Stile e lessico: 9,5/10
Hai uno stile molto intenso, talmente evocativo da rendere vivida ogni scena. Mi è parso di trovarmi proprio lì, davanti a quella panchina per assistere agli incontri tra i personaggi e per provare tutte le loro emozioni. I periodi sono in perfetta armonia tra loro, dotati di una forza espressiva ben calibrata, anche grazie al controllo impeccabile della lunghezza. L’uso della punteggiatura ha contribuito a dare maggior vigore al testo, scandendo il ritmo della lettura in maniera quasi impeccabile. In tutta la storia ho trovato solo due scelte che non ho condiviso, precisamente:
- “Lo devi vedere Violette” = dopo “vedere” avrei inserito una virgola per esaltare il complemento di vocazione (Lo devi vedere, Violette);
- “Capii così, che non erano i sogni di Camille ad affascinarmi, ma il protagonista di quei sogni.” = nonostante possa risultare ad effetto, la prima virgola mi è sembrata un po’ stonata, per cui l’avrei omessa (Capii così che non erano...)
A parte queste due facezie, che puoi tranquillamente prendere come mere impressioni, sei stata praticamente magistrale.
Passando al registro linguistico, sono rimasta profondamente colpita dal lessico che hai impiegato: oltre alla grandissima ricchezza e puntualità, mi ha impressionato la tua abilità nell’evitare lo sfarzo e l’eccesso, difetto abbastanza frequente nelle storie appartenenti al genere. Ogni parola era studiata per trasmettere una determinata emozione, senza mai risultare fuori posto o pomposa: bravissima!
Originalità: 9,75/10
Questo è sempre il parametro più difficile da valutare, dato che bisogna tenere conto di diversi fattori. Partendo dalla trama in sé, non si può parlare propriamente di originalità, dato che ci sono innumerevoli storie che parlano di nobili e amanti, incluso il matrimonio riparatore. Per quanto sia indubbiamente importante, quest’aspetto non è il solo da valutare: se si dovesse badare unicamente all’idea di partenza allora opere come l’Eneide non sarebbero mai diventate dei “mostri sacri della letteratura”, no? Ciò che conta è anche, e soprattutto, l’esecuzione e tu da questo punto di vista hai fatto faville: non solo hai strutturato il testo in modo peculiare, creando un flashback completamente diverso dalla “struttura canonica” (vedi il cambiamento nella narrazione, dalla terza alla prima persona), ma hai anche raccontato la vicenda attraverso gli occhi dell’amante senza cadere nella compassione. Insomma, ottimo lavoro!
Stato d’animo: 4,5/5
Senza dubbi Violette prova una forte delusione, scatenata principalmente da Aleksej e dalla sua debolezza: in un mondo di apparenze come quello dell’epoca, nessuno dei due riesce a spezzare il venefico circolo delle convenzioni sociali e dei doveri familiari, segnando in tal modo la rovina della loro storia. Per quanto César possa essere gentile, non sarà mai l’uomo che Violette ama e questo non può che acuire la delusione insita nella protagonista. Nonostante ciò, credo che lo stato d’animo più “calzante” fosse la sofferenza, dato che è la sensazione più forte che sei riuscita a trasmettere; a parte ciò, nulla da dichiarare, brava!
Gradimento personale: 14,5/15
La storia mi ha emozionato molto, sei riuscita a non farmi odiare una coppia di amanti, il che ti fa onore, credimi. Di solito gli amanti vengono dipinti come povere anime che vorrebbero stare insieme ma che vengono separate da un orgoglioso marito, una crudele moglie o una famiglia spietata, cosa che puntualmente mi porta a parteggiare per i “brutti e cattivi”; tu sei stata capace di farmi provare pena per Camille e César, povere vittime inconsapevoli, senza però spingermi a odiare i protagonisti. Aleksej sarà anche un mollaccione, ma la sua posizione è tutt’altro che semplice, proprio come quella di Violette. Questo aspetto della caratterizzazione, unito all’ambientazione elitaria e allo stile fluido, mi ha portato ad apprezzare immensamente questa storia, perciò non mi resta altro da dire se non complimenti!
Totale: 38,25 – 0,5 = 37,75
La penalità è dovuta all’espressione “accanto a se”, nella quale andava messo l’accento sul pronome personale (accanto a sé).
Vincitrice del premio speciale “Miglior protagonista”
Hai caratterizzato Violette in modo impeccabile, mettendo a nudo il suo vero io senza affiancarla a stereotipi senz’anima: ottimo lavoro!