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18/01/2017 17:21 | |
Saga.S, 17/01/2017 22.36:
Seconda inviata:
“LA PREMIÈRE” di Spettro94
Testo nascosto - clicca qui
ATTINENZA AL TEMA E USO DEI PACCHETTI
Per questa storia è stato fatto un uso più che soddisfacente di entrambi i pacchetti scelti. Tutti gli elementi richiesti sono presenti, e anche quelli meno “vividi” sono perfettamente rintracciabili nel corso della narrazione.
Non è altrettanto valido l’uso del tema principale del contest, ovvero i segreti.
Non è ben chiaro, nella narrazione, che cosa sia esattamente un segreto e cosa non lo sia. La trama non sembra ruotare attorno a un segreto, né al fatto che tale segreto possa o meno essere rivelato; il plot-twist finale mostra sì una piega degli eventi fino a quel momento insospettabile, ma si tratta di un colpo di scena che confonde le acque più che svelare un segreto.
Pacchetti:
#1
ELEMENTI OBBLIGATORI
- In questa storia c'è almeno un vampiro. (v)
I vampiri sono presenti nella storia nella loro accezione classica: bevono sangue e soffrono del contatto con croci e acqua santa. Non si fa accenno alla questione della luce solare, ma sono comunque perfettamente inquadrabili come creature di quel genere, dati gli elementi forniti dalla narrazione.
- "Soon I'll come around. Lost and never found, buried underground, but I'll keep coming" I'll Keep Coming (Low Roar) (v)
La frase della canzone è stata leggermente modificata secondo le esigenze della narrazione ma è perfettamente riconoscibile, e rappresenta un momento di forte pathos nella vicenda personale di Carlaya.
ELEMENTO FACOLTATIVO
- Bondage (v)
Non è presente l’elemento del bondage nel senso più comune del termine, ma un situazione come quella della violenza subita da Carlaya, mentre la vampira soffriva per l’acqua santa ed era incatenata al soffitto, ha soddisfatto ampiamente questo requisito.
#5
ELEMENTI OBBLIGATORI
- Non-con/Dub-con (v)
Lo stupro che Carlaya subisce, si incasella in una dinamica a metà tra un amplesso non-con e dub-con. Non c’è alcun dubbio sul fatto che la vampira non abbia alcuna voglia di intrattenersi fisicamente con il suo aguzzino e psicologicamente ne soffre, ma per qualche ragione, sembra a causa della stimolazione dell’acqua santa, il suo corpo risponde.
L’elemento è stato perciò perfettamente rispettato in ambedue le sue forme.
- Uno dei personaggi principali ha un oggetto da cui non si separa mai. (v)
Il ciondolo che Carlaya ha sottratto a Dormand rappresenta non solo l’oggetto sopracitato, ma anche una sorta di punto chiave della narrazione (dato che questo monile sembra in qualche modo offuscare la sua volontà).
ELEMENTO FACOLTATIVO
- “C’è sempre tempo per cambiare idea, o almeno così dicono. A me però non sembra.” (v)
Il prompt è stato usato correttamente ed è perfettamente individuabile in corso di narrazione.
CONTESTO/ATMOSFERA
Il contesto di questa storia non viene approfondito in maniera particolare, il che però, per una buona parte della narrazione, non crea problemi al lettore dato che ci troviamo in un mondo che non è diverso dal nostro.
Non si tratta di un universo fantasy, per cui non sembrano necessarie digressioni approfondite sul contesto, né nella parte che riguarda il “presente” degli avvenimenti, né durante i flashback (in cui troviamo anche un vago appunto su Pipino il Breve che aiuta a collocare l’evento temporalmente).
Mentre in linea generale si tende a non sentire la mancanza di approfondimenti contestuali, il problema emerge però nella dinamica, appena accennata, dei vampiri e dei cacciatori.
Vi sono parecchi riferimenti ad una società di vampiri le cui azioni non sono casuali (per esempio, abbiamo numerosi vampiri che fuggono da Parigi nel flashback, e viene anche fatto riferimento ad una possibile guerra tra costoro e la Chiesa).
Sono presenti accenni anche riguardo i cacciatori, di cui Dormand è il Gran Maestro nel flashback di Carlaya/Carly, che sembrano far parte di una sorta di corpo speciale della Chiesa (simili a degli inquisitori dei tempi della caccia alle streghe).
Quello che non sappiamo è se questi vampiri hanno poteri/abilità particolari. Vediamo una fiumana terrorizzata di loro che fugge dai cacciatori, e che non cerca nemmeno di difendersi, e vediamo le due sorelle sostanzialmente inermi di fronte a Dormand ed ai suoi fidi compari.
