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Di prompt stilistici e figure retoriche - II edizione

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2022 08:08
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Giudice*****
13/08/2021 08:48
 
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Ciao Futeki, eccomi a consegnare:)


Nick su EFP/Nick sul forum: LadyPalma/Lady.Palma

Titolo storia e link: I tuoi particolari, efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3988748&i=1

Prompt stilistico e figura retorica: (numero e lettera) 5-M

Proposizione o periodo che contiene la figura retorica:
-"Di' pure Mangiamorte, Bamboluccia, pezzi di merda che si sono presi la mia gamba e il mio fottuto occhio e un pezzo di naso"
-ridevi e ridevi e ridevi
-delle canaglie e dei malviventi e dei pezzi di merda
-ci ho messo quasi tutto quel cazzo di autunno a convincermi che era normale la metà rigorosamente rosa nell’armadio e i gatti in movimento che facevano scattare il mio occhio magico ogni cinque secondi e la puzza di bruciato ogni volta che provavi a cucinare e il comodino pieno zeppo di cianfrusaglie
-Tu coloravi tutto di rosa confetto e verde pastello e lilla tenue
-Pensavo davvero che la nostra differenza fosse di forma e di tono e di parole e di moine
-Né che non scherzavi più a dire che la mia paranoia ti faceva perdere tempo, o che la mia brusca diffidenza ti faceva vergognare, o che il mio controllo non ti faceva più sentire sicura ma ti asfissiava.
-Te ne sei andata che era ancora autunno [...] e poi l'autunno è diventato inverno, e poi primavera, e poi estate e adesso è autunno un'altra volta
-Le tende rosa fanno schifo più di prima, ma le ho lasciate appese, e lo sherry è troppo dolce ma finisco per preferirlo al Whiskey Incendiario senza neanche accorgermene, e quando Molly mi porta i suoi biscotti penso ai tuoi che erano immangiabili, ma erano più buoni, lo giuro, lo erano, e quei tuoi maledetti gatti mi infilavano gli artigli dappertutto ma, cazzo, mi sembra di non avere neanche cicatrici senza quei graffi.
-Solo la nebbia e le foglie e l'eco delle mie paranoie.
-Forse un paio di canaglie e i malviventi e i pezzi di merda.
Spero di non averne saltata nessuna.
Eventuali note: Nella storia

[Modificato da Lady.Palma 13/08/2021 11:53]
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13/08/2021 11:45
 
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Re:
Lady.Palma, 13/08/2021 08:48:

Ciao Futeki, eccomi a consegnare:)


Nick su EFP/Nick sul forum: LadyPalma/Lady.Palma

Titolo storia e link: I tuoi particolari, efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3988748&i=1

Prompt stilistico e figura retorica: (numero e lettera) 5-D

Proposizione o periodo che contiene la figura retorica:
-"Di' pure Mangiamorte, Bamboluccia, pezzi di merda che si sono presi la mia gamba e il mio fottuto occhio e un pezzo di naso"
-ridevi e ridevi e ridevi
-delle canaglie e dei malviventi e dei pezzi di merda
-ci ho messo quasi tutto quel cazzo di autunno a convincermi che era normale la metà rigorosamente rosa nell’armadio e i gatti in movimento che facevano scattare il mio occhio magico ogni cinque secondi e la puzza di bruciato ogni volta che provavi a cucinare e il comodino pieno zeppo di cianfrusaglie
-Tu coloravi tutto di rosa confetto e verde pastello e lilla tenue
-Pensavo davvero che la nostra differenza fosse di forma e di tono e di parole e di moine
-Né che non scherzavi più a dire che la mia paranoia ti faceva perdere tempo, o che la mia brusca diffidenza ti faceva vergognare, o che il mio controllo non ti faceva più sentire sicura ma ti asfissiava.
-Te ne sei andata che era ancora autunno [...] e poi l'autunno è diventato inverno, e poi primavera, e poi estate e adesso è autunno un'altra volta
-Le tende rosa fanno schifo più di prima, ma le ho lasciate appese, e lo sherry è troppo dolce ma finisco per preferirlo al Whiskey Incendiario senza neanche accorgermene, e quando Molly mi porta i suoi biscotti penso ai tuoi che erano immangiabili, ma erano più buoni, lo giuro, lo erano, e quei tuoi maledetti gatti mi infilavano gli artigli dappertutto ma, cazzo, mi sembra di non avere neanche cicatrici senza quei graffi.
-Solo la nebbia e le foglie e l'eco delle mie paranoie.
-Forse un paio di canaglie e i malviventi e i pezzi di merda.
Spero di non averne saltata nessuna.
Eventuali note: Nella storia





Grazie per la consegna! 😍

Solo una precisazione: da bando mi risulta che hai scelto la figura retorica M, non la D, e anche all'interno della storia mi pare sia così, quindi forse hai solo commesso una distrazione nello specchietto di consegna?


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13/08/2021 11:53
 
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Re: Re:
Futeki (fefe.7), 13/08/2021 11:45:




Grazie per la consegna! 😍

Solo una precisazione: da bando mi risulta che hai scelto la figura retorica M, non la D, e anche all'interno della storia mi pare sia così, quindi forse hai solo commesso una distrazione nello specchietto di consegna?




Ops, sì è la M scusami! Ho fatto confusione rivedendo le lettere nei tre pacchetti che mi avevi inviato 🙈
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13/08/2021 11:54
 
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Re: Re: Re:
Lady.Palma, 13/08/2021 11:53:




Ops, sì è la M scusami! Ho fatto confusione rivedendo le lettere nei tre pacchetti che mi avevi inviato 🙈




Nessun problema, non preoccuparti :)
Aggiorno subito il bando!


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13/08/2021 22:15
 
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Buonasera a tutte, il contest scadrebbe ufficialmente a mezzanotte, ma sarà domani mattina che invierò all'amministrazione la richiesta di spostare la discussione nei concorsi scaduti, perciò considererò quel momento come termine ultimo per la consegna o per l'avviso di ritiro.

Vi prego di non dimenticare di avvisare in caso di impossibilità a consegnare.

Grazie.


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13/08/2021 23:12
 
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Re:
Futeki (fefe.7), 13/08/2021 22:15:

Buonasera a tutte, il contest scadrebbe ufficialmente a mezzanotte, ma sarà domani mattina che invierò all'amministrazione la richiesta di spostare la discussione nei concorsi scaduti, perciò considererò quel momento come termine ultimo per la consegna o per l'avviso di ritiro.

Vi prego di non dimenticare di avvisare in caso di impossibilità a consegnare.

Grazie.




Purtroppo colgo questo messaggio per ritirarmi. Ho aspettato fino all'ultimo, ma non riuscirò a finire la storia.
Scusami tantissimo :((


Io su EFP: Black Beauty
La mia pagina Giudice: Bella Black
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13/08/2021 23:15
 
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Re: Re:
Bella Black, 13/08/2021 23:12:




Purtroppo colgo questo messaggio per ritirarmi. Ho aspettato fino all'ultimo, ma non riuscirò a finire la storia.
Scusami tantissimo :((

Non ti preoccupare, grazie per aver avvisato :)
Alla prossima!

(Aggiorno il bando domattina)


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13/08/2021 23:27
 
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Ciao!
Ho quasi finito la storia, ma dubito che in questi trenta minuti riuscirò a ultimarla e pubblicarla, però ci provo. Aspetto proprio lo scadere della mezzanotte per passare a ritirarmi, voglio sfruttare tutto il tempo a disposizione.

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13/08/2021 23:32
 
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Rosmary (RosmaryEFP), 13/08/2021 23:27:

Ciao!
Ho quasi finito la storia, ma dubito che in questi trenta minuti riuscirò a ultimarla e pubblicarla, però ci provo. Aspetto proprio lo scadere della mezzanotte per passare a ritirarmi, voglio sfruttare tutto il tempo a disposizione.

Non preoccuparti, la mezzanotte non è affatto tassativa, come ho detto contatterò domani mattina l'amministrazione per chiudere ufficialmente il contest.
Spero che tu ce la faccia! :)


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14/08/2021 01:44
 
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Re:
Futeki (fefe.7), 13/08/2021 23:32:

Non preoccuparti, la mezzanotte non è affatto tassativa, come ho detto contatterò domani mattina l'amministrazione per chiudere ufficialmente il contest.
Spero che tu ce la faccia! :)



Grazie dell'opportunità, incredibilmente ci sono (non so con quale risultato!):

Nick su EFP/Nick sul forum: Rosmary/Rosmary
Titolo storia e link: Viandanti
Prompt stilistico e figura retorica: 4-B
Proposizione o periodo che contiene la figura retorica: Dorcas era contraddizioni, ideali, emozioni, aveva dita macchiate di amore, occhi svaniti nella colpa, parole taciute in segreto | Dorcas era amore furioso, viscerale, eterno, aveva lottato, cercato la pace nella guerra, perduto | Evan era dita rudi, occhi feroci, labbra serrate, aveva contraddizioni sottopelle, ideali imbrattati, emozioni burrascose | Evan era amore furioso, egoista, eterno, aveva tramato, cercato i sotterfugi nella guerra, perduto
Eventuali note: ti rimando a fine storia, qui colgo solo l'occasione per ringraziarti di aver indetto questo contest, senza non credo avrei mai riflettuto sulla struttura stilistica suggerita dal prompt, sicuramente non per una oneshot. Spero che la lettura risulti almeno piacevole!

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Post: 353
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14/08/2021 09:50
 
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Re: Re:
Rosmary (RosmaryEFP), 14/08/2021 01:44:



Grazie dell'opportunità, incredibilmente ci sono (non so con quale risultato!):

Nick su EFP/Nick sul forum: Rosmary/Rosmary
Titolo storia e link: Viandanti
Prompt stilistico e figura retorica: 4-B
Proposizione o periodo che contiene la figura retorica: Dorcas era contraddizioni, ideali, emozioni, aveva dita macchiate di amore, occhi svaniti nella colpa, parole taciute in segreto | Dorcas era amore furioso, viscerale, eterno, aveva lottato, cercato la pace nella guerra, perduto | Evan era dita rudi, occhi feroci, labbra serrate, aveva contraddizioni sottopelle, ideali imbrattati, emozioni burrascose | Evan era amore furioso, egoista, eterno, aveva tramato, cercato i sotterfugi nella guerra, perduto
Eventuali note: ti rimando a fine storia, qui colgo solo l'occasione per ringraziarti di aver indetto questo contest, senza non credo avrei mai riflettuto sulla struttura stilistica suggerita dal prompt, sicuramente non per una oneshot. Spero che la lettura risulti almeno piacevole!




Grazie a te per la consegna! :)
Sono felice che tu ce l'abbia fatta, aggiorno subito il bando.


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14/08/2021 10:52
 
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Contest scaduto
Buongiorno a tutte, ho richiesto lo spostamento della discussione tra i contest scaduti, perciò:

Dichiaro il contest ufficialmente scaduto.

Grazie a tutte le partecipanti che hanno consegnato e anche a coloro che si sono ritirati senza dimenticare di avvisare :)

Il contest conta sei storie iscritte, che non sono moltissime, quindi dovrei riuscire a consegnare i risultati in tempi ragionevoli.
Non faccio promesse, tenterò di fare prima possibile, ma mi piace avere la certezza di aver dedicato il giusto tempo a ognuna delle vostre storie.

Vi lascio l'elenco dei pacchetti in chiaro, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, se avreste voluto beccarne uno diverso dal vostro o se qualcuno vi sembra particolarmente difficile.
Se volete, potete utilizzarli liberamente come spunto per altre storie e, se me lo farete sapere, sarò felice di passare a dare un'occhiata.

Ancora grazie a tutte!

Pacchetti


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14/08/2021 16:43
 
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Ero molto curiosa di scoprire gli altri pacchetti, soprattutto quelli dedicati ai prompt stilistici! A riguardo, sono contenta del pacchetto che mi è toccato in sorte, tutte le altre situazioni le ho esplorate nel corso tempo, forse la struttura suggerita dal 7 è quella che sino ad ora ha trovato poco spazio nei miei racconti e che avrei trovato stimolante sviluppare.
Ad ogni modo, complimenti a te per la varietà degli spunti proposti!

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Post: 353
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15/08/2021 16:03
 
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Re:
Rosmary (RosmaryEFP), 14/08/2021 16:43:

Ero molto curiosa di scoprire gli altri pacchetti, soprattutto quelli dedicati ai prompt stilistici! A riguardo, sono contenta del pacchetto che mi è toccato in sorte, tutte le altre situazioni le ho esplorate nel corso tempo, forse la struttura suggerita dal 7 è quella che sino ad ora ha trovato poco spazio nei miei racconti e che avrei trovato stimolante sviluppare.
Ad ogni modo, complimenti a te per la varietà degli spunti proposti!



Ti ringrazio, sono contenta che ti piacciano!
L'obiettivo era proprio spingere gli autori a misurarsi con qualcosa di insolito, o comunque che necessita di attenzione in fase di "progettazione" della storia. Sono felice che abbia funzionato per te!




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24/08/2021 15:50
 
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Risultati
Buon pomeriggio a tutte!
 
Innanzitutto vi ringrazio per aver partecipato a questa seconda edizione del contest sui prompt stilistici e le figure retoriche, è un format a cui tenevo molto e mi avete tutti dato moltissima soddisfazione nell’utilizzo dei pacchetti.
Voglio anche sottolineare che questa edizione ha visto partecipare delle storie di altissimo livello, quindi davvero complimenti a tutte. In considerazione di ciò, ho dovuto scavare davvero a fondo per cercare di evidenziare ogni virgola potenzialmente fuori posto, in modo da poter effettuare dei confronti e definire una classifica. Ma a prescindere dai punteggi e dalle posizioni di ognuna di voi, vorrei davvero ringraziare tutte per avermi regalato storie bellissime da leggere.
 
Ci tengo a ricordare che i giudizi che seguiranno sono amatoriali e, per quanto io mi sia sforzata di essere oggettiva e imparziale, sono comunque una fanwriter come voi. Le valutazioni non sono assolute, non sono un giudizio sull’autore, ma soltanto un punto di vista sulla storia e come tale vi prego di interpretarlo. Sono disponibile per ulteriori chiarimenti, per un confronto su aspetti che ho trattato o meno in queste valutazioni, ma trovo fondamentale che lo scambio di opinioni sia sempre corretto e proficuo, perché da questa parte c’è una di voi che non ha nessuna pretesa di essere un giudice vero.
In ogni caso, il mio consiglio è di dare il giusto peso al mio commento: è soltanto questo, un commento, un parere che può essere non condiviso, ignorato, o magari preso in considerazione come spunto di riflessione.
 
Alcune precisazioni sui parametri di valutazione:
- Il gradimento personale, che ha il valore massimo di un punto, è inteso a classifica: non ci sono due storie che hanno avuto lo stesso punteggio in questo parametro perché ho effettuato un confronto sulla base del semplice gusto personale, sottraendo un mezzo decimo a ogni “posizione” secondo il mio gradimento. In questo modo ho avuto l’opportunità di esprimere il mio parere senza che influenzasse in alcun modo la classifica oggettiva, sulla quale questo parametro non ha avuto alcun impatto.
- Ho aggiunto un ulteriore campo per l’impaginazione, ovviamente senza punteggio, dal momento che non era previsto nel bando. L’ho introdotto semplicemente per lasciare un mio commento, ancora una volta un parere personale, basato su quel poco di esperienza che ho accumulato sperimentando come fanwriter e informandomi sulla materia. È quindi un parametro che non ha nessun impatto sul punteggio complessivo.
 
