo. Ma con un rischio mortale: l’autoreferenzialità e la perdita di contatto con la realtà. Pensi a tutti i grandi giornali americani che davano per vincente Kerry. Di quale paese parlavano?”.

D. – E lei? Ha mai paura di sbagliare nel suo lavoro?

R. – “Ho smesso di aver paura quando mi sono detto: ‘Se un giorno faccio un errore bestiale che esce a caratteri cubitali in tutti i giornali del mondo, che cosa succede alla Chiesa?’”.

D. – Che risposta si è dato?

R. – “Che non succede nulla. La Chiesa non è scalfita dall’errore di un uomo. Sa cosa sento di essere io nel mio lavoro?”.

D. – Che cosa?

R. – “Una busta con dentro un messaggio. Deve essere bella e con una buona calligrafia, ma è solo un contenitore. Guai a confonderla con il contenuto”.

D. – È andata così fin dall’inizio?

R. – “Beh, quando 21 anni fa Giovanni Paolo II mi ha affidato il compito di riorganizzare l’informazione della Santa Sede, ho sentito l’enormità della sfida. Ma ho corso il rischio. C’era il mondo che cambiava. C’era un papa che affrontava in modo nuovissimo la comunicazione, entrandoci con il proprio corpo. Valeva la pena di tentare”.

D. – Dottor Navarro, anche se magnificamente portati, lei ha 69 anni. Sente la tristezza del declino?

R. – “La mia reazione all’età è piuttosto di sorpresa. Caspita, mi dico, non riesco più a fare quel rovescio a tennis che prima era uno scherzo. Forse manca l’allenamento? No, sto solo invecchiando”.

D. – E questo non le fa paura?

R. – “Per niente. Osservo i limiti della nostra cultura che vive la vecchiaia come un insulto. Una volta il bambino che faceva la prima comunione veniva vestito da adulto. Oggi gli adulti si vestono da bambini e sono ridicoli. Ma la grande vecchiaia del papa è stata forse un correttivo. Ha insegnato che la vita porta alla morte ma che questa non è la fine della vita e basta”.

D. – Però la grande differenza resta quella tra chi confida in un’aldilà e chi no.

R. – “Meno di quanto si creda. Guardi al mio connazionale Seneca o a Socrate che beve la cicuta. Cosa hanno detto questi grandi morendo?”.

D. – Non lo so. Una cosa che aiuta i non credenti, immagino.

R. – “Hanno detto: la morte mi sta suggerendo che io posso approfittare di lei anche quando ho cinque anni. Se la terrò presente, vivrò la mia vita pienamente. Se accetterò i dati truccati di una cultura che la vuole nascondere, morirò senza avere mai vissuto veramente”.

[Modificato da Ratzigirl 11/07/2005 14.12]

12/07/2005 12:34
 
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Appoggio del leader musulmano


Leader musulmano appoggia l’appello del Papa ai terroristi

Parla il presidente della Lega Musulmana in Italia, Mario Scialoja






Il presidente della Lega Musulmana in Italia, Mario Scialoja, ha definito “nobile” l’appello lanciato questa domenica da Benedetto XVI ai terroristi perché abbandonino la violenza.

“Dio ama la vita, che ha creato, non la morte. Fermatevi, in nome di Dio!”, ha affermato il Papa dopo aver recitato la preghiera mariana dell’Angelus.

“Si tratta, senza dubbio, di un nobile appello. Un appello che noi condividiamo”, ha detto questo lunedì Scialoja in alcune dichiarazioni alla “Radio Vaticana”.

“Il terrorismo di matrice islamica è un progetto politico. Anche per noi musulmani non si può uccidere in nome di Dio. Dio, come giustamente ha detto il Santo Padre, vuole la vita, non la morte”, ha sottolineato.

“Chiunque invoca il nome di Dio o invoca la religione cercando di nascondersi dietro il paravento religioso per commettere atti terroristici dove perdono la vita civili innocenti bestemmia la propria religione e bestemmia il nome di Dio”, ha aggiunto.
13/07/2005 02:40
 
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L'enciclica del Papa
Benedetto XVI lavora alla sua prima Enciclica

Dalla tranquillità delle Alpi






Benedetto XVI ha iniziato la redazione della sua prima Enciclica, approfittando della tranquillità offertagli dai giorni di vacanza che sta trascorrendo sulle Alpi valdostane.

