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Arco e Balestra

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2007 14:47
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L’arco e la freccia

L’arco usato dai Rangers è generalmente l’arco lungo (longbow), leggero e con un bonus di precisione +1.
E' l'arco di Robin Hood e delle guerre medievali. Quando è carico, presenta un'unica incurvatura e nei modelli tradizionali si può utilizzare un'unica essenza, come il tasso, il frassino o l'olmo, oppure due essenze con caratteristiche diverse (per esempio olmo e tasso).
In linea di massima, quando è scarico, il longbow appare diritto.

Questa arma micidiale per la sua silenziosità, precisione e gittata si compone di:
- un riser (1) o parte centrale, nella quale ha sede la grip (1) o impugnatura, nell’arco lungo le due parti coincidono;
- di due flettenti (2) ovvero la parte dell’arco che si curva nella tensione;
- di due tip (3) ovvero la parte finale dell’arco dove va a inserirsi l’anello della corda;
- infine della corda (4) realizzata con un tendine di bue perfettamente elastico.

Per una corretta manutenzione dell’arma è bene disarmare l’arco (togliere la corda da un tip) nel caso di una prolungata inattività e armarlo (reinserire la corda in un tip) nel momento dell’utilizzo. Questo consentirà al nerbo di mantenere la sua caratteristica elasticità.



La freccia che si accompagna di solito al longblow è sottile e lunga, essa è composta da:
- un’asta in legno;
- una cuspide o punta, metallica;
- dalla cocca, la parte posteriore nella quale si trova un taglio dove andrà inserita la corda;
- l’impennatura, costituita da alettoni di piuma di volatili, con funzione stabilizzatrice.



Tirare con l’arco in GDR

Nel corso di una quest, la fase di tiro con l’arco di divide in tre turni:

+ il Ranger incocca la freccia e tende l’arco
+ il Ranger mira
+ il Ranger scocca

Ora esaminiamo le tre fasi e quindi i turni, porgendo delle linee guida per una corretta descrizione di ciascuna delle fasi nei tre turni.

Primo turno – Incocco e tensione

Posizionarsi sulla linea di tiro. E' importante mantenere il corpo eretto ed evitare di ondeggiare, i piedi sono aperti e distanti tra loro l'equivalente la lunghezza della freccia. L' angolo della posizione dei piedi dovrebbe essere di 60° con il peso distribuito uniformemente in modo da ottenere il centro di gravità fra entrambi i piedi. La pressione leggera, priva di tensione eccessiva, si applica ad entrambi i piedi. Le ginocchia sono distese in modo naturale. Nella sx tenete l’arco, una presa salda ma morbida, i muscoli devono essere sempre rilassati. Con la dx afferrate la cocca della freccia tra le dita indice e medio (fig.1), quindi incoccate, tenendo l’arco in basso davanti a voi, angolo dell’ascella, braccio-fianco 30° (fig.2).
Portate lentamente l’arco in alto, il braccio che lo sostiene deve essere parallelo al terreno (fig.3). La posizione del corpo superiore deve essere allineata e dritta. Attenzione speciale deve essere prestata al cosiddetto rapporto delle "tre croci" (fig.4), dove le spalle, le anche ed i piedi sono tenuti in in linea l'uno con l'altro, perpendicolari al pavimento e rivolti all' obiettivo. La spina dorsale e la parte posteriore del collo sono allungate delicatamente verso l'alto, ma le spalle devono essere rilassate, i muscoli fluidi. Su questa base, tendere l’arco, facendo compiere alle spalle e al gomito una rotazione oraria con un movimento lineare chiudendo le scapole e rimanendo il più possibile allineati con il bersaglio.



Secondo turno – La mira

Portate indietro il gomito fino a quando il pollice della mano della corda non tocca il viso (ancoraggio) poggiandosi sul mento o sullo zigomo dx (fig.5). Rimanete così, concentrandovi pochi secondi sul bersaglio. Cercando sempre di tenere rilassati e fluidi i muscoli, mirate con l’occhio dominante, il dx, chiudendo l’altro e calcolando che per ogni 10mt che la freccia deve compiere fino al bersaglio la mira va spostata circa 1cm verso l’alto rispetto al centro che dovete colpire.




Terzo turno – Il rilascio della freccia

Rilasciare la corda aprendo le dita, lasciando che la mano si rilassi e mantenendo il braccio dell'arco allineato fino alla fine del volo della freccia.
Il periodo che segue il rilascio della freccia dovete mantenere la posizione e spingere in avanti il vostro spirito interiore anche dopo che la freccia ha raggiunto il bersaglio.
Dopo che la freccia ha colpito, compiendo la sua parabola, rilassate tutto i muscoli del corpo e scaricate la tensione accumulata dallo scheletro, abbassando il braccio dell’arco fino alla posizione iniziale, con l’angolo ascellare, braccio-fianco di 30° (fig.6).