Rinnovo i miei complimenti a tutte; procederò alla pubblicazione delle valutazioni e vi prego di non rispondere nella discussione finché non avrò terminato di litigare con l’editor, in modo da avere tutta la classifica in messaggi successivi, comprensivi del riepilogo finale.


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24/08/2021 15:51
 
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Sesta classificata
Sesta classificata
 
“Non uniforme”
 
di Gaia Bessie/BessieB
 
Totale: 30.50/35
 
 
Grammatica e stile: 8/10
È fuori dubbio che tu scriva bene: conosci molto bene la grammatica, usi bene il lessico e hai uno stile personale che ti rende riconoscibile. Personalmente ho apprezzato molte delle tue peculiarità, sebbene in qualche caso siano delle vere e proprie licenze, non del tutto corrette dal punto di vista linguistico.
 
È il caso, ad esempio, di alcune frasi troncate “a effetto”, per evidenziare un certo sintagma, ma che lasciano il lettore sospeso e che sono incomplete dal punto di vista sintattico:
“Non so perché l’ho fatto, ma avevi una tale disperazione addosso che, per un istante soltanto. Ho dimenticato quella che avevo io.”
La separazione data dal punto è sicuramente una scelta (non credo sia un errore di battitura, ma correggimi se sbaglio) che vuole enfatizzare la parte finale della frase. Tuttavia il risultato è di una prima parte incompleta (una tale disperazione addosso che). Avresti potuto introdurre i punti di sospensione, che servono proprio a consentire di lasciare incompiuta una frase.
“«Volevo chiederti…» avevo cominciato, senza riuscire a lasciarti andare. «Se».”
Anche qui, la battuta di dialogo finale è interrotta, si poteva aggiungere un trattino o i punti di sospensione per rendere corretta l’interruzione dal punto di vista grammaticale e sintattico.
 
Considerazione analoga riguarda le parti della narrazione che dovrebbero essere separate o evidenziate (includendole tra virgolette, mettendole in corsivo, o secondo altri sistemi). Il fatto che spesso non sia così è indice, secondo me, di un tipo di scrittura che tende al flusso di coscienza, il che può essere anche positivo e apprezzabile, in quanto tratto distintivo, ma spesso costituisce una licenza alle regole del discorso diretto e quindi mi sembra giusto evidenziarlo:
“avevi detto che importava poco o nulla: e credi che io non sia tutta chiazzata, avevi sussurrato”
Il discorso riportato (“e credi che io non sia tutta chiazzata”) andrebbe in qualche modo evidenziato o isolato, con virgolette, con il corsivo, come preferisci, ma lasciare il testo così com’è, quando le parole riportate non sono del narratore o comunque del personaggio di cui si assume il punto di vista, non è corretto dal punto di vista formale. Ti riporto anche un esempio opposto:
“Non lo so, avrei voluto urlare, davvero io non lo so.”
Poiché qui è Draco a pronunciare il discorso diretto, trovo più accettabile che esso non sia evidenziato in alcun modo, sebbene io personalmente preferisca quantomeno metterlo in corsivo, lasciando il testo così com’è solo in presenza di discorso indiretto.
“Mesi dopo, me l’avresti detto: chi potrebbe mai volermi, in questo stato?
Io, avevo sussurrato […]
Nemmeno Lui mi vorrebbe più: non dire di no, per quale altro motivo avrebbe dovuto volermi, se non perché sono stata bella?”
Stesso discorso: per la prima frase sarebbe più corretto che dopo i due punti ci fossero le virgolette o il corsivo, soprattutto perché a parlare non è il narratore. La seconda va bene così, perché è in corsivo ed è Draco a parlare. La terza è un discorso diretto di un personaggio che non è il narratore che non è evidenziato in alcun modo come tale.
Ancora, e qui la questione è molto più evidente, riporti una notizia riferita da altri con le loro parole, trovo che fossero assolutamente necessari il corsivo o le virgolette:
“La sorella di Daphne, è stata attaccata dai Mangiamorte: è successo pochi mesi fa, è ancora fresca di San Mungo. Non te lo dovrei dire ma, sai, in giro si mormora già – quella ragazza ha qualcosa che non va. Non sorride mai, perché non sorride mai?”
 
Quanto detto non costituisce un grave errore e specifico che non pesa sul punteggio se non in maniera trascurabile, si tratta perlopiù di una peculiarità stilistica, ma quando queste scelte rompono gli schemi della correttezza linguistica è opportuno prestarvi particolare attenzione.
 
Un discorso simile può essere fatto per la gestione della punteggiatura, che è abbastanza discrezionale, ma che in qualche caso, nel tuo uso personalissimo, infrange alcune regole.
 
Un cucciolo scuoiato e, la pioggia che cadeva, altro non era che acido sulle ferite.
“La pioggia che cadeva” è il soggetto della seconda parte della frase, perché “acido sulle ferite” è la pioggia, non il cucciolo, pertanto isolare il soggetto, separandolo dal predicato, è un vero e proprio errore.
In altri casi, invece, l’uso insolito delle virgole costituisce un espediente stilistico che ha la sua efficacia:
“dei nostri sogni, infranti, eri brava”
In questa frase ho trovato l’isolamento dell’aggettivo molto funzionale, per quanto non usuale.
 
Lo stesso vale per la gestione degli incisi: l’ho trovata funzionale in alcuni casi e poco corretta in altri.
“non sei stata tu, a dirmelo, che avevi un’ombra tra le costole”
Corretto e necessario linguisticamente isolare “a dirmelo”, in quanto la particella -lo sostituisce il concetto esplicitato subito dopo (“che avevi un’ombra tra le costole”).
“Ma avevi smesso a quindici anni e, a ricominciare, non t’eri arresa mai”
Corretto, in questo caso dettato dalla posizione insolita di “a ricominciare” all’interno della frase.
“Fred Weasley t’aveva lasciata a crescere nella sua assenza e, tu, ti eri rinsaldata sui tuoi frammenti e il risultato non ti piaceva.”
In questo caso non condivido la scelta: “tu” è un soggetto non ripetuto, quindi non va isolato. Sarebbe stato diverso se fosse stato sostituito da un nome proprio (“[…] crescere nella sua assenza e, Asteria, ti eri rinsaldata […]”) perché in quel caso sarebbe risultato un complemento di vocazione giustamente da isolare. Non è il caso del pronome che, a mio avviso, non può essere utilizzato in tal senso. Per fare un’ulteriore precisazione, questa frase ha un suono molto ripetitivo della “t” (t’, tu, ti, tuoi, ti) che ho trovato poco gradevole.
Stesso discorso riguarda quest’altro soggetto: “ma non ne sono sicuro e, tu, non me lo dirai mai più”.
Infine: “e, quel sorriso, per me non lo è mai stato.”
Qui l’inciso sarebbe necessario per isolare “per me”, perché “lo” sostituisce proprio quel complemento e non il soggetto, cioè il sorriso. La ripetizione quindi è per me/lo.
 
Particolarità del tuo stile sono anche le elisioni frequenti, che contribuiscono a elevare il registro, in alcuni contesti in maniera molto efficace. Trovo molte di queste elisioni poco naturali per la lingua contemporanea, ma in generale non mi disturbano, soprattutto sulle forme riflessive, che apprezzo anche. Ti riporto solo due casi in cui ho trovato l’elisione un po’ eccessiva: “quand’avevo”, “ch’eri bella”.
 
L’uso che fai delle metafore e delle similitudini è molto creativo, riesci a presentare delle immagini in maniera evocativa e interessante. In qualche caso, però, espressioni particolarmente ardite possono rallentare la lettura e non essere apprezzate da tutti (questo, ovviamente, è gusto personale). In generale mi piacciono molte delle espressioni che hai usato (“s’agitavano come vermi in una manciata di fango”, “era come ricostruire un quadro con della polvere, senza frammenti: a ogni respiro svolazzava qualcosa e, per quanto m’impegnassi a intuire la trama originaria, a ogni tentativo veniva fuori un disegno diverso”), e ne ho trovate solo alcune un po’ eccessive, dal mio punto di vista (“sapesse d’aria masticata”, “e tu, di sorridermi, non hai sorriso mai”).
 
Ho notato anche che hai la tendenza a posizionare la parola “mai” alla fine della frase in cui compare. È una scelta stilistica anche questa, può essere ancora una volta molto funzionale, ma ti invito a osservare che trattandosi di una scelta insolita salta all’occhio già la prima volta in cui vi ricorri, perciò farlo sempre può costituire un eccesso: “Aggraziata non lo sei stata mai”, “a ricominciare, non t’eri arresa mai”, “ma cosa non l’hai confessato mai”, “la cui provenienza non ti ho chiesto mai”, “e tu, di sorridermi, non hai sorriso mai”.
Ovviamente non si tratta di un errore e non ha alcun impatto sul punteggio, te lo faccio notare solo perché personalmente l’ho trovato ridondante, ma la scelta è tua.
 
Qualche piccolo refuso:
“nessun’altro”: non ci vuole l’apostrofo.
hai scostato i capelli del viso”: dal viso.
 
Quello che ha pesato di più sul punteggio di questo parametro, e che personalmente considero il vero e proprio neo di questa storia che altrimenti avrei apprezzato molto, è l’uso dei tempi verbali.
La narrazione si svolge al passato prossimo, scelta già di per sé molto delicata, perché il passato prossimo non è un tempo “principale”, ma identifica l’anteriorità rispetto al tempo presente. Non si presta, secondo me, a narrazioni particolarmente lunghe, come nel tuo caso, e ancora meno si presta alla definizione di anteriorità e posteriorità rispetto ad esso. Hai utilizzato trapassato prossimo e imperfetto per definire le variazioni temporali rispetto alla linea principale, commettendo in molti casi errori di consecutio temporum.
Nella storia, è Draco che ricorda (tempo presente) e riferisce di una serie di episodi, raccontandoli tutti al passato prossimo (già qui la scelta è opinabile, perché per eventi che riguardano anni prima sarebbe più opportuno l’utilizzo del passato remoto, ma non è questo il vero errore). Questo ha reso difficile mantenere una coerenza temporale per tutta la durata della storia. Riporto alcuni esempi.
 
Sei comparsa dal nulla quand’avevo ventidue anni e paura del mondo – il giorno in cui ti ho incontrata, quando Blaise e Daphne avevano finalmente deciso d’ufficializzare il fidanzamento, avevi ancora quell’uniformità che, negli anni successivi, nella vita avresti cercato per sempre e nemmeno te ne rendevi conto.”
In questo periodo la parte finale non risulta corretta, ma considero due possibilità:
1) errore di consecutio temporum: “nella vita avresti cercato sempre senza rendertene conto”, perché “rendersene conto” è qualcosa che avviene contemporaneamente alla ricerca dell’uniformità, quindi una forma implicita risolve la difficoltà di rendere simultanee le due cose, che, nel modo in cui le hai scritte tu, non lo sono;
2) errore di punteggiatura: Asteria non si rende conto di avere ancora l’uniformità, quindi la contemporaneità è tra avevi e rendevi, pertanto corretta; risulta un errore il non aver isolato “nella vita avresti cercato per sempre” con delle virgole, in questo caso assolutamente necessarie.
 
“Hai chinato il capo, ma te ne sei pentita subito. Avevi una grossa cicatrice anche in testa, dove i capelli non ricrescevano, e ti vergognavi a farti vedere in quel modo.
«Ciao» avevi mormorato, infine, a disagio.
Non ho detto nulla. Perfettamente coerente con il materiale della mia anima, fibre d’argento e tessuto verde scuro, ma il coraggio non faceva per me.”
Questa parte riassume bene il problema della distribuzione delle azioni nel tempo secondo una sequenza logica. La prima parte è corretta, scrivi al passato prossimo, poi usi l’imperfetto per le descrizioni e per le azioni durature.
Successivamente, la battuta di dialogo è retta da un trapassato prossimo, che indicherebbe anteriorità rispetto al passato prossimo principale: se Asteria è a disagio e “infine” saluta, la sua battuta è successiva alle azioni dei righi precedenti, sequenza non rispettata dalle scelte verbali. In ultimo, la mancata replica di Draco è al passato prossimo, quindi si distacca dal saluto di Asteria ponendosi come un “ritorno” alla rievocazione del ricordo.
 
“«Ti farai male, rimanendo lì» non ti ho nemmeno salutata. «E prenderai un raffreddore».
Avevi riso – una risata falsa, amara come quella polvere di caffè che, in cucina, avresti rovesciato sempre: non me ne sono accorto, all’inizio, che ti tremavano sempre le mani.
«Importa?» m’avevi chiesto, scrollando il capo. «Sono a chiazze e tagliente anche io e, da quanto ne so, il simile annulla il simile».”

Di nuovo, scrivi al passato prossimo, poi passi al trapassato per azioni che in realtà sono successive (Asteria ride per quello che Draco ha detto) e prosegui con il trapassato che regge la battuta in risposta a quella di Draco. Se isoli il dialogo, che è una scena unica, puoi renderti immediatamente conto, già da come suona, che qualcosa non va nei tempi:
“«Ti farai male, rimanendo lì» non ti ho nemmeno salutata. «E prenderai un raffreddore».
«Importa?» m’avevi chiesto, scrollando il capo.”
Aggiungerei inoltre che non mi convince la didascalia della battuta di Draco, in quanto si tratta di una frase che non regge direttamente il dialogo, bensì è un’aggiunta (lui dice qualcosa senza averla neanche salutata), perciò ritengo sarebbe necessario un segno di punteggiatura a dividere la prima metà della battuta dalla frase all’esterno.
 
“«Importa?» m’avevi chiesto, scrollando il capo. «Sono a chiazze e tagliente anche io e, da quanto ne so, il simile annulla il simile».
Non avrei saputo come controbattere. Mi sono voltato, ho incassato la testa tra le spalle e ho fatto per andarmene […]”
Ancora: la battuta è retta da una didascalia al trapassato, poi Draco osserva che non sa come controbattere con un condizionale passato che non è coerente dal punto di vista temporale. E subito dopo torni al passato prossimo (“mi sono voltato, […]”) che è scorretto sia rispetto al trapassato utilizzato per Asteria che rispetto al condizionale.
 
“Mesi dopo, me l’avresti detto: chi potrebbe mai volermi, in questo stato?
Io, avevo sussurrato – tu avevi fatto finta di non udire una parola, continuando imperterrita con il tuo discorso.”

In questo caso sei passata dall’anticipazione del futuro correttamente espressa dal condizionale (“me l’avresti detto”) al trapassato prossimo (“io, avevo sussurrato”), quando invece la risposta è diretta conseguenza dell’ammissione di Asteria, perciò avrebbe dovuto essere ancora una volta al condizionale (“io, avrei sussurrato”).
 
In sintesi, la gestione dei tempi verbali ha purtroppo inficiato un po’ la lettura della tua storia. Credo che il passato prossimo sia un tempo molto difficile da gestire per storie così lunghe, soprattutto quando la struttura temporale della narrazione è già complessa.
Questo aspetto è quello che sicuramente ha penalizzato maggiormente il tuo punteggio in questo parametro.
 