La notizia, che era filtrata da fonti vaticane nei giorni scorsi, ha trovato una conferma questo martedì nella cronaca delle vacanze papali fatta alla “Radio Vaticana” dal giornalista Salvatore Mazza, corrispondente del quotidiano “Avvenire”.

La prima Enciclica di ogni Vescovo di Roma ha in genere un carattere programmatico, com’è accaduto nel caso di Paolo VI con l’“Ecclesiam suam” (1964) o in quello di Giovanni Paolo II con la “Redemptor hominis” (1979).

In base alla cronaca trasmessa dell’emittente pontificia, il Papa avrebbe già iniziato la redazione del testo nelle settimane precedenti.

“Il tempo a disposizione, le condizioni ambientali, il silenzio, l’assoluta tranquillità della zona e la capacità del Papa di concentrarsi sul lavoro, fanno pensare che il Papa approfitterà di questi giorni per poter andare avanti nel lavoro sull’Enciclica”, ha aggiunto il giornalista.

Il Papa deve anche preparare importanti discorsi, come quelli che rivolgerà ai giovani in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia, nel mese di agosto, e grandi avvenimenti ecclesiali come il sinodo mondiale sull’Eucaristia, con il quale si chiuderà l’anno dedicato a questo sacramento.

Secondo le indiscrezioni, il Santo Padre avrebbe portato con sé per le vacanze tre borse piene di libri.

Le ferie del Papa si concluderanno il 28 luglio, quando tornerà a Castelgandolfo, la residenza estiva dei Pontefici situata a poca distanza da Roma.
14/07/2005 03:02
 
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Anche se si attende ancora una conferma da parte del Vaticano, Benedetto XVI potrebbe recarsi ad Istanbul (Turchia) il 30 novembre prossimo su invito del Patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I, per celebrare la festa di Sant’Andrea.



Bartolomeo I



Lo ha reso noto il portavoce del Patriarcato, Dositeos Anagnostopoulos, specificando che l’invito è stato rivolto al Santo Padre agli inizi del maggio scorso, ha sottolineato l’agenzia missionaria “Misna”.

Già la settimana scorsa i media si facevano eco del quotidiano turco “Vatan”, che nell’edizione del 3 luglio scriveva sulla visita a novembre di Benedetto XVI al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, un annuncio fatto da Bartolomeo I durante una Messa da lui presieduta in di recente.

L’Arcivescovo del Patriarcato di Costantinopoli in Italia, Gennadios, ha reagito all’annuncio del viaggio del Papa affermando che “sarebbe una tappa molto importante nelle relazioni tra le due chiese sorelle di Costantinopoli e di Roma” e che “darebbe un vigoroso slancio spirituale e morale per il dialogo ecumenico”, secondo quanto racolto da “Adnkronos”.

Giovedì scorso, al termine dell’udienza con il Papa in Vaticano, il Primo Ministro irlandese Bertie Ahern ha dichiarato alla stampa che Benedetto XVI gli aveva confidato personalmente di stare “valutando la possibilità di andare ad Istanbul” per incoraggiare una maggiore unità della fede cristiana, cita “Reuters”.

Com’è abitudine, il 29 giugno scorso, all’Eucaristia presieduta dal Papa nella Basilica di San Pietro in Vaticano in occasione della solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo, fondatori della Chiesa di Roma, era presente anche una delegazione inviata dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, “primus inter pares” tra le Chiese ortodosse.

Ha guidato la delegazione il metropolita di Pergamo Ioannis (Zizioulas). Il giorno successivo, durante l’udienza che ha concesso ai suoi ospiti ortodossi, Benedetto XVI ha affermato: “Si avverte la necessità di unire le forze e non risparmiare le energie, affinché il dialogo teologico ufficiale, iniziato nel 1980, tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse nel loro insieme, riprenda con rinnovato vigore”.


