RIASSUNTO
Tempo prima, a Barrington, uno Spirito (o presunto tale) si unì alle schiere di Roseline. Un'ombra dai contorni indistinti e piuttosto inquietante, che la notte della Maledizione abbandonò il corteo della Regina lasciandole addosso una sensazione di disagio e pericolo.
A distanza di diverso tempo, dopo gli accadimenti che hanno coinvolto Aibhill e sua figlia, la Sapiente decide di evocare quello spirito, e lo fa con l'aiuto di Inwe che si presta come assistente. Nei Giardini interni di Rhiannon si consuma il rituale, che vede crearsi una gabbia di vetro con al centro un'offerta, lì dove dovrebbe materializzarsi, in caso di riuscita, lo Spettro. Al suono dei tamburi, cantando il canto degli Spiriti, Roseline invoca quell'ombra utilizzando i suoi poteri.
SPECIFICHE
Il rituale prevede l'utilizzo di:
- incenso di alloro ed edera (erbe che stimolano le facoltà sensitive e la veggenza)
- la presenza delle rune Eihwaz ( l'unione di vita e morte, connessione, comunicazione) Ansuz (presenza e favore della divinità, messaggero, comunicazione) e Algiz (che funge da protezione e difesa)
- un'offerta per lo spettro che si vuole evocare, nella fattispecie un povero leprotto
- schegge di vetro (10 cm x 4, per dare un'idea "visiva") a formare un cerchio all'interno del quale si intende evocare (e dunque limitare) la presenza. Pare che gli Spettri siano attratti dal vetro.
Le schede dei pg sono:
Sacerdotessa del Meriggio - Inwe
che utilizza le skill
Ritualistica della Dea lvl 1/6 - Luce di Stella lvl 1/6
Sapiente del Vespro - Roseline
che utilizza le skill
Ritualistica della Dea lvl 4/6 - Luce di Stella lvl 4/6 e l'incanto
Spiritismo lvl 4/6
Nello specifico, cito parte del testo dell'incanto
Tramite l’invocazione della Dea le sacerdotesse possono dare pace ad uno spirito (tutte le stelle), cacciare spiriti malvagi, invocare uno spirito e togliere una maledizione (solo la somma e il cammino del vespro).
PS) per quest’incanto vi possono essere dei turni prestabiliti in base alle varie situazioni che si vengono a creare in gioco.
Per poter mettersi in contatto per esempio con uno Spirito non ci sara’ bisogno di un RITUALE, ma bastera’ rispettare la formula (3+1+pm).
Diverso sara’ il caso per esempio in cui le Sacerdotesse si troveranno a dover togliere una maledizione,in questo caso sara’ opportuno realizzare l’incanto attraverso un RITUALE, che puo’ variare anch’esso a seconda dei vari casi.
L’esecuzione e la durata sara’ a discrezione dei pg giocanti e del master.
In questo caso ho deciso di mettere su un rituale, in modo da coinvolgere più attivamente Inwe e per rendere più dinamica la giocata.
Le giocate di riferimento sono
1.
Puoi tornare a casa, Guerriero del Tempio
2.
Il Maleficio
MOTIVO ASTERISCHI
Chiedo a master Alias di dare un responso a questo rito, oppure di accordarci magari per un prosieguo assieme.
Per ulteriori chiarimenti sai dove trovarmi!
