72
Ah m'argurd spezialment
quand immugevii certi fùman near Bulej,
anca cula 'pasturela'(elefantina)
cla stava là suta il paìs, et la diseva -
anca cum pena d'hash' as gudeva -
"Am piàs sufrirrr!"
73
Quando nell'arido giochi a moscacieca
ti senti perduto e fallito
Stordimento da nulla
poca polvere nella tua mano:
vita da molto fuggita
Tardi sempre a tornare.
74
Saltelli di un bimbo mascherato
intorno a un cieco,
esasperati dalla grandine.
75 (
Petit Lucifèr)
All'abisso ho aperto la mia giovinezza
sebbene mi rapisse il firmamento:
ma soffocando mi accorgo
di quanto rifulgo nella tenebra
Come usignolo che scrollando le ali
caschi nel suo librarsi dolcemente.
76 (
a Pound e Pasolini)
Micio infedele
e delfino arpionato in
exploites sanguigni,
seguendo le vostre orme graffianti in fiamme
ho creduto di morsicare qualcosa del
genre
"il braccio della lebbra"...
77
Quel mustelide del Dante-dònnola
che aveva sposato una spagnola audace,
la qual se la facea col medico del vicino paese
(il tipico genovese "megu-megùn"
nella canzon del
Faber).
78 (
Variantibus)
Si alza una musica incredibile
da quei luoghi-spazi dimenticati (dagli uomini
come dalle stesse deità),
un'armonia superiore di cui il mondo ha paura.
Ho conosciuto esseri ùfici
che non pensano solo al pane, ma a giochi (proibiti),
nani parlanti linguaggi-extra...
grifoni derisi.
79
Meglio stare zitti ogni volta
che si crea anche solo un mezzo vespaio,
alba o tramonto meglio lasciar perdere
di passare dalle parole alle mani.
Era uno sballo starcene tutto sommato in pace
magari con un po' di erba che allora suggeriva
'non vorresti proprio nessuna guerra,
neppure di difesa'?
In un crescendo di crepuscolo nicciano, qualcuno
fece una risata pazzesca, ci pervase i timpani
come un disco di platino fatto tutto di acufèni,
eppure stavo meditando
voli micenèi con uccelli variopinti
in albe minòiche
80
Guai se la schiacci, la verde cimice,
ti lascia il puzzo del suo
gesto d'amore vegetante, che la brucia
come un microbo d'Icaro
nel suo erotico spasmo.
81
Proprio perché ogni luce
sembra oscurata da implacabili ombre
siamo militari aperti
alla trascendenza.
82
Nella classe accanto a me una maestra
col suo volo rasoterra nel pollaio-studenti,
camminava con i piedi piatti, incespica anch'ella
sulle uova, in questo caso di gallina, non già
di struzzo nello sgomento quotidiano.
83
Una risata postuma, venuta chissà da dove
ruppe l'incanto al già depresso
poeta-minotauro, reo-confesso
in autodafè secondo i dettàmi kafkiani,
ingabbiato o inglobato in una cornice
di comunità ultragrottesca.
84
Tu ami in fondo la grandine
che sbatte dannata la sua frusta celeste
e speri di riconoscere - oltre i sepolcri imbiancati -
i tuoi veri fratelli, abitanti di Venere
in una notte più chiara
col telescopio d'una futura memoria
tutta presente in questa magia
che sale dalle radici in fondo al più Profondo
dove mani avide non possono arrivare,
mentre il motore si sta bloccando
proprio in mezzo alla larga strada asfaltata.
Perciò non pensare, non pensare
che non esistano questi altri mondi
così diversi in quasi tutto
per quasi niente.
85 (
Gatto)
ti osserva
senza che tu minimamente ti accorga: qualunque
cosa in movimento, te compreso,
lui la spia delicatamente: le tue piccole mosse
appaiono nel suo spicchio d'occhio, simile a
curiosa fessurina, angelico spiraglio
di stupore
finge di niente e prosegue ronfando.
86 (
furbo in Giudea)
Essendo in bancarotta la Roma
di Cesare Augusto,
Erode è costretto a regalargli
700 talenti d'oro:
ogni talento pesa ben 30 kg.
Ma così quella vecchia volpe di Erode può restare re
nel proprio regno di Giudea.
87
(
A colei ritenuta sul web la venexiana
"pazza" del Carnesciàle):
Che bei fiori pallidamente rossi
ma tutt'altro che esangui
il senso dei semi...dei seni ricomposti
scomposti semidei cadono in gocce e
e gocce dall'acquarello amoroso...
88 (
Alla fotografa genovese)
Cugina Carola addio per sempre:
almeno quaggiù hai smesso di soffrire
le tue spine viscerali dovunque conficcate,
angeli catapultàti da un eterno Oblìo:
senza più memoria, ora - attraverso secoli, millenni
fino a completa guarigione, chissà.
(Nessuno mi aveva avvertito... Come diceva Artaud
di Van Gogh, anche lei in fondo è stata
una 'suicidata della o dalla società'...)
89 (
Sebastian)
Chi mi chiama nella notte?
Quanta rivoluzione nel silenzio puro.
Un ramo spoglio su cui riposa la mia anima
E vegliano al buio due occhi da lince
(La martora afflitta si rifugia nel cavo tronco.)
Quanta rivoluzione nel silenzio puro.
Chi mi chiama nell'arco raggiante
via dal giorno opaco e sporco?
Una voce che da altri pianeti mi trapassa
e una luce troppo chiara
sono il mio risveglio.
Chi mi chiama nella notte?
Il supplizio di Sebastiano:
Una lacrima sorride
nel corpo dell'universo.
[Modificato da albert314 24/03/2024 14:22]