Due giorni dopo l’udienza, il Cardinale Walter Kasper – Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani – ha confermato che nell’autunno prossimo verrà riannodato il dialogo teologico internazionale tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica, portato avanti attraverso una Commissione Mista Internazionale Cattolico-Ortodossa della quale fanno parte rappresentanti della Chiesa cattolica e di varie Chiese ortodosse.

L’anno scorso Bartolomeo I stesso aveva assistito all’Eucaristia del 29 giugno, presieduta da Giovanni Paolo II, per commemorare i quarant’anni dello storico abbraccio tra Papa Paolo VI e il Patriarca ecumenico Atenagora I a Gerusalemme nel gennaio 1964, mentre aveva luogo il Concilio Ecumenico Vaticano II.

Il 7 dicembre 1965, un giorno prima del termine del Concilio, Paolo VI e Atenagora I siglarono una dichiarazione congiunta con cui deploravano e cancellavano i rispettivi anatemi – pronunciati nel 1054 –, dai quali ha avuto origine lo scisma tra le Chiese d’Oriente e quella d’Occidente.

Benedetto XVI dovrebbe contraccambiare la recente visita della delegazione ortodossa inviando a sua volta una delegazione speciale alla sede del Patriarcato di Costantinopoli in occasione della festa di Sant’Andrea – fondatore della Chiesa a Costantinopoli e fratello di San Pietro, Vescovo di Roma –, il 30 novembre. Le ultime notizie, tuttavia, affermano che il Papa potrebbe compiere questo gesto personalmente.

Concludendo la sua visita a Roma l’anno scorso, il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I ha invitato Giovanni Paolo II a visitare la sede del Patriarcato ecumenico. Il Pontefice ha accettato con piacere la proposta di visitare le sede del Patriarcado, che si trova a Fanar (Istanbul, Turchia).

L’ultima volta che la Turchia ha ricevuto la visita di un Romano Pontefice è stata dal 28 al 30 novembre 1979, quando, dopo poco più di un anno dalla sua elezione alla sede petrina, Giovanni Paolo II si recò ad Ankara, ad Istanbul – dove partecipò alla solenne celebrazione in onore di Sant’Andrea –, Efeso e Smirne.

Così facendo Papa Giovanni Paolo II si era incamminato sulle orme di Paolo VI – che a sua volta si era recato in Turchia alla fine del 1967 – con un pellegrinaggio orientato a continuare con rinnovato impegno lo sforzo verso l’unità di tutti i cristiani, a mostrare l’importanza che la Chiesa cattolica dà al rapporto con le venerabili Chiese ortodosse e ad esprimere il suo affetto sincero nei confronti di tutte quelle Chiese e i loro Patriarchi, soprattutto per il Patriarcato ecumenico. L’anno successivo iniziò il dialogo teologico ufficiale.
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KENYA: VESCOVO UCCISO, POLIZIA TROVA CARTA IDENTITA' SU LUOGO ASSASSINIO


Nairobi, 15 lug. - (Adnkrono/Dpa) - La polizia ha trovato una carta di identita' nei pressi della zona dove un commando di sei uomini armati ha sparato a monsignor Luigi Locati, uccidendolo, ieri sera in Kenya, a Isiolo, circa 250 chilometri a nord della capitale Nairobi. Lo ha comunicato la polizia di Nairobi. ''Una carta di identita' e' stata recuperata sul luogo dell'assassinio, e aiutera' i nostri agenti a dare la caccia agli attentatori'', ha confermato Jaspher Ombati, portavoce della polizia keniota. ''Sospettiamo che il documento appartenga ad uno degli aggressori'', ha precisato Ombati. Il vicario apostolico, vescovo della diocesi di Isiolo, e' stato centrato da due proiettili, alla testa e al collo. Il portavoce della polizia ha preferito declinare qualsiasi legame tra l'assassinio e le violenze etniche dei giorni scorsi: ''stiamo trattando questi episodi come un incidente separato, e non abbiamo nessuna prova che i due fatti siano legati''. La pista degli scontri etnici sarebbe da escludere anche per la distanza di Isiolo dal centro commerciale di Turbi, circa 300 km a nord, dove i miliziani hanno ucciso 75 persone la scorsa settimana.


