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Asylum

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2018 23:07
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Giudice*****
01/06/2018 17:43
 
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4° posto: Alice_nyan - Vedova nera 80/100

-Grammatica:
Ortografia: 10 /10
Non ho riscontrato errori di battitura o distrazione, né strafalcioni grammaticali. Ottimo lavoro!

Lessico e sintassi: 8/10
Sono stata parecchio indecisa su questo punto perché, in fin dei conti, la sintassi è completamente spezzata dall’inserimento delle varie voci che mi hanno destabilizzata; uno che si imbatte in un testo simile per la prima volta ne rimane completamente spiazzato e confuso. A parte questo inghippo di natura logistica (?), c’è una buona alternanza tra frasi brevi icastiche che si allungano sempre di più fino a diventare proposizioni sempre più lunghe ed elaborate, ma sempre mantenute sulla correlazione e più raramente sulla subordinazione, creando un impianto essenzialmente piatto e scorrevole. Il ritmo si mantiene sempre spezzato e singhiozzante, forse a simulare un affastellarsi di pensieri incalzanti ma mai del tutto formati. Il lessico ha una base piuttosto semplice ma con sparute scelte linguistiche particolari (come “rotule” invece di “ginocchia”) che mi hanno lasciata perplessa e non ho compreso del tutto dal momento che, per il resto, è piuttosto elementare e canonico, senza altre pretese particolari (non ha un’impostazione ricercata, poetica o volutamente eccentrica).

Stile: 8/10
Non so se questo sia il tuo solito stile oppure sia stato adattato all’occasione e non so nemmeno da quanto tempo tu scriva, ma l’ho trovato ancora uno stile acerbo, senza una vera e propria identità: l’impostazione di base è piuttosto semplice ed elementare e si nota anche una grande cura nell’utilizzare un lessico particolare, che non sia scontato, m è proprio questo il punto che mi lascia maggiormente perplessa: è come se volessi sorprendere il lettore con queste trovate eccentriche ma che stonano con l’impianto di base, come colori troppo accesi per un quadro dai tratti delicati, non so se mi spiego. Sembra che queste scelte siano state inserite a forza, e ho avuto la sensazione che tu debba ancora trovare uno stile che ti contraddistingua, prelevando ispirazioni e strutture da altri autori e cercando di farle proprie. Questa, almeno ho l’impressione che ho avuto. Ma, a parte questo, il tuo stile non è da condannare: è molto descrittivo, e forse, a volte ti lasci trascinare da queste descrizioni (che, dato il contesto non è da condannare ma dipende se è un caso particolare o una costante), sebbene tu abbia la tendenza a utilizzare spesso frasi senza verbo che a volte possono anche starci, ma reiterate rendono la lettura più pesante e farraginosa.

-Trama:
Originalità: 8/10
L’originalità è insita soprattutto nel modo in cui hai trattato un argomento piuttosto canonico e basilare. Queste atmosfere sospese, incomprensibili e confuse in cui si sviluppa la storia che, però, rimane incerta. Ho apprezzato come tu abbia mischiato la realtà con l’allucinazione sfumando i due in un limbo in cui, senza le tue preziosissime note, non si capirebbe effettivamente che cosa è successo. Questo implica che il racconto debba essere letto due volte, quantomeno affinché la trama sia più chiara. Capisco la tua volontà di rendere lo stato di estraniazione del personaggio, ma questo non deve intaccare la comprensione di una trama e del suo sviluppo. Alla fine, rimane un racconto che, almeno per me, lascia il lettore insoddisfatto: l’atmosfera sospesa e incomprensibile non aiuta a capire cosa abbia appena letto, lascia tantissimi dubbi, che in relazione al personaggio sono anche coerenti, ma in relazione al fatto che si scriva anche per altri, lascia perplessi e basiti.
Una trama che appare piuttosto lineare e semplice, resa più complessa e irrisolta da questo clima allucinato.
Per dirti che, se non avessi letto le note, non avrei mai capito che aveva sciolto il marito; come sempre alludi e accenni, ma senza mai far capire del tutto cosa stia succedendo e, alla lunga, il lettore sente il bisogno di qualcosa di concreto e oggettivo su cui basarsi.

