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Si può essere felici qui, fin d'ora sulla terra?

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2017 20:40
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17/07/2017 14:32



Facendo un paragone, per quanto è possibile tra il Samadhi degli Indù, Il Nirvana dei Buddisti, il Satori dei Giapponesi ecc., possiamo facilmente intuire la loro ricerca per uno stato di coscienza in cui sia possibile rinfrancarsi dalle sofferenze di questa vita e in più conseguire un approccio con l'essenza più profonda e autentica della loro natura superiore, o se si vuole, con Dio. Ma, purtroppo nemmeno nel Samadhi ci è garantita una felicità costante. E' comunque vero che con certe tecniche possiamo pregustare ogni tanto un "assaggio" di quella che potrebbe essere la condizione della nostra anima dopo aver riempito il paniere delle nostre esperienze personali, ma nulla più, così come siamo figli della Terra, sommersi delle sua materialità.

Il concetto della felicità esiste nell'essere umano come un'idea sublime, una meta da conquistare, una strada da percorrere. E qui sta il bello (anzi, il brutto...), si possono avvertire in sè attimi di felicità, gustarli, ma non illudersi di poterli trattenere per sempre, in considerazione del movimento continuo della vita, della sua e nostra trasformazione. Il concetto di felicità terrena non esiste poichè nella felicità è implicito, anzi essenziale, il concetto di armonia. E' un traguardo direi irraggiungibile, almeno qui ed ora. Paradossalmente è un bene, altrimenti l'evoluzione in terra non potrebbe esistere.

Forse la felicità che noi intendiamo altro non sono che momenti di gioia. Il vero concetto di felicità vorrebbe esprimere uno stato dell'essere costante, un qualcosa che, una volta raggiunto, dovrebbe essere un punto d'arrivo immutabile. Vera felicità quindi, da NON confondersi con ALTRE sensazioni quali la serenità, la gioia, la pace, ecc. La felicità quindi andrebbe collocata in quella sfera di compiutezza trascendentale che l'uomo può raggiungere SOLO DOPO aver operato in Terra la sua realizzazione interiore, e, una volta travalicati i confini della vita umana, raggiungere l'equilibrio ASSOLUTO nel connubio della FORZA che lo ha creato.

[SM=x5315403]
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18/07/2017 01:47

...considerazioni...

concordando sostanzialmente con lo Zarza... [SM=x5240704]

VI invito alla lettura -già fatto in passato in altri lidi- de "L'uomo alla svolta" di J.KRISHNAMURTI... [SM=g27990]

www.antiguatau.it/doc-scarico/pdf-teosofia/uomoallasvolta.pdf

un testo, SI! datato! ma ENORMEMENTE valido per inquadrare correttamente parole importanti dove "il significato" VERO non può essere confuso e\o mistificato con panegirici e mercatismi pubblicitari "di piccoli e grandi schermi", di oggi come del passato... [SM=g27985]


la FELICITA' ahimé NON si compra né la si "insegna" al prossimo MA, con costanza e buona volontà, si può imparare A RICONOSCERLA "attorno a noi", strada facendo...e poi, ognuno con i propri tempi relativi, a conviverla... [SM=g27990]


il testo, qui in pdf preso in rete, si trova ovunque anche in carta stampata...un capitolo "al giorno" -e mangiateci TANTO PANE!èh?!-toglie il medico di torno... [SM=g27985]


la divisione per "capitoli argomento" facilita la lettura...potete iniziare da QUELLI che vi interessano di più! ma, attenzione VANNO DIGERITI anche con il cuore, NON solo con la mente! quindi DOVETE dare il tempo al vostro "corpo" di adattarsi alle "nuove condizioni" personali che cresceranno RAPIDE e NON "indolori"... [SM=g27985]


se necessitate di confronto sono qua!.. [SM=g27988]


[SM=x5241256]




Mr Spock says: it would be illogical to assume that all conditions remain stable
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18/07/2017 11:29



Probabilmente il problema della felicità ha per l'uomo (pure per Lidiona... [SM=x5240676] ) lo stesso fascino che esercita su di lui il mystero della morte. L'idea della felicità lo induce a guardare in sè stesso, a valutare i propri desideri più profondi, a giudicarsi in funzione di essi e delle proprie aspirazioni. Spinge ad un'indagine interiore che, per contrapposto, fa prendere in considerazione anche il concetto di dolore e di infelicità, facendo valutare le loro funzioni nel contesto della vita umana. Ci porta dinanzi ai propri valori facendocene, a veces, riconoscere anche la fragilità.

L'altalenante... e un popò accentratore ma pur semper amikosky Fabiosky mi induce pure (in breve Zambu, in breve... [SM=g28006] [SM=x5240712] ) a rilevare e a rimpicciolire (in lievissima misura) l'immensa figura di Krishnamurti, in funzione della sua intima comunicazione all'animo umano, in soldoni DEL COME. Me esplico mejor, portando un piccolo esempio per quando diceva: "Non ascoltate solo le parole, guardate dentro di voi mentre vi parlo...". Nella brevità di questa sua frase si entra in quella totalità di cui Krishnamurti spandeva a piene mani da più di 50 anni. Mi spiego ancora meglio: TUTTI quelli che lo seguivano (chi più chi meno) avevano l'intima speranza che seguendolo per il mondo sobre todo in Svizzera, giungesse il tanto bramato momento in cui il maestro svelasse IL MODO per mettere in pratica i suoi insegnamenti.

Entrare cioè in quella TOTALITA' di cui Krishnamurti tesseva le lodi da oltre mezzo secolo. In SviSSera, un signore che lo seguiva da decenni, dopo aver ascoltato ancora una volta i suoi profondi insegnamenti sbottò: "la chiave maestro, ci dia la chiave, come fare? Lei non ce lo dice! Come? Sono 40 anni che la seguo, mi dica come!" Risposta di Krishnamurti: "Chi in lei mi fa questa domanda? Chi chiede -come?- Non c'è un come! Ancora fate queste domande?".

Io credo che la domanda fosse più che legittima. Alcuni maestri, tra cui Rajnees, criticarono Krishnamurti. Questo sembra l'errore metodologico del suo NON METODO: la pretesa di usare una via di realizzazione di sè, di liberazione di sè, senza passare attraverso un metodo. Ognuno DEVE necessariamente essere maestro di sè stesso, ma una ...spinterella iniziale.... 'evvià..