Viene quindi spontaneo immaginare che i vampiri non siano sostanzialmente più forti degli esseri umani, nonostante siano in tutto e per tutto simili alle creature del mito, almeno per quel poco che ci viene descritto; è perciò un po’ fuorviante, data l’assenza di contestualizzazione, immaginarsi queste creature (che dovrebbero essere potenti, almeno in teoria) che scappano terrorizzati di fronte a degli esseri umani. Per quanto i loro inseguitori possano essere cacciatori, i vampiri avevano dalla loro il numero (essendo una “fiumana”), e l’assenza di contestualizzazione fa sembrare strano che costoro fuggano senza nemmeno provare a difendersi.
L’atmosfera riesce spesso a sopperire alla mancanza di contestualizzazione, che si fa sentire in alcune parti del testo. C’è una sorta di velo “cinematografico” che ammanta la narrazione, soprattutto in alcune scene (quella dello stupro, quella del massacro nel cinema, quella dell’elicottero), che acquisisce una marcia in più quando si scopre che sì, in effetti era tutto un film (per quanto tratto da una “storia vera”, in un certo senso).
TRAMA/INTRECCIO
La trama è accattivante, discretamente coinvolgente e con un ottimo plot-twist finale.
Le vicende di Carly/Carlaya sembrano inizialmente quelle di una semplice attrice, poi viene svelato che la giovane è in realtà una vampira, e addirittura che è vicina al suo obiettivo di sterminare un’antica stirpe di cacciatori. Salvo poi scoprire che non era affatto così, semmai tutto il contrario, con un colpo di scena che lascia a bocca aperta e che fa quasi sperare che ci sia un seguito.
Purtroppo, la narrazione risente enormemente di due buchi di trama, che fanno perdere validità a molte scene e tolgono spazio alle teorie del lettore; primo fra tutti, il fatto che Dormand Coltiér faccia uccidere Corinne e non Carlaya.
Non ci è dato sapere quale sia il motivo per cui il Gran Maestro abbia fatto incatenare e rinchiudere le due sorelle. Da quello che sembra, le sue intenzioni erano quelle di torturarle e poi ucciderle entrambe, dato che, quando Carlaya chiede “dove sono?” le viene risposto “nella tua tomba”. E dato anche che, in effetti, Corinne viene torturata e uccisa sotto gli occhi inermi di sua sorella.
Non è chiaro che cosa esattamente accade a Corinne, dato che in quel momento Carlaya è troppo sofferente per cogliere gli ultimi momenti di vita della sorella. Quello che sembra è che sia qualcosa di repentino; si intuisce che la fine di Corinne è rapida, o comunque causata da un’azione in particolare (taglio della testa o della gola, ad esempio).
Perché, dunque, Dormand non fa uccidere allo stesso modo Carlaya, dopo averla violentata? Perché seppellirla, e darle così la possibilità di ritornare, come lei stessa promette, invece di staccarle la testa o darle fuoco?
Inoltre, perché il Gran Maestro non si riprende il ciondolo, una volta che Carlaya gliel’ha strappato dal collo?
La nostra ipotesi è stata che lo stesso Dormand avesse intenzione di far sì che si sviluppasse una dinamica per cui Carlaya diventasse la Matriarca della famiglia Coltiér, il che spiegherebbe anche perché, in effetti, non si riprende il suo ciondolo. Ma la cosa, ammesso che sia questa la spiegazione, dovrebbe attraversare un minuzioso lavoro di contestualizzazione perché risulti verosimile (magari con tanto di POV di Dormand).
Il secondo buco di trama è relativo alla frase che Ken dice a Carlaya, subito dopo averla svegliata:
“In molti ti conoscono, ti hanno cercato a lungo: la donna che ha promesso vendetta al casato dei Coltiér”.
Ora, Ken non poteva sapere (così come non poteva saperlo nessun altro) che Carlaya avesse promesso una cosa del genere al casato dei Coltiér. Al massimo poteva supporlo, dato che verosimilmente molti, moltissimi vampiri detestano cordialmente i Coltiér (e che in generale i vampiri detestino cordialmente i cacciatori e le loro relative famiglie).
Carlaya ha promesso vendetta a Dormand e subito dopo ha perso conoscenza, per poi risvegliarsi soltanto quando Ken l’ha tirata fuori dalla bara; non ha per cui avuto modo di parlare con nessuno della promessa di vendetta che aveva fatto al Gran Maestro. Dormand, dal canto suo, non sarebbe mai andato a raccontare ad altri vampiri che una di loro gli aveva assicurato che gli avrebbe prima o poi fatto la pelle, a lui e al resto della sua famiglia/discendenza.
Anche in questo caso, è necessario un lavoro di contestualizzazione che spieghi come mai questa promessa è divenuta nota agli altri vampiri, e soprattutto come mai è così importante che Carlaya voglia vendicarsi.
In particolare Carlaya, da quello che ci è dato conoscere della sua passata esistenza da vampira, non ci è sembrata una personalità importante; non era una vampira di discendenza “nobile” insomma, o particolarmente potente, la cui scomparsa avrebbe potuto suscitare scalpore (così come avrebbe potuto suscitare altrettanto scalpore un suo eventuale ritorno).
