Il sole del mattino riscaldava debolmente Mors. Già dalle prime luci dell’alba si era recato sulle mura del castello. Lo scorrere del tempo non aveva mutato la sua posizione, sembrava una statua di vedetta, lo sguardo rivolto a nord, lungo la strada che solo qualche ora prima aveva accompagnato il drappello Stark nell’ultimo tratto del loro viaggio sino alla Barriera.
L’umore dell’uomo era nero. Il suo signore era talmente preso dal suo viaggio da avergli concesso solo qualche breve risposta di circostanza. Ma perlomeno ora sapeva che il nipote era al sicuro.
Era ancora lì, immerso nei suoi pensieri, quando uno dei paggi lo raggiunse trafelato.
“Mio signore...” ansimò profondamente, annaspando in cerca d’aria e del controllo necessario per continuare “... sono stati avvistati trenta Then. È appena giunto a comunicarcelo uno dei gemelli Poole... credo sia Jorek, si sta rifocillando nelle cucine in modo che sia subito pronto a ripartire... l’altro è rimasto sul luogo per continuare a seguirli.” Riprese di nuovo fiato. “Li hanno visti questa notte, due ore dopo il tramonto. Erano in perlustrazione a dieci leghe da qui, vicino alla casa del vecchio Albert. Hanno udito sua moglie gridare e, continuando a restare celati dalla boscaglia, hanno osservato la scena. In un primo momento ne hanno avvistati una dozzina dentro e fuori dalla casa, ma meno di un’ora dopo erano giunti anche gli altri. A turno hanno stuprato la povera Hally costringendo il marito a guardare legato ad una sedia, finché il corno che gli avevano piantato nello stomaco non l’ha fatto morire dissanguato. Al ragazzino è andata peggio.” Prese un profondo respiro come per raccogliere le forze. Il fiatone sostituito da un tremolio nella voce di natura totalmente diversa. Il suo volto perse di colore, gli occhi scesero a guardare il pavimento e le spalle iniziarono a tremargli debolmente. Mors gli poggiò una mano sulla spalla. “Forza ragazzo dimmi che cos’è successo.”
Un altro lungo respiro. Un altro alito di coraggio raccolto da chissà dove.
“È stato il primo ad essere ucciso. L’hanno denudato, fatto a pezzi, e...”
il tremito si fece ancora più forte “... arrostito sul fuoco insieme ad un paio di pecore.”
“Fottuti animali.” Gli occhi di Mors fiammeggiarono di una rinnovata ira. “Corri alle stalle, dai ordine di sellare almeno sessanta cavalli. Voglio i più forti e veloci. Poi raduna altrettante guardie. Li voglio pronti alle porte tra meno di mezz’ora. Io intanto vado a prepararmi.”
Il sole era alto in cielo quando raggiunsero la fattoria del vecchio Albert. Come immaginavano i Thenn se ne erano già andati.
Moot, a quanto pareva Jorek era il gemello rimasto ad osservarli, non ci mise molto a trovare la pista lasciatagli.
Proseguirono per circa un paio d’ore finché dalla boscaglia non comparve all’improvviso Jorek.
“Mio signore!” Disse portandosi il pugno destro al petto. Poi rivolse lo sguardo al fratello per poi tornare al suo Lord. “Vedo che vi siete preparati a dovere. Sono mezza lega più avanti. Si sono accampati per il pranzo nella radura solcata dalle Lacrime d’orsa. A quanto pare non si aspettano di essere seguiti.”
“Molto bene. Ottimo lavoro Jorek.”
Mors si voltò sulla sella, osservando gli uomini che lo seguivano.
“Procederemo il più silenziosamente possibile fino al limitare del bosco. Appena arriveremo in vista della radura partiremo al galoppo, non me ne frega un cazzo se sentiranno l’arrivo dei cavalli, non avranno il tempo di nascondersi. Voglio che falciate quei fottuti barbari come erba secca e che nessuno di voi osi perire contro di loro. Forza andiamo.”
Come previsto la carica li colse di sorpresa. I cavalieri passarono in mezzo a loro come un coltello nel burro. I Thenn fecero del loro meglio per portare a casa la pelle, ma erano in inferiorità numerica, meno addestrasti è peggio armati.
Pochi minuti e nella radura restava il fiato grosso dei cavalli e le ultime grida dei morenti.
Mors scese da cavallo e li passò uno per uno trafiggendoli con la spada se vedeva anche il minimo segno di vita ancora in loro. Uno provò anche a colpirlo con un rude pugnale fatto d’osso levigato, ma con un piede gli piantò la mano a terra e contemporaneamente la lama scese a trafiggergli un occhio.
Finito il giro però i conti non tornavano. A terra c’erano solo ventotto cadaveri. Due di loro dovevano essere scampati all’imboscata.
“Moot, Jorek, siete sicuri che fossero trenta uomini?”
I due si guardarono per qualche istante raccogliendo i pensieri e risposero in coro “Si, mio signore!”
“Allora pattugliate la zona. Vi do dieci uomini che vi accompagnino. Non tornate finché non li avrete catturati. Questi li voglio vivi.”
Lord Jon Umber di Ultimo focolare