 
Struttura della narrazione: 5/5
La storia è gestita in maniera molto molto efficace. La trama è chiara e viene presentata secondo un intreccio che è funzionale alla narrazione. Tralasciando l’aspetto relativo ai tempi verbali, che sono una questione riguardante il parametro precedente, i tempi della narrazione sono invece definiti perfettamente e con ottimi risultati: Draco ricorda come ha conosciuto Astoria e ogni momento importante dell’evoluzione del loro rapporto, ma soltanto alla fine si scopre perché ha bisogno di ricordare e soprattutto come mai è così rilevante che lui ci riesca.
Trovo che la storia sia ben riuscita e che ci sia un equilibrio ottimale tra dialoghi, descrizione e introspezione. Complimenti!
 
 
Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 5/5
Ho trovato i tuoi personaggi molto ben caratterizzati e soprattutto piacevolmente coerenti per tutta la durata della storia. Asteria è in qualche modo spezzata, la sua risata è amara e carica di cinismo, ma allo stesso tempo sembra in grado, paradossalmente, di apprezzare la vita più di Draco. Quest’ultimo ha un carattere meno forte, ma non meno chiaro dal punto di vista narrativo. Si lascia travolgere da un sentimento che non sarà mai ricambiato, quasi lo prende come una sfida, e si sente legato a questa ragazza così danneggiata.
I personaggi si descrivono con le loro azioni, non hai avuto bisogno di raccontare come sono fatti, eppure è chiarissimo da ogni dialogo e ogni avvenimento. È facile entrare in empatia con loro e apprezzarli, perfino quando non se ne condividono le scelte.
Personalmente, non sono convintissima della resa di Draco, che ho trovato non del tutto IC: se penso al fatto che lui è tutt’altro che coraggioso, mi risulta difficile immaginare che si sia lasciato prendere da una relazione tanto complessa e poco appagante. Si tratta comunque di un pensiero assolutamente personale, che non influenza il punteggio di questo parametro.
 
 
Titolo: 2/2
Il titolo è corretto in italiano, aderente al testo e mi piace molto, l’ho trovato particolarmente calzante. Invita alla lettura della storia.
 
 
Utilizzo dei pacchetti:
Prompt stilistico: 4.5/6
3. La storia deve contenere almeno un flashback o analessi, presentando un ricordo o una rievocazione di un momento passato. Tale flashback deve essere fondamentale per la comprensione di qualcosa che avviene nella narrazione principale, qualcosa che in un primo momento (ovvero fino alla spiegazione dettata dal flashback) al lettore appariva incomprensibile.
 
Purtroppo ritengo che il pacchetto sia stato rispettato poco: la storia è una lunga rievocazione di momenti passati, mentre il prompt richiedeva espressamente che il flashback fosse funzionale a spiegare qualcosa della linea temporale principale.
Nella tua storia non c’è una vera e propria linea temporale principale, ma solo una cornice molto sottile in cui Draco ricorda e, alla fine, si scopre il valore della sua capacità di ricordare grazie all’ultimo episodio che rievoca, ovvero quello dell’Oblivion fallito. Di tutti i ricordi, quindi, soltanto quello finale porta a compimento la narrazione, raccontando qualcosa che comunque non fa parte della linea temporale principale, che è pressoché inesistente. Direi che è un po’ come se la parte prima del titolo anticipasse qualcosa, una sorta di flashforward, e che il tutto sia il racconto di una memoria di Draco.
Considero il prompt inserito, ma non appieno e non in maniera naturale e completamente corretta per come lo avevo proposto.
 
 
Figura retorica: 5.25/6
L. Litote (https://it.wikipedia.org/wiki/Litote)
 
L’espressione che hai indicato, ovvero “Non uniforme”, è certamente una negazione, tuttavia la litote consiste nell’esprimere un concetto mediante il suo contrario con “intento di attenuazione o enfasi, ma anche di eufemismo o ironia” (Wikipedia).
In questo caso non ho trovato molto riuscito l’utilizzo della figura retorica: se provo a sostituire “non uniforme” con “disuniforme”, percepisco la stessa sfumatura di significato all’interno della storia, pertanto la preferenza della prima rispetto alla seconda riguarda perlopiù il fatto che “disuniforme” è una parola poco gradevole in termini di suono e non di concetto.
È possibile che tu l’abbia intesa in senso di attenuazione del “difetto” di Asteria, come intende l’etimologia stessa della parola litote, ma questo intento non mi ha raggiunta completamente nella lettura.
Considero comunque la figura retorica inserita, sebbene senza sfruttarne al meglio le potenzialità.
Di contro, ho trovato comunque molto centrale il concetto, attorno a cui ruota tutta la storia, e ho notato anche uno sforzo continuo in tutto il testo nel ricorrere a diverse negazioni. Draco stesso sostiene: “È tutto una negazione, quando ricordo della te prima di noi, perché tutta la mia vita senza di te è stata privazione.
Ho molto apprezzato questa scelta, sebbene non corrisponda appieno al concetto che speravo di ritrovare.
 
 
Gradimento personale: 0.75/1
La storia mi è piaciuta, la trama e interessante e i personaggi sono caratterizzati bene. Ho fatto il tifo per loro mentre li guardavo affrontare le loro sofferenze. Mi ha un po’ frenata la gestione dei tempi verbali, che purtroppo mi ha reso la lettura un po’ faticosa, e alcune scelte stilistiche che mi hanno fatto trovare il testo leggermente ridondante in alcuni punti.
 
 
Impaginazione – Senza valutazione
Il testo è impaginato bene, il font è standard, la dimensione è ottimale e il corpo è giustificato correttamente. Unico appunto: mancano i rientri di paragrafo, che sarebbero necessari, soprattutto su un testo così lungo.
Per fare un’ultima aggiunta puramente personale, avrei preferito un titolo leggermente più grande, soprattutto perché essendo presente una parte del testo prima di esso tende un po’ a sparire.


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Quinta classificata
Quinta classificata
 
“Equilibrio di un caos ordinato”
 

di VigilanzaCostante/matiscrivo
 
Totale: 32.10/35
 
 
Grammatica e stile: 8.50/10
La grammatica è generalmente corretta, il lessico è utilizzato in maniera coerente e non ci sono grossi errori, ma solo piccole distrazioni e qualche sfumatura da utilizzare come spunto per tendere sempre al miglioramento.
 
Non ci sono ripetizioni involontarie che io abbia trovato sgradevoli, ma solo quelle volute di alcuni termini per una scelta stilistica, soprattutto a inizio frase. Questa è di fatto una figura retorica (anafora), che hai fatto tua e che fa parte del tuo modo di scrivere. Ti faccio però notare che, per quanto sia un efficace strumento per evidenziare qualcosa, l’eccesso della ripetizione può appesantire la lettura, rendendola troppo ritmica.
Ti riporto qualche esempio, e ti invito a notare, rileggendo il testo, quante volte hai fatto ricorso a queste tecniche, forse a volte in maniera anche inconscia. Nulla di scorretto, ma, secondo me, l’obiettivo deve essere utilizzarle in maniera controllata, per dare a ogni espressione un valore maggiore.
“Nacque nel calore, a pochi passi dal mare e con l’intera famiglia a sentire le sue urla di benvenuto al mondo. Nacque nel tacito tumulto della ripresa […]”
“Ma c’era anche la magia, la magia che aveva rinunciato a usare […]”
“Avrebbe voluto dire che le bastava, che le bastava conoscere il mondo spogliato di uno dei cinque sensi, che le bastavano i tiepidi baci sulla guancia di Dominique e le marachelle di Louis.”
“E Victoire, ancora scottata da quella magia che non era stata in grado di salvarla, se ne innamorò. Si innamorò della chiarezza […]”
Nello spirito del contest, preciso che la ripetizione in questi ultimi tre esempi costituisce la figura retorica dell’anadiplosi, ovvero la ripetizione di un termine a fine frase precedente e a inizio frase successiva per metterlo in evidenza.
 
Discorso analogo vale per le triple, sia come aggettivi che come segmenti sintattici. Io per prima le uso moltissimo, a volte anche inconsciamente, ma vale lo stesso discorso delle ripetizioni: un espediente stilistico è tanto più efficace quanto più è raro.
“figlio, fratello, amico”
“in quella pelle morbida, in quella peluria bionda, in quei gemiti da neonato”
“nata nella pace, nata dall’amore, nata cieca”
“Conosceva l’odore del mare in riva alla spiaggia, la sensazione dei granelli di sabbia sottopelle, le risate di sua madre quando suo padre la faceva ridere”
“rumorosa, numerosa, folle famiglia”
“di quei teoremi, delle implicazioni logiche, della perfezione astratta che riusciva a raggiungere”
 
Altra scelta stilistica è l’uso della virgola prima della e congiunzione. Qualcuno lo ritiene un errore, ovviamente non lo è, soprattutto se usato bene, e tu vi ricorri per enfatizzare un concetto. In questo caso ho riscontrato un equilibrio perfetto nella scelta di questo espediente e mi è piaciuto molto.
 
Infine, la contrazione “s’era” non è “spontanea” nella lingua italiana di oggi, si tratta quindi di una scelta dell’autore. Da lettore può piacere oppure no, io non l’ho trovata disturbante, può diventare un tratto stilistico, ma il mio suggerimento è di non abusarne, perché il rischio è quello di appesantire il testo.
 
Riporto qualche distrazione di varia natura:
“medimagi”, dovrebbe essere Medimaghi, con la maiuscola e con il plurale corretto.
“avvertila” dovrebbe essere avvertirla.
“babbano” e tutte le sue declinazioni secondo me andrebbero in maiuscolo perché si tratta di un termine inventato dalla Rowling e come tale è riportato nei libri.
“tassorosso” va in maiuscolo, per lo stesso principio e a maggior ragione perché è il nome proprio di una Casa di Hogwarts.
“vent’ anni” ha uno spazio di troppo dopo l’apostrofo.
“orgoglio misto rabbia” dovrebbe essere orgoglio misto a rabbia.
 
Dal punto di vista della costruzione delle frasi e della punteggiatura non ho riscontrato grandi errori, ma ti riporto qualche mia osservazione, sia per continuare a spiegare l’idea complessiva che mi sono fatta e che ha portato alla definizione del punteggio di questo parametro, sia nella speranza di poterti dare qualche spunto di riflessione.
“«Come la spieghi scientificamente la magia? Non la spieghi» prese la bacchetta sul comodino «eppure posso fare questo».”
Il primo la fa riferimento a la magia, quindi, per non ripetere il complemento oggetto nella stessa frase, sarebbe opportuno lasciare uno solo tra i due. Tuttavia, questo genere di ripetizione è comune nel parlato e può essere una scelta anche nella parte narrativa per evidenziare un elemento della frase. In questo caso, però, la costruzione corretta richiede una virgola (o in altri casi due) per isolare il segmento ripetuto: “Come la spieghi scientificamente, la magia?”. Inoltre, secondo me – e qui è davvero un punto di vista personalissimo – è necessaria una virgola anche tra le due parti di dialogo. La punteggiatura delle didascalie che reggono i dialoghi è assolutamente discrezionale, soprattutto per quanto riguarda mettere dentro o fuori dalle virgolette i vari segni di interpunzione, o nel caso della virgola non metterla affatto, ma nel tuo caso hai diviso due parti di periodo che se fossero unite sarebbero comunque separate da una virgola. Per spiegarmi con un esempio, troverei corretta la scelta di omettere virgole se la frase fosse stata del tipo: “«Eppure posso» Teddy mosse la bacchetta «fare questo».”
Non è la scelta che preferisco, ma l’assenza di punteggiatura può essere giustificata in quanto i due segmenti costituiscono un’unica frase continua. Nel tuo caso, invece, prima di “eppure” ci vorrebbe senz’altro una virgola da qualche parte.
 
In alcuni casi si potrebbero snellire delle espressioni. Alcuni aggettivi possessivi (“mi porti allo stremo delle mie forze”) o dimostrativi (“percepire quell’odore di salsedine che le sapeva così tanto di casa”), potrebbero essere omessi, lasciando inalterato il senso della frase e rendendola più scorrevole. È un’inclinazione poetica, quella di sottolineare i concetti importanti con possessivi e dimostrativi, e se usata con parsimonia può essere anche molto utile in narrativa. In questo specifico caso, però, io avrei tagliato. Eliminerei anche il “le”, perché sapere di casa è una proprietà dell’odore, che sì, è Victoire ad attribuire, ma l’odore non “sa di casa a lei”, ma per lei, quindi la particella le ha un significato sintattico non corretto.
 
Usi i tempi verbali in maniera generalmente corretta, senza grandi errori, ma mi permetto di farti notare qualche sottigliezza da intendere come uno spunto di miglioramento (e mai come una critica). Ad esempio, quando scrivi: “E mentre appoggiò la testa sulla sua spalla, Victoire ammise che aveva ragione.”
Il mentre, in questo caso, indica letteralmente contemporaneità. I verbi delle due proposizioni (appoggiò e ammise) sono entrambi al passato remoto e quindi effettivamente contemporanei, ma poiché esiste un altro significato dell’avverbio mentre, che sottintende una contrapposizione, preferire l’imperfetto sottolinea la contemporaneità ed esclude la contrapposizione: “Mentre Teddy appoggiava la testa sulla sua spalla, Victoire ammise che aveva ragione”. Per farti un esempio dell’altro uso dello stesso avverbio: “Mentre tu scrivi la storia, io la leggo e la valuto.” I tempi verbali sono sincroni, ma non c’è contemporaneità, perché mentre esprime una contrapposizione e il presente è usato, qui, in senso lato. Lo stesso discorso vale anche per il passato remoto, perché devi considerarlo come il presente di una narrazione ambientata indietro nel tempo.
 
Lo stile è semplice, e con questo intendo farti un complimento. Ci sono alcuni fanwriter che sono istintivamente portati a utilizzare periodi lunghi e complessi, perché per natura scrivono in quel modo, altri preferiscono frasi brevi e semplici, ma che siano d’impatto. A mio avviso, tu rientri in questa seconda categoria e penso che sia importante non commettere mai l’errore di credere che una scrittura più complessa sia automaticamente migliore.
A questo proposito, ti segnalo un punto in cui un periodo un po’ più complesso mi ha leggermente distratta dalla consueta efficacia del tuo stile.
“Teddy era goffo e impacciato, fin troppo sentimentale, vivo e carico di una magia elettrica che viveva nel profondo del suo animo, manifestando senza veli le sue emozioni.”
Provo a spiegarmi in maniera più logica possibile: la proposizione principale (“Teddy era goffo e impacciato, fin troppo sentimentale, vivo e carico di una magia elettrica”) si compone di una tripla descrittiva, in cui ogni segmento è già ricco di per sé (“goffo e impacciato”, “fin troppo sentimentale”, vivo e carico di…”); la frase potrebbe quindi essere già completa così, ma l’ultimo segmento della principale richiama l’aggiunta di una subordinata oggettiva, in cui quindi il soggetto cambia da Teddy alla sua magia (“carico di una magia elettrica che viveva nel profondo del suo animo”). Io qui mi sarei fermata, perché la subordinata seguente (“manifestando…”) rende il periodo troppo articolato e faticoso da seguire: il soggetto è implicito ed è ancora una volta la magia, quindi per quest’ultimo elemento della frase hai sia una subordinata esplicita (“che viveva”), che una implicita (“manifestando”); oltre alla pesantezza della costruzione della frase, il rimando implicito non è immediato dal punto di vista del concetto, perché se la magia vive dentro di lui, l’idea che si dà al lettore è di qualcosa che risiede, in maniera statica, nell’animo di una persona, in profondità, mentre la seconda subordinata riguarda l’esplosione esteriore della magia stessa.
Insomma, tutto questo sproloquio per dire che aggiungere tanti dettagli per raccontare tutto quello che stai immaginando rischia di appesantire la scrittura e far perdere il lettore. Un buon modo per decidere cosa raccontare e cosa sottintendere può essere proprio questo: se un periodo non deve essere troppo contorto, ma deve limitarsi all’espressione del concetto principale, nel caso in cui per aggiungere il concetto ulteriore che ho in mente fosse necessaria una nuova frase, varrebbe la pena farlo? Se la risposta è sì, allora aggiungi una frase separata, senza appesantire la precedente, altrimenti lascia alla fantasia del lettore. Nel caso in analisi, potevi aggiungere una frase apposita per spiegare che la magia in Teddy si manifestava anche all’esterno, oppure omettere l’informazione e lasciarla intendere dopo, quando lui racconta del colore dei suoi capelli. Io personalmente preferisco la seconda opzione, perché è un valido esempio di show, don’t tell, che caratterizza i personaggi in maniera più spontanea.
 