E qui ci ricolleghiamo ad un ulteriore problema di trama (e di contestualizzazione delle informazioni): la questione della possibilità che scoppi una guerra.
Parlando con la vampira, Ken sostiene che in molti "vorranno usarti per iniziare una crociata contro la Chiesa: sarai un burattino nelle loro mani", senza specificare chi siano questi ‘molti’ né perché la presenza di Carlaya dovrebbe fare da pretesto per questa ‘crociata’.
Ken dice, inoltre: “ho già perso troppo contro i cacciatori, non rischierò una guerra”. Ma se i vampiri hanno intenzione di far scoppiare una guerra contro la Chiesa, contro i cacciatori o qualsivoglia, perché la presenza fisica di Carlaya dovrebbe essere così fondamentale alla loro causa?
Certo, lei odia i Coltiér con tutte le sue forze, e questo suo odio sarebbe quindi molto facile da strumentalizzare, ma non trattandosi di una vampira antica, nobile, particolarmente potente o altro, non è chiaro come mai un suo apporto dovrebbe cambiare le sorti del mondo, al punto da far scoppiare una guerra tra vampiri e cacciatori (e da rendere lei stessa “il simbolo di una guerra folle e senza senso”).
Insomma è verosimile che ci siano molti vampiri, oltre a Carlaya e a Corinne, che hanno subito un destino simile alle due sorelle, dato che lo stesso Dormand dice chiaramente che loro non sono le uniche ad essere state catturate quella notte, dopo l’incendio del battello (citando appunto il Gran Maestro: “Sono compiaciuto di aver catturato in un giorno così importante così tante immonde creature come te”), e in generale è probabile che i cacciatori abbiano compiuto svariate e numerose nefandezze ai danni dei vampiri.
Ed è altrettanto probabile che i Coltiér non siano l’unica famiglia che fa parte di questo ordine di cacciatori. Ci devono essere perciò molti vampiri assetati di vendetta, in giro per il mondo, come e più di Carlaya, nei confronti dei Coltiér come di molti altri casati, il che non suggerisce come mai Carlaya appaia così ‘speciale’ agli occhi di Ken: senza approfondimenti, Carlaya e Corinne sembrano solo due vampire (anche sostanzialmente “cucciole” ed inesperte) che subiscono un triste fato, com’è probabile che ce ne siano state molte altre prima e dopo di loro.
Un altro punto della trama che ci è risultato molto oscuro, come accennavo sopra, è la questione del monile che Carlaya ha sottratto a Dormand.
A parte per il fatto che non è chiaro come mai il cacciatore non se lo riprenda, dopo che lei gliel’ha strappato, dubbio è il modo in cui questo ciondolo “alteri” la volontà della vampira. Anche qui, la questione risente della mancanza di contestualizzazione degli elementi della storia, dato che non viene fatto alcun approfondimento su particolari artefatti magici e loro relative funzioni.
Sappiamo che il ciondolo le offusca il giudizio e la volontà; si suppone quindi che la volontà di Carlaya “appartenga” a qualcuno che non sia lei, e che l’ha costretta a divenire la Matriarca del casato Coltiér nonostante i sentimenti di vendetta.
Ma chi è questo qualcuno che, a questo punto, la “controlla”? Un Coltiér? Oppure il controllo è ad appannaggio del Gran Maestro dell’ordine, a prescindere dal casato?
Viene spontaneo pensare che a controllare la vampira non siano né la Chiesa e né l’ordine dei cacciatori in generale, altrimenti non le avrebbero permesso di trasformare i Coltiér in vampiri. In ogni caso, la dinamica non è chiara.
Inoltre, sembra essere passato molto tempo da quando la vampira è stata liberata da Ken alla première del film.
La sua volontà è quindi passata sotto il controllo di più persone, magari più membri della famiglia Coltiér? Oppure è sempre rimasta nelle mani di uno solo, magari il primo Coltiér vampirizzato?
Alla fine ci viene svelato, dopo il colpo di scena, che Gerard non solo è un regista di successo ma si tratta anche del Gran Maestro dell’ordine. Ma non sembra lui a controllare la volontà della vampira: si limita ad osservare la cosa con anche un certo distacco, come se ne stesse prendendo atto.
Non è chiaro nemmeno quando, esattamente, il controllo sulla volontà di lei sia cominciato; se è iniziato subito dopo il “risveglio” di Carlaya, o se si è sviluppato con il tempo. E nemmeno come sia possibile che Ken non si accorga di niente, nonostante il patto di sangue che i due hanno contratto.
Sarebbe stato più verosimile se anche Ken fosse stato un burattino (o un collaboratore) della famiglia Coltiér, che ha “avviato” il processo per cui Carly diventa la Matriarca del casato.
L’intreccio risente di una certa fretta, o così ci è sembrato, nel voler passare direttamente alla fase finale della storia.