Questo ben poco toglie all'immensa figura di Krishnamurti. Le parole uscivano dalla sua bocca fluide, non correggeva mai un termine, si sentiva nel suo pensiero NON pensiero la perfezione del discorso, la razionalità, l'assoluta sincerità di chi sta dietro alle sue parole, affermazioni che stordivano (e ancora stordiscono) la mente, il tutto nell'armonia dei movimenti e nella morbidezza dei gesti, i suoi tratti del viso che ben accompagnavano le parole che avrebbe pronunciato. Tutto bello, certamente, ma.... [SM=g27992]
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18/07/2017 15:13

Non c'è niente che faccia pensare che questa vita possa produrre una ricompensa o una punizione, se non nelle storielle che abbiamo creato da noi stessi. Viviamo in un universo auto-epistemico, che si crea, si manifesta, e si rende cosciente attraverso l'illusione di individualità separate. La vita, nelle sue varie forme, non è altro che un esperimento, un tentativo del creatore-creato di conoscere sé stesso.
Non siamo entità separate da ciò che chiamiamo materia, non esiste una una res cogitans e una res extensa, come sosteneva Cartesio, ma un tutt'uno che si modifica e si manifesta in tante forme diverse. La materia-energia ci da forma e sostanza, e dalla stessa dipende la nostra sopravvivenza: ossigeno, acqua, cibo, il calore del Sole, ecc. E' tutto interconnesso e noi ne facciamo parte, non ne siamo disgiunti, al di là delle nostre illusorie percezioni. Ecco perché più che di anime separate sarebbe corretto parlare di un'unica Entità, che si frammenta e si sperimenta per quel breve istante che noi chiamiamo vita. Arricchire attraverso l'esperienza individuale la conoscenza della Fonte-Sorgente potrebbe essere l'unico scopo delle nostre vite, e l'individualità potrebbe scomparire, dissolversi come una bolla di sapone alla fine del suo ciclo. Nel caso continuasse, invece, dovrebbe farlo in un mondo altrettanto illusorio come quello che, in prima istanza, l'ha generata apparentemente dal nulla. E non so quanto questo sia davvero auspicabile.
A me sembra che la realtà non ci dica nient'altro di diverso: non c'è nessuna missione per nessuno, nessuna vita più o meno importante delle altre. Siamo tutti utili e inutili allo stesso identico modo. Tanto più utili, forse, per il creato, quanto più inutili per noi stessi.
La cosa più intelligente da fare sarebbe quella di non fare niente. Ma neanche questo, per via dell'istinto di sopravvivenza, ci è reso semplice.
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18/07/2017 17:37



Nel mischiare concetti, per lo più astratti, Il doctor RE-WiWa, si espone alle stoccate associate all'inconscio individuale freudiano...cioè a GENESI emotive del nulla... [SM=x5240702] L'argomento è difficile, ne con- e -vengo...ma esagerem minga. Non vi è però dubbio che il tema della felicità abbia impegnato pensatori e filosofi di ogni tempo senza peraltro che sia stata raggiunta una definizione precisa e forse senza neppure stabilire l'essenza esatta del suo significato. Ovvero insicurezze ben fondate, ma BADABEN BADABEN, SOLO PRIMA DI QUESTO TUO definitivo intervento dove stabilisci -PER BENE- limiti e conoscenze. Alla faccia del bicarbonato di sodio... [SM=x5240712] Sei decisamente un gggRRande caro RE, arrivo (quasi) al punto di dirti che ti voglio bene se non sapessi che cosi dicendo farei ingeloSAre l'amico Zambu... Eeeehh!! Già già lui ti ama più di me...ahahahah, che buongustaio. [SM=x5325573]

Facciamo mezzo passo indietro, la felicità: sembra facile definirla, ma si può peccare di superficialità se la si indirizza verso convinzioni assolute (vedi l'amico RE). Secondo la dottrina eudemonistica, la felicità viene considerata come il fine naturale e il bene supremo cui l'uomo deve tendere. A questa stregua potremmo dire che ANCHE la morale cristiana assume un certo carattere eudemonistico in quanto pone come coronamento all'adempimento dei voleri divini la beatitudine celeste.

Presso la scuola edonistica (o cirenaica) la felicità assunta a principio e criterio di valutazione morale, consiste nel godimento spregiudicato dei beni della vita. Aristippo, massimo rappresentante degli edonisti, dice infatti che il piacere è il contenuto del bene e poichè il piacere è la soddisfazione che si prova quando un desiderio è appagato. Per gli epicurei la felicità consiste nella perfetta tranquillità dell'animo, per i cinici invece è dovuta ad un'intelligente condotta di vita , da identificarsi con la virtù. Per gli stoici invece è vivere secondo natura e ragione. per gli utilitaristi inglesi la felicità consiste nella maggior soddisfazione immediata e attuale estesa a tutti o al più gran numero di persone.

Come vedi caro RE, queste non sono che una parte delle tante interpretazioni filosofiche del concetto di felicità. Ma, ripeto, le tue definizioni definitive (comprensorie di aldiquà ed aldilà) chiude definitivamente il cerchio. Me ne compiaccio, tante domande e problemi annessi, in meno. Estoi feliz. Daltronde cosa vuoi mai che ne capisse quella capa tosta di A. W. Hare quando affermava che la vita è il trattino tra materia e spirito, oppure quel bifolco di P. Claudel: "La vita è una grande avventura verso la luce".

Io mi pongo l'annoso problema al di fuori di ogni definizione; LA FELICITA' ESISTE? O spesso scambiamo per essa attimi di gioia intensa o stati di serenità o rassegnati inconsci adattamenti? Il nocciolo dove dipartono i raggi ci fa chiedere se essa sia soltanto un inappagabile desiderio dell'uomo? Un irraggiungibile mito nella cui esistenza l'uomo non rinuncia a credere e sperare come in tutti i miti che alimentano le ILLUSIONI che lo aiutano a vivere? Forse è giusto quel vecchio adagio che dice che la felicità non è di questo mondo.
La (le) tue opinioni esimio RE, richiedono ben altre (luunghe) risposte, ma chi glie lo dice poi a Zambu... [SM=x5240698] [SM=x5240712] Risposte che INEVITABILMENTE sfocierebbero nella sfera parapsicologica, con relativi intoccabili arroventati filamenti religiosi...
Te saludi

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19/07/2017 01:26

Filosofia, religione, parapsicologia... non penserai mica che possano fornire delle certezze, vero? Non spererai forse di trarne dei dati di fatto?
Il dato di fatto, che chiunque può verificare, è che qui nessuno può raggiungere una "felicità" duratura, per quello che, come giustamente fai notare, può valere la definizione.
Dell'aldilà, poi, figuriamoci cosa ne possiamo sapere. In realtà non sappiamo neanche se esiste. Ecco perché ti ho offerto due possibilità: il dissolvimento della coscienza individuale nel nulla, oppure l'assorbimento da parte del tutto che l'avrebbe generata (e ti concedo che del "tutto", "creatore", o comunque lo vogliamo chiamare non ne abbiamo che una vaga intuizione).
Le finalità, se esistono, solo a questo si possono ricondurre. Per quale ragione una coscienza che prima non esisteva, e che viene ad essere soltanto qui ed ora, dovrebbe durare per sempre?
Lasciamo perdere le presunte "rivelazioni" "dall'alto", ti prego, talmente tante e differenti che se ci addentriamo non ne usciamo più. E cerchiamo di evitare anche improbabili "sincretismi".
Stringendo e in soldoni, ti confermo: la felicità non è di questo mondo. Ma sottolineo anche la parte (sottintesa) mancante: e di altri mondi non ne sappiamo nulla.
Questa è la miglior "verità" che ti posso offrire. Se invece volevi soltanto delle accondiscendenti bugie, mi spiace tanto, ma le ho terminate [SM=x5240699]
[Modificato da _RewinD_ 19/07/2017 01:27]
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19/07/2017 10:42



