Capitolo 4°: "Arrivo alla meta"

Yeras ed Olin salirono cautamente la rampa di scale fino a giungere al piano superiore, ma si trovarono di fronte la visione di un ambiente inatteso. Quella che ispezionarono rapidamente era infatti la cucina del maniero, ingombra di grossi sacchi contenenti lo sgradevole cibo degli orchi: carne secca putrida e puzzolente, proveniente da chissà quale tipo di creatura. Due grossi camini fornivano anticamente la possibilità di cuocere le vivande, ma erano evidentemente rimasti inutilizzati da lunghissimo tempo.
Una porta la collegava con un'ampia sala da pranzo, mentre l'altra dava direttamente sul cortile interno del castello, dal quale proveniva il rumore che stavano continuando ad ascoltare.
Nessuno in vista...

Yeras osservò il pavimento della cucina, trovando quasi subito ciò che stava cercando: tracce di sangue nero.
Fece segno ad Olin di seguirlo ed i due compagni entrarono nel cortile ottagonale della fortezza, dove udirono più forte il rumore metallico, proveniente da una porta alla loro sinistra.

"Ecco il maledetto!"

Olin scattò immediatamente verso l'ingresso principale della torre, dove l'orco era in attesa che una pesante grata di metallo si alzasse: un colpo della sua ascia e l'immonda creatura giaceva a terra in una pozza di sangue.
L'attenzione di Yeras era invece attratta dalla porta aperta di fronte a lui: al suo interno il giovane ramingo poteva distinguere una stanza che sembrava essere il corpo di guardia.
Il forte rumore proveniva da lì dentro...

Nel frattempo Isilion e Meneldir avevano aiutato Gwaeron a lavare e bendare la sua ferita:

"Ora la perdita di sangue si è arrestata"
disse Meneldir
"ma per qualche ora dovrai stare attento: se farai un movimento brusco la ferita si riaprirà di nuovo."

L'uomo del nord stava ancora masticando le bacche che il dùnadan gli aveva porto: erano amare ma si sentiva già un poco meglio.

Lentamente, accompagnato da Isilion e Meneldir, Gwaeron aveva raggiunto il laghetto, e con l'aiuto dei suoi compagni stava lavando la ferita sul fianco. L'acqua fresca gli diede subito sollievo, e dopo aver tolto l'armatura di cuoio avevano tamponato il profondo taglio con alcune bende. La ferita aveva smesso di sanguinare, e Isilion lo aveva aiutato a rimettersi il corpetto, per evitargli movimenti troppo ampi. Meneldir gli aveva poi dato delle bacche da masticare, e sebbene il sapore non fosse dei migliori le aveva accettate con gratitudine: le conosceva già.
Ora stava meglio, e pur sapendo di dover evitare certi sforzi per il rischio di riapertura della ferita d'un tratto pensò a Yeras e Olin che erano andati avanti, e rimettendosi in piedi fece cenno ai suoi compagni che era ora di seguirli..

Il suo respiro era ancora affannato per la corsa, ma dentro di lui bruciava ancora la fiamma del combattimento.


Si rivolse al giovane ramingo:
"Yeras, credo che sia meglio tornare indietro, o comunque affrontare questa piazza forte tutti insieme, in queste condizioni rischiamo di farci ammazzare uno alla volta! Se vuoi puoi al limite rimanere sull'uscio così puoi avvisarci in caso di un nuovo assalto."Detto ciò si guardò intorno e si diresse da dove provenivano, giunto sull'uscio aspettò Yeras.

[Modificato da Valandur 09/08/2004 13.30]

[Modificato da endik 12/08/2004 17.07]

Yeras sbirciò all'interno della porta e quello che vide non gli piacque affatto. La stanza era un corpo di guardia, ingombra di rastrelliere per armi piene di picche e lance dalla foggia tipicamente orchesca. Al suo interno vide un grosso troll che manovrava una pesante catena di ferro che sembrava essere il meccanismo di apertura e chiusura dell'ingresso alla fortezza. La creatura era legata essa stessa ad una grossa catena che pendeva dal muro di fronte alla porta.
Improvvisamente il troll interruppe la faticosa manovra e si girò nella direzione di Yeras: appena lo vide emise un verso gutturale e raccolse un enorme bastone che giaceva sul pavimento gettandosi verso il giovane ramingo.