Non è stata prestata l’attenzione necessaria al motore scatenante degli eventi, ergo il momento in cui Carlaya matura questa sua vendetta e le conseguenze di questo avvenimento, l’acquisizione del ciondolo che altera la sua volontà, il ruolo effettivo di Ken e le motivazioni che lo spingono ad agire, e via dicendo.
CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI
Abbiamo una situazione che si apre come una di normale vita quotidiana: un’attrice abituata a fingere, un giovanotto (Jean) molto preso da se stesso, talmente tanto che non si rende conto che lei lo sta prendendo in giro. O forse, talmente tanto che non vuole rendersene conto.
Subito dopo scopriamo che Carly è in realtà una vampira; che Ken, vampiro anche lui, l’ha risvegliata dal suo sonno e la sta aiutando a compiere la sua vendetta verso la famiglia Coltiér.
I motivi di Carly/Carlaya sono chiari e netti: vendicare sua sorella e sterminare l’intera discendenza dei Coltiér. È animata da sentimenti forti e da imperativi che la portano a macchiarsi di delitti efferati, dal massacrare i propri fratelli vampiri pur di fingersi una cacciatrice, al fare una strage degli spettatori della première di questo film (con tanto di donne, anziani e bambini).
Salvo poi scoprire che era tutto (o quasi) parte di una finzione cinematografica, ma non per questo la protagonista appare meno caratterizzata.
Soprattutto, scoprire che per tutto il tempo Carly è stata “sotto il controllo” della famiglia Coltiér, che l’ha usata per farsi vampirizzare e poi sferrare un attacco al Vaticano, le da quasi una marcia in più. Si torna a provare compassione per lei; l’iniziale compassione che si prova verso una vittima, quella presente nelle scene in cui lei e sua sorella vengono seviziate, e che quasi era venuta a mancare nel momento in cui la si è vista sfogarsi su dei bambini (che come unica colpa avevano quella di essere stati spettatori del film).
La si vede improvvisamente di nuovo succube, com’era stata in principio succube della crudeltà di Dormand e dei cacciatori, e in un secondo momento della volontà dello stesso Ken, che l’aveva legata a sé senza permetterle di fare ciò che lei desiderava dal principio, costringendola ad agire nell’ombra e con i tempi e i modi di lui.
Insomma, la povera Carlaya non ha mai avuto libero arbitrio, ma non per questo è mai apparsa meno forte, meno determinata. Le ha provate tutte, anche se la situazione sembrava essere sempre troppo grande per lei.
Gli altri personaggi risentono sostanzialmente del poco spazio che hanno avuto durante la narrazione; i loro caratteri si riescono ad intuire ma non sono particolarmente approfonditi.
L’esempio più calzante è Jean: lo vediamo attraverso una sorta di maschera, descritta abilmente tramite gli occhi di Carly, che sembra capire la sua vera natura (abituata, a quanto pare, ad avere a che fare con persone di quel genere e che lo manipola efficacemente, almeno ad una prima impressione). Jean si percepisce come un uomo pieno di sé ma fragile, abituato ad avere ciò che desidera in un battito di ciglia, ma che da segni di cedimento non appena il suo obiettivo smette di essere a portata di mano.
Viene però rapidamente liquidato, e soppiantato dalla figura dell’amante di Carly, un altro vampiro.
Parlando di Ken, la sua è la caratterizzazione che ci ha convinto di meno.
I motivi che lo spingono ad agire non sono chiari; “risveglia” Carlaya, ma teme che a causa di lei possa scoppiare una guerra tra vampiri e cacciatori.
Come mai allora l’ha liberata? L’avrà fatto per evitare che a liberarla fossero altri, oppure l’ha fatto per compassione? Ma come faceva a sapere che lei si trovava proprio lì, e soprattutto, come mai ha scelto di liberare proprio lei (dato che si suppone che ci siano altri vampiri nelle sue condizioni), sapendo che altri potrebbero strumentalizzare il suo odio per i Coltiér?
Ken non sembra avere ragioni particolari per fare ciò che fa, così come non sembra avere ragioni particolari per aiutarla, in ogni caso, a compiere la sua vendetta. Sappiamo che Ken la “addestra” in qualche modo, non solo a combattere ma anche a celarsi, a recitare, tant’è che lei ha imparato a fingere sufficientemente bene che avrebbe consumato un rapporto con Jean, pur di mantenere attiva la farsa, o almeno così crede il vampiro suo marito (con una punta di gelosia, quindi intuiamo che è in qualche modo possessivo).
Dunque, Ken è possessivo verso la sua donna, e vediamo anche che è innamorato di lei, ma non sappiamo come si è sviluppato il loro rapporto. Quando, dopo il patto di sangue, i due hanno cominciato a provare dei sentimenti sinceri l’uno per l’altra?