Ciao Sire.
LOLlallà...sai cosa me ne faccio delle tue (ma di chiunque altro) accondiscendenti bugie? Una persona FINE come me NON può dirlo... Al massimo posso indirizzare la questione al film di Totò che rispondeva all'ufficiale nazista cosa doveva farsene della sua carta bianca... si scherzuccia caro RE, si scherzucchia.
Appunto perchè non deteniamo (detieni), ne menzioni nel post precedente, che vaghi giudizi sulle prospettive post-mortem, non si dovrebbe (NOn dovresti) come fai tu, trarre conclusioni sfrettate. Qui si vedono le tue scarse (non devi intenderla un'offesa) nozioni, ma non sei il solo che non è mai entrato nelle profondità di esperienze dirette (faccio solo un nome, Zambu... [SM=g28006] [SM=x5240712] ). Le innumerevoli differenze date dall'alto (o dai trapassati) come dici tu sono determinate dalle differenti personalità di chi non è più tra noi.

Entro solo per un attimo nel merito asserendo che le "tare" terrene non scompaiono immediatamente dopo aver varcato la grande soglia, la pienezza della nuova realtà viene raggiunta per gradi, dopo una logica trafila d'insegnamenti e di "prove". Quindi, quando un trapassato interviene ad una seduta medianica, ben difficilmente saprà discernere la Verità assoluta dalla "sua" verità. In più si differenzia (necessariamente) da altri suoi simili per tutta una serie di bagagli d'esperienze vissute in proprio, uniche e irripetibili. Chi da voce al medium può risiedere all'asilo come all'università dell'aldilà, sta alla capacità e all'esperienza dei componenti di un gruppo concepire e diversificare, discernendo il fenomeno delle varie personalità delle "entità" che via via si presentano. Ho ritenuto in DUE righe semplificare al massimo riducendo i termini per farmi intendere. Spero...

LEI caro SIRE, in maniera particolarmente drastica ed esclusiva, allarga o riduce l'argomento che, a mio avviso, andrebbe trattato diversamente. Si può in parte condividere nel collocare l'idea della felicità in una sfera trascendente nella quale questo stato dell'essere sia raggiungibile SOLO una volta terminata la prova della vita terrena, svincolati, nella sopravvivenza dello spirito, dalle pastoie delle passioni terrene (vedi per me Lidiona... [SM=x5240676] ). Continuando l'argomento però, l'amico RE si allarga e perde di vista il tema principale, si sviluppa in un'esposizione interpretativa del problema della sopravvivenza, assumendo un tono VAGAMENTE polemico (embè, non perde occasione di mostrarmi le chiappe... [SM=x5240699] ), che non mi trovano particolarmente d'accordo.

Chi sente veramente il richiamo spirituale non odia la materia. Sarebbe un grave errore e una altrettanto grave limitazione spirituale. La materia è parte integrante della Creazione come lo spirito. E' dall'interazione delle loro funzioni che si esprime la completezza dell'essere umano, essendo espressione entrambe dell'Atto Creante. La materia in tutti i suoi aspetti, è un necessario complemento alla realizzazione del Sè. I vincoli e i limiti che la materia propone costantemente sul CAMMINO INIZIATICO dell'uomo sono i necessari ostacoli, solo superando i quali (NON con odio, ma con amore) l'individuo può raggiungere la propria realizzazione. Dimenticavo di dire che NON tutte le manifestazioni medianiche sono prodotti di dirette comunicazione dell'aldilà, ma ne riparleremo... Ciau [SM=g28002]

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19/07/2017 11:05

Cercherò di essere sintetico... [SM=x5240654] ...La felicità dell'individuo è, giocoforza, momentanea e legata ad eventi che la generano, destinati però ad esaurirsi in breve tempo. Questi eventi procacciatori di felicità individuale possono riproporsi, anche in novelle forme e rinnovare l'effimera felicità che ne consegue ma il tutto è sempre limitato temporalmente.
Per quanto riguarda discorsi sul significato della vita, sull'aldilà o peggio...sul paranormale [SM=x5240701] ...la verità è che non ne sappiamo nulla e di conseguenza, brancolando nel buio, non possiamo fornire alcuna spiegazione valida. La Fede è l'unica soluzione per un'appagante felicità terrena...per chi ha la fortuna di averla avuta in dono. [SM=x5315403]
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19/07/2017 11:48

Re:
ZarzacoDranae, 19/07/2017 10.42:


Dimenticavo di dire che NON tutte le manifestazioni medianiche sono prodotti di dirette comunicazione dell'aldilà


Ma non vi è certezza nemmeno di una, mio caro. Come dovresti sapere per la scienza non è riconosciuta nemmeno l'esistenza del fenomeno in sé, figuriamoci poi dell'attribuzione della sua origine. Su questa seconda questione vi è infatti la distinzione tra spiritismo e metapsichica, o parapsicologia. Tu sembri aderire al primo, ma la questione resta tutt'altro che risolta.
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19/07/2017 20:51



Nessuno, tantomeno io mi arrogo il merito di aver definitivamente risolto il problema fondamentale e atavico dell'aldilà. Certo, c'è chi su un ipotetico viaggio di un 1000 km ha inforcato la bici e ha percorso almeno i primi metri, viceversa c'è chi descrive il percorso senza mai aver fatto una (non faccio nomi...Re [SM=x5240712] ) pedalata, a buon intenditor...

Procediamo comunque portando un popò d'ordine nel disordine del mitico RE.... sullo spiritismo-metapsichica-parapsicologia. Siamo a digiuno eh! ... [SM=x5240689] [SM=x5240706]
Lo spiritismo è molto più di una ipotesi, parte dall'idea della forma di sopravvivenza di un principio immateriale dell'uomo che risale alla preistoria (vedi 'nù poco, altro che mere e moderne speculazioni). NON è solo un credo infuso che l'anima dei defunti possa a volte riprendere contatto con la Terra e comunicare coi viventi. Te lo posso assicurare.