 
Struttura della narrazione: 4.75/5
La trama che hai costruito per questa storia è semplice ma efficace, l’ho trovata solida e molto chiara. È la storia di una ragazza che ha una disabilità e un ragazzo che la ama e vuole farla sentire come tutti gli altri. L’intreccio è lineare, hai strutturato il tutto in maniera funzionale, scandendo bene i momenti da utilizzare per portare avanti la narrazione. I dialoghi sono bilanciati bene con la parte descrittiva e narrativa.
Ho trovato la storia molto ben riuscita. Unico neo, dal mio punto di vista, è la conclusione, che non mi ha lasciata soddisfatta, complice probabilmente il pacchetto: ho trovato il finale leggermente affrettato, forse nel tentativo di dire e non dire, per renderlo aperto. Poiché il resto della storia è ricco di quei dettagli che sono assolutamente necessari a far appassionare il lettore, la loro assenza nella fase finale si percepisce come un “allontanamento” dal cuore della vicenda.
 
 
Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 4.25/5
I personaggi sono caratterizzati in maniera molto netta, si vede che nella tua mente ognuno di loro ha una personalità ben definita e questo non è facile per coloro che non sono tra i protagonisti della saga. Victoire è logica, un po’ cupa (non senza giusta ragione), mentre invece Teddy è solare e allegro. Sono un ossimoro, ma soprattutto si completano e restano coerenti per tutta la narrazione, ad esempio quando Vic si mostra infastidita nonostante apprezzi i tentativi di Teddy di tirarle su il morale.
Molti dei loro aspetti caratteriali, tuttavia, sono “raccontati”, più che mostrati. È il caso di una delle primissime presentazioni, in cui descrivi Teddy e poi, per contrapposizione, anche Victoire:
“Teddy era goffo e impacciato, fin troppo sentimentale, vivo e carico di una magia elettrica che viveva nel profondo del suo animo, manifestando senza veli le sue emozioni. Uno accanto all’altro parevano contradditori, lui così trasparente, e lei così fredda, pensierosa. I parenti li definivano “il cuore e la mente”, ma a Victoire quelle parole facevano sorridere: le emozioni, in fin dei conti, risiedevano nel sistema limbico, non tra un battito cardiaco e l’altro.”
Non è un errore in senso assoluto, le descrizioni compatte non sono affatto la radice di tutti i mali. Tuttavia, non posso non farti notare che molti degli aspetti che si evincono da questo paragrafo si ritrovano nelle azioni e nei dialoghi successivi dei personaggi. Non dare fin da subito una spiegazione su come sia un certo personaggio non lascia il lettore in dubbio, ma lo spinge a costruirsi un’immagine completa a poco a poco, catturando ogni dettaglio. Se invece sveli già tutto, quando poi le parole e le azioni dei personaggi confermano i loro tratti caratteriali si può apprezzare soltanto la loro coerenza, la percezione è che ciò che si legge sia giusto e quasi atteso, ma non c’è nessuna scoperta, nessuna sorpresa.
A parte questo piccolo aspetto, i tuoi protagonisti mi hanno colpita molto positivamente. Le loro interazioni sono bellissime ed è molto facile entrare in empatia con loro.
 
 
Titolo: 2/2
Il titolo è corretto, aderente al testo e mi piace moltissimo. In più costituisce un ottimo richiamo alla figura retorica, quindi l’ho apprezzato davvero tanto.
 
 
Utilizzo dei pacchetti:
Prompt stilistico: 5.75/6
2. La storia deve avere un finale aperto. L’obiettivo deve essere una chiusura che lascia al lettore libera interpretazione a quanto avverrà subito dopo: leggendo, due persone diverse potrebbero farsi idee diverse di cosa accadrebbe dopo, ma devono necessariamente riuscire a farsi un’idea. Non è ammesso, quindi, un finale incompiuto, in cui la storia non giunge a una conclusione e non fornisce al lettore nessuno strumento per immaginare cosa accadrà.
 
Premetto che questo era uno dei prompt più difficili che ho preparato, non perché fosse particolarmente insolito, ma perché i finali aperti sono difficili da “programmare”. Una storia generalmente nasce nella mente dell’autore con un finale già impostato a grandi linee o, se viene in mente durante la stesura, è comunque spontaneo. È difficile decidere a priori di scrivere un finale aperto senza che risulti forzato.
In un primo momento, ho avuto la sensazione che il finale aperto non ci fosse: ho pensato che Vic fosse partita per Tolosa, per uno studio sperimentale legato alla sua cecità. Soltanto in un secondo momento ho realizzato l’ambiguità della conclusione, la presenza della parola Artimanzia tra quelle che Teddy ascolta distrattamente e che io avevo voluto ignorare, allora ho immaginato una spiegazione alternativa: Vic parte per Tolosa per studiare Aritmanzia, la cosa più simile alla matematica e alla logica Babbana. In quest’ottica, sono riuscita a vedere tutti gli indizi in modo diverso e, di nuovo, l’unica espressione fuori posto era “studio sperimentale”, tra quelle che sente Teddy.
La duplice interpretazione possibile di questa conclusione è chiaramente voluta, ma ho un’osservazione da fare: una soluzione perfettamente “pulita” non avrebbe lasciato tracce dell’opzione alternativa (Aritmanzia e studio sperimentale, rispettivamente). Sono sicura che per entrambe ci sarebbe una possibile spiegazione, lasciata all’immaginazione del lettore, ma personalmente ritengo che prevarrebbe comunque la sensazione di aver incastrato un’interpretazione in mezzo agli indizi che conducono all’altra.
Altro aspetto strettamente legato a questo è il seguente: il mezzo di cui ti sei avvalsa per raggiungere il tuo scopo è la confusione di Teddy. Lui non approfondisce, ascolta discorsi che vengono interrotti quando lui entra in una stanza e non chiede di più, forse perché ha paura di sapere, forse perché nega quella realtà. Il lettore però è più lucido e viene “costretto” al dubbio dalla mancanza di informazioni che nasce dal personaggio. Alla fine Teddy, come scrivi tu, “collega i puntini e giunge all’unica conclusione che gli sembra plausibile”. A questo punto possono accadere due cose: il lettore sicuro della propria interpretazione (come me alla prima lettura) si convince che Teddy sia arrivato alla sua stessa conclusione; viceversa, il lettore più distaccato e critico osserva che se Teddy è così sicuro allora vuol dire che ha informazioni che “tace” al lettore. In un confronto, ovviamente, è destinato a prevalere il secondo, che ha più argomentazioni: se ne ottiene non una posizione definita, ma la certezza che ci sia più di un’opzione possibile, come un’equazione indeterminata, per usare una metafora che Vic apprezzerebbe. In questo senso, il finale aperto si appoggia sul personaggio che, deliberatamente, rende ambiguo al lettore ciò che ha interpretato.
Tutto questo discorso è una precisazione ingigantita con la potenza di un microscopio, perché in verità il prompt è usato molto bene, come si evince anche dal fatto che in un primo momento sono stata convintissima della mia personale interpretazione al finale. Per questo motivo, il punteggio del parametro è quasi pieno.
 
 
Figura retorica: 6/6
F. Ossimoro (https://it.wikipedia.org/wiki/Ossimoro)
 
La figura retorica è utilizzata più volte in maniera corretta ed evidenzia sia gli stati d’animo conflittuali dei protagonisti che la loro contrapposizione. L’uso dell’ossimoro è naturale, ben inserito e centrale. Pacchetto reso alla perfezione.
 
 
Gradimento personale: 0.85/1
La storia mi è piaciuta molto, il tema era interessante e toccante ed è stato trattato molto bene. Non c’è compassione nello sguardo di Teddy, solo un desiderio di mostrare a Vic ciò che lei non può vedere. Mi sono sentita coinvolta sempre, ad eccezione del finale, che non mi ha convinta del tutto perché non sono riuscita a condividere lo stato emotivo e mentale di Teddy, che dapprima non capisce cosa succede e dopo, quando lo realizza, si sente travolto dall’oscurità: mi è dispiaciuto per lui, ma non sono riuscita a immedesimarmi appieno nella situazione finale. Per il resto, invece, ho sentito nettamente tutte le emozioni dei personaggi.
 
 
Impaginazione – Senza valutazione
Il font utilizzato è standard, perfettamente leggibile, in una dimensione ottimale e questo l’ho apprezzato molto. Tuttavia, il testo non è giustificato, ed è un peccato perché una bella storia merita anche una bella impaginazione, che il testo “a bandiera” non garantisce. Altro aspetto, giusto per essere insopportabilmente puntigliosa, è che avresti potuto inserire i rientri di paragrafo, che rendono l’impaginazione più professionale e il testo più fruibile per il lettore.
Infine, per aggiungere una considerazione di puro carattere personale, quindi assolutamente soggettiva, avrei lasciato uno spazio in più tra i paragrafi divisi dai separatori, sempre nell’ottica di migliorare l’impatto visivo per il lettore.


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24/08/2021 15:51
 
Quota

Quarta classificata
Quarta classificata
 
“Bonjour, je m'appelle William”
 

di Severa Crouch
 
Totale: 32.55/35
 
 
Grammatica e stile: 9/10
La tua scrittura è pulita, la grammatica è corretta, il lessico usato in maniera appropriata e non ci sono grossi errori logici nella costruzione delle frasi. Tutto ciò rende la lettura della storia molto piacevole. Ho riscontrato pochi errori e qualche altra cosa che errore non è ma che ritengo una sfumatura migliorabile, nell’ottica di fornire sempre uno spunto di riflessione.
 
“forse anche lui farebbe bene a sposarsi, che Dora avrà l’età di Charlie”
In questo caso il “che” non è un pronome relativo, ma sostituisce “perché”, quindi va accentato.
 
Lei ha capito ed è raggiante e il sorriso che le rivolge il papà, il modo in cui le stringe le spalle mentre entrano in sala da pranzo mostra tutta la forza del legame tra i due.
Il verbo “mostra” si riferisce a due soggetti (“il sorriso” e “il modo”), quindi dovrebbe essere al plurale. Sarebbe andato bene al singolare se le due espressioni (“il sorriso che le rivolge il papà” e “il modo in cui le stringe le spalle”) fossero state una la precisazione dell’altra, ma si tratta invece di gesti distinti e quindi di due soggetti.
 
scoppia e piangere
È un errore di battitura: a piangere.
 
La punteggiatura è usata molto bene lungo tutta la storia, in maniera anche piuttosto funzionale a imprimere alla narrazione il ritmo giusto. Soltanto pochissimi casi non mi hanno del tutto convinta:
 
Fleur scoppia e piangere e continua la frase: “et je veux te marier maintenant” Il suo francese perfetto, gli occhi ti si riempirebbero di lacrime se tutto il viso non ti facesse così dannatamente male.
Sicuramente qui manca un punto (o, volendo, anche una virgola con lettera minuscola) dopo la battuta di dialogo e prima de “Il suo francese”. Inoltre, per quest’ultimo sintagma, ho la sensazione che manchi qualcosa, forse un predicato a esso riferito, sebbene si potrebbe interpretare come una sorta di esclamazione, ovvero Bill si lascia emozionare dal francese perfetto della sua fidanzata.
 
finisci che pensi che è questo che vuoi fare per tutta la vita: eliminare le distanze che ti separano da lei e quindi arriverai davanti quella porta e dirai: “Bonjour, je m’appelle William.”
Qui usi due volte consecutive i due punti. Non è davvero un errore, quindi non lo considero tale neanche per l’attribuzione del punteggio, ma è generalmente sconsigliato e io trovo che appesantisca la frase. Tuttavia, si tratta di una scelta personale.
 
Ti invita a prendere posto sul divano e ti passa un bicchiere con un goccio di Firewhisky e anche se è presto e sai che rischi il mal di testa, cedi perché bisogna festeggiare e il sollievo che hai provato, l’euforia che senti addosso reclama l’alcol e fai affidamento sui tuoi geni irlandesi per uscire indenne da quel pranzo.
Qui sarebbe necessaria una virgola prima di “anche se”, perché l’hai utilizzata per chiudere l’inciso dopo “mal di testa”, quindi diventa necessaria anche per aprirlo. Da qualche parte, comunque, io avrei interrotto la lunga sequenza di proposizioni per spezzare un po’ la lettura, forse inserendo un punto prima di “l’euforia”.
In questo stesso periodo, non sono convinta della scelta del passato prossimo per “il sollievo che hai provato”, perché questo tempo verbale esprime un’azione conclusa nel passato, soprattutto in senso di anteriorità rispetto al presente, che è il tempo della narrazione. Credo che Bill provi ancora sollievo, assieme all’euforia, e che quindi sarebbe meglio “il sollievo che provi”. Tuttavia, essendoci margine di interpretazione sulla frase, non lo considero rilevante ai fini del punteggio di questo parametro.
 
A questo proposito, in un’altra occasione non ho condiviso l’uso dei tempi verbali:
ci terrei a sapere cosa ne pensa se chiedessi la mano di sua figlia.
Trovo che questo sia un vero e proprio errore, perché Bill pone la domanda su un piano ipotetico (“se chiedessi…”) e sempre sullo stesso piano domanda una risposta (“ci terrei a sapere”). Il passaggio all’indicativo è uno spostamento su una dimensione di realtà e certezza, che non trovo coerente. Sarebbe più corretto: “ci terrei a sapere cosa ne penserebbe se chiedessi la mano di sua figlia.” Tanto più che la risposta dell’uomo è: “Sarei contento”, ancora al condizionale.
Inoltre, per essere fin troppo puntigliosa, il “ne” in questa frase fa riferimento all’ipotesi stessa (“ne” = “se chiedessi la mano di sua figlia”). Di fatto quindi si tratta di una ripetizione non necessaria. Io avrei tagliato il “ne”, ma poiché questo genere di ripetizioni è frequente nel parlato, puoi utilizzarlo inserendo una virgola prima di “se”, isolando così il concetto che si ripete e trattandolo come una precisazione.
 
Ho trovato il lessico ampio nella sua semplicità e penso tu abbia giocato molto bene con le parole. Le ripetizioni volute, quelle relative alla figura retorica, sono ben inserite nel contesto e accelerano il ritmo della lettura, senza mai ostacolarlo. Solo in due casi ho riscontrato ripetizioni che mi sembrano involontarie e che trovo stonino leggermente:
Fleur ti guarda non appena arriva a chiedervi di raggiungerle in sala da pranzo e il modo in cui sia tu che suo padre la guardate tradisce l’emozione del momento
C’è una ripetizione di “guardare” che sarebbe facilmente evitabile con un sinonimo.
 
