Risposta al giudizio e altro...
Avviso che quello che segue è lungo e che contiene così tanti "grazie" che potrai venderli e diventare miliardaria.
Per rispondere adeguatamente alla minuziosa e attenta analisi della mia storia, temo dovrò essere altrettanto dettagliata. Per questo seguirò la suddivisione che hai utilizzato, in modo tale da non tralasciare niente.
Prima di tutto, però, lasciami reiterare i miei ringraziamenti per tutte le parole che hai speso e per tutta la cura che hai avuto nel giudicare. Lasciami anche sottolineare come sono d’accordo con tutto quello che hai detto e che ciò che dirò dopo non vuole assolutamente contestare quello che hai detto. Se ti darò mai l’impressione di farlo, mi scuso in anticipo e sappi che non è voluto.
Iniziando da grammatica, ortografia e punteggiatura, mi aspettavo sinceramente un punteggio più basso. Ammeto di aver riletto poco la storia e, riguardandola dopo un paio di giorni ho trovato tante di quelle sviste, errori e simili che avrei voluto riavere la storia indietro e nascondermi in un buco. Bistrattare grammatica, ortografia e punteggiatura è la cosa che odio di più.
Ti ringrazio davvero di cuore per aver evidenziato tutto, lavoro sicuramente eterno. Non voglio essere maleducata, né fare la so-tutto-io, ma avrei due piccole note da farti e chiarire i dubbi:
- “Riesce a farli desistere, chiedendo parte del raccolto quando sarà pronto” intendevo dire che preferisce avere parte del raccolto dopo, piuttosto che qualcosa subito.
- Sia la parola “dinanzi” sia “dinnanzi” sono corrette, anche se la prima è più usata. Ho controllato nuovamente sul dizionario.
- Grazie per avermi segnalato il “nessuno vede l’ora di conoscerti” che dà il senso sbagliato alla frase
- “affermativamente” è un termine un po’ strano. Sempre controllando, non ho trovato la sua voce, ma l’ho trovato solo sotto la voce “affermativo”. Non ho trovato indicazioni che ne proibissero l’utilizzo.
- Grazie per la nota “un paio di mani”
- Grazie infine per la dannata “d” eufonica. Visto che sto riscontrando pareri differenti, (chi sostiene che essa vada messa solo quando ci sono due vocali uguali, chi sostiene che vada messa sempre, chi lascia all’autore la scelta), i siti internet lasciano il quesito aperto e l’Accademia della Crusca dà suggerimenti e non certezze, ho deciso di andare a maggioranza. Il tuo contributo è davvero importante.
Grazie infinite per le correzioni e per il punteggio alto. Io non sarei stata così clemente.
Stile e lessico
Sono contentissima del risultato e che lo sforzo di usare un lessico “lento, aggraziato, ricercato e, soprattutto, un po’ antico” (giusto per citarti) abbia dato i suoi frutti. Sono anche contenta che ti siano piaciuti sia il lessico sia il ritmo della storia, visto che non a tutti possono far piacere. Per le note appuntate, ecco le spiegazioni e le risposte.
- Grazie per la nota riguardante “l’audio”. Rileggendo mi sono resa conto che stona decisamente troppo.
- Per quanto riguarda l’utilizzo di “pietra” come sinonimo di “scaglia” è voluto. All’apparenza infatti, le scaglie possono sembrare pietre colorate e di fatto hanno molte caratteristiche in comune con le pietre, come la durezza e il peso.
- “donna” riferito alla madre biologica di Felce può suonare strano, ma c’è un motivo. In primis, volevo usare la parola “donna” inteso come “esponente del sesso femminile” e sinonimo di “femmina”, (termine che era fuori luogo). Il secondo motivo riguarda quello che è la madre di Felce. Lei è un drago ma è anche una donna. Il padre di Felce l’ha incontrata nelle sembianze di donna, anche se con molte caratteristiche di un drago. Nel suo mondo lei è un drago, in quello di Felce può anche non esserlo.
Terzo motivo (che forse è anche il più importante), i termini “drago” e “dragonessa” evocano l’idea di un animale coperto di squame, grande, con due ali, una coda e quattro zampe. L’idea che volevo invece evocare era quella di una donna e una madre, di una creatura sullo stesso piano degli esseri umani, con le stesse caratteristiche interiori degli esseri umani. Secondo me, “Drago” o “dragonessa” generavano l’idea di un animale inferiore all’essere umano o leggendaria e lontana. Volevo invece renderla più umana.
