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[SERIO]: Il gdr come formalizzazione della realtà

Ultimo Aggiornamento: 15/04/2002 18:18
16/03/2002 20:54
 
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Premetto che questo è un topic "serio", leggasi anche "palloso". :)

Il GDR è un gioco, lo dice il nome stesso. Su questo non ci sono dubbi. Però ha anche un significato molto profondo, che è difficile e forse anche non necessario cogliere. Il GdR vuole rappresentare la "realtà", e lo fa con delle regole, dei parametri, delle variabili. Mi è salita di nuovo all'occhio questa riflessione mentre sfogliavo e risfogliavo la parte delle abilità di Opera (che nel prossimo futuro arriverà online). Ogni abilità ha dei prerequisiti, si trova in una sorta di albero, le sue radici sono delle conoscenze già acquisite (i prerequisiti appunto) e anche dei momenti vissuti (il tempo necessario per imparare, le esperienze vissute per acquisire tale abilità). I suoi frutti sono potenziali conoscenze e anche atteggiamenti derivanti da tale abilità. Non è questo il punto ma mi è saltata all'occhio la natura reticolare di tutto questo, e mi domando quanto possa essere accurata come "riproduzione" della "realtà".

Quando il GdR si spinge verso il simulativo, non tenta di simulare solo i modelli fisici (combattimenti, ferite, tutto ciò che si muove) ma anche i modelli mentali dell'apprendimento e dei rapporti con le persone. Questi ultimi modelli sono i più complicati di riprodurre perchè non hanno basi matematiche, solide e certe, su cui poggiare. Un GdR spinto verso il lato scientifico può portare, a mio avviso, a dei fruttuosi risultati, ci può aiutare ad evidenziare le connessioni presenti tra le cose-concetti-persone nella "realtà".

Quando arriveremo ad un punto per noi abbastanza accurato nella riproduzione dei suddetti modelli, potremo chiederci le analogie tra il "gioco" e la vita reale, e viceversa. In fondo la vita di tutti giorni, quella che viviamo, non si attiene a delle regole, parametri e variabili, tanto complessi che non riusciamo a vederli con evidenza?
--
Kwisatz
(Se smettiamo di giocare rischiamo di non crescere)
16/03/2002 21:46
 
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Non saprei che dire, ti sei risposto da solo...

But oh, no tears please, Fear and pain may accompany Death
17/03/2002 10:34
 
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In fondo le persone potrebbero essere riassunte nelle valutazioni che esse danno alle esperienze della loro vita, e quindi in sostanza, alle conoscenze che hanno accumulato e al loro modo di "somatizzarle" per la loro vita...
17/03/2002 12:00
 
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Io la penso diversamente.

Nella realtà i modelli mentali di apprendimento bìvariano da persona a persona, le sfumature delle leggi fisiche differiscono in maniera netta da quelle del pensiero.

Un GDR spinto fino al punto di formalizzare i rapporti che intercorrono tra le persone, tra le varie realtà sociali, economiche e quant'altro, perderebbe la possibilità di "Evasione" che tanto ci ha fatto discutere su altri topic...

Le persone non si riassumono in cio che hanno fatto, da ciò che sanno o da loro modo di pensare, ma in ciò che SONO.
Il passato, le esperienze, i pensieri possono essere condivisi da persone molto diverse tra loro, ma ciascuno mantiene una sua individualità.
L'unicità di ciascun individuo è una peculiarità della realtà, che per questo non è passabile di formalizzazioni universalmente accettabili.
(anche le leggi fisiche non hanno formalizzazioni UNIVERSALMENTE valide, anche se ci stiamo arrivando, dicono... figuriamoci perciò le relazioni cose-pensiero-persone):)

Io penso ai GDR come una formalizzazione "divertente" della realtà, con le dovute semplificazioni necessarie per il contesto di GIOCO.

Ola!

Pkrcel
---------------
La vita è corta,
L'arte lunga,
L'esperienza fallace,
Il giudizio difficile.
18/03/2002 14:32
 
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Farei un piccolo distinguo [SM=x77433]

Il gdr è (anche) una fomrmalizazione di UNA realtà. Tale realtà può essere + o meno vredibile, e più o meno simile a qualla in cui viviamo (le due cose sono correlate, ma non molto strettamente).

La scienza è una formalizzazione dellarealtà in cui viviamo.

Ma la scianza non ha mai creato (ne' IMHO creerà mai) un validomodello di simulazione dlla realtà, da essere altrettanto credibile del reale.
--
"adesso spacco il mondo in 4...
...e poi lo rimetto insieme col bostik!"
19/03/2002 08:24
 
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Salkaner ha ragione, se ciò fosse possibile, significherebbe che viviamo in una realtà scontata e fin troppo prevedibile.

Invece ogni giorno abbiamo sotto gli occhi che ciò non è.

Ogni volta che l'uomo ha creduto di abbattere l'ultima frontiera della natura, scopre che in realtà c'è MOLTO altro.....

Io rimango dell'idea che il *contesto* sia fondamentale, e nei GDR è e sarà sempre il GIOCO.

Yai!

Pkrcel
---------------
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20/03/2002 17:22
 
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Mi pare che il tuo discorso, Pkrcel manca di elasticità.
Il gdr in quanto gioco di simulazione è forzatamente una formalizzazione di "una" realtà.