Dopo aver esortato il nano a seguirlo, Yeras percorse velocemente (ma con una certa cautela) la rampa di scale che conduceva al piano superiore.
Si distingueva chiaramente un forte rumore di ingranaggi.
Si ritrovarono in una cucina.
Delle macchie nere sul pavimento.
*Sangue …*
“Seguimi Olin”.
Così dicendo, il giovane si diresse verso quello che sembrava essere il cortile esterno della torre (il rumore aumentò di intensità) e li lo vide.
*Lo abbiamo raggiunto finalmente*
Olin scattò velocemente verso l’orco (che stava attendendo l’apertura di una pesantissima grata) … ma l’attenzione di Yeras fu catturata dal metallico rumore di ingranaggi proveniente dalla stanza adiacente (che, probabilmente, era il corpo di guardia).
*Il nano non avrà problemi a sistemare da solo quell’orco … meglio che io controlli la dentro*
Si avvicinò cautamente, diede un’occhiata all’interno e …
*Un troll!*
L’enorme creatura (che era legata al muro da una catena) si accorse quasi immediatamente della presenza del giovane ramingo. Smise di occuparsi del meccanismo di apertura, raccolse un grosso bastone e si diresse verso l’intruso.
Yeras tornò velocemente sui suoi passi, senza però dare le spalle al troll.
“Olin” disse cercando di non gridare “ho bisogno del tuo aiuto, presto!”
Dopo pochi metri la catena bloccò l’avanzata del bestione il quale emise un poderoso grugnito.
Yeras si fermò (a debita distanza), si voltò verso di lui, incoccò una freccia e si preparò al peggio …
*Ci mancava solo un troll … possa la Dea proteggermi*

Olin arrivò prontamente, la sorpresa e la preoccupazione si dipinsero sul suo volto non appena vide l'enorme troll che si sforzava sempre più violentemente di liberarsi della catena:

"Per la barba di Durin, quel bestione sfonderà la catena prima o poi! Che facciamo?"

[Modificato da Valandur 12/08/2004 14.04]

“Abbiamo un’unica scelta, Olin:
dobbiamo chiudere immediatamente tutti gli accessi che da questo cortile conducono alla Torre.
Quello della cucina, innanzitutto … e poi, in caso ce ne fosse uno, anche quello della sala da pranzo.
Ci barricheremo dentro ed attenderemo l’arrivo dei nostri compagni: in cinque possiamo farcela ... noi due da soli, invece, non avremo scampo.
Presto, Mastro Nano, mettiamoci a lavoro”
Così dicendo corse verso la cucina e, una volta entrato, indicò ad Olin di proseguire verso la sala da pranzo.

Olin vide il grosso toll, il fuoco gli ardeva ancora in petto, ma sapeva che non avrebbero avuto scampo contro quella creatura. Raggiunse Yeras all'interno della cucina e, seguendo le sue istruzioni, corse nella sala attigua per cercare qualcosa con cui barricare la porta.

*Quel troll mi ha guardato in faccia ed anche lui muore dalla voglia di mettermi le mani addosso, ma ho dei compagni, non posso abbandonarli adesso.

Olin si ripeteva queste parole nella mente, il suo spirito guerriero si era svegliato del tutto, ma era anche conscio del fatto che da solo non avrebbe mai potut sperare di farcela contro quel bestione.

Isilion insieme a Meneldir aveva accompagnato Gwaeron al laghetto dei sotterranei per dargli una mano nel prendersi cura delle ferite ricevute; anche se non aveva mai ricevuto un addestramento specifico per questo tipo di situazioni, aveva visto più volte come i Raminghi del nord si occupavano delle ferite . . .

Meneldir nel frattempo aveva preso bene in mano la situazione e Gwaeron sembrava stesse meglio, quindi il pensiero dell'Elfo passò a Yeras ed Olin . . .

*Che abbiano raggiunto l'orco?
Meglio andare a vedere perchè ci mettono così tanto a raggiungerci!!*

Con la massima cautela, stando attento ad ogni più piccolo rumore ed odore e soprattutto scrutando attentamente tutto quello che poteva vedere in quel cunicolo buio, Isilion arrivò alla stanza dove giacevano ancora gli orchi;
quindi, tenendo il coltello con la mano sinistra, raccolse quelle poche frecce ancora usabili che non avevano colpito il bersaglio, poi ripose il coltello nel fodero, sfilò da dietro la schiena il suo arco, incoccò una freccia e incominciò a salire le scale che portavano al piano superiore . . .