Approfondimenti:

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per leggere i dati della missione di cui si occupava don Luigi


16/07/2005 16:10
 
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Telegramma per la morte di Luigi Locati del Santo Padre
ECC.MO ARCIVESCOVO ENRICO MASSERONI

IAZZA S. EUSEBIO, 10 - 13100 VERCELLI

PROFONDAMENTE ADDOLORATO PER BARBARO ASSASSINIO MONSIGNOR LUIGI LOCATI ORIGINARIO DI CODESTA ARCIDIOCESI ET VICARIO APOSTOLICO DI ISIOLO SOMMO PONTEFICE ESPRIME AT COMUNITÀ DIOCESANA COME PURE AT FAMILIARI EROICO MISSIONARIO SPIRITUALE PARTECIPAZIONE AT IMPROVVISO LUTTO (.) RICORDANDO CON ANIMO GRATO AL SIGNORE GENEROSO MINISTERO EPISCOPALE SVOLTO DA BENEMERITO PRESULE TRA LE POPOLAZIONI KENYOTE SANTO PADRE INNALZA FERVIDE PREGHIERE DI SUFFRAGIO INVOCANDO DALLA DIVINA BONTA' MERITATO PREMIO ETERNO PER PASTORE SCOMPARSO ET INVIA AT COMUNE CONFORTO SPECIALE BENEDIZIONE APOSTOLICA NELLA LUCE SUPREME CERTEZZE DELLA FEDE.

CARDINALE ANGELO SODANO
17/07/2005 03:31
 
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Ancora qualche indiscrezione sul Conclave....
Ogni tanto viene fuori qualcosa di nuovo e interessante...specalmente quelle picole ripichine che dallo schermo televisivo non si possono vedere.....


La leggenda del cardinale Martini e i "progressisti storditi"


L'idea fissa che il cardinale Carlo Maria Martini sia stato il vero grande elettore di Benedetto XVI - dirottando su di lui la massa di voti riportata nel primo scrutinio - è ricomparsa sull'ultimo numero di "il Mulino", in due articoli di Giancarlo Zizola e Alberto Melloni.

Melloni attribuisce con sicurezza allo stesso Martini d'aver "descritto perfettamente l'andamento delle cose" nell'intervista a "la Repubblica" del 26 aprile. E d'aver evitato, impalmando Ratzinger, "una soluzione di carattere politicistico ancor più temibile agli occhi dell'ex cardinale di Milano".

In questi stessi giorni, però, è uscito negli Stati Uniti un libro ("The Rise of Benedict XVI", edizioni Doubleday, in vendita anche nelle librerie specializzate di Roma) che letteralmente disintegra la leggenda secondo cui Ratzinger deve la nomina a Martini.




E lo fa basandosi sulle confidenze di otto cardinali elettori.

L'autore del libro è John L. Allen jr, corrispondente a Roma del settimanale progressista americano "National Catholic Reporter" e curatore della Newsletter "The Word from Rome": un giornalista di grande professionalità e molto attendibile, il primo ad aver individuato parecchi mesi prima del conclave l'ascesa irresistibile di Ratzinger come candidato di riferimento di un gran numero di porporati.

Dalle confidenze degli otto cardinali, Allen ha ricavato che Martini nel conclave non ha avuto alcun ruolo decisivo, non ha raccolto un numero consistente di voti, e non ha reso esplicita nessuna sua adesione alla candidatura di Ratzinger.

Insomma:

"Per la maggior parte dei cardinali, la teoria che Martini si sia formalmente ritirato dalla corsa sembra essere stata un esercizio ex post fatto tra i progressisti storditi, alla ricerca di qualche spiegazione per come l'elezione di Ratzinger possa essere accaduta così velocemente".

In effetti risulta che un cardinale sostenitore di Martini, il belga Godfried Danneeels, apparve davvero "stordito" a chi l'incontrò la sera stessa dell'elezione di Ratzinger, il 19 aprile.