Il tuo francese contiene pochi altri vocaboli e Fleur ride quando provi a formulare qualche frase, dice che il tuo accento inglese è così sexy. Sì, lei lo trova sexy, anche se a te sembra di stonare tutta la musicalità del francese” 
Qui, invece, c’è una ripetizione di francese.
 
Hai gestito molto bene la narrazione in seconda persona: è un approccio narrativo che per quanto si stia diffondendo è sempre difficile da trattare.
In generale, ho trovato molto piacevole il tuo stile, hai gestito abbastanza bene anche i periodi più lunghi e hai reso la lettura sempre scorrevole.
 
 
Struttura della narrazione: 4.75/5
Ho apprezzato la gestione dell’intreccio e trovo che la storia sia ben riuscita. Dialoghi, descrizioni e azioni sono ben bilanciati e non si perde mai il filo della lettura.
La trama è semplice ma ben pensata, il racconto riguarda principalmente un periodo felice per Fleur e Bill, e le preoccupazioni di quest’ultimo fanno sorridere il lettore. La scena finale è tuttavia il vero cuore della storia, che a mio avviso sarebbe stata incompleta senza la punta di drammaticità che ha dato un senso a tutta la costruzione precedente.
Un unico appunto che ho da fare, tuttavia, riguarda proprio il finale: come ho detto, l’ho trovato azzeccato e assolutamente necessario, ma leggendo ho avvertito la necessità che fosse leggermente approfondito. La forza di gran parte della tua storia risiede nei dettagli, che conferiscono a ciascuna scena realismo e capacità di emozionare. La conclusione è concettualmente perfetta, ma forse un pochino troppo sintetica, perciò l’ho trovata “sbilanciata” rispetto al resto della storia.
Nel complesso, comunque, hai fatto davvero un ottimo lavoro.
 
 
Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 4.5/5
Il punto di vista della storia contribuisce moltissimo alla caratterizzazione di Bill, che è perfettamente riconoscibile e sempre coerente per tutta la durata del racconto. Entrare in sintonia con lui è spontaneo ed è facile sentirsi nervosi assieme a lui quando va a conoscere i suoceri o provare il suo stesso istinto di suggerire a Lupin la strada della felicità.
Ho trovato leggermente meno riuscita la caratterizzazione di Fleur. Sono contenta che nella tua storia sia un personaggio meno insipido di come viene spesso mostrato, perché trovo che abbia tanto da offrire, ma devo dire che, forse complice lo stesso punto di vista che è stato utile nella caratterizzazione di Bill, non l’ho vista descriversi con le proprie azioni. Di lei sappiamo che Bill la ama, che la ritiene forte, che la stima al punto da ritenere che sua madre e sua sorella si sbaglino di grosso. Eppure non vediamo mai perché, ci fidiamo di Bill perché nei suoi sentimenti è genuino e convincente, ma non riusciamo a empatizzare con lui fino in fondo perché non vediamo quello che lui vede in Fleur. A parte il momento conclusivo, in cui lei mostra la sua forza nel tentativo di trasmetterla a Bill, promettendogli che lo sposerà prima possibile, il vero carattere di Fleur non emerge mai durante la storia.
Nonostante il punto di vista assunto sia quello di Bill, ritengo che la storia riguardi l’amore che provano l’uno per l’altro e, di conseguenza, il desiderio di lui di fare una buona impressione sulla sua famiglia e sposarla. È per questo che credo che una caratterizzazione più spinta di Fleur avrebbe dato concretezza ai sentimenti di Bill, migliorando quindi anche la solidità della trama.
Per il resto, i personaggi – anche quelli secondari – sono comunque coerenti e realistici, e interagiscono in maniera molto efficace.
 
 
Titolo: 2/2
Il titolo mi piace molto, è aderente al testo e trasmette appieno il concetto chiave dell’intera storia. Ho apprezzato che fosse anche un richiamo al prompt, brava!
 
 
Utilizzo dei pacchetti:
Prompt stilistico: 6/6
9. La storia deve contenere una o più parole, espressioni o frasi in lingua straniera. L’utilizzo della lingua straniera deve essere motivato da una necessità (parole o espressioni intraducibili senza perderne il significato, personaggio di origini straniere, ecc.) e tale inserimento deve essere rilevante per la storia (perché riguarda un tema portante, perché caratterizza un personaggio definendone una peculiarità, o altro).
 
Il prompt è utilizzato alla perfezione. Si presta in maniera molto semplice al personaggio di Fleur, eppure tu hai scelto di utilizzarlo per Bill: in questo caso l’uso del francese è il suo modo per provare a farsi accogliere da una realtà in cui desidera essere accettato. La cura con cui si esercita e cerca di migliorare la propria pronuncia non è altro che l’ennesima dimostrazione d’amore nei confronti di Fleur.
Ho trovato l’uso del pacchetto interessante, intelligente e allo stesso tempo molto naturale. Infine, esattamente come avevo richiesto, il prompt risulta centrale, l’introduzione di espressioni in lingua straniera non solo è giustificata dalle esigenze di trama, ma l’intera storia ruota attorno ad esse. Sono molto molto soddisfatta, brava!
 
           
Figura retorica: 5.5/6
N. Anafora (https://it.wikipedia.org/wiki/Anafora_(figura_retorica))
 
L’anafora è presente nella storia, ho individuato diverse espressioni che rientrano nella definizione di questa figura retorica, che risulta quindi correttamente utilizzata. Tuttavia non ho trovato che fosse utilizzata in particolar modo per enfatizzare un concetto chiave, come invece richiesto dal bando.
Quella che più ho trovato significativa è la seguente:
e forse è lui che sta cercando le parole giuste, forse non ha capito, forse hai esitato, forse ti sei mangiato qualche parola, forse hai fatto casino e dovevi limitarti a dire solo […]”
In questo caso, la ripetizione di “forse” in maniera così serrata enfatizza il timore di Bill di aver sbagliato, la sua ansia, che viene trasmessa al lettore anche attraverso il ritmo della frase.
 
Altri esempi, invece, li ho trovati più “deboli” e meno di impatto:
anche se il mondo intorno a voi sta cadendo a pezzi, anche se vi conoscete da poco
È che lei non sa quanto tu sia cresciuto da quando hai lasciato la Tana per l’Egitto, non ha idea di quello che hai affrontato negli anni, tra antiche maledizioni, incantesimi da spezzare e mummie che proteggevano antichi tesori. Lei non sa che sei in grado di mantenere il sangue freddo […]”
di te, di voi, del vostro amore
In tutti questi casi hai sicuramente utilizzato correttamente il pacchetto, ma, a mio avviso, non hai ottenuto di sottolineare un concetto rilevante per la trama.
Preciso, inoltre, che la ripetizione della “e” congiunzione non rientra nella definizione di anafora, bensì in quella di polisindeto, motivo per cui non ho considerato quelle espressioni nella valutazione del pacchetto figura retorica.
Tutto questo per dire che si poteva fare ancora meglio, ma nel complesso l’utilizzo del pacchetto è comunque buono, perché l’anafora è presente, è corretta e non è inserita in maniera forzata.
 
 
Gradimento personale: 0.80/1
La tua storia mi è piaciuta molto, pur non avendo mai provato particolare interesse in questa coppia sei riuscita a farmeli apprezzare, soprattutto guardandoli attraverso gli occhi di Bill. Ho trovato molto ben gestito il punto di vista della storia e l’uso della seconda persona, che riesco a gradire solo quando è utilizzata bene, perciò ti faccio i miei complimenti.
L’unico aspetto che mi ha lasciata un po’ insoddisfatta è il finale: il momento drammatico è stato molto intenso e avrei preferito che fosse più approfondito. Nel complesso, però, ti faccio i complimenti per questa storia così ben riuscita!
 
 
Impaginazione – Senza valutazione
La storia è impaginata bene, il font è standard e la dimensione è ottimale, il corpo del testo correttamente giustificato. Utilizzi, ogni volta che vai a capo, uno spazio maggiore rispetto all’interlinea, il che è una soluzione molto comune sul web o in alcuni casi per gli ebook, per evitare di dover gestire il rientro di pagina. Personalmente trovo il rientro una soluzione più adatta a identificare i capoversi, mentre lo spazio dovrebbe separare non i paragrafi, ma le scene.
A questo proposito, non hai distinto in alcun modo le diverse scene, anche quando il cambio di momento e di ambientazione era piuttosto netto, aspetto da gestire, secondo me, con l’introduzione di un separatore o con l’aggiunta di uno spazio ulteriore.


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24/08/2021 15:51
 
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Terza classificata
Terza classificata
 
“I tuoi particolari”
 

di LadyPalma/Lady.Palma
 
Totale: 34.15/35
 
 
Grammatica e stile: 9.5/10
La grammatica è praticamente perfetta e le scelte lessicali, oltre a rispettare il prompt (e questo riguarda un altro parametro di valutazione), sono assolutamente funzionali in ogni momento della storia.
 
In qualche punto non ho condiviso l’uso della punteggiatura, per quanto in certi casi possa risultare discrezionale. Ti riporto degli esempi, soprattutto riguardanti alcuni incisi:
“Ti sentivi al sicuro dicevi, anche se il pericolo non lo vedevi.”
Manca la virgola prima di “dicevi”, che è appunto un inciso, particolarmente necessario perché divide un discorso.
Ero un piacevole diversivo alla monotonia, così mi definivi e, offeso o meno che io fossi, tu […]”
Stesso discorso: manca la virgola dopo “definivi”, perché l’inciso è “così mi definivi”. Se l’eccesso di virgole in questa specifica frase ti spinge a volerne tagliare qualcuna, io ometterei quelle che isolano l’inciso seguente (“offeso o meno che fossi”), che non riguarda la didascalia di un dialogo, che richiede espressamente di essere isolata da virgole.
“È un cazzotto nell’occhio buono quel rosa carne tritata”
Ritengo necessaria una virgola prima di “quel”.
“La guerra è ehm terminata e il Ministero afferma che tutto è completamente sicuro. Non esistono più ehm quei malviventi e ehm quelle canaglie”
Potrebbe sembrarti un eccesso di pignoleria, ma isolerei i vari “ehm”, in quanto costituiscono delle vere e proprie interruzioni del discorso, quindi ponendoli tra virgole, trattini, o introducendo i punti di sospensione (quest’ultima scelta, però, potrebbe risultare un po’ pesante).
 
Il tuo stile è personale, non perché si notino espressioni ricorrenti o strutture del discorso sempre simili, ma perché si intravede la tua impronta nelle scelte linguistiche. Non parlo solo del lessico, ma del ritmo della storia. Trovo che tu abbia, passami il termine, un buon orecchio, e che riesca a utilizzare le parole non solo per il loro significato, ma anche per il suono che hanno, singolarmente e nella struttura sintattica. Probabilmente, questa stessa caratteristica è quella che ti fa compiere pochissimi errori (o anche nessuno) dal punto di vista logico nell’utilizzo dei sintagmi, quasi riuscissi ad assorbirne la funzione facendola tua, per poi riutilizzarla in maniera assolutamente spontanea.
 
Unico appunto in tal senso riguarda un errore di consecutio temporum, che secondo me trae origine dai periodi molto lunghi di questa storia. Soffermandosi su una frase particolarmente articolata, si perde un po’ il contatto con la precedente e la successiva. Tu hai gestito molto bene i periodi complessi che hai scelto di utilizzare, ma è inevitabile che essi portino a una perdita di capacità di riscontrare incongruenze a orecchio.
Il pezzo in questione è il seguente:
Hai stravolto ogni singola cosa, basta dire questo, a partire dalle tende rosa che hai imposto per tutta la casa (“Vuoi vedere che te le straccio? È un cazzotto nell’occhio buono quel rosa carne tritata”, “Non osare, è un rosa cipria!”, però quando le ha mezze distrutte uno dei tuoi gatti gli hai fatto persino le coccole), per non parlare dello sherry che a una certa hai provato a impormi invece del Whisky (“È buonissimo, mi ricorda il piscio di un unicorno”, “Sei proprio un… ehm villano privo di gusto”, e non hai trovato niente di peggio da dirmi neanche dopo esserti scolata una bottiglia intera di quel piscio rossastro), o ancora dei tuoi odiosi gatti (“Ma guarda che stronzi! Mi hanno ficcato le loro unghie un’altra volta nella gamba buona!”, “Oh non fare lo sciocco, Alastor! È il loro modo di dimostrare affetto!”, e forse lo intendevi davvero perché del resto ferire era anche il tuo modo di dimostrare affetto, ormai lo sapevo). Ma la cosa che più mi aveva stravolto erano i tuoi particolari in ogni singolo angolo: ci ho messo quasi tutto quel cazzo di autunno a convincermi […]”
Praticamente ti ho riportato un quarto di fanfiction, e me ne scuso, ma poiché hai reso la storia completamente legata, ogni frase è intrecciata alla precedente e alla successiva (in maniera generalmente riuscita, aggiungerei, ma intendo soffermarmici dopo).
Se elimini alcune subordinate – banalmente rimuoverei le parentesi a scopo puramente analitico – puoi accorgerti tu stessa dell’incongruenza dei tempi verbali:
Hai stravolto ogni singola cosa, basta dire questo, a partire dalle tende rosa che hai imposto per tutta la casa, per non parlare dello sherry che a una certa hai provato a impormi invece del Whisky, o ancora dei tuoi odiosi gatti. Ma la cosa che più mi aveva stravolto erano i tuoi particolari in ogni singolo angolo: ci ho messo quasi tutto quel cazzo di autunno a convincermi […]”
Hai utilizzato il passato prossimo nella narrazione e a inizio periodo (“Hai stravolto”), un tempo difficile da gestire, ma che può essere trattato bene nei testi brevi, che mi sembrano la tua specialità. Tuttavia a un certo punto sei passata al trapassato prossimo (“che più mi aveva stravolto”), che pone la frase in una dimensione di anteriorità rispetto al tempo corrente. Poi ritorni al passato prossimo, che è il tempo del racconto (“ci ho messo”).
È un errore in cui è facilissimo cadere, perché di fatto, dal punto di vista da cui Malocchio racconta, che è un presente, l’essere stato stravolto rappresenta un evento anteriore al momento in cui cerca di convincersi della fine della relazione, in cui prova a smettere di notare i particolari, eccetera. In realtà, però, la forma corretta prevede l’utilizzo sempre coerente del passato prossimo, che evita una complicazione inutile dei piani temporali.
 
Questa storia è costituita di blocchi interi di periodi complessi, carichi di subordinate e coordinate, al punto che se provassimo a fare uno schema grafico della struttura di ciò che hai scritto ne verrebbe fuori un albero pieno di ramificazioni. È un’arma a doppio taglio, non è facile gestire una scrittura così articolata senza commettere errori, ma trovo che tu te la sia cavata abbastanza bene. Soprattutto, ritengo che questo particolare modo di scrivere sia al servizio della storia stessa, come un’estensione del contenuto: il polisindeto non è solo una figura retorica, ma una rappresentazione dell’approccio alla vita di Malocchio, che non guarda mai in una sola direzione, ma è attento a tutte contemporaneamente.
Ho avuto l’impressione di una storia che è nata con una struttura semplice e si è poi ampliata con i dettagli. Potrei tranquillamente sbagliarmi, ma la sensazione è quella che tu non abbia scritto come un unico flusso ordinato, ma innestando dei particolari un po’ alla volta. Non è sbagliato e non è una critica, è solo un modo di fare, c’è chi fa così sempre (ad esempio io) e chi invece per inclinazione naturale scrive in maniera fluida l’intero testo. Mi sembra che tu appartenga alla seconda categoria e, se è così, devo farti i complimenti per come hai gestito un tipo di struttura che forse non è tra quelli che ti sono più congeniali.
 
