30/12/2001 01:27 |
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| | | OFFLINE | | Post: 44
| Registrato il: 13/12/2001 | Età: 37 | Sesso: Maschile | Nuclearizzato | Apprendista | |
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Capisco perfettamente Lord Kaos, tuttavia penso che la situazione della mancanza di nuove leve sia dovuta al fatto che i più giovani sono nati avendo a casa probabilmente già una consolle a casa ma più in generale sul fatto che la differenza di generazione fra uno di dieci anni e noi che più o meno ne avremmo una decina in più, si comincia a vedere.
La gran parte delle informazioni e dell'intrattenimento oramai, e già da un po', usa forme di linguaggio multimediale che prevedono suoni e vista, ovvero istintualità.
Il gioco di ruolo è invece esercizio di pura fantasia e intelletto e naturalmente si fa fatica a reggere il confronto.
Non credo nei master d serie A e serie B, perchè come accenna Lord Kaos, il master è bravo quando la campagna piace, e del resto, solitamente il master conosce i suoi giocatori e si abitua presto ai loro gusti.
E' senz'altro vero però che le esperienze formano la persona, in questo senso Lord Kaos da quello che ci dice non è certo il primo arrivato, penso di interpretare bene il pensiero di Snogar dicendo che, campagne più giocose e meno complicate però sono alla portata dei più, mentre per master e giocatori stessi è più difficile misurarsi nel campo del realismo e dell'interpretazione dove la riuscita dipende in particolar modo da se stessi.
Chiudo con la riflessione su novizi e i presunti esperti che li allontanerebbero... Generalmente chi è novizio nel gioco di ruolo si abitua a giocare sugli standard delle altre persone che compongono un gruppo. Personalmente mi appare inverosimile che siano in numero rilevanti casi di persone che si sono avvicinate al gdr e sono state allontanate o scoraggiate perchè bollate di uno stile diverso di gioco, magari powerplayer.
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