Godfried Danneeels

Quella sera, Danneels aveva dato forfait alla cena di festeggiamento dell'eletto, tenuta dai cardinali nel residence di Santa Marta.
25/07/2005 20:34
 
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Piccola Gaffe Papale....


ISRAELE-VATICANO: NAVARRO, IL NUNZIO HA GIA' RISPOSTO

"Il nunzio ha già risposto alle autorità israeliane". Questo l'unico commento che il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls ha dato ai giornalisti a proposito del fatto che il nunzio della Santa Sede a Gerusalemme sia stato oggi convocato dalle autorità israeliane per una protesta verbale. Al centro della questione, le parole pronunciate ieri durante l'Angelus dal Papa che, elencando i Paesi vittime dei recenti attentati terroristici, ha omesso di citare Israele accanto a Gran Bretagna, Egitto, Turchia e Iraq

25/07/2005 22:22
 
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Re: Piccola Gaffe Papale....

Scritto da: Ratzigirl 25/07/2005 20.34

ISRAELE-VATICANO: NAVARRO, IL NUNZIO HA GIA' RISPOSTO

"Il nunzio ha già risposto alle autorità israeliane". Questo l'unico commento che il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls ha dato ai giornalisti a proposito del fatto che il nunzio della Santa Sede a Gerusalemme sia stato oggi convocato dalle autorità israeliane per una protesta verbale. Al centro della questione, le parole pronunciate ieri durante l'Angelus dal Papa che, elencando i Paesi vittime dei recenti attentati terroristici, ha omesso di citare Israele accanto a Gran Bretagna, Egitto, Turchia e Iraq




La diplomazia Israeliana ha tatto e discrezione, non mi sorprende che siano in guerra da una vita..o forse se ne sono dimenticati....come si sono dimenticati tutte le esortazioni alla pace ed al dialogo con i Palestinesi fatte dal Vaticano.
Ho l'impressione, e questo da sempre, che si stia a sentire piu' quello che non dice un Papa invece di quello che dice.
mah vai a capirli i politici..infatti di politica non ci capisco niente.[SM=g27833]
"Il mondo e' redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall'impazienza degli uomini" (Benedetto XVI - Messa Inizio Pontificato)
“In ogni piccolo ma genuino atto di amore c’è tutto il senso dell’universo“: (Benedetto XVI - Angelus)
26/07/2005 00:52
 
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Re: Ancora qualche indiscrezione sul Conclave....
Interessantissimo! Grazie!

Quanto alla questione di Israele, quoto Elena. Se il Papa interviene: "Ecco, la Santa Sede compie un atto di ingerenza" (vedi ieri, la critica della stampa estera che accusava l'appello di Benedetto XVI contro il terrorismo ritenuto troppo "intransigente") se il Papa non interviene, pronto il risentimento del trascurato di turno...Npn se ne puù più si attaccano la Chiesa e il Papa ormai per qualsiasi parola o atteggiamento!
26/07/2005 13:32
 
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Sono d'accordo al 100% con Sihaya:qualsiasi cosa accada,si dà sempre la colpa alla Chiesa e al suo Vicario.Assurdo![SM=g27812]
RATZI FOREVER

Suor RATZGIRL
Ordine Benedettino delle Suore delle Sante Coccole al Romano Pontefice
26/07/2005 13:56
 
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Donne prete




A bordo di una nave nelle acque dell'Ontario è stata celebrata la cerimonia di ordinazione di preti e diaconi donne...come reagirà Levada? erede di Ratzinger per la congregazione della Dottrina della Fede ???[SM=g27825] [SM=g27825] [SM=g27825]
26/07/2005 14:29
 
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Quando c'è una legge buona la si toglie....
Abrogata legge in Virginia

Abolita nello Stato australiano di Victoria una legge che perseguiva come reato la stregoneria, la magia e la lettura della fortuna. "E' una legge di 200 anni fa imbevuta del linguaggio e dei costumi dell'Inghilterra di Charles Dickens", ha detto il ministro della giustizia dello Stato, Rob Hulls, che ha annunciato anche l'abrogazione della legge contro il vagabondaggio, affermando che "questi reati non hanno piu' posto nella societa' multiculturale e tollerante di oggi".
26/07/2005 15:58
 