Ultimo appunto riguarda la frase conclusiva, in cui usi dei “ché” con funzione di perché:
"Non posso più vivere in una cazzo di gabbia" hai detto a mo' di spiegazione un pomeriggio con la valigia pronta, e solo allora ho capito. Non per la valigia, no, per l’imprecazione. Ché eri stufa per davvero, ché non c'era più niente in questa casa che ti facesse venire voglia di essere te per la Bamboluccia che eri.”
In questo periodo io li avrei trattati come dei che relativi (“ho capito che eri stufa, che non c’era più niente) e non nel modo in cui li hai utilizzati tu. Se rileggi la frase precedente, non c’è un’espressione specifica su cui innestare una subordinata causale, come avrebbe potuto essere nel caso di un periodo del tipo: “[…] te ne sei andata. Ché eri stufa per davvero […]”.
 
Complessivamente, ho trovato la tua storia davvero ottima e devo dire che leggerla è stato un piacere.
 
 
Struttura della narrazione: 4.75/5
La storia è breve, la trama è semplice ma efficace, perché riguarda una classica storia d’amore che di classico, in realtà, non ha niente. I personaggi sono il punto forte e la riuscita dell’intento narrativo si deve principalmente a loro.
L’intreccio è lineare, la storia è narrata da Malocchio a posteriori, che rievoca in ordine temporale i momenti insieme a Dolores e quelli della rottura.
Ho trovato la costruzione della storia ben riuscita, ma in qualche momento un pochino difficile da seguire. Dal punto di vista del bilanciamento tra le varie sequenze (dialoghi, descrizioni, introspezione), hai sovvertito tutte le leggi della narrativa: ben venga la sperimentazione, ho apprezzato la scelta, ma il risultato è comunque quello di una struttura complessa, a tratti contorta, che si segue, sì, ma che richiede anche un po’ di impegno. Purtroppo il rischio di perdersi in una delle ramificazioni dei periodi (soffermandosi troppo su un dialogo, un commento di Malocchio, una descrizione, che sono da considerare spesso come incisi) è piuttosto elevato. Ritengo che tu abbia gestito bene questo aspetto, ma non alla perfezione, perché in qualche punto ho trovato le ramificazioni un po’ eccessive; è il caso del pezzo trattato nel parametro precedente, in cui è sfuggita a te come autrice la presa sul tempo verbale e, devo ammettere, anche a me come lettrice la “strada” tracciata dal periodo, che ho dovuto rileggere un paio di volte.
 
 
Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 5/5
I personaggi sono il punto forte della tua storia: caratterizzati benissimo, non hai avuto la necessità di descriverli neanche per un secondo, perché si mostrano per quello che sono attraverso le loro azioni e le loro parole.
Com’è fatta Dolores è evidente dai particolari che Malocchio finisce per amare in lei, ed è molto IC, sebbene ciò sembri incredibile, visto che sei riuscita a farmela piacere.
Moody, invece, permea questa storia dall’inizio alla fine, non solo perché lui è la voce narrante, ma per il modo caratteristico in cui hai assunto il suo punto di vista. Tutto, dalla struttura della storia, alle scelte lessicali, ai particolari osservati, parla di com’è Alastor Moody. Lo trovo un esempio magistrale di gestione del personaggio.
Anche la dinamica tra loro due è molto ben riuscita, insieme sono divertenti, ma anche intensi, e il lettore riesce facilmente a entrare in sintonia con loro, nonostante siano entrambi piuttosto particolari. Hai fatto davvero un ottimo lavoro da questo punto di vista.
 
 
Titolo: 2/2
Il titolo è molto aderente al testo, riassume benissimo sia il contenuto che l’atmosfera della storia. In quanto a gradimento personale, non poteva che conquistarmi, dal momento che amo questa canzone.
 
 
Utilizzo dei pacchetti:
Prompt stilistico: 6/6
5. La storia deve presentare un lessico molto variabile, con termini appartenenti a un registro più alto e altri a un registro più basso. L’utilizzo combinato di queste due tipologie deve essere giustificato da scelte narrative, ad esempio si può introdurre un personaggio che è solito parlare in maniera molto colloquiale (quindi utilizzare il registro più semplice nei dialoghi) e un narratore che invece utilizza un registro più formale. Qualunque altro tipo di scelta narrativa che giustifichi la combinazione di due tipologie di lessico diverse è accettato.
 
Il pacchetto è inserito alla perfezione e costituisce il mezzo principale attraverso il quale mostri non solo le differenze tra Alastor e Dolores, ma anche la complessità di Malocchio stesso.
Il registro colloquiale del parlato è perfettamente naturale nella bocca del personaggio, lo rende caratteristico (e per il lettore anche divertente) e il contrasto con le maniere più posate della Umbridge è molto efficace. Tuttavia il vero aspetto interessante, dal mio punto di vista, è la differenza di registro tra i dialoghi e la parte narrata. Sarebbe stato molto più semplice utilizzare una terza persona, o ancora meglio un narratore esterno, e il distacco con la voce di Malocchio sarebbe stato netto e naturale. Invece è Moody a raccontare, è suo il punto di vista narrativo, eppure, nonostante il registro differente che il lettore ha modo di apprezzare al di fuori dei dialoghi, si riconosce la stessa voce del personaggio, declinata in modo diverso perché diverso è il contesto in cui si palesa, ovvero quello del pensiero e della narrazione.
Il pacchetto è quindi correttamente inserito e utilizzato in maniera centrale e molto efficace. Complimenti!
 
 
Figura retorica: 6/6
M. Polisindeto (https://it.wikipedia.org/wiki/Polisindeto)
 
Anche questo pacchetto, come il precedente, è inserito e utilizzato alla perfezione.
Come ho avuto modo di anticipare, trovo che il polisindeto abbia non solo una funzione linguistica, ma che costituisca un espediente stilistico che rafforza il contenuto, che in questo caso è il carattere di Malocchio (sempre vigile su tutti i fronti contemporaneamente).
L’uso ripetuto della figura retorica conferisce alla storia un ritmo ben scandito, rendendola quasi una strada obbligata verso l’inevitabile punto di rottura finale. C’è della disperazione nel modo di esprimersi di Malocchio, che procede per coordinate come a elencare tutto quello che gli piaceva, tutto quello che gli manca, tutto quello che non ha più. Ancora una volta, i miei complimenti!
 
 
Gradimento personale: 0.90/1
La storia mi è piaciuta moltissimo, questi due personaggi, che possono sembrare impensabili insieme, si incastrano alla perfezione grazie al modo in cui sai renderli, mantenendoli fedeli agli originali, ma allo stesso tempo attribuendo loro nuove sfaccettature per renderli tuoi.
Ho apprezzato molto l’uso che hai fatto dei pacchetti, mi piace il modo in cui scrivi e ritengo che – per quanto la scrittura sia qualcosa che sicuramente ti viene naturale – tu abbia una grande intelligenza narrativa, nel senso che riesci a sfruttare tutti gli elementi a tua disposizione per farli concorrere al raggiungimento dell’obiettivo espressivo che ti sei prefissata.
 
 
Impaginazione – Senza valutazione
Il font è standard, la dimensione adeguata, il testo correttamente giustificato. Mi piace anche l’espediente di allineare al centro la conclusione, perché enfatizza il senso di smarrimento del protagonista. L’unico suggerimento che sento di poter dare è quello di aggiungere i rientri di paragrafo. In generale direi di evitarli quando l’allineamento del testo da una parte o dall’altra fa parte della struttura della storia ed è funzionale alla trasmissione del messaggio, ma in questo caso, soprattutto in presenza di periodi molto complessi, il rientro di paragrafo aiuta il lettore a identificare a primo impatto un capoverso.


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Quota

Seconda classificata
Seconda classificata
 
“Infrangere il silenzio”
 

di Legar
 
Totale: 34.75/35
 
 
Grammatica e stile: 9.90/10
La grammatica è perfetta e la tua attenzione ai refusi, completamente assenti in oltre cinquemila parole di storia, è ammirevole. Hai una grande padronanza del lessico e uno stile molto personale, riconoscibile non per qualche scelta espressiva particolare che si ripete nel testo, ma per la grande naturalezza con cui porti avanti la storia, intrecciando azione e introspezione con eleganza ed efficacia.
Ho davvero pochi appunti da fare, e li faccio solo perché in queste valutazioni ho dovuto prendere in considerazione letteralmente ogni virgola, per poter fare differenze tra storie che secondo me sono di alto livello.
 
«Gli effetti passeranno da soli, ma voglio tenerti d’occhio. La prossima volta ci penserai bene prima di fare da sola.»
Qui c’è una ripetizione non grave, ma che si nota soprattutto perché è all’inizio della storia e il lettore non ha ancora avuto modo di immergersi nella narrazione al punto di lasciarselo sfuggire. È un caso veramente unico, perché in tutto il racconto non ne ho trovate altre, per quante volte abbia provato a rileggere con attenzione.
 
Non udì il rumore dei cocci di vetro, ma due lampi luminosi.
Qui non trovo corretto sottintendere il verbo nella seconda frase, perché appartiene alla sfera sensoriale della vista, del tutto opposta all’udire della proposizione precedente.
 
Harry e Ron, soprattutto, non condividevano i suoi interrogativi, perché un ragazzo di sedici anni non poteva davvero essere un’arma nelle mani di Voldemort; ma loro erano ancora più giovani, la prima volta che si erano trovati di fronte al nemico.
In questo periodo avrei utilizzato il trapassato prossimo “erano stati ancora più giovani”, perché il pensiero di Hermione fa riferimento a un episodio avvenuto (e concluso, non sono più giovani come allora) prima rispetto al momento in cui riflette, perciò, se il presente narrativo è il passato remoto, per esprimerne l’anteriorità utilizzerei il trapassato.
 
Non ci sono errori gravi, non ho neanche molti consigli da dare in merito alla gestione del periodo, perché trovo che tu te la sia cavata alla perfezione anche con quelli più articolati, mantenendo sempre una scrittura fluida.
Anche la gestione della punteggiatura è praticamente perfetta e qualche osservazione che posso fare in merito riguarda sfumature fortemente opinabili, che quindi non hanno alcun impatto sul punteggio del parametro.
 
Hai usato spesso la virgola prima della “e” congiunzione, scelta che a me piace molto e che ho condiviso in tutti i casi tranne uno:
Si stava muovendo ai margini della propria salda morale, e perciò non aveva rivelato agli amici di quella indagine […]”
In questa frase la trovo superflua, la pausa in quel punto è già naturale durante la lettura.
 
Mi piace molto anche l’uso che fai dei trattini e in un caso specifico ho avuto l’impressione che avresti voluto utilizzarne uno senza che però potessi farlo:
Malfoy la vide alla periferia del proprio spazio, più vicina di quanto non si fosse mai azzardata a essere – era sempre lui ad avvicinarsi con intenti bellicosi, prima che smettesse di avvicinare chiunque, lei l’aveva notato.
Prima dell’ultima proposizione in corsivo ci sarebbe stato molto bene un elemento di “distacco” più forte di una virgola, ma poiché il periodo è già un inciso isolato da un trattino precedente, non hai potuto utilizzarlo, come invece hai fatto in un altro caso molto simile:
Lui non l’aveva vista arrivare, ma udì la sua voce e si fermò. Si voltò, la bacchetta salda in una mano. Dalla tasca dei pantaloni della divisa si intravedeva un frammento di tessuto rosso e oro – lui l’aveva conservato.
Nel primo estratto, io non mi “arrenderei” alla virgola, perché la trovo un po’ debole per isolare un concetto che vuole essere molto più separato dal resto della frase, quindi preferirei riformulare la punteggiatura dell’intero periodo, ad esempio sostituendo il trattino precedente con i due punti o il punto e virgola e poi ricorrendo al trattino per “lei l’aveva notato”.
Inoltre, per il secondo estratto, io avrei scritto “l’aveva conservata”, perché è vero che dal punto di vista sintattico ti riferisci al “tessuto rosso e oro”, ma trattandosi di un diretto pensiero del personaggio immagino che Hermione farebbe un riferimento molto più immediato alla cravatta, che è femminile.
 
Nel complesso, la tua storia è stata veramente piacevole da leggere e, nonostante la lunghezza e lo stile fatto di frasi articolate e metafore evocative, l’ho trovata sempre scorrevole. La tua scrittura è elegante e funzionale, nonché molto matura e personale. Bravissima.
 
 
Struttura della narrazione: 4.90/5
La trama è costruita molto bene, l’episodio iniziale per il quale Hermione finisce in infermeria accanto a Malfoy è molto interessante ed efficace. La fase successiva di interazione tra i due personaggi, con Hermione mossa dalla curiosità e Draco visibilmente provato è naturale, cattura il lettore che vuole saperne sempre di più – pur conoscendo ciò che avviene nei libri.
Sebbene mi sia piaciuta molto la rivisitazione degli eventi del canon dell’ultima scena, è quella la parte che mi ha lasciata meno entusiasta. Si vede che hai pensato bene il tutto, l’incastro con la storia che sappiamo seguirà è davvero magistrale, ma ho trovato poco bilanciata la narrazione dell’episodio sulla torre rispetto al resto. La scena in infermeria è carica di dettagli, tutti funzionali a descrivere uno stato d’animo, un aspetto del contesto o dei personaggi, mentre quella del confronto tra Draco e Silente (e Hermione) risulta molto più veloce. È vero che la prima è una scena introduttiva e la seconda una conclusione fatta prevalentemente d’azione, ma ho trovato comunque leggermente affrettato l’episodio finale di una storia che mi ha tenuta incollata a ogni rigo per poi concludersi, secondo me, troppo rapidamente.
Inoltre, ho trovato una sequenza poco convincente:
Sulla soglia la lasciò andare. Irruppe all’interno e gridò: «Expelliarmus!»
Hermione varcò l’ingresso un attimo dopo. Telescopi e mappe celesti, nell’aula, non preannunciavano niente di insolito; ma in un angolo erano depositati due manici di scopa. Il professor Silente le apparve stanco come non era mai stato, privato della bacchetta. Harry non si vedeva da nessuna parte.
«Buonasera, signor Malfoy. Signorina Granger.»
«L’ho vista arrivare in volo da Hogsmeade» annunciò Malfoy, senza sprecarsi in convenevoli.
Il preside annuì. «Naturalmente. E come hai fatto entrare i Mangiamorte nella mia scuola?»
Il ragazzo si vantò di quanto aveva già confessato a Hermione.
«Molto bene, Draco. Non resta che una cosa da fare, adesso, mi sbaglio?»
Malfoy tremava, ma alzò la bacchetta contro l’altro mago. «Io sto per ucciderla.»
«No!» Hermione corse verso il ragazzo, ma l’Incantesimo di Disarmo di Harry, che si era liberato del Mantello dell’Invisibilità, lo raggiunse prima. Lei lo bloccò tra le braccia con tutta la forza che aveva.
Hermione sente Draco usare un Expelliarmus e un attimo dopo varca la soglia e si accorge che il bersaglio era Silente. Tuttavia non prende la propria bacchetta. Lascia che Draco tenga il preside sotto tiro e ascolta la conversazione passivamente, senza intervenire, nonostante sia non proprio breve (in considerazione anche delle spiegazioni che hai giustamente sintetizzato per non ripeterle). Mentre Harry è nascosto e non interviene perché dalla sua invisibilità può trarre vantaggio, quindi attende il momento opportuno, trovo poco comprensibile il fatto che Hermione stia lì ad assistere alla scena senza fare nulla, senza nemmeno intromettersi da subito nel discorso per far ragionare Draco o accelerare la presa di coscienza di Silente su quanto è accaduto. Va bene che voglia difendere il ragazzo, ma trovo improbabile che nel vederlo armato, contro un Silente senza bacchetta, per quanto potente, non abbia impugnato anche lei la propria (anche senza puntarla contro di lui). Quando si decide a intervenire, alla fine, lo fa fisicamente, impulso che dovrebbe esserle poco istintivo, rispetto a un incantesimo che le eviterebbe lo svantaggio di essere meno forte di Draco.
Aveva la sciocca speranza che quella vicinanza potesse sortire qualche effetto; rafforzò la stretta, ma lui era più forte. Le sfuggì prima che potesse liberare una mano per bloccarlo con la magia, scattò e recuperò l’arma. Hermione sollevò la propria per tenerlo sotto tiro. Silente non si era mai mosso per riprendere quella sottrattagli.
Qui spieghi un po’ le ragioni del comportamento di Hermione, ma le trovo ancora leggere: lei lo tiene stretto, sperando nell’effetto della propria vicinanza, solo dopo che è stato disarmato da Harry (scelta comprensibile per esigenze di trama, ma Hermione avrebbe potuto immobilizzare Draco con la magia o almeno tenere pronta la bacchetta).
 
