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Topi nei solai e altri dettagli

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2017 14:46
12/04/2017 13:15
 
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Buongiorno, sono qui perché avrei bisogno di alcune informazioni per un romanzo che sto scrivendo.
Anni '80, palazzo signorile di 11 piani in zona residenziale periferica a Milano. Nei solai all'ultimo piano ci sono topi infestanti.
Domanda 1: È più credibile che si tratti di topi domestici o di ratti neri? Io preferirei utilizzare topi domestici albini.
Domanda 2: La storia prevede che l'uomo della disinfestazione, mentre sta ispezionando i locali in cerca delle feci, trovi un nido con alcuni cuccioli di topo in un angolo dietro a un cartone. È credibile? Normalmente dove preparano i loro nidi i topi domestici?
Domanda 3: Circa dieci anni fa un amico mi raccontò che un topino si era insediato nel controsoffitto del suo appartamento. Poiché una volta eliminato l'animale sarebbe stato impossibile recuperare e smaltire la carcassa, il disinfestatore propose l'utilizzo di un'esca contenente un veleno che distruggeva gli organi interni e dopo la morte seccava la carcassa. Sapete dirmi che tipo di veleno è? Negli anni '80 era già in commercio?

Grazie mille e scusate per il disturbo. [SM=g27985]
12/04/2017 23:06
 
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Bene, qualcosa di diverso dal solito tran tran... [SM=g27987]


Domanda 1: È più credibile che si tratti di topi domestici o di ratti neri? Io preferirei utilizzare topi domestici albini.



Sicuramente topolini delle case, perchè i ratti dei tetti preferiscono (se appena possibile) case meno alte e meno recenti.
Gli albini in natura sono estremamente rari, e i pochi esemplari che si trovano in giro sono di solito esemplari "pet" sfuggiti al proprietario.


Domanda 2: La storia prevede che l'uomo della disinfestazione, mentre sta ispezionando i locali in cerca delle feci, trovi un nido con alcuni cuccioli di topo in un angolo dietro a un cartone. È credibile? Normalmente dove preparano i loro nidi i topi domestici?



E' più che plausibile e in effetti, anche se non così di frequente, è una cosa che capita.
I topolini fanno in nido un po' dove capita, a patto che si tratti di un posto apparentemente sicuro e protetto. La cavità del nido viene poi riempita in parte con materiale morbido (pezzi di tessuto, striscioline di carta, fibre vegetali, etc) che serve da imbottitura.


Domanda 3: Circa dieci anni fa un amico mi raccontò che un topino si era insediato nel controsoffitto del suo appartamento. Poiché una volta eliminato l'animale sarebbe stato impossibile recuperare e smaltire la carcassa, il disinfestatore propose l'utilizzo di un'esca contenente un veleno che distruggeva gli organi interni e dopo la morte seccava la carcassa. Sapete dirmi che tipo di veleno è? Negli anni '80 era già in commercio?



Si chiama sulfachinossalina e, sorpresa, non è un veleno ma semplicemente un antibatterico.
Le cose stanno così:
I veleni per topi sono tutti a base di anticoagulanti, e l'antidoto è rappresentato dalla vitamina K. La flora intestinale dei roditori produce una buona quantità di questa sostanza, che contrasterebbe in una certa misura l'azione del veleno.
La sulfachinossalina presente nell'esca tende a deprimere la flora intestinale e a impedire la formazione di vitamina K.
Quando il topo muore è "imbevuto" di antibatterico, e quindi la carcassa non andrà rapidamente incontro a fenomeni di putrefazione, ma tenderà piuttosto a disidratarsi e mummificarsi (stiamo parlando di pochi grammi di peso).

Negli anni 80 già si usava, sì, e ricordo di aver studiato il meccanismo quand'ero all'Università, quindi si usa da parecchio.

Serve altro? [SM=g27985]



14/04/2017 14:46
 
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Grazie davvero, mi sei stato utilissimo!
Ho solo un dubbio. Nel caso che ti ho descritto si prepara quindi un'esca contenente sia l'antibatterico che il topicida anticoagulante? È una prassi comune l'aggiunta di questo antibatterico o avviene soltanto quando la carcassa non può essere smaltita?
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