Ken l’ha minacciata di morte se lei non avesse rispettato il patto, quindi è evidente che non volesse salvarla “costi quello che costi”; non era perciò mosso da sentimenti precedenti alla prigionia di Carlaya. Ma non ci è dato conoscere approfonditamente la dinamica relazionale tra i due.
Inoltre, Ken non si accorge che in realtà Carly/Carlaya non sta affatto uccidendo i membri della famiglia Coltiér, bensì li sta trasformando in vampiri. Qui, la caratterizzazione del personaggio risente della contestualizzazione.
Risulta un po’ strano pensare che Ken possa non rendersi conto di quello che sta in realtà succedendo. Si è accennato al fatto che lui segue e monitora le azioni della moglie, legato a lei anche e soprattutto tramite questo “patto di sangue”, che sembra rappresentare un vincolo molto forte (dato che tramite il vincolo, Ken può impedirle di partecipare ad un’eventuale guerra); come mai, dunque, non si rende conto del fatto che la volontà di lei è alterata/offuscata dalla presenza del monile di Dormand?
Sul finale, ci viene detto che Carly ha “ucciso finalmente l'unico uomo che potesse riportarla alla realtà”. Quindi, si suppone che il legame con Ken potesse in qualche modo farla sfuggire al “giogo” che il ciondolo operava sulla sua volontà, probabilmente per via o del patto di sangue o del sentimento che li legava (ammesso che da parte di lei fosse sincero, dato che la sua volontà non le apparteneva).
Anche qui la dinamica non è chiara, e necessita di un approfondimento.
Per quello che riguarda la caratterizzazione di Dormand e di Corinne, i due non appaiono come personaggi a tutto tondo, bensì come attori contestuali che fanno da innesco per le motivazioni successive di Carlaya. Ma nonostante questo, si inseriscono entrambi molto bene nella dinamica della narrazione.
Dormand è crudele e spietato: fa uccidere la vampira dopo aver chiesto a Carlaya di implorarlo se voleva salva la vita di sua sorella, non contento di star già violentando e seviziando entrambe. Un meschino in piena regola, sadico e becero nel peggiore dei modi, quasi come ci si immaginerebbe una sorta di inquisitore dedito a torturare le fanciulle, per far loro confessare di essere delle streghe.
Corinne invece è una povera vittima sacrificale, di cui percepiamo solo le urla strazianti mentre è tra le mani dei cacciatori.
In ultimo, si può dire che anche i personaggi risentono di una certa “fretta” narrativa, dato che si percepisce fortemente il loro potenziale non sviluppato (soprattutto nel caso di Jean e di Gerard).
USO DEI POV
A parte in una o due frasi un po’ più confuse, il problema dell’uso dei POV non si pone.
Il narratore è sostanzialmente esterno e quasi onnisciente, e racconta tramite le voci dei personaggi senza approfondire l’uno o l’altro punto di vista (il che è stato fondamentale per la resa del plot-twist finale, che altrimenti non avrebbe funzionato se il POV fosse stato troppo interno nella prima parte della narrazione).
Il narratore tende a dare dettagli sparsi sull’interiorità dei personaggi, disseminandoli qua e là in maniera apparentemente casuale, ma la cosa succede in maniera fluida; i punti di vista non inciampano l’uno nell’altro e la narrazione resta perfettamente fruibile.
L’unico motivo per cui non abbiamo assegnato il massimo, è l’impossibilità completa di discernere, anche solo per ipotesi, dove comincia il film e finisce la realtà, e viceversa.
Trattandosi di un narratore completamente esterno, il fatto che non si “cambi registro” nemmeno una volta in narrazione suscita un minimo di stranezza: è tutto troppo fluido, quasi che il film non fosse mai cominciato e mai finito (nemmeno nell’ultimissimo pezzo, subito dopo il colpo di scena).
Sarebbe stato più d’impatto, a nostro parere, inserire un POV interno a Gerard almeno nei righi finali della narrazione, giusto per calcare la sensazione di “uscita” dalla pellicola e conseguente “entrata nella realtà”.
GESTIONE DEI DIALOGHI E DELL’INTROSPEZIONE
I dialoghi sono il pezzo forte di questa storia, dato che tutti i personaggi parlano e si relazionano al loro prossimo in maniera non solo verosimile, ma anche fluida rispetto alla narrazione, e perfettamente integrata rispetto al loro contesto. Sono realistici e funzionano bene, e riescono a dare una connotazione vivida ai personaggi (anche quelli che compaiono per breve tempo).
Si passa dai dialoghi affettati dell’inizio a quelli appassionati della protagonista che si relaziona a Ken, per poi variare in quelli grotteschi e quasi volgari dei cacciatori che abusano delle loro vittime.
Il tutto è fluido, e il cambio di atmosfera e di registro linguistico non risultano forzati; l’unico neo è la parte che riguarda il dialogo che avviene tra Carlaya e Ken dopo che la vampira viene da lui liberata, poiché le azioni di Ken risultano decontestualizzate, e così anche ciò che dice.
