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Ultimo Aggiornamento: 21/03/2013 23:04
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27/09/2012 22:45
 
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VALLI MONREGALESI - 25-09-2012





Al Santuario di Vicoforte arrivano le “Terre dei Savoia”


Tra gli “addetti ai lavori”la notizia circolava da mesi, in attesa di una conferma: Vicoforte vuole aprire un punto informativo assieme alle “Terre dei Savoia”, proprio di fronte alla Basilica. Si troverà sotto la Palazzata, a fianco del passaggio pedonale che dai portici conduce al parcheggio sul retro, in un locale in cui fino ad alcuni mesi fa si trovava un negozio di oggettistica e antiquariato.
“Terre dei Savoia” è un’Associazione Piemontese (la sede è a Racconigi) che si occupa di promozione turistica dei territori che sono storicamente legate alla dinastia reale piemontese: paesi e cittadine che ospitano regge e residenze sabaude, palazzi aristocratici e ovviamente... monumenti come il Santuario di Vicoforte, fatto erigere da Carlo Emanuele I di Savoia affinché divenisse il mausoleo di famiglia (ruolo poi “dirottato” sulla Basilica torinese di Superga).
L’ipotesi, formulata mesi fa, dovrà prima vedere approvato dal Consiglio comunale l’accordo fra Comune e Amministrazione del Santuario: verrà votata nella seduta di venerdì 28 settembre. «L’accordo prevede che il locale venga concesso in comodato d’uso dal Santuario al Comune – ci spiega il sindaco Gasco –, che allestirà i locali in collaborazione con le “Terre dei Savoia”, grazie anche al contributo della Fondazione CRC, e si occuperà di gestirlo. Il centro-informazioni non sarà incentrato solo sul territorio di Vicoforte, ma su tutto il Monregalese: i turisti potranno fare riferimento per conoscere tutte le peculiarità e le attrazioni della zona».
M.T.


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Per chi vuole approfondire qualche notizia in più grazie a Wikipedia :

Storia del Santuario di Vicoforte

Il complesso trae le sue origini da un santuario medievale, composto da un modesto pilone decorato da un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna col Bambino, eretto da un fornaciaio per propiziare la buona cottura dei mattoni. Nel 1592, durante una battuta di caccia, un cacciatore di nome Giulio Sargiano colpì per sbaglio l'immagine della Vergine che, secondo la tradizione, sanguinò. La realtà vede invece il cacciatore pentito che appende il suo archibugio al pilone e inizia una grande raccolta di fondi per riparare il danno ed espiare così il suo peccato. Ancora oggi l'archibugio è conservato in una cappella del Santuario, accanto all'affresco deturpato.
Tomba di Carlo Emanuele I

Nel giro di pochi anni questo luogo divenne meta di pellegrinaggi sempre più frequenti ed attirò anche le attenzioni del duca Carlo Emanuele I di Savoia che, nel 1596, commissionò la costruzione di un grande santuario all'architetto di corte Ascanio Vitozzi. Nelle intenzioni del Duca, il Santuario avrebbe dovuto accogliere i molti pellegrini e diventare in seguito il mausoleo di Casa Savoia, luogo destinato alle tombe della famiglia, funzione assunta in seguito dalla Basilica di Superga sulla collina torinese. Il Vitozzi morì nel 1615, quando la grande costruzione era stata eretta fino al cornicione, dove sarebbe dovuto essere innestato il tamburo della cupola. Morto anche il Duca (che volle essere sepolto in Santuario), a distanza di quindici anni dall'architetto, la costruzione si arrestò del tutto, lasciando il Santuario a lungo tempo scoperto. Una nuova infervorazione di fedeli si ebbe nel 1682, quando la Vergine del pilone venne solennemente incoronata, come ringraziamento del termine della guerra del sale. Da allora si riprese la costruzione, senza contare più sull'appoggio del Savoia (infervorati dalla costruzione della basilica di Superga), grazie all'impegno dell'architetto e ingegnere monregalese Francesco Gallo che, incoraggiato da Filippo Juvarra, si cimentò nella grande impresa a partire dal 1728. Sopra il possente basamento in arenaria, di stampo manierista, venne rapidamente costruito il tamburo, di evidenti linee barocche, e la cupola, che venne terminata nel 1732. La poderosa cupola ellittica innalzata dal Gallo, alta 74 metri, lunga 37,15 metri sull'asse maggiore e 24,80 metri sull'asse minore, venne disarmata non senza trepidazione, data l'arditezza della costruzione, tanto che si narra che dovette andare lui stesso a togliere le impalcature, poiché nessuno pensava che una struttura di quel tipo potesse reggere.

Controversa fu invece la costruzione dei campanili, quattro secondo il progetto del Vitozzi. Il primo fu costruito rapidamente, su richiesta della Madama Reale Cristina di Francia, in visita a Vico (1642), e collegava il Santuario con il vicino monastero cistercense. Dieci anni dopo vennero innalzati i due campanili frontali e, per simmetria, anche il quarto, opposto al primo campanile, che rimase fino al 1830 l'unica torre campanaria funzionante. All'annosa questione della sistemazione dei campanili si pose rimedio nel 1880, anno in cui il Santuario divenne monumento nazionale, quando venne indetto un concorso, al quale partecipò anche, con un progetto, Alessandro Antonelli. Nel 1884, finalmente, vennero avviati i lavori di sistemazione, con la costruzione di poderose ed elaborate cuspidi barocche, riprendenti lo stile di quella posta sulla lanterna che sovrasta la cupola. Per questioni di stabilità, però, le cuspidi vennero abbattute nel 1906 e i campanili ottennero la conformazione attuale[2].

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Non basta esserci...
Bisogna farsi vedere!!!!

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