Attendo, grazie :)
P.S. un bacio a chef Inwe, famosa in tutte le migliori locande dell'Isola e della Terraferma <3
ROSELINE { Giardini interni - Cerchio }{ FU }{ Sono giorni che ci pensa. Giorni che quell'ombra, nonostante tutto, non l'abbandona. Le resta addosso, appiccicata e viscosa, come un velo di sudore dopo una notte di incubi. Sotto una luna a metà che cresce nel cielo trapunto di stelle, la Sapiente si è infine decisa a prendere in mano la situazione, e a scoperchiare il vaso di Pandora, pronta ad affrontare tutto ciò che esso possa contenere. Indossa l'abito Sacerdotale e tiene i capelli sciolti intorno al viso, così lunghi da finire per terra. Sta seduta a gambe incrociate all'Interno del Cerchio di ametiste, e gli occhi, ancora aperti, fissano la figura della Sacerdotessa del Meriggio, in piedi e fuori dal cerchio. Sa cosa fare, Inwe. E' stata istruita a dovere, e di lei Roseline si fida ciecamente. Al collo porta il ciondolo delle figlie del Vespro e il Medaglione del Drago; al fianco stanno l'athamè e il sacchetto con le rune. Sul viso, con cenere e terra, si è disegnata due rune: a destra Ansuz, segno della presenza divina e del suo favore che l'accompagna, simbolo di saggezza. A sinistra invece Algiz, colei che guida verso il più alto livello di coscienza, segno di protezione e difesa. Tra le mani tiene due bastoncini di incenso, da uno si invola un intenso profumo di edera, dall'altro un denso fumo che profuma d'alloro. Erbe sacre, il cui utilizzo si perde nella notte dei tempi, e che sono in grado di schiudere quelle porte che conducono Altrove. Roseline alza il viso verso certo un'artista, lei. Non possiede una voce particolarmente bella, ma gli anni passati al Tempio e i suoi rituali le hanno insegnato quanto meno a modulare la voce in quei canti di dolore. Fissa Inwe con il suo cesto tra le mani, ma non la vede davvero. La sua mente si sposta lentamente altrove }
INWE [Giardini interni - Fuori dal Cerchio] E' con Roseline, nelle ombre notturne; la sorella l'ha chiamata, e lei non ha esitato. È così che funziona fra le donne del Tempio, perché sono membri di una stessa famiglia, consapevoli di quanto il loro legame vada oltre l'umano. In piedi, si staglia nella notte, gli occhi fissi sul viso pallido della Sapiente del Vespro su cui spiccano le rune Algiz e Ansuz: le riconosce, come conosce il cerchio in cui l'altra è seduta, e sa qual è il loro scopo [Ritualistica della Dea liv.1]. Ha l'abito rosso indosso, l'athame in vita e il piccolo ciondolo d'argento rappresentante la Quercia a riposarle sullo sterno, ma più di tutto reca su di sé la stella rossa del Meriggio: brillerà, stanotte, sostenendo Roseline in ciò che s'appresta a compiere. Tra le mani ha un cesto con schegge di vetro, ciascuna lunga una decina di centimetri e larga 3, forse 4. La Regina di Avalon le ha spiegato cosa fare, e la Sacerdotessa non s'è sottratta. L'odore degli incensi è intenso, per lei, anche senza mura a trattenerlo, ma il volto non tradisce se la cosa la infastidisca o meno [Imperturbabilità liv. 1]: la sua attenzione è totalmente focalizzata su ciò che stanno per mettere in atto. Come la voce di Roseline si alza nel suo lamento, la mezzosangue si muove: le dita si tuffano attentamente nel cestino, andando a pescare la prima delle scaglie trasparenti e affilate. Piega le ginocchia, e con cura va a pugnalare con essa il terreno avanti a sé: una dopo l'altra, ogni scheggia verrà piantata a terra, fino a creare un cerchio gemello di quello in cui siede la Sapiente, ma più piccolo.