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Perplessità sull'accusa.....
ISRAELE-VATICANO: NAVARRO, DISTORSIONE PRETESTUOSA

Sorprende che si sia voluta distorcere così pretestuosamente l'intenzione del Santo Padre, essendo ben noti i numerosissimi interventi della Chiesa, del magistero dei sommi pontefici e da ultimo del Papa Benedetto XVI a condanna di ogni forma di terrorismo, da qualsiasi parte essa venga e contro chiunque sia rivolta". Lo ha affermato in una dichiarazione scritta il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls a proposito della convocazione da parte del governo israeliano del nunzio a Gerusalemme per una protesta verbale sul fatto che ieri il Papa non abbia menzionato Israele elencando i Paesi vittime di recenti attentati terroristici.
Nella dichiarazione Navarro fa anche "presente che le parole di Benedetto XVI si riferivano espressamente agli attentati di 'questi giorni'".

"Ovviamente - dichiara ancora il portavoce - anche il grave attentato di Netanya dell'altra settimana, a cui si riferiscono i rilievi da parte israeliana, rientra nella generale condanna senza riserve del terrorismo".
26/07/2005 16:40
 
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Re: Donne prete

Scritto da: Ratzigirl 26/07/2005 13.56

A bordo di una nave nelle acque dell'Ontario è stata celebrata la cerimonia di ordinazione di preti e diaconi donne...come reagirà Levada? erede di Ratzinger per la congregazione della Dottrina della Fede ???[SM=g27825] [SM=g27825] [SM=g27825]



C'e' chi al muro appende i diplomi e c'e' chi ci appende le scomuniche
Secondo me e' una nuova moda..... [SM=g27828] [SM=g27828]

"Il mondo e' redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall'impazienza degli uomini" (Benedetto XVI - Messa Inizio Pontificato)
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26/07/2005 16:44
 
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Sempre piu' Perplessità sull'accusa.....
Fonte AsiaNews

Attacco di Israele contro il papa: un polverone per abbandonare i dialoghi con la Santa Sede
di Arieh Cohen


Gerusalemme (AsiaNews) – L’attacco senza precedenti lanciato ieri dal Ministero israeliano degli esteri contro la persona di Benedetto XVI è una cortina fumogena per nascondere la decisione dello stesso ministero di abbandonare i negoziati con la Santa Sede, in programma lo stesso giorno: lo si apprende da fonti di AsiaNews a Gerusalemme.

Tali negoziati – esplicitamente richiesti dall’Accordo Fondamentale fra Israele e Santa Sede del 1993, il trattato internazionale che è la “magna charta” di tutti i rapporti fra lo stato ebraico e la Chiesa cattolica – hanno lo scopo di giungere a un nuovo trattato per confermare il diritto della Chiesa all’esenzione dalle tasse (un diritto che dura da secoli) e quelli di proprietà, entrambi erosi dallo stato israeliano fin dalla sua fondazione.

I negoziati erano cominciati in modo ufficiale l’11 marzo 1999. Ma negli ultimi anni Israele è stato riluttante perfino a incontrare la delegazione della Santa Sede e dialogare sui termini degli accordi. Il 28 agosto 2003 la delegazione israeliana ha abbandonato in blocco il tavolo dei negoziati e vi è tornato solo un anno dopo, in seguito a pressioni della Chiesa e del governo degli Stati Uniti.

Dopo essersi accordati per alcuni, pochi incontri nel 2005, Israele si è detta d’accordo ad incontrarsi il 19 luglio scorso; all’ultimo momento ha cancellato l’incontro per fissarlo al 25 luglio. Fonti ecclesiali a Gerusalemme affermano che con ogni evidenza i rappresentanti di Israele temevano le conseguenze di una nuova cancellazione all’ultimo momento e così hanno pensato di inscenare una critica all’Angelus del papa, solo per nascondere le loro impreparazioni e mancanze sulle obbligazioni da loro prese riguardo ai negoziati con la Santa Sede.

Di recente, alcune personalità vaticane hanno parlato apertamente delle continue mancanze di Israele nel mettere in atto le obbligazioni prese con la Santa Sede.