Mentre saliva le scale, un forte rumore metallico e il ringhiare sordo di un essere sicuramente più grosso di un orco, si faceva sempre più chiaro all'udito dell'Elfo; anche le voci di Yeras ed Olin si sentivano in sottofondo . . .

Quel ringhiare inconfondibile, Isilion l'aveva già sentito una volta durante il suo viaggio solitario . . . era sicuramente un Troll!!!

Per i suoi due compagni le cose non dovevano essere sicuramente facili, ma all'improvviso il ringhiare del Troll venne smorzato, come se qualcuno avesse chiuso una porta !!

*Che sta succedendo??*

Isilion salì velocemente le scale senza fare il minimo rumore e vide che Yeras ed Olin si stavano barricando all'interno di una stanza . . .

Li guardò per un attimo, poi li chiamò in modo che il tono della sua voce fosse abbastanza alto da essere udito dai suoi due compagni, ma non oltre, e disse loro:

"Cosa sta succedendo??
Avete trovato l'orco che era fuggito??
Questo ringhio è quello di un Troll vero??
Meglio se corro ad avvisare Meneldir e Gwaeron!! La vostra difesa può tenere per abbastanza tempo??"

Detto questo, Isilion aspettò una risposta, mentre la sua concentrazione e la mira della sua freccia erano rivolti in direzione della porta chiusa . . .

*Dove saranno finiti gli altri?*

pensò Meneldir mentre finiva di aiutare Gwaeron a bendare la ferita. Questa era stata lavata ed il suo aspetto non destava preoccupazioni nel dùnadan: il taciturno Uomo del Nord avrebbe solo dovuto evitare movimenti troppo bruschi per un paio di giorni e tra qualche minuto le bacche avrebbero fatto effetto, ridando vigore ai due guerrieri.
Dopo qualche istante riapparve Isilion, ma la sua espressione preoccupata non preannunciava nulla di buono...

"Va tutto bene? Gli altri dove sono?" chiese il Ramingo.

Yeras ed Olin si stavano preoccupando di chiudere tutti gli accessi verso il cortile quando una voce alle loro spalle li fece sobbalzare.
Isilion … per fortuna era Isilion.
L’elfo li investì con una rapida serie di domande a cui il giovane ramingo tentò di rispondere mentre continuava a barricare gli ingressi:
“Abbiamo raggiunto l’orco ed Olin l’ha ucciso, ma c’è un grosso Troll la fuori. Fino a poco fa l’unica preoccupazione di quel bestione era quella di muovere un enorme meccanismo di apertura … ora, invece, la sua attenzione è diretta verso me ed Olin.
Non ho idea per quanto tempo possano reggere queste difese, ma sarebbe meglio se tu andassi ad avvertire gli altri e tornassi immediatamente qui, ad aiutarci”.
L’elfo sparì rapidamente dalla vista e il giovane ramingo continuò, insieme al nano, il lavoro che aveva intrapreso in precedenza.
Appena terminato cercò qualcosa sulla quale arrampicarsi in modo da tener sotto controllo gli ingressi alla cucina e contemporaneamente poter scagliare le sue frecce da una posizione favorevole.
*Possa le Dea proteggerci …*

Alle parole di Yeras, l'Elfo scese le scale velocemente e, oltrepassate le due stanze del piano inferiore, percorse di corsa il cunicolo fino ad arrivare nella grotta dove lo aspettavano gli altri due suoi compagni . . .

Meneldir gli chiese subito quale fosse la situazione ed Isilion disse ai due:

"Un Troll!!
Yeras ed Olin sono barricati in una stanza ed hanno bisogno di noi!
Il resto lo vedrete con i vostri occhi . . ."

Detto questo Isilion si girò verso il cunicolo ed incominciò la risalita . . .

[Modificato da Lord T.Einiks 30/08/2004 9.52]

Il giovane nano non sapeva che fare.
Una volta bloccate tutti tutti gli accessi alla stanza si rese conto che questi non avrebbero potuto reggere molto tempo alla furia di un troll. Ma gli lasciavano il tempo sufficiente per scoccare qualche freccia.

*Ironica la vita, tutto questo lavoro verrà spazzato via in pochissimi minuti da quel bestione, ed io dovrò stare ad aspettare fino all'ultimo.

Questo pensava il nano mentre passava in rassegna le barricate erette contro le finestre e la porta.