Vado a rilevare l'accenno di Re sulla metapsichica, la quale è stata coniata sulla falsariga di "metafisica", accenno che denota, ahimè vecchio Re, il tuo non sapere che questa parola è usata nel significato di SCIENZA, ripeto: SCIENZA, che studia ciò che trascende il mondo fisico, ossia la REALTA' ASSOLUTA, superando (anche) intuitivamente i limiti e le imperfezioni del pensiero razionale.

Segue il significato, rilevando le impronte di Re, il significato di parapsicologia CHE, nel termine più vasto possibile, è una derivazione della parola "PSICOLOGIA", preceduta dal prefisso "PARA" che significa "VICINO". Termine che, badaben badaben, dall'etimologia si può dedurre che la parapsicologia studia i fenomeni che, pur avendo rapporti con la psicologia, NON entrano a far parte integrante con essa.
Caro Re, chi ha orecchie per intendere intenda... [SM=g28002]

Bah! forse è meglio che io vada in altalena con Fabioskayser [SM=x5241256]
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Re:
zambu(83), 19/07/2017 11:05:

Cercherò di essere sintetico... [SM=x5240654] ... [SM=x5315403]






Orcocan! Conciso, sintetico, serafico, MAI prolisso, eppure esauriente... fenomenale, ottimo vecchio mio [SM=g28002] [SM=g28002] .

Chissà come farà...grrrrande...immenso Zambu [SM=x5240708]
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19/07/2017 21:45

Re:
ZarzacoDranae, 19/07/2017 20.51:


viceversa c'è chi descrive il percorso senza mai aver fatto una (non faccio nomi...Re [SM=x5240712] ) pedalata, a buon intenditor...
Siamo a digiuno eh! ... [SM=x5240689] [SM=x5240706]


Mah, non capisco perché mi spingi a mostrare le mie referenze quando tu per primo non citi mai una fonte [SM=x5240702]
Poi, se proprio ci tieni, te li posso anche elencare i libri della mia biblioteca personale...



l'idea della forma di sopravvivenza di un principio immateriale dell'uomo che risale alla preistoria


Cos'è, una battuta?
Spero proprio di sì [SM=x5240712]


NON è solo un credo infuso che l'anima dei defunti possa a volte riprendere contatto con la Terra e comunicare coi viventi.


Mah, mi verrebbe da citarti William Mackenzie (non proprio un cicappino), il quale a sua volta ne cita diversi, ma..... che te lo dico a fare? [SM=x5325573]


Vado a rilevare l'accenno di Re sulla metapsichica, la quale è stata coniata sulla falsariga di "metafisica", accenno che denota, ahimè vecchio Re, il tuo non sapere che questa parola è usata nel significato di SCIENZA


Ti confermo che nelle intenzioni è stato proprio così: il termine infatti è stato coniato dal Richet, il quale con il suo trattato intendeva appunto dare dignità alla materia.
Lo stesso Richet, però, non si è mai spinto a fornire all'ipotesi spiritica (perché tale è) una grande considerazione.


il significato di parapsicologia CHE, nel termine più vasto possibile, è una derivazione della parola "PSICOLOGIA"


Non è affatto speculativo affermare che derivi da tale parola, così come alcuni spiritisti amavano (e ancora ci provano) definirsi "spiritualisti", giocando con il vocabolo inglese, soltanto per tentare di acquisire maggiore credibilità. Un problema non da poco, quello della vergogna, visto il proliferare di imbroglioni e la puerilità dei contenuti di certe manifestazioni, seppure assolutamente genuine.
Tutto ciò mi fa sorridere, ma non mi fraintendere: io SO che certi fenomeni sono reali.
Quanto ad una loro completa comprensione di tipo scientifico, però, so anche che c'è ancora parecchia strada da fare...
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20/07/2017 00:08



Siamo di due parrocchie diverse..
..................FRAINTENDIMENTI........................(alla Fabiosky)

Ciao Esimio doctor Re, io non presentavo LINKIATE, nè citazioni varie, nè tantomeno letture, mica voglio fare un confronto dei miei TOMI con i tuoi, schersa minga... [SM=x5241258] NON citavo letture, ma SEDUTE, partecipazioni per anni alle sedute medianiche. NON quelle delle abbuffate... con questo avrei già finito, detto tutto, certo che tu abbia inteso, Eeeh! Come no. Sono invece d'accordo con te quando fai rilevare che lo studio e la strada in questi ambiti è ancora lunga.

Sul mio mentore (uno dei...) C. Richet, devo forzatamente smentirti, e NON me ne compiaccio. Figurati che il grande fisiologo francese usava spessissimo il termine PREMONIZIONE per indicare la PRECOGNIZIONE, in cui credeva, ovvero la percezione extra-sensoriale di eventi futuri, complementare della retrocognizione, che è la percezione extra-sensoriale di eventi passati. Entrambe costituiscono chiaroveggenza nel tempo.
Vabbè, torniamo al grande Richet, già noto per le sue ricerche di neurochimica e per quelle sulla digestione, sul calore animale, sulla respirazione, sulla sieroterapia, vinse il premio Nobel nel 1913 per la sua scoperta sull'anafilassi.

Ma OLTRE ai meriti del mio amico fisiologo, i suoi meriti sono soprattutto quelli di precursore dei moderni studi sull'ipnosi, sulla suggestione mentale y sobre todo SUI FENOMENI PARAPSICOLOGICI e sulla percezione extra-sensoriale. Seguì per sempre l'amico A. Aksakov, metapsichista e studioso insigne, col quale partecipò allo studio dei principali MEDIUM sel suo tempo, tra cui E. palladino, E. d'Esperance, autore di una monumentale opera "Animismus und Spiritismus", nonchè (tra le altre) "i precursori dello spiritismo". Come vedi si interessava eccome di parapsicologia, arrivando al punto di fondare nel 1891 gli "annales des sciences psychiques" e vi pubblicò vari saggi e articoli di parapsicologia. NON solo, E' di sua coniazione (1905) il termine "METAPSICHICA", con la quale voleva indicare (sulla falsariga di "metafisica") lo studio dei fenomeni PARANORMALI. Il SUO termine deriva dal greco metà, nel significato di "OLTRE", "ALDILA'", e psyche = ANIMA, alludendo quindi a uno studio della psiche che si estende AL DI LA' dei limiti della psicologia. Claro? Sperem... [SM=x5240689]

Questa nuova disciplina lo indusse a viaggiare in VARI paesi e a sperimentare con diversi soggetti famosi o meno, aggiungo a quelli su citati M. Bèraud, W. Eglinton, S. Ossowiecki. Parliamo di MEDIUM caro Re, NON di cerbottane. NON solo, nel 1922 pubblicò la sua opera principale " Il traitè de mètapsychique" a cui fecero seguito altri libri, tra cui "La grande esperance", con soggetto di ovvia natura. Dopo la fondazione a Parigi nel 1919, dell'ISTITUT METAPSICHIQUE INTERNATIONAL, ne fu prima presidente onorario, poi presidente effettivo.
E tu caro doctor Re mi spari che non teneva in considerazione l'ipotesi spiritica? Mah! Leggere Topolino non è reato, l'importante però è NON confondersi. Vabbè per questa volta ti perdono....
Ossequi [SM=x5240698]
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20/07/2017 02:31

Re:
ZarzacoDranae, 20/07/2017 00.08:


NON citavo letture, ma SEDUTE, partecipazioni per anni alle sedute medianiche.