In tutto questo periodo, né l’Accordo Fondamentale del ’93, né l’Accordo sulla Personalità giuridica del ’97 sono stati ancora tramutati in legge. L’anno scorso il governo ha ufficialmente informato la Corte suprema di Israele che esso non si considerava per nulla vincolato all’Accordo Fondamentale.

Nonostante tutte le proteste da parte della Santa Sede, la posizione di Israele non è cambiata.

Esperti sulle relazioni fra stato e Chiesa affermano che la crisi delle relazioni fra Israele e Santa Sede diviene sempre più profonda e rischia di oscurare le celebrazioni del 40mo anniversario della dichiarazione Nostra Aetate, programmate in tutto il mondo.

La dichiarazione conciliare Nostra Aetate (pubblicata il 28 ottobre 1965) ha dato un nuovo impulso ai rapporti fra Chiesa cattolica ed ebraismo

[Modificato da elena66c 26/07/2005 16.47]

"Il mondo e' redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall'impazienza degli uomini" (Benedetto XVI - Messa Inizio Pontificato)
“In ogni piccolo ma genuino atto di amore c’è tutto il senso dell’universo“: (Benedetto XVI - Angelus)
26/07/2005 19:24
 
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Andiamo bene...
Speriamo invece che le cose si risolvano...ma la vedo proprio dura....
26/07/2005 22:53
 
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Re: Piccola Gaffe Papale....

Scritto da: Ratzigirl 25/07/2005 20.34

ISRAELE-VATICANO: NAVARRO, IL NUNZIO HA GIA' RISPOSTO

"Il nunzio ha già risposto alle autorità israeliane". Questo l'unico commento che il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls ha dato ai giornalisti a proposito del fatto che il nunzio della Santa Sede a Gerusalemme sia stato oggi convocato dalle autorità israeliane per una protesta verbale. Al centro della questione, le parole pronunciate ieri durante l'Angelus dal Papa che, elencando i Paesi vittime dei recenti attentati terroristici, ha omesso di citare Israele accanto a Gran Bretagna, Egitto, Turchia e Iraq



Sig. Ariel Sharon e Governo dello Stato d’Israele:

Voglio esprimere il mio più profondo rammarico per il vostro atteggiamento di protestare contro il Santo Padre per causa della sua “deliberata”, sono parole vostre, mancata menzione d’Israele come Stato colpito dal terrorismo durante l’Angelus di domenica 24 luglio.

Non è la prima volta che le parole dette o non dette da Benedetto XVI sono messe sotto la lupa cercando sempre di trovare qualcosa di cui accusarlo.
Il Papa ha condannato il terrorismo. Ci sono molti Paesi colpiti dal terrorismo così come dalla guerra. Allora ditemi: ogni volta che il Papa parlerà della guerra, dovrà lui menzionare tutti i Paesi coinvolti? Mi chiedo se, per caso, voi avete il monopolio, l’esclusività del terrorismo, come sembra che avete l’esclusività della “shoah” dimenticando che, nei campi di sterminio, sono morti tantissimi non ebrei. Vi ricordate il polverone sollevato quando si voleva installare un convento di suore di clausura ad Auschwitz?

Io capisco il vostro dramma della “shoah”. Sono andata anch’io a far visita al campo Auschwitz I e ho potuto percepire e vedere i ricordi delle atrocità commesse. Sono stata al memoriale di Yad Vashem, a Gerusalemme, ed alla Risiera di San Saba a Trieste. Mi sento sorella della vostra sofferenza. E poi i miei soggiorni in Israele dove ho potuto apprezzare il calore della vostra gente.
Nel 1995, il Signore mi ha risparmiato di saltare in aria sul autobus numero 5 di Tel Aviv il quale prendevo per recarmi in spiaggia solo perché quel giorno lì non l’avevo preso.

Allora, vi prego, non prendetela con il Papa. Il tono della vostra protesta è stato troppo esagerato. Il Santo Padre è un uomo come voi e non credo che abbia omesso deliberatamente il nome del vostro Paese come avete detto.
La pace sia con voi.
Papa Ratzi Superstar









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