Il loro scambio di battute, in quel punto, ha infatti qualcosa di forzato.
Un appunto: la differenza tra dialoghi e pensieri.
Scegliere di presentare i pensieri con - questa - formula, alternata a “questa” dei dialoghi, non ha causato problemi nella fruizione. Essendo però il narratore completamente esterno, al primo pensiero di Carly non eravamo sicure che qualcuno stesse parlando o meno, e soprattutto chi stesse dicendo cosa (ci siamo poi rese conto che si trattava dei pensieri della protagonista, ma abbiamo dovuto rileggere).
Per quello che riguarda l’introspezione, il parametro è pressoché assente, dato che il narratore non si dilunga sui pensieri e sulle emozioni dei protagonisti. Ma la cosa non rappresenta un problema: consente anzi di creare un’atmosfera in qualche modo “cinematografica”, che da validità al colpo di scena finale.
La scelta perciò di lasciare poco spazio all’introspezione ci è sembrata legittima.
GRADIMENTO PERSONALE
Commento di Skycendre: Questa storia non ha mai smesso di lasciarmi con gli occhi spalancati ad ogni rigo, vuoi per un motivo vuoi per un altro.
Ci sono degli spunti molto, molto interessanti per una trama anche lunga e complessa, ad esempio la questione dei vampiri e dei cacciatori. Di che cosa accade ai vampiri chiusi nelle bare e lasciati “sepolti”, di quali siano le caratteristiche principali della loro razza (gerarchie, usi, cultura, eccetera).
Ma soprattutto, la curiosità che mi resta è relativa ai cacciatori e in particolare alla famiglia Coltiér.
Questo ramo della famiglia, cominciata a quanto ci è dato sapere con Dormand, e finita con un regista di successo, sembra avere tanto di quel potere che sono riusciti a diventare una sorta di casato di vampiri (a questo punto forse aiutati dai vampiri stessi, oltre che da Carlaya). E addirittura hanno intenzione di conquistare prima il Vaticano e poi il mondo, quindi di cominciare questa guerra che Ken tanto temeva.
Insomma, sono loro che mi hanno lasciato l’interrogativo maggiore, e che maggiormente hanno acceso il mio interesse.
È un vero peccato che tu abbia forzato un po’ la dinamica della vendetta di Carlaya e della presenza di Ken, dato che la trama risente molto di questi due elementi. Se riprendi in mano la storia, sono sicura che con un lavoro di contestualizzazione la potresti rendere un’ottima opera.
Inoltre, resta una gran voglia di sapere che cosa succederà dopo, ovvero se questa guerra scoppierà davvero oppure no, e che cosa succederà alla povera Carlaya.
Resterà schiava di quel monile per sempre? E chi era, alla fine, questo Ken? Per ora sappiamo solo che si trattava di un vampiro antico, ma niente di più, e anche qui mi farebbe molto piacere un approfondimento.
Perciò, se decidessi di produrre un secondo capitolo, o comunque una storia che fa da seguito a questa, non esitare a farmelo sapere!
Ti faccio un ultimo appunto (a te come a un altro autore che ci ha inviato la sua storia per questo contest), ed è più che altro un consiglio: ho notato che i generi della tua storia sono “Soprannaturale” ed “Erotico”; per il primo niente da ridire, ma non mi è chiara la scelta di segnalare la storia come pertinente al genere Erotico quando non lo è.
Non è la prima volta che mi succede, spesso ho notato che gli autori tendono a segnare la storia sotto questo genere, quando è semplicemente presente una scena di sesso all’interno della narrazione. Una storia di genere erotico è una storia che ha scene rosse (o appunto erotiche, anche se magari solo arancioni quindi non troppo descrittive) per la maggior parte del tempo di narrazione, e non sicuramente una storia soprannaturale (o di qualsivoglia genere) in cui è presente una singola scena rossa peraltro molto breve.
Per me almeno, che ho cominciato la lettura pensando di approcciarmi ad un racconto erotico, è stato fuorviante, e realizzare che in effetti non si trattava di un racconto erotico ha un po’ pregiudicato la mia valutazione personale.
Commento di EpsylonEmme: Leggendo la storia, sono riuscita ad appassionarmi subito alla vicenda senza problemi. I personaggi mi sono piaciuti dall’inizio, e il tipo di narrazione accattivante mi ha spronata a continuare con la lettura fino alla fine.
La parte della storia che ho preferito è stata sicuramente quella della prima metà, anche perché mi è sembrata quella scritta con più “cura”, in un certo senso, e mi ha fatto immaginare che molti degli interrogativi che la narrazione suscitava sarebbero stati rivelati mano a mano durante la narrazione, o quantomeno in un colpo di scena finale. Purtroppo così non è stato.