Ah, su questo ti concedo una maggiore esperienza della mia, dato che io non ho mai cercato direttamente dei contatti con i defunti, i disincarnati, gli angeli, i demoni, o qualsiasi altra presunta entità ultraterrena.
Però non posso fare a meno di chiederti: in cosa le tue sedute dovrebbero essere diverse dalle migliaia che risultano già ampiamente documentate?
Quali evidenze ritieni di aver trovato tu, che agli altri sarebbero sfuggite?
In sostanza, cosa ti fa credere che la presunta entità "contattata" sia proprio chi dice di essere, e non invece un prodotto subliminale del medium e/o degli astanti e/o di un inconscio collettivo?
In che modo puoi escludere le ultime ipotesi, e confermare la prima (ovvero che l'entità stia dicendo la verità)?
Te lo chiedo perché, anche nell'ipotesi che le entità siano reali, è stato dimostrato molte volte che mentano spudoratamente.


Sul mio mentore (uno dei...) C. Richet, devo forzatamente smentirti, e NON me ne compiaccio. Figurati che il grande fisiologo francese usava spessissimo il termine PREMONIZIONE per indicare la PRECOGNIZIONE, in cui credeva


La qual cosa non mi smentisce affatto, dato che io l'avevo citato per smentire il suo presunto sostegno alle credenze dello spiritismo, non certo per portare acqua al mulino degli scettici (e questo sì, sarebbe il colmo).


partecipò allo studio dei principali MEDIUM sel suo tempo


Ma interessarsi ai medium è gioco-forza per chiunque pretenda di avvicinarsi all'occulto. Una cosa però è riconoscere l'esistenza dei fenomeni medianici, altra cosa è pretendere che gli stessi siano spiegabili unicamente in termini spiritici.
E tanto per essere chiari sul pensiero del Richet, cito da "Metapsichica e Spiritismo", di Padre F. M. Palmés (in italiano, come piace a te):


- 32 ATTEGGIAMENTO DEL RICHET DI FRONTE ALLO SPIRITISMO. — Se dobbiamo credere alle sue esplicite dichiarazioni, non possiamo considerarlo uno spiritista. Infatti nella sua opera, prevedendo senza dubbio l'effetto che avrebbe prodotto sui lettori, si sforza di dichiarare con grande energia di non essere spiritista, e ciò sin dalle prime righe del suo libro:
"Coloro che sperano di trovare in questo libro considerazioni nebulose sui destini dell'uomo, sulla magia, sulla teosofia, avranno una grossa delusione. Io ho voluto scrivere un libro di scienza e non di fantasia. Mi sono accontentato di esporre i fatti e discutere la loro realtà, non solo senza pretendere una teoria, ma anche senza menzionare per nulla le teorie, perché quelle finora proposte in metapsichica mi sembrano di una spaventosa fragilità".
Un anno avanti la prima edizione del trattato, nel 1921, l'autore espressamente interrogato su questo punto in una famosa inchiesta promossa dal periodico La Opinion, aveva risposto nel modo seguente, secondo ci riferisce PAUL HEUZÚ:
"L'illustre professore tirò fuori la pipa e disse: — Comincio col farvi una categorica dichiarazione: io non credo nemmeno una parola dello spiritismo! — La frase venne pronunziata nella maniera più chiara e con una certa forza... Il professor Ricnzr è stato spiritista? Confesso che non osai rivolgergli questa domanda. Mi sembra che se lo è stato ed ora non lo è più, questo sarebbe ancora più significativo... Ma sentiamo il seguito. — No, mi dice con calma il professore, io non credo a nessun fenomeno spiritico. Credo, invece, alla maggior parte dei fenomeni psichici".



Cùntent? [SM=x5240704]
[Modificato da _RewinD_ 20/07/2017 02:42]
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20/07/2017 11:13



Ti rispondo un cicinin...
Ogni seduta medianica si diversifica l'una dall'altra, sia per gli insegnamenti (SEMPRE da soppesare) che i maestri-guide (tralascio di menzionare le intromissioni larvali) di volta in volta impartiscono, e sia per le "capacità" dei medium e della coesione dei gruppi stessi. Ogni medium, ogni gruppo ha approcci con entità manifeste, del tutto diverse (l'ho già detto), uniche, come è unica una singola psiche. Entiendes? No? Ecco, lo sapevo... [SM=x5325573] per tutte le tue ALTRE curiosità dovrei mettere en la mesa le mie esperienze, di conseguenza la mia vita, NON mi sembra il caso. Piano piano magari... un tuchin alla volta, e vegna sira...

Brevemente sul Richet e sul tuo TESTE Fernando Palmès. Re!! Re!! Ma per cortesia, che ingenuotto che 6... Sto Padre nel suo piccolo fu pure spronato al dileggio della Parapsicologia, la sua è un'impostazione d'indagine del TUTTO cattolica. Cosa volevi aspettarti (e dimostrarmi??). A quale mulinello credi che stia portando la SUA acqua?? Stiamo giocando alla LIPPA? Sono certo che mi hai postato la sua FIGURA per puro scopo di contrasto, NON perchè credi veramente ai suoi scritti. Sopra E sediamo... Non sono certo poche righe gesuite romanzate che cambiano le carte en la mesa, suvvia.

Il serissimo studioso e premio Nobel Richet CREDEVA in quello che faceva caro SIRE, NON hai ancora compreso che LA PARAPSICOLOGIA, di fatto, fu coniata tramite la dizione "RICERCA PSICHICA" sfociata in "METAPSICHICA" DAL RICHET, cerca di comprendere senza farmi venire i calli ai polpastrelli ..., QUINDI RICHET EQUIVALE A PARAPSICOLOGIA. NON mi ripeterò. Credi veramente che uno scienziato del suo calibro che conia un termine e lo porta avanti nello studio per decenni, non abbia in sè la profonda convinzione in quello che fa? Ma schersa minga. La parapsicologia è una ricerca con un ubi consistam che viene studiata e insegnata nelle università (specie made in USA e Germania), se vuoi informarti...

Charles Richet fu IL PRIMO ad inquadrare la STORIA della parapsicologia in 4 periodi che ha chiamato "mitico", "magnetico", "spiritico", e "scientifico". Noi, ai nostri giorni siamo in grado di allargarci per la divisione in due ere: "preistorica" e "storica", e in sei periodi: 1) mitico, 2) mesmerico o magnetico, 3) spiritico, 4) primo periodo scientifico, o dello spiritualismo scientifico, 5) secondo periodo scientifico, 6) periodo contemporaneo.