Includo tali considerazioni in questo parametro perché non riguardano aspetti di coerenza interna del personaggio, bensì la costruzione della dinamica tra i personaggi nel contesto dell’azione. Non è neanche da considerarsi come un vero e proprio errore di gestione della storia, solo come un aspetto che può essere trattato in maniera leggermente diversa per aumentare il realismo e quindi catturare il lettore che, immaginando la scena, non dovrebbe mai pensare, senza un buon motivo: perché Hermione non fa niente?
 
A parte questa sfumatura, la storia è costruita molto bene. L’intreccio è interessante, ben studiato, mi è piaciuto molto, nella parte centrale, il modo in cui hai trattato lo scorrere dei giorni, riportando tanti piccoli episodi in maniera ben bilanciata e mostrando quindi l’evoluzione del rapporto tra i due in maniera molto efficace.
Anche i dialoghi sono ottimi, non hai quasi mai bisogno di esplicitare chi pronuncia una battuta perché la voce del personaggio è perfettamente riconoscibile, quindi li ho trovati un punto di forza soprattutto per quanto riguarda la costruzione del loro rapporto.
 
 
Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 5/5
I personaggi sono sempre coerenti e caratterizzati benissimo. Si descrivono spesso con le proprie azioni e nei pochi momenti in cui ti soffermi in vere e proprie descrizioni lo fai mediante osservazioni indirette di Hermione:
Nei mesi precedenti aveva osservato quanto Malfoy fosse dimagrito in una divisa scolastica informe, come le occhiaie scurissero in lunghe tracce di dramma un volto sempre più pallido. Del Serpeverde sdraiato su un letto dell’infermeria poteva intuire il rilievo dell’arcata costale sotto uno strato di vestiti, sottile come le braccia sul materasso. Le torce alle pareti rischiaravano la piega insicura delle labbra, le iridi spente.
Questo è un bellissimo esempio di show, don’t tell: Hermione non trae conclusioni su ciò che non può sapere, osserva solo particolari oggettivi che danno un’immagine della situazione. Draco è stanco, è chiaro a lei e al lettore, eppure tu non lo dici mai apertamente, così come non sottolinei che è angosciato e turbato, sebbene sia evidente in ogni momento della storia.
Hermione e Draco sono molto IC, ma soprattutto sono ben caratterizzati, tanto che se non li conoscessi avrei un’immagine di loro perfettamente coincidente con quella che ricavo dalla lettura della saga. Lei è curiosa, volitiva, tenace, mentre lui è spaventato e si nasconde sotto tonnellate di arroganza.
Le interazioni tra i due sono sempre molto efficaci, soprattutto nelle battute di dialogo, in cui si riconoscono il tono e il modo di parlare tipico di entrambi (arrogante quello di Draco, riflessivo e curioso quello di Hermione).
Da lettrice, ho adorato vederli battibeccare e poi avvicinarsi, fino alla conclusione, avanti nel tempo, in cui finalmente la coppia si concretizza.
 
 
Titolo: 2/2
Il titolo mi piace molto, è corretto in italiano, aderente al testo e fa riferimento a un concetto chiave della storia (a sua volta correlato alla figura retorica): il silenzio è quello di Draco, che tace invece di lasciarsi aiutare, e Hermione, con la sua ostinazione, fa di tutto per poterlo infrangere.
 
 
Utilizzo dei pacchetti:
Prompt stilistico: 6/6
6. La narrazione deve essere in terza persona con focalizzazione interna fissa: deve mostrare il punto di vista di un solo personaggio e i suoi pensieri, eventualmente speculando sui pensieri degli altri dal punto di vista del personaggio di cui si assume il POV.
 
Il pacchetto che hai scelto non era particolarmente complesso, soprattutto se si è abituati a utilizzare questo tipo di narratore. Di conseguenza, trovo che fosse difficile rendere il prompt centrale, facendo in modo che fosse assolutamente necessaria la terza persona con focalizzazione interna fissa.
Tu ci sei riuscita molto bene: il punto di vista del lettore è quello di Hermione, di conseguenza chi legge si sente portato a provare la sua stessa curiosità e a condividere il suo desiderio di scoprire di più su quanto sta nascondendo Draco, nonostante sappia già tutto dai libri. Ciò che è nuovo è la scoperta di un lato del carattere di Malfoy che nel canon non ci è dato conoscere, ed Hermione lo approfondisce a poco a poco, con pazienza e perseveranza.
Sei stata molto brava a non lasciarti mai limitare dal punto di vista ristretto e a non commettere neanche l’errore opposto, ovvero quello di rivelare qualcosa che Hermione non avrebbe potuto sapere. L’inserimento del pacchetto è quindi impeccabile.
 
 
Figura retorica: 6/6
C. Sinestesia (https://it.wikipedia.org/wiki/Sinestesia_(figura_retorica))
 
L’uso che hai fatto del pacchetto è molto interessante, hai reso bene la sinestesia in senso linguistico (e questo è l’importante ai fini della valutazione di questo parametro) ma l’hai anche utilizzata in maniera concreta inserendolo come fenomeno neurologico causato dall’azione incauta di Hermione. Ho apprezzato molto questa scelta, sarebbe stata limitante ai fini della valutazione se fosse stata un espediente per permetterti di utilizzare la figura retorica in maniera più semplice, ma invece l’incidente costituisce un semplice episodio di partenza, una “rottura dell’equilibrio” che dà il via alla narrazione, e che quindi è rilevante perlopiù ai fini della trama.
Hai utilizzato la figura retorica in maniera classica per tutta la durata del racconto, accostando bene termini di sfere sensoriali diverse senza che stonassero mai ed enfatizzando molto bene i concetti importanti della storia (il silenzio, una lacrima, un sorriso) anche mediante la ripetizione simmetrica degli stessi concetti in un modo che mi ha letteralmente conquistata. Molto brava.
 
 
Gradimento personale: 0.95/1
La storia mi è piaciuta moltissimo, ho adorato l’idea dell’incidente di Hermione (geniale!) e dell’incontro iniziale con Draco. Trovo che il fatto che fossero in infermeria, entrambi in una posizione di vulnerabilità, ponga le basi perfette per un inizio di conoscenza diversa da quella che questi due personaggi hanno sperimentato negli anni di scuola del canon.
Bellissimo il modo in cui hai incastrato gli eventi con quelli dei libri, mi è piaciuta molto la struttura “compiuta” che hai pensato per questa storia che, sebbene copra un breve lasso di tempo, risulta “cucita” in un contesto molto più ampio, il quale permette anche di intravedere un futuro diverso da quello descritto dalla Rowling.
Adoro Draco e Hermione e ho adorato il modo in cui hai parlato di loro, ma soprattutto ho adorato il tuo modo di scrivere, che trovo davvero maturo e coinvolgente.
 
 
Impaginazione – Senza valutazione
Se ci fosse un punteggio per questo parametro, tu otterresti senza dubbio il massimo. Font classico, dimensione ottimale, testo giustificato. Ottimo utilizzo degli allineamenti (mi piace molto la parte finale a destra per un dialogo lontano nel futuro) e perfetta distribuzione degli spazi, inclusi i rientri di paragrafo e i separatori tra le diverse scene.
 



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Prima classificata
Prima classificata
 
“Viandanti”
 

di Rosmary
 
Totale: 34.85/35
 
 
Grammatica e stile: 9.95/10
La grammatica è perfetta, lo stile piacevolissimo, personale e funzionale. Ho amato leggere questa storia e non ho trovato errori o refusi da segnalare, una stesura praticamente impeccabile.
Unico appunto, e poiché si ripete più volte credo che non si tratti di una svista, la parola Babbani è scritta sempre in minuscolo, quando invece richiede la lettera maiuscola in quanto termine inventato dall’autrice (e con la maiuscola è riportato anche nei libri). Capisco perfettamente l’istinto di scrivere in minuscolo quello che è un nome comune, tuttavia, per essere estremamente precisi – e io ho dovuto esserlo in queste valutazioni – devo segnalare l’errore.
 
Per il resto la tua storia non presenta alcuna sbavatura. L’ho letta e riletta, più volte, perché l’ho amata così tanto che all’inizio ho temuto di essermi troppo immersa nel racconto per poter notare eventuali problemi. E invece no, non credo proprio che ce ne siano. Sei stata molto brava, si vede che hai una grande padronanza della scrittura e il tuo stile è molto maturo.
 
Sforzandomi di leggere in maniera più analitica ho riscontrato l’uso di diverse figure retoriche nel corso della storia, utilizzate sempre in maniera così naturale che volerle rintracciare è un vero e proprio sforzo. Ho trovato litoti (“le tue labbra non disegnano che un’affermazione”, “a rimbombare non sono che respiri”), anastrofi (“Improvvise avverti delle dita”, “È fulmineo il terrore”), anadiplosi (“E poi esplode, esplode tutto.”, “Non capisci, non capisci davvero”) e tante altre. Questo per evidenziare, nello spirito del contest, quanto tali tecniche siano in realtà parte della narrativa, e non solo della poesia, perché le interiorizziamo e le utilizziamo – anche inconsciamente – e diventano parte del nostro modo di esprimerci, dello stile che ci caratterizza quando scriviamo, arricchendo il bagaglio di strumenti di cui un autore dispone.
Ti faccio i miei complimenti e mi scuso per questa spiegazione più breve di quelle degli altri, ma in verità, a parte complimentarmi e lanciarmi in osservazioni su aspetti che forse sono così naturali che non andrebbero neanche analizzati, non ho molto altro da dire. Bravissima.
 
 
Struttura della narrazione: 5/5
La storia è costruita in maniera magistrale: non solo per la struttura, che è richiesta dal prompt e non è affatto facile da realizzare, ma per la gestione perfetta dell’intreccio e del bilanciamento tra le diverse scene. Attraverso una perfetta proporzione tra azione, introspezione e dialoghi, hai portato avanti una trama semplice ma intensa, bellissima e perfettamente riuscita. Sei stata davvero bravissima.
 
 
Coerenza e caratterizzazione dei personaggi: 5/5
Non è facile caratterizzare personaggi che nella saga compaiono poco in OS così brevi, eppure tu sei riuscita a dare spessore a entrambi. Non hai speso parole “statiche” per descriverli, hai lasciato che si raccontassero con le loro azioni e i loro pensieri, quindi le ultime descrizioni, quelle conclusive, non sono altro che il richiamo a qualcosa che il lettore sente già dentro di sé dopo aver letto tutta la storia.
Dorcas è una donna forte, indipendente, non è mai davvero vittima dell’amore per Evan perché lei lo sceglie senza rinunciare a nient’altro, rimane salda nei propri principi e allo stesso tempo non rinuncia ai suoi sentimenti.
Evan mi ha affascinato moltissimo, è bello vedere che qualcuno che crede così strenuamente in qualcosa che ci appare oggettivamente sbagliato è capace di sentimenti tanto puri come quelli per Dorcas. Lui la ama, non ne ho dubitato neanche per un secondo, né ho mai avvertito la necessità di vederlo mettere da parte quello in cui crede per lei, se non nella misura in cui cerca di proteggerla, come lei fa con lui. Alla fine la realtà è proprio questa, difficilmente qualcuno sceglie il male in quanto male, Evan crede in qualcosa che reputa giusto, migliore, e lo fa coesistere con l’amore per Dorcas, pur sapendo che ciò mette a rischio entrambi.
Li ho amati in ciascuna delle loro interazioni, mi è sembrato di riconoscerli in ogni gesto, in ogni battuta, eppure è la prima volta che leggo di loro – ma spero proprio non l’ultima, sarebbe bello poter scoprire altro sulla tua visione di questi personaggi.
Li ho trovati coerenti, ben caratterizzati, interessanti e scritti in modo tale che il lettore non possa fare a meno di amarli e tifare per loro.
 
 
Titolo: 1.9/2
Il titolo è d’impatto, mi ha molto incuriosita prima di iniziare la storia e la parola in sé è elegante quanto basta da conquistarmi subito. Eppure da sola ho fatto fatica a comprendere l’aderenza al testo, che mi è invece apparsa chiarissima leggendo le note. Non so se si tratta di un limite mio o se effettivamente il collegamento non è immediato, ma l’ho trovato un pochino ermetico.
 
 
Utilizzo dei pacchetti:
Prompt stilistico: 6/6
4. La storia deve svolgersi su due piani temporali diversi (uno precedente all’altro) che a un certo punto si incontrano: la linea temporale “precedente” deve necessariamente raggiungere l’altra, concludendosi nel momento in cui arriva a narrare l’inizio della linea temporale “successiva”. Quest’ultima può interrompersi nello stesso momento, o procedere brevemente dopo il ricongiungimento. Attenzione a non rendere una delle due linee temporali subordinata rispetto all’altra: il rischio è quello di scrivere di una linea narrativa principale e di una secondaria basata su flashback o flashforward, mentre l’obiettivo del prompt è quello di definire due linee narrative in tempi diversi che siano assolutamente bilanciate. (Molti esempi di questa tipologia di narrazione sono dati da serie tv come “Le regole del delitto perfetto” o “The Wilds”.)
 