ROSELINE { Giardini interni - Cerchio }{ FU }{ I fumi salgono verso l'alto, accarezzano la pelle chiara della Sapiente, invadono le narici e la mente. Lei li respira a fondo, ormai abituata a quegli aromi e capace di resistere al fastidio che essi potrebbero causare [Resistenza +2] Gli anni passati a servire Rhiannon l'hanno temprata. Gli spettri intanto stanno in attesa fuori dal cerchio di Ametiste: fino a quando è lì non possono toccarla. Possono tuttavia sentirla, e lei può sentire loro. Loro che si uniscono al suo lamento con voci che saranno udibili solo alla Regina. Lo senti, Inwe, quel brivido inconsulto che ti percorre la schiena? Sono le voci dei Morti che riempiono l'aria. Guarda la Sacerdotessa infilzare il terreno con le schegge di vetro, lo fa senza battere ciglio. Le anime sono attratte dal vetro, questo è risaputo. E quella che la Sacerdotessa sta creando non è altro se non una gabbia d'oro, tanto bella all'apparenza e tanto salda nei fatti. Come se questo non dovesse bastare, nel cesto è presente anche un dono. Un sacrificio. Un'esca. La voce di Roseline non si spegne, ma continua a riempire l'aria, tagliata in due dal suo sguardo gelido. Non produce parole, ma suoni. Vocalizzi privi di senso, o quantomeno, senza senso per i vivi. Gli spiriti che la circondano, invece, sembrano conoscere quel canto, e a quel rito si uniscono, legando a quella della Sapiente le loro voci [Ritualistica della Dea lvl 4] }
INWE [Giardini interni - Fuori dal cerchio] Sarà anche cieca alla torma di spettri che s'accalca attorno al cerchio d'ametiste come curiosi spettatori di una straordinaria esibizione, ma non è sorda: a tratti, le sembra che la voce di Roseline acquisti maggiore intensità, salendo e scendendo nel dipanarsi di una nenia che inevitabilmente riconduce il pensiero alla Morte. Fa più freddo, o è solo apparenza? Ci sono brividi a correrle lungo la schiena, di questo è certa, eppure non si ferma. Una dopo l'altra, le schegge trovano posto nel cuore della Terra, ma il cesto non è ancora vuoto. Sul fondo, qualcosa che non è vetro, decisamente: esita un istante al sentire sotto le dita il soffice pelo della lepre, dopo i margini aguzzi dei pugnali trasparenti che ha maneggiato sinora. È solo un momento, però, perché subito dopo non manca di prelevare con cura il corpicino della creatura, andando a lasciarlo all'interno della sua prigione di cristallo: quel piccolo sacrificio è necessario, se vogliono riuscire nell'impresa. [Ritualistica della Dea liv.1]
ROSELINE { Giardini interni - Cerchio }{ FU }{ Respira edere ed alloro, veleni per l'animo, chiavi capaci di schiudere le porte dell'inconscio e magli in grado di spezzare le catene che tengono soggiogati i propri poteri. Il tempo è giunto. Le stelle chiamano a gran voce, e un fremito corre attraverso le orde di Spettri che la circondano, nel sentire l'odore del sangue. Sanno tuttavia che non per loro quell'offerta, e per questo si limitano a spostarsi, inquieti, orbitando all'esterno delle sbarre di vetro. Non cessano il loro cantare, neppure per un istante la voce della Sovrana resta sola a riempire la notte. Vi si intrecciano quelle multiformi dei Morti, toni di vecchi, di bambini, di giovani madri e di guerrieri, tutte assieme unite in quel richiamo. Tocca ad Inwe, ora, unirsi a quella musica. Per lei, accanto alla Sapiente, è stato preparato un piccolo tamburo all'interno del cerchio d'ametiste, di pelle tesa su un supporto di legno, più piccolo di quelli che vengono percossi per mezzo di strumenti che non siano le mani. Roseline di segna spirali nell'aria con i suoi bastoncini di incenso, come se tentasse di oscurare le stelle e la luna. Quella che porta sulla fronte tuttavia resta immobile e vigile, come un occhio pronto a spalancarsi. Tenendo nella sola mano destra alloro ed edera, disegna infine con un movimento fluido e studiato una terza runa, fatta di fumo e vento: Eiwhaz. L'albero cosmico. L'unione tra la vita e la morte. Il ponte che lei tenta, adesso, di gettare tra sè e l'altro Regno. [Ritualistica della Dea lvl4] }