Coerenza: 10 /10
Per coerenza intendo tanto la logicità tra le varie azioni e sequenze quanto l’inerenza con il contest e quanto richiedevo. Il personaggio, alla fine, non fa nulla fuori dal comune…O meglio, nulla di strano rispetto alla sua condizione. Anche il tema del contest è stato rispettato e appieno grazie al fatto che tu abbia deciso di proporre il disturbo da un punto di vista interno e profondo, provando a riportare quello che potrebbe pensare qualcuno affetto dalla malattia, e mostrando attraverso questo espediente tutte le sue caratteristiche: la dissociazione della donna dalla realtà, le voci che assumo i connotati delle coscienze di Freud e il rapporto distorto e malato che ha nei confronti del marito che non la soddisfa, che lo ripugna ma che continua ad amare, nonostante tutto (o meglio, ama l’immagine che lei si è fatta di lui). Tutti questi elementi offrono diversi piani e diversi livelli, toccando ogni aspetto. La malattia è davvero la vera protagonista di questa storia, così come avevo richiesto. Perfetto!

Scorrevolezza: 8/10
Nonostante la presenza delle tre voci che, a volte, ha reso più difficile la lettura (ma soprattutto la comprensione) e un lessico, non sempre collaborativo, la storia scorre in maniera fluida e incalzante, con un climax ascendente davvero bene congegnato in cui assieme al delirio aumenta con l’aumento del piacere, e una maggiore concretizzazione e intensificazioni delle allucinazioni, aumenta anche l’apprensione e l’angoscia nel lettore, l’attesa per qualcosa che faccia esplodere la suspense e la risolva. L’aura onirica dell’intero racconto rende la sua comprensione più difficile e questa risoluzione della tensione non si riesce a percepire fino in fondo, lasciando sempre un pizzico di angoscia e confusione finali.

-Personaggi:
Caratterizzazione: 7.5/10
La protagonista è un personaggio interessante, complesso e contradditorio, dovuto soprattutto alla sua malattia e questo è un po’ limitante: si corre il rischio che il personaggio si appiattisca su di essa e non mostri nulla che esuli dal disturbo; purtroppo, la donna corre questo rischio, il suo carattere è determinato dalla sua schizofrenia e non si capisce davvero, completamente, quale sia la sua indole; da un certo punto di vista ha anche senso: questo genere di disturbo ti estrania completamente e non esiste nulla al di fuori di essa, ma dall’altro toglie un sacco di possibilità e di sviluppi legato al contrasto o all’analogia tra il suo carattere e quello dettato dalla malattia, aggiungendo un nuovo livello di complessità e di angoscia. Ho, quindi, trovato il personaggio un po’ ingabbiato nel suo essere schizofrenico e nonostante sia questo annullamento sia coerente con il disturbo, sia la personalità data dallo stesso sia interessante e complessa, mi sembra che non vada oltre a esso. Forse qualcosa è accennato, ma è talmente nebuloso che sfuma inghiottito dalla predominanza di questa personalità confusa, intensa, violenta e contrastante.

Originalità: 8 /10
Anche questo aspetto è stato apprezzabile solo dopo aver letto le note in quanto tutti questi riferimenti si perdono all’interno della storia, anche a causa della solita atmosfera ambigua e sorpresa. Paragonare un’omicida del proprio marito alla vedova nera non è una novità e credo sia l’animale a cui subito venga da pensare, ma il fatto che la donna lo incarni e la particolare attenzione per i dettagli e le analogie nascoste, hanno risignificato il tema in una chiave inedita e interessante; alcuni di questi particolari sono cervellotici ma raffinati (penso alla veste di seta nera che rimanda al bozzolo) ed è un peccato che solo grazie alle note si riescano a cogliere. A mio avviso, questo paragone con il ragno andrebbe approfondito, magai insistendo sulla capacità dei ragni di tessere una tela per catturare la propria preda (tema, forse banale e scontato, ma che se ben sfruttato può potenziare ancora di più la metafora e renderla maggiormente evidente).

