Gli album del 2021

Visto che ne parlavo col buon Bert, allargo il discorso.
Ho ascoltato pochino, quest'anno, però avrei potuto aprire il topic già da qualche mese, mannaggia.
Dopo molti ascolti, direi che il mio disco dell'anno è il ritorno dopo 16 anni degli scozzesi Arab Strap, con un electro post-rock spoken word davvero bello.
"As Days Get Dark" ha sonorità molto variegate, spesso cupe che fanno da contrappunto ad una voce intensa.
Fin dal primo brano, l'album cattura e non cala. Davvero una prova convincente!
Voto: 8.




Little Simz - Sometimes I Might Be Introvert è un disco hip hop arricchito spesso dalla presenza di un'orchestra di supporto.
I brani variano tra l'invettiva accesa e appassionata, tipica di certo rap, e il minimal di canzoni più intimiste.
Ritornelli pop compaiono qua e là, come i cori.
La rabbia nera (in questo caso nigeriano-londinese) ha storicamente il rap come strumento di espressione musicale, quindi non si può certo definire un album innovativo, ma le liriche sono taglienti e gli arrangiamenti convincenti. La voce è piuttosto spigolosa e potrebbe risultare sgraziata alle orecchie di ascoltatori meno affini al genere.
Voto: 7


Dry Cleaning - New Long Leg è un disco di post-punk spoken word (quest'anno a quanto pare va parecchio). Non mancano momenti validi, in realtà, e il disco si fa apprezzare nel suo complesso, ma il parlato è più monocorde e meno appassionante di quello degli Arab Strap e le musiche tendono a confondersi con tante altre. Manca insomma quello spunto che mi catturi.
Voto: 6,5


Un nuovo lavoro dei Mogwai (As The Love Continues) è sempre da accogliere a braccia aperte e il nuovo disco non fa eccezione. Il post-rock regna anche qui tanto che sembra di essere tornati a fine Ottanta o inizio Novanta.
La musica qui non è stratificata come in altri dischi e risulta più accessibile, forse, ma non meno interessante e ricca di spunti.
Il disco riesce a convincere sia nel complesso sia se si prendono le tracce singolarmente.
Voto: 7