Hai posto come una barzelletta l'era preistorica (qui mi hai fatto veramente piangere... [SM=g28000] non ricordo più se era per il divertimento o per lo sbigottimento...mmmmmmh, quando le cose che si dileggiano NON si conoscono [SM=x5240706] ). Questo periodo mitico NON va obliato per niente, tempi in cui il pensiero e il suo atteggiamento di fronte alla paranormalità, sfociava nella magia, in cui la realtà tendeva a sfociare in mito, ma non per questo da non prendere in considerazione. Tra una merenda e l'altra l'amico Plutarco mi raccontava che il più antico studio sperimentale sulla paranormalità fu quello, notissimo, condotto da Creso re di Lidia (VI sec. a. C.), il quale, volendo portar guerra alla Persia e desiderando il consiglio di un oracolo, volle esser sicuro della scelta, optando e mettendo alla prova quello di Delfi, chiedendogli ad un'ora e ad un giorno stabiliti cosa stesse facendo. L'oracolo rispose dicendo di sentire odore di carni d'agnella e di testuggine bollite in un lebete di bronzo: in quel momento Creso stava appunto sorvegliando la bollitura.
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20/07/2017 17:51

Re:
Non ti ho chiesto di raccontarmi tutta la tua vita, ma soltanto di indicarmi su quali evidenze basi le tue certezze.
Affermare che le presunte entità siano tutte diverse tra loro non esclude le ipotesi alternative che ti avevo proposto.
Se ogni psiche umana è diversa dall'altra, ciò è pienamente compatibile con l'ipotesi che le presunte entità siano appunto prodotte dalle prime, e non rende affatto necessaria l'ipotesi di esistenza delle seconde.

Quanto a Palmés, la tua critica nei miei confronti sarebbe valida se io avessi citato le sue personali opinioni. Nella realtà invece ho riportato soltanto le sue citazioni su Richet, per contestare le quali a nulla valgono le tue rimostranze su posizioni e scopi personali del Palmés. Se vuoi contestare la citazione di un libro e di un'intervista, è solo a quelli che dovresti riferirti. O dimostri che sono falsi, se è questo che stai insinuando, oppure accetti il fatto che il Richet non vada schierato tra i sostenitori dello spiritismo.
Un po' di onestà, suvvia [SM=g27988]

Sulla "preistoria" che dire... fin dalle elementari viene insegnato che questa si differenzia dalla "storia" per l'assenza della scrittura. E poi invece mi citi Plutarco... vabbeh, lasciamo stare [SM=x5240706]
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21/07/2017 14:13



Non volevo più risponderti per non ripetermi, magari passando per maleducato. RI-posto perchè è del tutto possibile che io non sia in grado di esprimermi con dovizia, escludendo ovviamente fin da SUBITO la tua non possibilità ad intendere. Citando l'amico di merende Plutarco mi infiltravo nei meandri della preistoria-STORICA o, storia-PREISTORICA che dir si voglia, da acuerdo?
Lasciamo stare il Richet, sul quale, se mi permetti hai (ahi, ahi, ahi) toppato. In fin dei conti il Richet non è che una figura del MAZZO parapsicologico, si potrebbe anche parlare degli studi e dei risultati ottenuti dai vari Prince, i Lodge, gli Osthy, i Podmore, i Gurnei, i Sidgwicks, y sobre todo di Frederick William Henry Myers, con il quale la mia (insignificante) posizione si avvicina sotto molti aspetti.

L'illustre studioso inglese (che mi aiuta a non parlare di me) può essere considerato il fondatore degli STUDI metapsichici (ho detto fondatore -SOLO-DEGLI STUDi, nota bene esimio RE, NON dell'etimo), fece della sopravvivenza il problema fondamentale di tutta la sua ricerca. Myers sostiene l'esistenza di un "IO subliminale", cioè un "IO" che rimane al di sotto del limite della coscienza (comunemente indicato con limen) il quale però trascende la coscienza stessa venendo così a contatto con la realtà, nel suo insieme, riuscendo ad assumere informazioni e ad avere attività al di fuori dei comuni canali dei sensi. Da questa sfera inconscia, da questo "IO subliminale", le conoscenze ricevute in via paranormale, si traducono sul piano della coscienza che le assume e le fa proprie. Su questa linea quello sdolcinato sessuofobo di Freud ci macinò e si sbizzarrì oltremodo...(detto fra noi, con Freud non avrei MAI potuto andare a fare colazione...). [SM=x5240705]

Secondo Myers (e io sono più che d'accordo...), l'"IO subliminale" sopravvive alla morte ed è spesso in grado di stabilire rapporti di comunicazione con i viventi. Myers cercò di conciliare un rapporto tra spiritismo e metapsichica, poichè riteneva (più che giustamente, ne sono consapevole) che non tutti i fenomeni PSI o PK potessero essere prodotti solo da "IO subliminali" incarnati, ma che questa possibilità restasse anche nell'"IO" sopravvissuto al soma (non parlo di cavalli caro doctor, ma del corpo fisico umano...). Con questo prospettava il principio che una parte dei fenomeni paranormali possono essere serissimi indizi a sostentamento di tale tesi.

Un atteggiamento molto simile a questo è, del resto, tenuto da molti seri studiosi di psicofonia o metafonia che dir si voglia, i quali, dopo che attraverso sperimentazioni di laboratorio, è stato accertato che si può influenzare con la psiche un campo elettromagnetico (lo CONFERMO), NULLA VIETA che, se ciò può farlo la "psiche incarnata", questa possa continuare a farlo anche una volta disincarnata.
Dopo aver "toccato" con mano, ritengo doveroso, a ragione (la mia...), il rifiuto del troppo riduttivo concetto materialistico, che limita tutto un patrimonio di sensazioni, intuizioni (vedi un popò cosa ne pensava la capa tanta Einstein), fenomeni inspiegabili, introspezioni dell'essere, ad un'unica sensazione di disperata paura che spinge l'essere umano a "IMMAGINARSI" una continuità post-mortem.
Arvedars [SM=x5240739]
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22/07/2017 03:51