INWE [Giardini interni – Cerchio] Un passo, ed è dentro il cerchio d'ametiste: un'altro ancora, ed è al fianco di Roseline, lì dove il piccolo tamburo l'attende. Le ginocchia si piegano perché arrivi a sedere per terra, incrociando le gambe sotto la veste, e le mani cercano proprio il semplice tamburello con cui accompagnerà il canto della Sapiente e dei suoi spettri. Non ha mai suonato, ma quello su cui indugiano le dita è probabilmente il più istintivo degli strumenti, maggiormente in grado di adattarsi alle inclinazioni dello spirito: basta che segua il ritmo della nenia che ancora indugia sulle labbra di Roseline, e che si lasci guidare da esso. È questo che cerca di fare, mentre Eiwhaz viene tracciata con il fumo di alloro ed edera: le dita battono, unite, alternandosi fra mano destra e sinistra, imparando via via a conoscere i suoni che vengono emessi dalla semplice percussione della pelle. Così, la Sacerdotessa accompagna Roseline ed i suoi spettri. [Ritualistica della Dea liv.1]
ROSELINE { Giardini interni - Cerchio }{ FU }{ Eihwaz prende forma nell'aria, e tre diventano le rune che si stagliano attorno alle sacerdotesse questa notte. Tre come i Volti, tre come le lune, tre come le fasi della vita. Ripercorre quello stesso sentiero tracciato nell'aria, ricalca i contorni della runa affinchè non svanisca, dondolando a destra e a sinistra col busto ora che Inwe le siede accanto e, viaggiando sulla cresta dell'istinto, si unisce al suo lamento. Il suono del tamburo le pulsa dentro come un secondo cuore, richiamando i ritmi ancestrali della terra, elemento di Rhiannon. Elemento di vita e di morte, come quella runa che aleggia per un istante di denso fumo nell'aria per poi svanire portata via dal vento } Questo è il canto degli Spiriti, e degli Spiriti io sono la Signora { Salmodia, tenendo lo stesso ritmo, mentre Inwe percuote la pelle tesa e gli Spettri proseguono con la nenia, circondando le schegge di vetro } Io sono la radice profonda e il ramo teso verso l'alto. { Continua, ondeggiando più vertiginosamente, lasciando nell'aria scie confuse di fumo } Vieni a cantare il canto degli Spiriti. Evoè! Evoè! { La voce si innalza nei versi finali, acuta e lugubre al contempo. La mente si svuota di qualsiasi cosa non siano i poteri che sta invocando e la figura di quello Spettro che si unì a lei, quel giorno a Barrington [Volontà +3] [Spritismo lvl4] [Ritualistica della Dea lvl4] }
INWE [Giardini interni – Cerchio] Guarda Eiwhaz svanire nel vento, senza smettere di battere sulla pelle anche quando Roseline modifica il proprio canto per parlare alla notte. Non c'è nulla che Inwe possa vedere, in quelle ombre, eppure sa che c'è qualcosa che la Sapiente sta cercando di richiamare a sé. Dovrebbe temerlo? Sissignore, e così è: gli spettri non sfuggono alla naturale trepidazione con cui accoglie ciò che non conosce, o che, ancor di più, sfugge alla sua comprensione. Ma non è paura cieca – che fin troppo bene ha conosciuto – a farsi strada lungo la sua schiena, piuttosto un timore dettato dalla consapevolezza di quanto ciò che il canto richiama trascenda inevitabilmente dal suo piccolo cosmo. Il mondo degli spiriti non è per lei, eppure non manca di affrontarlo, unendo addirittura la propria voce a quella di Roseline: “Evoè! Evoè!” fa eco alla sorella, continuando imperterrita a far risuonare il tamburo nelle ombre notturne. [Ritualistica della Dea liv.1]