Ser Galhad di Durham
Perlustratore dei Rangers di Avalon


[Modificato da (Galhad) 25/02/2007 17.13]

"Sì come il buono arciere a la battaglia,
che sa di guerra ben venire a porto,
che tragge l'arco e mostra che gli caglia
di tal ferir che no gli sta conforto"
25/02/2007 17:05
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Le immagini
L'arco lungo (longbow) di congrega:

Parti di una freccia:






"Sì come il buono arciere a la battaglia,
che sa di guerra ben venire a porto,
che tragge l'arco e mostra che gli caglia
di tal ferir che no gli sta conforto"
25/02/2007 19:29
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Tiro con la balestra leggera in GDR
Per balestra leggera si intende un’arma da tiro meccanica di grande maneggevolezza, che sfrutta la tensione prolungata di una corda, tesa tra due flettenti di arco, per lanciare a notevoli distanze frecce corte (con varie denominazioni a seconda dei danni che infliggono).
Tali balestre sono composte dal "teniere" o "fusto" a cui anteriormente è fissato l'arco per mezzo di un intreccio di corde. L'arco generalmente è in legno di tasso: molto duro ma elastico; la corda è composta da fili di canapa intrecciata o da nervi di animali. All'estremità del teniere, davanti e centralmente l'arco, è fissata la staffa, generalmente metallica, che serviva per tenere, col piede, la balestra ferma a terra mentre la si carica. Nei documenti più antichi era chiamata "streva" ed è anche con tale sinonimo che veniva indicata la balestra di tipo più semplice, denominata in seguito "a gamba" o "a tibia".
Gli altri elementi costituenti la balestra medievale sono: la "noce" e la "manetta o chiave".



La noce è un cilindro, dapprima in legno, osso o corno e in seguito metallico, a cui si aggancia la corda tesa; è alloggiata in un apposito incavo del teniere e può ruotare su se stessa o attorno ad un perno. La noce, dalla parte opposta a quella dove viene agganciata la corda, ha un incavo ove s'incastra la manetta.
La manetta è una piccola e semplice leva a forma di "Z", collocata sotto il teniere, che serve a bloccare o liberare il movimento rotatorio della noce. Nei documenti genovesi spesso viene chiamata "chiave".



La balestra leggera necessità per l’uso di tre o quattro turni (a discrezione del master) ma data la facilità di caricamento per la sua maneggevolezza ragionevolmente si presta all’uso in tre azioni.

+Tensione della corda
+Caricamento del dardo (freccia corta, quadrello o verrettone)
+Mira e tiro

Primo turno - Tensione della corda

La corda della balestra si carica poggiando la staffa a terra e infilandoci la punta del piede per tenerla saldamente al suolo. Con una mano dx si mantenete l’altra estremità del teniere, tenendolo in posizione verticale mentre si protende il busto in avanti e con indice, medio e anulare della sx, uniti, tendete la corda incastrandola nel taglio della noce. Descrivete bene la tensione dei muscoli interessati (quadricipite della gamba sx, bicipite e tricipite del braccio sx)

Secondo turno - Caricamento del dardo

Afferrate il teniere con la dx avvicinando l’estremità ai muscoli addominali mentre con la mano sx afferrate il dardo facendolo scivolare lungo la scanalatura centrale del teniere, posizionatelo per il tiro.

Terzo turno - Mira e tiro

Posizionatevi in linea di tiro, le gambe leggermente divaricate, portate la balestra davanti a voi, impugnate con la mano dx l’estremita del teniere poggiando le dita dall’indice al mignolo sulla chiave (o manetta), con la sx afferrate la parte inferiore centrale del teniere, in modo da avere più stabilità nella mira. Portate la balestra davanti a voi, il gomito dx va tenuto alto, il sx leggermente in basso. A questo punto mirate col vostro occhio dominante, servendovi del mirino qualora ci fosse (ricordate la deriva terrestre, ogni 10mt di distanza dal bersaglio mirate un centimetro più in alto rispetto al punto da colpire) e azionate con le dita della mano dx la chiave o manetta premendola contro il teniere.

Dopo il tiro

Il periodo che segue il rilascio della freccia dovete mantenete la posizione fino a quando non termina la parabola del dardo e spingete in avanti il vostro spirito interiore (spirito dell’arciere) anche dopo che la freccia ha raggiunto il bersaglio.

Ser Galhad di Durham
Cacciatore dei Rangers

[Modificato da (Galhad) 01/04/2007 14.55]

[Modificato da (Galhad) 01/04/2007 14.59]

"Sì come il buono arciere a la battaglia,
che sa di guerra ben venire a porto,
che tragge l'arco e mostra che gli caglia
di tal ferir che no gli sta conforto"
01/04/2007 14:47
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