-Gradimento personale: 6/10
Personalmente non gradisco troppo le storie che implichino dei sottintesi che non si riescono a cogliere subito e necessitano di una spiegazione. O meglio, i sottintesi ci devono essere o il lettore non si divertirebbe, ma detesto quando non capisco cosa stia succedendo o le allusioni: è come quando qualcuno ti strizza l’occhio ma non sai dire se è perché gli è entrato un moscerino nell’occhio o cerca la tua complicità; è frustrante, probabilmente perché ho una mente troppo gretta per comprendere certe sottigliezze metafisiche. Alla fine, comunque, questa storia non mi ha lasciato nulla: è passata come acqua e senza nemmeno rinfrescarmi troppo. A causa di tutto il ragionamento retrostante non sono riuscita a godermela perché cercavo di sforzarmi nella ricerca di un significato, di simboli nascosti che mi aiutassero a capire che cosa sia successo perché, alla fine, non ho nemmeno capito cosa è accaduto. Le tue note, da questo punto di vista, sono state prodigiose e mi hanno permesso di redigere un commento più obiettivo e imparziale per le parti che non implicassero un parere troppo personale; ma se non ci fossero state quelle note mi sarei sentita persa. Mi dispiace che, in questa voce abbia un punteggio tanto basso ma l’idea di dover sviscerare una storia quando la leggo non mi entusiasma per nulla, così come non mi entusiasmano le mostre di arte contemporanea: non capisco e detesto non comprendere le cose al volo e credo che entrambe le forme debbano essere più immediate e intuitive, senza la necessità di una spiegazione di due pagine finale per riuscire ad apprezzarla meglio. Questa è l’opinione dettata dai miei gusti, alla fine come impostazione e trama si adatta molto bene al contesto.

-Utilizzo pacchetti 6.5/10
Obbligo: 4.5/5: Anche in questo caso ci vogliono tanto le tue note quanto uno sforzo piuttosto consistente per capire che la donna è malata; più che altro perché c’è una situazione incomprensibile: non si capisce se sia sogno o realtà, che sia permette un’immedesimazione maggiore ma, d’altro canto, non evidenzia la differenza e si perde un po’. Anche l’elemento di allucinazioni uditive e sensoriali si perde in questa insicurezza e incapacità di comprendere se siano davvero tali. Per questo, nonostante tutti gli elementi siano inseriti in maniera impeccabile, non si riescono a notare immediatamente. Capisco che tu non volessi essere troppo esplicita in modo che il lettore avesse un’esperienza “in prima persona” dell’intera cosa, ma il fatto che il testo sia costellato di allusioni e sia necessario leggere le note per capire fa perdere un po’ il piacere della lettura e mette in secondo piano anche questi elementi.

Bonus: 2/5: Pur con tutta la buona volontà, non sono riuscita a ritrovare la canzone nel testo, anche cercando gli accenni citati, ma non ho visto nulla di più palese e concreto che mi rimandasse subito a essa; c’erano tanti spunti che non ho visto in questo testo o non sono riuscita a cogliere (la lotta continua con se stesso per non annientarsi nonostante sia agli sgoccioli, la disperazione per non riuscire a superare la situazione e la volontà di allontanare tutti perché ne è consapevole); credo tu ti sia fissata sui particolari perdendo un po’ il senso generale del testo. Anche la citazione e il suo uso vanno presi con le pinze: ne ho visto un uso un po’ più chiaro, ma solo dopo aver letto le note finali e aver scavato nella storia alla ricerca di quell’amore perché, almeno a me, non sembra ami la persona bensì il ricordo di lui e le voci all’interno della sua testa non la spingono palesemente contro il marito; è tutto troppo sottinteso e nascosto per essere comprensibile in maniera immediata e, infatti, mi sono dovuta sforzare per riuscire a capire che uso ne avessi fatto. L’immagine credo sia quella che sia stata sfruttata maggiormente e in maniera originale: mi è piaciuto che tu abbia tramutato le varie bocche nelle sue voci interiori, o meglio nella reincarnazione delle diverse parti della coscienza freudiana, così come ho apprezzato l’attenzione per i dettagli che hai inserito anche all’interno della storia.  

 

 

-Totali: 80/100


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