Non fraintendermi, non ho problemi con i finali aperti e con le storie che si aprono a più interpretazioni e mi rendo conto che, soprattutto con le storie brevi, non è possibile (o risulterebbe forzato) contestualizzare tutte le informazioni che riguardano il mondo in cui si svolge la vicenda, e di conseguenza le creature che lo abitano.
Il problema però, in questo caso, è che mancano troppi dati anche per aprire eventuali speculazioni post-lettura.
Non avendo un minimo di informazioni sulla natura e sulla società dei vampiri, nella versione “vera” dei fatti (non nel film di Gerard, insomma) potrebbe essere successa qualsiasi cosa.
Per esempio: non conoscendo come funziona il legame di sangue tra Carlaya e Ken, posso immaginare che sia un legame abbastanza forte per cui Ken possa “sentire” se Carlaya decide di far scoppiare una guerra. Ma quindi come mai non può sentire se lei trasforma altri vampiri?
Come funziona questa cosa? Cosa esattamente Ken può sentire e cosa no, attraverso questo legame?
Insomma, mi è difficile fare teorie sensate sul comportamento dei personaggi, se non ho informazioni su come funzionano alcune dinamiche strutturali del mondo in cui si svolgono le vicende.
La storia mi è sembrata quasi uno scheletro, una bella idea, una sorta di bozza che andava approfondita. Nonostante fossero accennati, sia i caratteri dei personaggi che le relazioni tra loro mi sono sembrate profonde e interessanti, ma speravo in quel minimo di approfondimento in più per potermi affezionare sul serio e dispiacermi, per esempio, del fatto che alla fine Ken sia morto.
La parte finale, nonostante io riconosca il valore del colpo di scena (che in effetti è molto intenso), mi è sembrata quella scritta più “di fretta”, con meno cura da parte tua e questo mi dispiace, perché lavorandoci un pochino sarebbe stato un plot-twist veramente fantastico.
Insomma, mentre ti stai chiedendo come sia possibile che Carlaya faccia una carneficina alla Bastardi Senza Gloria, come mai ci sia un elicottero sul tetto e il tutto si concluda con una dichiarazione d’amore stile film d’azione, ti rendi conto che in realtà era tutto inventato (o almeno in parte). Insomma che sembrava un film perché sì, era un film.
Questa dinamica di per sé è quasi geniale e soprattutto funziona, funziona molto bene e funzionerebbe ancora meglio se tu avessi lasciato qualche indizio in più per capire come abbiano fatto ad uccidere Ken (per esempio, se venisse citato che il “legame di sangue” tra vampiri ha dei limiti; a quel punto il lettore ricollegherebbe le informazioni ricevute e si farebbe una sua idea su come potrebbero essere andati gli eventi) o sul perché ai Coltiér interessi attaccare il Vaticano (magari citando vagamente in precedenza problemi di dissapori “politici” o dinamiche di potere in atto tra il Vaticano e i cacciatori).
Aggiungendo qualche dettaglio qua e là avresti potuto dare alla storia una bellissima potenza narrativa. Ti sprono quindi a lavorarci, anche perché, sinceramente, non vedo l’ora di scoprire cosa diamine è successo in realtà XD
Mi spiace che il tema del segreto non sia stato molto valido: effettivamente non c'è stato un vero e proprio segreto oscuro, ma una serie di colpi di scena rivelatori; il segreto di Carly, del suo ciondolo, con l'ultimo colpo di scena è divenuto un segreto per il solo lettore, visto che tutti sapevano.
L'ambientazione è contemporanea e il passato intuibile, ma come avete detto bene ho mancato di dare una certa profondità al tutto: il mondo anziché respirare è rimasto limitato in un singhiozzo. Permettetemi di fare chiarezza, di rivelare i dettagli mancanti che aggiungerò alla storia in seguito: i vampiri sono i canonici, senza stravolgimenti, come le loro debolezze; l'incoronazione di Pipino il Breve, ad opera del Papa di turno, avrebbe unito Chiesa e Impero, dato nuova linfa alle forze del Sommo Pontefice, e se già i cacciatori erano già temuti, da quel momento in poi sarebbero stati irresistibili. Sono un corpo elìte della Chiesa, addestrati a uccidere vampiri con ogni mezzo, che hanno a disposizione varie armi per combatterli: acqua santa, crocifissi, fuoco e tanto altro. I vampiri avrebbero potuto combattere, ma quello era un agguato studiato in piena regola, preparato, e se c'è una cosa che questo ordine ha più dei singoli immortali è la disciplina, la tattica militare e l'ingegno. I vampiri sono indisciplinati, alcuni come Carly nemmeno guerrieri, e difronte a un nemico disposto a tutto, per loro terrificante e che li aveva tratti in agguato... avevano tentato di scappare. Lei e la sorella non ci sono riuscite.