ROSELINE { Giardini interni - Cerchio }{ FU }{ I bastoncini si consumano, spargendo cenere sul suolo sacro e fumo nell'aria, che si alza in volute danzanti verso il cielo. Le anime sono percorse dagli stessi fremiti che corrono sulla pelle delle sacerdotesse, e mai cessano il loro lamento come Inwe non cessa di battere la pelle tesa del tamburo } Questo è il canto degli Spiriti, e degli Spiriti io sono la Signora { Ripete, gli occhi che si chiudono mentre la mente si riempie dell'immagine dell'Ombra e null'altro [volontà +3] completamente assorbita e concentrata sul suo compito } Io sono la Terra che da la vita ed è culla per i morti. Io, figlia di Rhiannon, che Regna su di te. { dice, modulando la voce sulle note delle percussioni, tentando di non perdere il ritmo. Ed è in quella che i contorni della stella, da neri, iniziano a mutare. Vibrano, e come liquidi si trasformano, virando dal nero all'argento, mentre una luce luminosa si espande infrangendosi sul vetro poco distante } Vieni a cantare il canto degli Spiriti. Evoè! Evoè! { [Luce di stella lvl4 - Ritualistica della Dea lvl4] [ Spiritismo lvl4] }
INWE [Giardini interni – Cerchio] C'è una tensione diversa nelle mani della Sacerdotessa, mentre continuano a battere sul piccolo tamburo, ed una diversa sensazione accompagna l'attesa: se il rituale avrà successo, di qui a poco qualcosa avverrà. Ascolta nuovamente la voce di Roseline farsi strada fra le ombre, tornando a fendere la notte altrimenti silenziosa, e percepisce la pelle fremere di di brividi che sembrano provenire dalla stessa Terra di cui la Sapiente è figlia, mentre le corrono lungo la spina dorsale. “Evoè! Evoè!” torna chiamare, facendo eco alla sorella, mentre il ritmo incalza entrambe e nella stella che ha sulla fronte si fanno strada le fiamme di Cerridwen, illuminandola della luce calda che è propria delle Figlie della Guerriera. [Ritualistica della Dea liv.1, Luce di stella liv. 1]
ROSELINE { Giardini interni - Cerchio }{ FU }{ Sente la presenza di Inwe a suo fianco con quel sesto senso che unisce tutte le Sacerdotesse, e percepisce al limitare della sua anima la luce della figlia del Meriggio accendersi e rischiarare col suo tenue bagliore la notte. Lì' dove danza il fuoco che arde e da calore, brilla con più forza la luce gelida della Sapiente, rubata alle stelle della volta notturna. Eppure tutto questo non è che un misero contorno, un leggero sentore che fa da cornice all'essenza del Rituale, il cui ritmo le rimbomba dentro e vortica assieme al sangue nelle vene. Non si distrae, Roseline, e continua a visualizzare davanti a sè quell'Ombra dall'orribile chiostra di denti acuminati, quella presenza spaventosa che più di ogni altra cosa desidera ora far apparire in quel cerchio di schegge di vetro. } Questo è il canto degli Spiriti, e degli Spiriti io sono la Signora { Ripete ancora, per la terza volta. Tre come le rune. Tre come i Volti. Tre come le Lune e come le fasi della Vita. } Io sono il ghiaccio e la neve dell'Inverno. Io, figlia di Rhiannon che Regna su di te, ti chiamo. { La voce si fa più dura, pur continuando a seguire il ritmo incalzante dei tamburi } Vieni ora, io ti chiamo. Vieni ora, io ti invoco. Vieni ora, io te lo ordino! { Tre volte una volta di più. } Canta con noi il canto degli Spiriti { E quell'ultima preghiera sale alla luna con voce viva e forte, in un grido a cui si uniscono le voci di tutti gli Spettri. E' una torba danzante, che si muove al ritmo con il tamburo e continua la propria nenia, in attesa. Evoè, Evoè. [Volontà +3 - Resistenza +2][Ritualistica della Dea lvl 4 - Luce di Stella lvl 4] [Spiritismo lvl4] }
MASTER DESCRITTIVO DEITHWEN
)O(
Che era morta. Le dissero che era morta...
Che nell'alba l'avevano vista galleggiare. Come un cigno.