Altra chiarificazione: la scienza dice che noi non siamo e basta noi siamo in un certo modo in base a tantissimi fattori non calcolabili ma certamente logicamente definibili, e in generale sono tutti riconducibili alla serie di esperienze che viviamo.
Messi in una grotta fin dalla nascita non saremmo quelli che siamo ora... non siamo quello che siamo, siamo una serie di esperienze, valutazioni e informazioni (di ogni tipo: sensibili, culturali, emotive ecc..).
20/03/2002 19:21
 
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Souze,
il mio discorso non voleva certo dire il contrario di quanto sostieni tu, volevo solo precisare che ritengo il discorso un po' più ampio, e che in ogni caso vedo bene un discorso di formalizzazione orientata al gioco, per non "denaturare" il goco in se'.

Per quanto riguarda il discorso "esperienze & C." sono d'accordo con te, ma non del tutto. E' vero che la nostra *formazione* dipende da ciò cui passiamo attraverso nel corso della nostra vita, ma rimango dell'idea che ognuno di noi abbia una "impronta" unica che lo contraddistingue, anche attraverso le sue vicissitudini (ognuno di noi affrinta i problemi e le difficoltà in modo diverso dopotutto....).

Yai!

Pkrcel
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22/03/2002 14:44
 
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Capisco perfettamente il tuo concetto di impronta, solo che questa dipende inanzitutto da condizioni genetiche, quindi dalla vitaa intrauterina e infine dai primi anni di vita.
22/03/2002 17:56
 
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Beh, sì.. come volevasi dimostrare, è un insieme di fattori che contribuisce al nostro "essere".
:D

Yai!

Pkrcel
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23/03/2002 11:33
 
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Parliamo della "formalizzazione" tralasciando la questione gioco. In fondo il GdR possiamo anche volendo trattarlo in maniera più razionalmente distaccata (diciamo anche scientifica) e quindi vederlo non più come un "gioco" ma come una "simulazione".

Io non parlo di simulare i rapporti tra le persone e le realtà sociali, parlo di simulare uno "strato" più basso, quello dei rapporti dell'uomo, della sua coscienza, con i "concetti" (l'apprendimento, la conoscenza) e anche con altri uomini, intesi non come entità strettamente sociali.

Ovviamente, per motivi ben teorizzati (matematicamente provati), questa simulazione non potrà mai essere "vera" al 100% ma potrà avvicinarsi di molto. Lasciamo stare l'evasione per questo discorso.

Spero io non sia stato troppo delirante... :)
--
Kwisatz
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25/03/2002 08:56
 
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Riguardo aspetti più profondi delle relazioni sociali, io penso che in qualsiasi GDR, la "simulazione" è molto più a carico dei giocatori stessi che non del regolamento vero e proprio.(:

Analizzando velocemente nella mia memoria ciò che ricordo dei vari GDR giocati o cmq "letti", noto che tutti i regolamenti si prefiggono l'obbiettivo di coprire gli aspetti più "superficiali" della realtà, quelli i cui effetti sono più facilmente descrivibili in termini di causa-effeto (anche la magia ricade in questo ambito...:D ).
Se consideriamo alcuni "extra", come gli svantaggi in GURPS, alcuni aspetti dell'animo umano vengono in qualche modo formalizzati, ma in maniera grossolana (pensate al "senso del dovere", all'"onestà" e simili...), sta poi al giocatore "raffinare" i tratti umani del suo personaggio...

Che ne dici?

Yai!


Pkrcel
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14/04/2002 21:14
 
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In Opera su questo aspetto sta venendo fuori un buon lavoro, ma certo si potrebbe approfondire molto di più.
Negli altri regolamenti, se si esclude Gurps, secondo me non è che questi aspetti siano poco trattati, io temo che non siano trattati affatto. E questo la dice lunga sulla cattiva reputazione che il gioco di ruolo possiede
14/04/2002 23:14
 
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Il fatto che GURPS si distingua sotto questo aspetto lo deve al fatto che è Multi-genere (prima che universale), e perciò gli aspetti peculiari di ogni genere andavano formalizzati (pensa al Fantasy (sanguinario, magico), al Cyberpunk (decadente, violento), all'"illuminati" (paranoico, cospirativo)) e non potevano esssere lasciati completamente al giocatore....

Da ciò è scaturito un sistema che 15 anni fa ha rivoluzionato il pensiero GDR in toto...

Rimane il fatto che io credo che sia GIUSTO lasciare la raffinatezza dell'"umanizzazione del personaggio" ai giocatori!
:D :D :D

Yai!

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15/04/2002 08:29
 
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Re:

Scritto da: Master Souze 14/04/2002 22:14
Negli altri regolamenti, se si esclude Gurps, secondo me non è che questi aspetti siano poco trattati, io temo che non siano trattati affatto. E questo la dice lunga sulla cattiva reputazione che il gioco di ruolo possiede



Non sarei così drastico. In Fuzion ad esempio sono trattati con un acerta profondità (anche senon quanto GURPS). E così anche in altri giochi...
--
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15/04/2002 15:17
 
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lasciare l'umanizzazione del personaggio al giocatore è sicuramente più che giusto.
Tuttavia un regolamento per GDR, senza ledere alla libertà del giocatore, dovrebbe parlarne a fondo...
Gurps lo fa abbastanza, ma sono convinto che su questo aspetto può essere migliorato senza essere oppressivo.

Non conosco bene il fuzion, tuttavia mi pare che nei regolamenti per giochi di ruolo, dove si cura un aspetto in profondità, se ne tralascia spesso un altro abbastanza importante.
Insomma in generale spesso i regolamenti sono come la storia della coperta troppo lunga o troppo corta...

15/04/2002 18:18
 
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Be' è la classica questione di equilibrio.

Ogni sistema ha le sue peculiarità, ma ogni giocatore è poi libero di scegliere il sistema che più gli aggrada....o di crearsi il suo! ;)

Sciao!

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