Molti sono stati i vampiri seppelliti, c'erano tombe piene di quest'ultimi e Corinne, Carlaya le avrebbero occupate. La scelta? Non c'è mai stata, è stato tutto frutto del sadismo del Gran Maestro: lui ha voluto abusare di loro, lui si è fatto strappare l'amuleto di proposito da un vampiro qualsiasi e sempre lui ha messo in giro le voci della vampira, sfruttando l'occasione per avere una talpa; ma questi ultimi due punti non li ho chiariti come avrei dovuto.
Ken l'ha trovata per evitare che lei venisse usata come immagine della rivolta, perché nessuno aveva mai osato minacciare un Gran Maestro, nessuno aveva mai neanche solo pensato di assaltare il Vaticano, ma Carly e la sua vendetta sarebbero potute essere la futura miccia per un incendio. Come ha fatto Ken a trovarla? Le voci erano state messe in giro da Dormand, prima o poi qualcuno l'avrebbe fatto; altro punto che non mi sono premurato di spiegare appieno: l'amuleto aveva reso la protagonista schiava dei cacciatori dal principio, una talpa. Tutto ciò che lei aveva fatto era stato il volere dei cacciatori e di loro soltanto. Ken la lasciava fare, credeva erroneamente che fosse mossa da vendetta, non che fosse controllata, e qui siamo in un altro punto oscuro: il legame avrebbe potuto avvertirlo, ma l'aveva stipulato quando lei era già controllata, e lei si è sempre comportata in un certo modo, che Ken credeva fosse parte del desiderio di vendetta, una brama che nel corso dei secoli aveva tentato di estinguere, senza sapere che quella non fosse una parte effettiva del suo carattere; lui si era innamorato della Carly che c'era al di sotto della maschera, ma non sapeva che quel travestimento fosse stato messo su di lei da un altra persona. Quando si ritorna al presente, il vampiro le dice di poter ancora fare in tempo a rinunciare, credendo che lei avesse il libero arbitrio perché non si erano legati nel momento in cui era libera, non poteva sapere. Diciamo che lui è stato passivo, credendo che alla fine avrebbe desistito, ma lei non l'ha mai fatto... non poteva.
Quanto all'amuleto, anche qui potevo scrivere 2 righe in più: Carly trasforma i Coltiér da molti anni in vampiri, coloro che sono cacciati dalle truppe della chiesa, quindi la sua mente è controllata dal Gran Maestro di turno: avere una creatrice di vampiri per secoli nei ranghi dei cacciatori non passa inosservato, e sicuramente la Chiesa avrebbe voluto tenere stretto quel potere, oltre alla testa dei vari Coltiér vampiri.
Carlaya sarebbe stata sempre controllata, uccidendo fittiziamente ogni Coltiér e riportandolo in vita come vampiro all'insaputa di Ken; i metodi per non farsi scoprire sono tra i più disparati: un incendio di Londra, l'assassinio di un Cardinale, ecc... Evviva la Matriarca xD.
L'obiettivo di Carly sarebbe stato vendicare lei e la sorella, quello dei Coltiér avere la vita eterna... l'assalto al Vaticano è stato un mio momento di assoluta follia creativa; aveva già fatto trenta con un folle colpo di scena, che forse mi sarebbe costato la testa, quindi perché non fare trentuno? ^^
In ultimo l'amore di Ken e Carly... è venuto con il tempo e la lunga convivenza; non ho ampliato quella parte, perché ho voluto far intendere quanto la vendetta fosse vitale per lei, nonostante fosse controllata: non è mai riuscita a godersi davvero il suo amato nel corso dei secoli, tanto era presa dalla vendetta. Amore e vendetta erano due motori proncipali della storia: se Ken fosse riuscito a soppiantare l'odio di Carly con l'amore che provava per lui, e prima o poi ci sarebbe riuscito, avrebbe fatto operare a lei una scelta, e per solo averla fatta avrebbe infine riacquistato il libero arbitrio, poiché l'amore è un sentimento troppo forte che il monile non avrebbe potuto sopportare; il motivo per cui, in quasi tutti i film, il protagonista ha quella forza in più che ravviva il suo spirito.
Per Jean e Gerard avete ancora ragione, e svilupperò il Pow finale per dare più profondità a questi personggi ^^
È stato tutto scritto in un momento di follia, e per le tempistiche ristrette non ho potuto aggiustare la storia come avrei dovuto; sembra una cantonata, visto che l'ho scritta in due giorni, ma in questo periodo non avrei potuto portarla a termine, quindi era vitale sbrigarmi :)
La mancanza di discernimento tra film e realtà è in realtà voluto: tutto può essere accaduto in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo: Ken è morto prima, dopo, durante? Ognuno può pensarla come vuole, ho messo molti punti in cui tutto può essere cambiato dal film ;)
Mille grazie per questo super commento e prometto d'integrare il prima possibile ^^
Se ho scordato qualche passaggio fatemelo sapere, ne discuteremo subito :)
A presto e complimenti per il contest ;)
Spettro94 |