"Yeras qui dietro ci sono delle scale che salgono, credo sia una buona idea andare a dare un'occhiatina! Se c'è una cosa che ho imparati in questi ultimi anni è che bisogna sempre avere una via di fuga supplementare, magari non c'è niente di interessante, ma io vado a vedere lo stesso, fai un urlo se il troll decide di sfasciare la torre!"

Detto ciò il nano si diresse verso le scale.

Meneldir rispose all'elfo che stava tornando al piano superiore:

"Vai pure avanti Isilion e raggiungi gli altri, noi abbiamo bisogno ancora di qualche minuto. Appena potremo saremo dei vostri."

Appena vide scomparire l'elfo sull'angusto cunicolo, il dùnadan si alzò faticosamente e si rivolse all'amico al suo fianco:

"Avanti Gwaeron, fatti forza, dobbiamo salire"

disse, mentre lo aiutava ad rimettersi l'armatura. Mentre il taciturno Uomo del Nord finiva di indossarla, caricò la sua balestra e gliela porse:

"Ed ora avanti!"

e si incamminò faticosamente per la salita.

Nel fratempo Olin si era recato cautamente in esplorazione al primo piano della fortezza, ma alla fine delle scale che salivano dalla cucina non aveva trovato nessuno. Nel silenzio che regnava nell'ambiente, rotto solo dai versi del troll che nel cortile tentava di liberarsi dalle catene che lo imprigionavano, il nano vide solo una porta chiusa alla sua destra ed un corridoio che si apriva all'estremità sinistra della piccola anticamera nella quale era appena giunto.
Proprio mentre si avvicinava alla porta udì un secco rumore di metallo spezzato provenire dal basso, seguito da un potente grido di trionfo e da passi pesanti che si avvicinavano alla porta sprangata della cucina...

[Modificato da Valandur 08/09/2004 18.03]

Il nano camminava lentamente cercando di filtrare i rumori che venivano dal basso. L'ambiente era piuttosto scuro, sul corridoio che si apriva alla sua sinistra non c'erano finestre,
*un vero peccato, avremmo avuto il tempo di crivellare di frecce quel bestione da qui sopra

Proprio mentre finiva di formulare questi pensieri, si sentì un rumore metallico ed il grido di trionfo del grosso troll.
Olin non perse tempo, girò sui tacchi e si scapicollò sulle scale per dar man forte ai suoi amici.

"Amici!" solo allora si rese conto del valore di questa parola.

Mentre il nano e l'elfo raggiungevano Yeras, il grosso troll aveva appena cominciato a sferrare poderosi colpi alla porta sprangata, che cominciava lentamente a cedere e scricchiolare sotto il peso degli assalti del bestione. Anche i mobili frettolosamente accatastati dietro di essa sobbalzavano dopo ogni colpo sferrato dall'enorme creatura.

Isilion ripercorse di nuovo la salita su per il cunicolo, poi di corsa per le stanze ed infine salì le scale; ormai sapeva benissimo dove mettere i piedi senza rischio di sorprese . . .

Arrivato all'entrata della stanza dove si erano barricati i due suoi compagni vide la porta chiusa dalla quale doveva entrare il Troll che sobbalzava ai colpi di quest'ultimo . . . quindi, dopo aver allentato la chiusura del fodero della spada, con l'arco nella mano sinistra, incoccò una freccia pronto a scagliarla non appena si fosse aperto un varco nella porta, sperando che lo strale potesse andare a segno sul Troll . . .

[Modificato da Valandur 09/09/2004 17.52]

La ferita bruciava ancora, mentre si rimetteva l'armatura con l'aiuto di Meneldir. Avrebbe voluto riposare ancora qualche minuto, ma i suoi compagni erano in pericolo. Alzandosi in piedi prese la balestra che Meneldir gli porgeva, tolse un dardo dalla faretra e lo infilò nella cintura, e strinse il pugno.

"Avanti. Non abbiamo molto tempo."

A parte Yeras ed Isilion che erano già davanti alla porta, gli altri tre componenti del gruppo arrivarono praticamente insieme.

Olin aveva già sfilato lo scudo da dietro la schiena e si accorse di essere l'unico a non avere un'arma da lancio. Certo avrebbe potuto lanciare l'ascia, ma poi sarebbe rimasto senza niente, perciò decise...

I suoi compagni si erano già predisposti al tiro, lui avrebbe dovuto aspettare la prima salva di frecce e poi attaccare il troll di fianco. Era un piano sensato, poteva funzionare, avevano bisogno solo di un po' di fortuna...