Partiamo dal fondo: non capisco il "ciaone". Sembra quasi che tu voglia trasformare una semplice discussione tra due appassionati di fenomeni insoliti in una sfida. Se così fosse, come ti ho già accennato all'inizio, ne usciremmo sconfitti entrambi, essendo il nocciolo della questione (i fenomeni paranormali... i quali vengono prima delle interpretazioni...) attualmente non dimostrabile scientificamente.
I ripetuti tentativi in proposito sono stati tutti contestati e rigettati, e questo è un fatto piuttosto incontestabile.
Così come incontestabile è che il Richet non abbia mai inteso in alcun modo avallare le credenze dello spiritismo, e qui, mi spiace, ma quello che ha toppato sei solo tu [SM=x5240700]
Con Myers ti andrà meglio?
Beh, diciamo che quanto meno questa volta hai azzeccato il soggetto che, a differenza del Richet, alla fede della vita oltre la morte ha tentato di fornire un sostegno.
Un'ipotesi sulle sue motivazioni personali si può trovare qui: books.google.it/books?id=5MZbDgAAQBAJ&pg=PA38&lpg=PA38#v=onepage&q&...
Non molto dissimile, quindi, dalla "disperata paura che spinge l'essere umano a "IMMAGINARSI" una continuità post-mortem" della quale hai accennato.
Quanto invece alla qualità del "sostegno", mi limito a citare le opinioni di due psicologi.
Un suo contemporaneo: it.wikipedia.org/wiki/Th%C3%A9odore_Flournoy

Da "Spiritismo e psicologia", pagg. 66-67


Come s'è visto, questi quattro primi capitoli trattano in modo
generale sopra fatti correntemente ammessi dalla scienza
contemporanea, e che il Myers si limita a ordinare e a interpretare
a modo suo. Essi forniscono una base solida e un fondamento
positivo alla sua teoria della coscienza subliminale; per contro non
recano argomenti precisi in favore della sopravvivenza della
personalità umana
, la quale è pure la tesi essenziale dell'autore e il
suo pensiero dominante. Tutt'al più di fronte a questi curiosi
fenomeni di subcoscienza che talvolta trascendono il corso
ordinario della vita così da sembrare che essi rivelino un ordine
superiore, ci si trova in diritto di supporre, come possibilità
puramente astratta
, che il destino dell'uomo non sia fatalmente
limitato a quello del suo organismo materiale. Ma in fondo il
Myers non ha prodotto finora in favore dell'esistenza di un'anima
indipendente dal corpo se non indizi vaghi e presunzioni fragili.




Ed un nostro: www.macrolibrarsi.it/autori/_gianluca-volarici.php

Da "Iniziazione ai fenomeni paranormali. Il mondo della parapsicologia", pagg. 130-131


Il poeta e scrittore F.W.H. Myers ha introdotto l’ipotesi del-
l"io subliminale’ come base di interpretazione dei fenomeni pa-
ranormali. Egli pensava che la mente umana fosse divisa in due
zone, separate da una ‘soglia’. Esse costituirebbero il ‘sopralimi-
nale’ cosciente ed il ‘subliminale’ inconscio. Il primo sarebbe
solo un frammento limitato, occorrente per la nostra attività prati-
ca, ma al di là di esso esisterebbero attività inconsce di vasta por-
tata; espressioni dell’Io subliminale. Quest’ultimo, manterrebbe
un rapporto profondo, ‘extrafisico’, con la realtà.

CONCLUSIONE

Le teorie che abbiamo passato in rassegna, pur sviluppando
acute speculazioni, mostrano naturalmente numerose lacune.

Tuttavia, ogni gruppo esaminato reca un importante contributo ai
fini di eventuali ricerche. Così le teorie ‘fisiche’, cercando di sco-
prire, con l’ausilio di precise sperimentazioni, un veicolo della
PSI, sono utili per studiarne le limitazioni, che per adesso non
possiamo conoscere con certezza.

Le teorie di ‘campo’ tendono ad incorporare i fenomeni para-
normali entro un quadro scientifico del mondo, anche se aperto ai
più svariati sviluppi. Secondo Rao “queste teorie sembrano più di
altre indicare una maggiore possibilità di dedurre empiricamente
gli effetti verificabili”.

Interessanti e dotate di fascino sono le teorie dell"inconscio
collettivo’, per aver colto l’aspetto interpersonale del fenomeno
ESP. Tuttavia, come già accennato, esse non sono in grado di
chiarire la ‘selezione’ delle informazioni ricevute.

Le ipotesi ‘animistiche’, infine, propongono modelli di fun-
zionamento e strutture della ‘facoltà PSI’ seguendo e sviluppan-
do concezioni psicoanalitiche della mente umana. Ciò può risul-
tare un utile punto di partenza, a patto di non schematizzare in tal
modo un processo energetico le cui complesse leggi, un giorno
scoperte, desteranno senza dubbio grosse sorprese.



Si tratta forse di autori scettici e materialisti?
Non credo proprio, visto il carattere delle loro opere.
Non si diventa scettici e/o materialisti per il solo fatto di saper distinguere i fatti dalle opinioni... [SM=g27988]
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Re:
_RewinD_, 22/07/2017 3:51:

Partiamo dal fondo: non capisco il "ciaone". Sembra quasi che tu voglia trasformare una semplice discussione tra due appassionati di fenomeni insoliti in una sfida. Se così fosse, come ti ho già accennato all'inizio, ne usciremmo sconfitti entrambi, essendo il nocciolo della questione (i fenomeni paranormali... i quali vengono prima delle interpretazioni...) attualmente non dimostrabile scientificamente.
I ripetuti tentativi in proposito sono stati tutti contestati e rigettati, e questo è un fatto piuttosto incontestabile.
Così come incontestabile è che il Richet non abbia mai inteso in alcun modo avallare le credenze dello spiritismo, e qui, mi spiace, ma quello che ha toppato sei solo tu [SM=x5240700]
Con Myers ti andrà meglio?
Beh, diciamo che quanto meno questa volta hai azzeccato il soggetto che, a differenza del Richet, alla fede della vita oltre la morte ha tentato di fornire un sostegno.
Un'ipotesi sulle sue motivazioni personali si può trovare qui: books.google.it/books?id=5MZbDgAAQBAJ&pg=PA38&lpg=PA38#v=onepage&q&...
Non molto dissimile, quindi, dalla "disperata paura che spinge l'essere umano a "IMMAGINARSI" una continuità post-mortem" della quale hai accennato.
Quanto invece alla qualità del "sostegno", mi limito a citare le opinioni di due psicologi.
Un suo contemporaneo: it.wikipedia.org/wiki/Th%C3%A9odore_Flournoy

Da "Spiritismo e psicologia", pagg. 66-67


Come s'è visto, questi quattro primi capitoli trattano in modo
generale sopra fatti correntemente ammessi dalla scienza
contemporanea, e che il Myers si limita a ordinare e a interpretare
a modo suo. Essi forniscono una base solida e un fondamento
positivo alla sua teoria della coscienza subliminale; per contro non
recano argomenti precisi in favore della sopravvivenza della
personalità umana
, la quale è pure la tesi essenziale dell'autore e il
suo pensiero dominante. Tutt'al più di fronte a questi curiosi
fenomeni di subcoscienza che talvolta trascendono il corso
ordinario della vita così da sembrare che essi rivelino un ordine
superiore, ci si trova in diritto di supporre, come possibilità
puramente astratta
, che il destino dell'uomo non sia fatalmente
limitato a quello del suo organismo materiale. Ma in fondo il
Myers non ha prodotto finora in favore dell'esistenza di un'anima
indipendente dal corpo se non indizi vaghi e presunzioni fragili.