Questo prompt era probabilmente il più difficile di tutti, ma anche quello che credevo avrebbe dato più soddisfazione sia a me nella lettura che all’autore nel riuscire a metterlo in atto. Ebbene, spero tu ti senta soddisfatta di quello che hai costruito, perché io lo sono immensamente.
Complice il tuo stile elegante e perfettamente funzionale, mi è sembrato davvero di guardare un film o una delle serie che ho citato nel pacchetto. A un certo punto non ho neanche avuto bisogno di leggere le indicazioni temporali che hai (giustamente) inserito, perché era tutto così naturale, così bilanciato, che andare avanti e indietro nel tempo era semplicissimo. Ho amato la congiunzione tra la linea temporale antecedente e quella successiva, e sono veramente impressionata di come tu sia riuscita a rendere tutto così bene in una breve one-shot.
Sono molto contenta che questo pacchetto sia capitato a te, mi è piaciuto moltissimo leggere la tua storia.
Il prompt è utilizzato correttamente (e brillantemente, aggiungerei), in maniera naturale e centrale. Punteggio pieno.
 
           
Figura retorica: 6/6
B. Asindeto (https://it.wikipedia.org/wiki/Asindeto)
 
La figura retorica è presente, utilizzata correttamente e in momenti centrali della narrazione.
Oltre ai punti che hai segnalato, ho riscontrato la sua presenza anche in altre parti della storia: non so se sia una tua inclinazione stilistica naturale o se si sia trattato di una scelta specifica per questa OS, ma ho trovato l’asindeto molto ben sfruttato ai fini dell’intento narrativo. I tuoi personaggi sono caratterizzati dalla coesistenza di aspetti contrastanti, lealtà ai fronti opposti e l’uno all’altro. Trovo che in considerazione di ciò il pacchetto si presti bene all’enumerazione di questi aspetti, che sono fondamentali nella storia e nella costruzione dei suoi protagonisti.
 
 
Gradimento personale: 1/1
Ho amato questa storia dall’inizio alla fine, è senz’altro la mia preferita tra le partecipanti, ma è anche tra le storie più belle che io abbia letto di recente su EFP. Non è facile conquistarmi con un crack pairing, soprattutto con personaggi di cui si sa poco, ma hai reso tutto così bene, tra la struttura narrativa e la caratterizzazione di Dorcas e Evan, che non ho potuto non innamorarmene. Bravissima!
 
 
Impaginazione – Senza valutazione
Il testo è impaginato bene, il font è standard e la dimensione ottimale. Ho gradito particolarmente il font usato per il titolo, mi è sembrato adatto, in qualche modo, alle atmosfere della storia. L’unica osservazione che potrei fare è che manca il rientro di paragrafo, ma nel tuo caso specifico, in cui l’allineamento del testo è parte integrante della narrazione, potrebbe arrecare confusione. Mi è piaciuto l’uso che hai fatto degli allineamenti, con alcuni dialoghi spostati a destra e con la conclusione in focalizzazione esterna allineata al centro e in corsivo.


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24/08/2021 15:52
 
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Riepilogo
Classifica

  • Sesta classificata: “Non uniforme” di Gaia Bessie/BessieB – Tot. 30.50/35

  • Quinta classificata: “Equilibrio di un caos ordinato” di VigilanzaCostante/matiscrivo – Tot.: 32.10/35

  • Quarta classificata: “Bonjour, je m'appelle William” di Severa Crouch – Tot.: 32.55/35

  • Terza classificata: “I tuoi particolari” di LadyPalma/Lady.Palma – Tot.: 34.15/35

  • Seconda classificata: “Infrangere il silenzio” di Legar – Tot.: 34.75/35

  • Prima classificata: “Viandanti” di Rosmary –Tot.: 34.85/35


 
 
 
Recensioni premio
LadyPalma: Una recensione – Consegnate 1/1
Legar: Due recensioni – Consegnate 2/2
Rosmary: Tre recensioni – Consegnate 3/3
 
 
 
Questo è il riepilogo in termini di classifica finale e recensioni premio, potete seguire questo specchietto che aggiornerò man mano che i premi saranno consegnati.
 
 
Mi scuso per la terribile gestione degli spazi nelle valutazioni – colpa dei miei litigi continui con l’editor – e per eventuali refusi che potrebbero essermi sfuggiti nonostante le riletture.
 
Ancora una volta, vi ringrazio per la partecipazione, spero che siate soddisfatti dei giudizi e che vi abbia fatto piacere giocare con i pacchetti che vi ho proposto quanto ha fatto piacere a me leggere le vostre storie.
 
Ricordo a chiunque gradisca il giudizio come recensione di richiederlo esplicitamente in questa discussione.
 
Per qualsiasi dubbio o chiarimento, sono a disposizione, do ufficialmente il via ai commenti!
[Modificato da Futeki 13/01/2022 08:08]


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24/08/2021 21:08
 
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Non so davvero cosa dire, sono felicissima e sorpresa di questo risultato! Ribadisco quello che ho già detto e cioè che questo contest è stata una bellissima occasione di sperimentazione stilistica e alla luce di queste valutazioni attente e approfondite non posso che ringraziarti doppiamente: per gli spunti e per l'attenzione con cui hai letto i racconti.
Hai speso delle parole stupende per il mio racconto, ma quelle che mi hanno fatto più piacere sono relative all'uso del prompt stilistico. Io, sì, sono stata soddisfatta di aver trovato una chiave di lettura, ma leggere che ti è parso di avere dinanzi un film e che ho individuato l'uso che avevi in mente accresce la mia soddisfazione!
Per quanto riguarda l'asindeto, in effetti ricorre spesso nei miei testi, è un tratto stilistico che sento molto mio (avendo scelto un prompt stilistico ostico, ammetto di aver tentato di facilitarmi almeno con la figura retorica!), sono felice che ne abbia apprezzato l'utilizzo sia nelle espressioni segnalate che nelle altre disseminate nel testo. Più in generale sullo stile, prendo e porto a casa decisamente volentieri le tue osservazioni e i tuoi complimenti.
Arrivando alla trama e ai personaggi, di nuovo posso solo dirti grazie per le belle parole spese, sono contenta di essere riuscita a farti amare i miei Evan e Dorcas e la loro dinamica (ho scritto poco altro su di loro, meno di quanto vorrei!).


Unico appunto, e poiché si ripete più volte credo che non si tratti di una svista, la parola Babbani è scritta sempre in minuscolo, quando invece richiede la lettera maiuscola in quanto termine inventato dall’autrice (e con la maiuscola è riportato anche nei libri). Capisco perfettamente l’istinto di scrivere in minuscolo quello che è un nome comune, tuttavia, per essere estremamente precisi – e io ho dovuto esserlo in queste valutazioni – devo segnalare l’errore.



Capisco il tuo ragionamento, io stessa l'ho fatto in passato. Col tempo ho ragionato sull'uso di maiuscole e minuscole in relazione ai termini del fandom e ho optato per una scelta di coerenza verso la lingua – lo specifico solo per motivarti la presenza dell'iniziale minuscola, ma capisco e accetto l'appunto!


Il titolo è d’impatto, mi ha molto incuriosita prima di iniziare la storia e la parola in sé è elegante quanto basta da conquistarmi subito. Eppure da sola ho fatto fatica a comprendere l’aderenza al testo, che mi è invece apparsa chiarissima leggendo le note. Non so se si tratta di un limite mio o se effettivamente il collegamento non è immediato, ma l’ho trovato un pochino ermetico.



Credo che un pochino emertico lo sia, hai ragione, è forse il motivo per cui ho creduto utile spiegarne brevemente il significato in note! Non escludo che ragionandoci un po' di più avrei potuto trovare un'alternativa migliore.

Insomma, grazie davvero di tutto e naturalmente vorrei la valutazione come recensione!
Colgo l'occasione per fare i complimenti anche alle altre partecipanti, le storie che sino ad ora sono riuscita a leggere mi sono piaciute molto, sono certa che anche le altre siano altrettanto belle!
Al prossimo contest (spero)! [SM=g27998]
[Modificato da Rosmary 24/08/2021 21:09]

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Post: 195
24/08/2021 22:55
 
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Ho letto con molto piacere questa valutazione perché è sempre tanto soddisfacente vedere un proprio lavoro analizzato così nel dettaglio e con attenzione. Trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro come giudice anche in questa seconda edizione! Naturalmente vorrei avere il giudizio come recensione sul sito.
Sono contenta dei personaggi perché so che tu stessa apprezzi la ship e sono fiera degli altri parametri in cui non ci sono state detrazioni di punteggio, in particolar modo dei prompt che erano il cuore di questo contest e sui quali mi sono trovata a dover ragionare, prima di iniziare a scrivere. Comprendo e concordo con le osservazioni fatte. Vorrei rispondere a proposito di questo periodo, per una precisazione di quello che era il mio intento. Non udì il rumore dei cocci di vetro, ma due lampi luminosi. Come hai notato, il verbo sottinteso si riferisce alla sfera sensoriale dell’udito, in contrapposizione alla percezione visiva dei lampi. Era un effetto voluto, per una sinestesia che in questo caso (e in qualche altro) voleva essere intesa in senso letterale, con Hermione che sta effettivamente sperimentando un disturbo neurologico. Non le ho indicate nella consegna perché non ritenevo fossero quelle fondamentali nella storia, non quanto il contrasto tra l’udito (il silenzio di Draco che non si racconta) e la vista (Hermione si accorge del suo disagio).
Mi fa molto piacere questa posizione perché ho letto tutte storie valide in questo contest, insomma è stato un piacere partecipare a una sfida di così alto livello. Complimenti anche agli altri partecipanti e alle altre due storie sul podio, e grazie ancora a te!

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25/08/2021 11:42
 
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Ciao Futeki ♥
Sono finalmente riuscita a mettermi seduta con calma e rispondere a questo bando. Ancora una volta ti sei dimostrata una giudice competente e capace, oggettiva ma non secca nel dare i tuoi giudizi e ti ringrazio molto per questo. Nonostante "la posizione in classifica" (di cui non mi importa molto), sono molto soddisfatta del mio lavoro e del modo in cui l'hai recepito. Ti ringrazio per avermi fatto notare le sviste, in particolare quelle stilistiche, perchè penso tu sia molto sul pezzo a riguardo e che riesca davvero ad analizzare in modo dettagliato. Anche a livello di gradimento sono contenta di esserti arrivata!
In definitiva, quindi, accetto volentieri la valutazione e faccio i complimenti a chi è arrivato sul podio, siete state tutte bravissime!
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Post: 1.019
Giudice*
25/08/2021 19:46
 
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Ciao Futeki, non mi ero accorta che fossero usciti i risultati! Grazie per il giudizio super approfondito.
Concordo su tutto, specie sulle questioni stilistiche che, se non mi fossi fatta prendere dalla fretta di consegnare, magari avrei sistemato.
Sul finale hai ragione, mi sono sentita in difficoltà dal gestire il pov interno di Bill che si è appena svegliato e non voler aprire la fase del matrimonio, avendo scelto di fermare la storia proprio fino alla decisione di sposarsi e qualcosa è rimasto fuori. Poteva senz'altro essere approfondito.
Su Fleur hai ragione, è rimasta un po' sullo sfondo, mi sono persa nell'introspezione di Bill e l'ho semplicemente accantonata. Grazie per averlo fatto notare.
Sulla figura retorica, leggendo Wikipedia, avevo visto che un utilizzo era dato dall'iniziare i paragrafi con la stessa parola o frase e quindi quel "Bonjour je m'appelle Bill" voleva essere l'anfora. Il mio tentativo era di unire il prompt stilistico e la figura retorica, ma evidentemente non ha funzionato del tutto... 😅🙈

Grazie per il giudizio, questo contest mi ha ispirato tantissimo e come ti dicevo ieri ho ben due storie (quella che volevo presentare originariamente) e un'altra ispirate dai tuoi prompt stilistici. 🖤
[Modificato da Severa Crouch 25/08/2021 19:47]

"Come to the dark side, we have cookies!"

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Forum EFP: Severa Crouch

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Post: 353
Giudice***
28/08/2021 18:55
 
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Buonasera a tutte!

Mi scuso per il ritardo con cui arrivo a rispondere, ma comunque sono contenta di sentirvi soddisfatte.

Passo subito a lasciare le valutazioni come recensione a Rosmary, Legar e matiscrivo, mentre per le recensioni premio vi chiedo di pazientare un po' perché a breve ricomincerò a lavorare e il tempo sarà sempre meno. Insomma: con calma, ma arrivo.



@Rosmary
Grazie a te per la partecipazione, sono molto felice che il contest ti abbia stimolata e che tu abbia trovato soddisfacente la valutazione!


@Legar
Ti ringrazio molto! Per quanto riguarda la precisazione sul verbo sottinteso, non avevo colto la sinestesia voluta, ora ne capisco il senso, anche se mi suona un po' insolito (e forse è giusto così).


@matiscrivo
Grazie, sono contenta tu abbia apprezzato il giudizio, la posizione in classifica, in un contest in cui ci sono storie di alto livello, è veramente molto relativa. Comunque sì, la tua storia mi è piaciuta e mi è arrivata, assolutamente!


@Severa
Grazie a te, spero che l'ispirazione nata da questo contest ti aiuti a scrivere tanto altro!
Per quanto riguarda la figura retorica, capisco come l'hai intesa, ma devo dire che non è del tutto corretto: la frase che hai ripetuto è completa di per sé, mentre l'anafora consiste in una ripetizione a inizio frase/periodo/verso per collegare diverte parti del testo. Nel tuo caso, l'espressione in francese è compiuta e le frasi che seguono non sono direttamente collegate a essa, per questo non si può intendere come anafora. In ogni caso le altre che ho riscontrato nel testo, volute o meno, erano comunque valide!


A tutti: se doveste avere idee per altre storie ispirate a pacchetti di questo contest, potete postarle qui nella discussione (anche più in là), in modo che io o eventualmente qualche altro curioso possiamo passare a dare un'occhiata!


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Post: 689
Giudice*****
12/09/2021 08:25
 
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Ciao Futeki! Perdonami per non aver risposto prima - spesso rispondere mi passa di mente, specialmente quando sono soddisfatta e devo solo, in fondo, ringraziare. La tua valutazione è, come sempre, puntuale, precisa e analitica. Ero consapevole dei limiti della mia storia quanto a "fluidità", perché è nata in momenti diversi di stesura.
Ti ringrazio molto e sono contenta della posizione che credevo sarebbe stata più bassa onestamente - faccio tra parentesi tanti complimenti a Rosmary e Legar, dato che ho adorato le loro storie.
Al prossimo contest e scusami ancora per il ritardo nella risposta. Un bacio!
P. S. Ovviamente voglio la valutazione come recensione.
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Post: 353
Giudice***
12/09/2021 20:46
 
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Re:
Lady.Palma, 12/09/2021 08:25:

Ciao Futeki! Perdonami per non aver risposto prima - spesso rispondere mi passa di mente, specialmente quando sono soddisfatta e devo solo, in fondo, ringraziare. La tua valutazione è, come sempre, puntuale, precisa e analitica. Ero consapevole dei limiti della mia storia quanto a "fluidità", perché è nata in momenti diversi di stesura.
Ti ringrazio molto e sono contenta della posizione che credevo sarebbe stata più bassa onestamente - faccio tra parentesi tanti complimenti a Rosmary e Legar, dato che ho adorato le loro storie.
Al prossimo contest e scusami ancora per il ritardo nella risposta. Un bacio!
P. S. Ovviamente voglio la valutazione come recensione.




Non preoccuparti, mi fa piacere che tu sia rimasta contenta!

Ti ho lasciato la valutazione come recensione!

A te e agli altri che aspettano le recensioni premio, chiedo un po' di pazienza, perché arriverò con calma!


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