- Per quanto riguarda la pelle di Felce e i capelli di Rebecca, mi rendo conto che la confusione sia grande. Ed è tutta imputabile a me e ai miei piccoli giochi di scrittura. Il punto principale è che non ho mai detto che gli abitanti del villaggio e Felce siano caucasici. Ho solo detto che lei ha la pelle più chiara di quelle degli altri, ma ciò non implica che lei sia bianca. Il colore della pelle di Felce dipende da quello del villaggio. E tale colore è molto scuro (uso questo termine per non usarne altri che non trovo molto rispettosi). La pelle di Felce non è così scura, è più chiara, ma non bianca. Ecco spiegato il mistero della frase.
Non ho mai detto esplicitamente il colore della pelle di Felce e degli abitanti per un semplice motivo: sebbene la storia sia narrata in terza persona, il punto di vista è di Felce o di qualcuno interno al villaggio. La normalità è avere la pelle scura, mentre avere la pelle chiara è strano. Partendo da ciò, non c’è motivo di dire di che colore è la pelle, come non c’è motivo di dire che i personaggi hanno due mani, due piedi ecc.
Inoltre, la scelta di lasciare le cose ambigue è dato da un mio personale intento e “esperimento”: quando scrivo, voglio strappare il lettore dalla sua testa e dalla sua vita con tutti gli schemi mentali che normalmente usa. Secondo, volevo vedere quanti avrebbero pensato all’inizio che lei avesse la pelle bianca e quanti avrebbero cambiato idea leggendo la frase che ti ha confuso. È il mio piccolo test “psicologico”, se proprio devo dargli un nome, e mi aiuta a capire come pensano le persone e quindi a trovare un modo per stupirle.
Rileggendo attentamente, si possono trovare miriadi di piccoli indizi che suggeriscono che tutti abbiano una pelle molto scura e già dalla prima scena in camera di Felce e Dennis (quella prima di andare a dormire) c’è un riferimento al fatto che lei non sia bianca.
Da qui si passa alla spiegazione dei capelli di Rebecca. Idealmente, l’ambientazione della storia e medievale, quindi ritenevo che più di cinquanta sessant’anni non si potesse vivere. Aggiungendo questo alla carnagione molto scura del villaggio, si giunge alla mia idea, (nata da alcune persone viste ma molto probabilmente errata) che i capelli delle persone “africane” (passami il termine osceno con cui le ho definite), siano ancora neri a tale età. Ripeto: molto probabilmente ho torto e la tua osservazione mi fa pensare che sia così.
Grazie ancora per i compimenti sullo stile, sono davvero contenta che ti sia piaciuto.
Caratterizzazione dei Personaggi
Grazie ancora e ancora di tutti i complimenti! Le tue parole mi hanno fatto molto piacere e mi rassicurano di non aver creato personaggi piatti, cosa di cui ho sempre paura.
Non ti preoccupare del fatto di non spendere migliaia di parole sulla protagonista: non sembri una persona orribile, ma sincera e onesta. Sono contenta che Felce ti sia piaciuta e sono piacevolmente sorpresa di averti fatto tornare in mente la te stessa di un tempo. Sono anche felice di essere riuscita a descriverla esattamente come è. La tua descrizione di lei mi rassicura molto su questo punto. E tranquilla: il fatto che ti piaccia è MOLTO chiaro!
Per quanto riguarda la famiglia di Felce (umana e non), le tue parole mi rassicurano ancora sul fatto che abbia raggiunto il mio obbiettivo: loro sono proprio così. Inoltre, sono sollevata all’idea che non sembrino piatti. Ho sempre il terrore che non sembrino concreti o che sembrino irrealistici.
Hai ragione a dire che la madre biologica di Felce non si discosta molto da quelle umane ed era esattamente questo che volevo mostrare: una madre in quanto madre, che si preoccupa, ama, è dolce, severa, protettiva, non importa di che essere vivente si tratti.