Ed un nostro: www.macrolibrarsi.it/autori/_gianluca-volarici.php

Da "Iniziazione ai fenomeni paranormali. Il mondo della parapsicologia", pagg. 130-131


Il poeta e scrittore F.W.H. Myers ha introdotto l’ipotesi del-
l"io subliminale’ come base di interpretazione dei fenomeni pa-
ranormali. Egli pensava che la mente umana fosse divisa in due
zone, separate da una ‘soglia’. Esse costituirebbero il ‘sopralimi-
nale’ cosciente ed il ‘subliminale’ inconscio. Il primo sarebbe
solo un frammento limitato, occorrente per la nostra attività prati-
ca, ma al di là di esso esisterebbero attività inconsce di vasta por-
tata; espressioni dell’Io subliminale. Quest’ultimo, manterrebbe
un rapporto profondo, ‘extrafisico’, con la realtà.

CONCLUSIONE

Le teorie che abbiamo passato in rassegna, pur sviluppando
acute speculazioni, mostrano naturalmente numerose lacune.

Tuttavia, ogni gruppo esaminato reca un importante contributo ai
fini di eventuali ricerche. Così le teorie ‘fisiche’, cercando di sco-
prire, con l’ausilio di precise sperimentazioni, un veicolo della
PSI, sono utili per studiarne le limitazioni, che per adesso non
possiamo conoscere con certezza.

Le teorie di ‘campo’ tendono ad incorporare i fenomeni para-
normali entro un quadro scientifico del mondo, anche se aperto ai
più svariati sviluppi. Secondo Rao “queste teorie sembrano più di
altre indicare una maggiore possibilità di dedurre empiricamente
gli effetti verificabili”.

Interessanti e dotate di fascino sono le teorie dell"inconscio
collettivo’, per aver colto l’aspetto interpersonale del fenomeno
ESP. Tuttavia, come già accennato, esse non sono in grado di
chiarire la ‘selezione’ delle informazioni ricevute.

Le ipotesi ‘animistiche’, infine, propongono modelli di fun-
zionamento e strutture della ‘facoltà PSI’ seguendo e sviluppan-
do concezioni psicoanalitiche della mente umana. Ciò può risul-
tare un utile punto di partenza, a patto di non schematizzare in tal
modo un processo energetico le cui complesse leggi, un giorno
scoperte, desteranno senza dubbio grosse sorprese.



Si tratta forse di autori scettici e materialisti?
Non credo proprio, visto il carattere delle loro opere.
Non si diventa scettici e/o materialisti per il solo fatto di saper distinguere i fatti dalle opinioni... [SM=g27988]




mamamamamamamamama.....Sfida???!!!?? Ma che stai 'addìiiì...ma dico io. La passione che dici tu poi, è deleteria per una seria ricerca, bisogna SEMPRE minimizzare i sentimenti, standosene fuori il più possibile, altrimenti si è di parte come l'ometto dalla bocca SEMPRE più LARGA... [SM=x5240699]

Considerazioni... Doctor Fabiosky permettendo...........


Mi consenta sua Eccellenza Illustrissima di farle notare il suo reiterato e/o disordinato supporto in LINKIATE altrui. Il suo basarsi costantemente a valutazioni d'altri , non dico che non le fa onore, me ne guardo bene, ma ricalcare e spacciare speculazioni edite da TERZI (nonchè quarti e quinti...) non può solleticare le sue stimate sinapsi che, di questo passo promulgheranno lo sciopero... [SM=x5240712] mi RI-consenta....

Come già dissi ti "appoggi" ad altri, dove puoi, non avendo alternative. E fin qui... Le mie teorie/ supposizioni/ variabili/ pseudo certezza/ conferme, ecc, le ho (le abbiamo...) "raggrumate", condensate, catalogate, scartate, approvate, ecc ecc. in qualche decina d'anni di seria (il più possibile) ricerca, e NON saranno di certo il gesuita di turno che mi presenti, sperticatamente di parte, o scrittore o pseudo tale, che MAI ho avuto il DISPIACERE di conoscere negli anni passati (purtroppo passati) di informazioni ricevute ANCHE nel settore della metafonia, scrittura automatica, pranoterapia, telepatia ecc. a farmi cambiare sostanzialmente parere.

Il concetto di coscienza ha sempre dato luogo a contrasti e a diversità di vedute nel campo filosofico, ma anche parapsicologico, quando la coscienza di cui parlo si rivela una coscienza "esterna". Nel nostro incedere eravamo supportati da un "medium" potenzialmente incredibile, ancor più come amico e fratello che, come scrissi non è più su questo piano esistenziale.

Concludendo intendo dire che essere a digiuno di certe tematiche NON è un delitto, ci mancherebbe, l'importante sarebbe NON pontificare quando non si è in grado di farlo, adducendo o mettendo sul tavolo del sapere delucidazioni e caratteristiche altrui. In realtà, caro RE, ti stimo, come del resto stimo tutti quelli che provano ad uscire dalle pastoie della quotidianità ascritta e condizionata, poi, nel proporsi si può essere simpatici o meno, ma questo, almeno per me, passa decisamente in second'ordine.
Non ti saluto più, niente ciaone....
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22/07/2017 18:15

Ehm, ti faccio notare che degli autori qualsiasi, ma almeno identificabili e con un curriculum pubblico, sono più che sufficienti per contestare il nulla al quale continui ad appoggiarti:


Le mie teorie/ supposizioni/ variabili/ pseudo certezza/ conferme, ecc, le ho (le abbiamo...) "raggrumate", condensate, catalogate, scartate, approvate, ecc ecc. in qualche decina d'anni di seria (il più possibile) ricerca



Chi? Dove? Come? Quando?
Maddeché? (e sono io che te lo dico [SM=x5240712] )


l'importante sarebbe NON pontificare quando non si è in grado di farlo, adducendo o mettendo sul tavolo del sapere delucidazioni e caratteristiche altrui



Ecco, appunto, tu manco quelle hai trovato. Il Richet l'ho tirato fuori io e tu hai tentato (invano) di rubarlo per piegarlo ( [SM=g27993] ) alle tue posizioni.
Il Myers, come chiunque può testimoniare, non ha portato nulla di concreto alle sue/tue credenze, che tali rimangono.
Per il resto (ma quale resto?) c'è soltanto la tua allusione a presunti "studi" e "ricerche" che non hai neanche il coraggio di citare.
E che te devo dì?
C'hai proprio raggione, c'hai! (di solito tocca fare così [SM=x5240703] [SM=x5240699] )
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