Per quanto riguarda i nomi dei genitori, è stato difficile gestirmi senza usarli (si vedano le ripetizioni). Però volevo lasciare il punto di vista di Felce o di qualche altro appartenente alla famiglia nel ruolo di figlio. Volevo mettere il lettore in questa famiglia e farcelo vivere dentro, come un altro figlio. E per questo motivo, “mamma” e “papà” sono “mamma” e “papà”.
Passiamo alle meravigliose parole che hai dedicato ai miei piccoli, adorati Flemmari.
Sono contenta che Antrace e Carminio ti siano piaciuti e ancora di più che Antrace non si sia fatto odiare. È vero, lui è acido, sarcastico, “cattivo”, ma soprattutto ferito. Ha un passato simile a quello di tutti gli altri Flemmari e di Carminio, ma ha reagito in maniera diversa. Tutto ciò lo ha portato ad essere così e a non essere Mister Simpatia e Gentilezza. Per quello c’è Carminio.
Sono contenta che ti siano piaciuti tutti loro e di tutti i complimenti che mi hai fatto. Sono anche felice che tutti i personaggi ti siano risultati diversi e che il loro modo di relazionarsi ti sia piaciuto. Le tue parole mi rassicurano del fatto che non abbia descritto personaggi piatti, morti e inconsistenti e che non siano dei copia-incolla.
Caratteristiche del Mezzodrago
Sono compiaciuta di essere riuscita nel mio intento di disseminare prove e indizi e di non fare un mero elenco di tutto! Sono contenta che ti sia piaciuta la mia idea di Flemmare (sebbene non molto originale, mi diasiace!
) e che tu abbia notato come il nome dei Flemmari (piccola chicca: solo quelli maschi, però) sia legato a un colore.
La ragazza dai capelli lilla non so esattamente di chi sia figlia. So solo che è può leggere nel pensiero solo se ha il permesso degli altri ed è per questo che risponde sempre lei a nome di tutti. Avevo ipotizzato un tipo di drago dai poteri psichici, che tendeva a starsene per i fatti loro e che erano molto rari… ma non ho più informazioni su di lei. Spero di aver soddisfatto la tua curiosità.
Grazie ancora per i complimenti e ribadisco quanto sia felice che ti sia piaciuto.
Descrizioni Generali & Ambientazioni
Grazie di nuovo, mi confermi di essere riuscita a mostrarti quello che volevo mostrare.
Aprendo il capitolo ripetizioni, chino il capo. Ce ne sono. La foresta viene descritta ogni volta che Felce ci posa gli occhi sopra e ogni volta che il sole si muove. Ed è normale che uno dica “e basta con sta foresta! Ma non posso darle fuoco?”.
Non me la prendo per niente se mi dici che ripetevo sempre le stesse cose: lo so ed è vero. Basta leggere la storia per averne le prove. Negarlo sarebbe come dire che Felce ha i capelli rossi, quando ho scritto ottanta volte che sono verdi. Inoltre tendo a descrivere molto e a ribadire le descrizioni di cose importanti. Un po’ perché sono cose importanti e descriverle è un modo per dare loro importanza (secondo me). Un po’ perché ho il terrore che il lettore non si ricordi quel particolare. Piccola nota sul bosco: Felce adora il bosco, per questo l’ho descritta tanto. Sapere però che posso togliere alcune descrizioni perché il concetto c’è e non se n’è andato, è importante per me. Quindi grazie per avermelo detto e grazie per aver evidenziato la pesantezza e la noia di alcune descrizioni. Lo terrò a mente.
Oggetto Magico
Contenta che ti sia piaciuta l’idea. Sinceramente ho impiegato un po’ di tempo per immaginarmi un oggetto adatto e al suo legame con il genitore drago, soprattutto per quel che riguardava il potere. Sono contenta di averti sorpresa.
Trama
La trama non è complessa, né voleva esserlo, anche perché, conoscendomi, non sarei riuscita a gestirla bene come si meritava. Per quanto riguarda il finale, mi dispiace che non ti sia piaciuto più di molto, ma capisco. I finali sono una delle cose che devo migliorare. Invece, il fatto di lasciare il resto irrisolto è voluto, perché il problema non è quello. Il fulcro era Felce e lo scoprire qualcosa di diverso, la realtà oltre la sua vita felice e allegra nel suo villaggio tranquillo, era mostrare che la diversità non è un mostro e che non tutti gli Uomini sono affaristi indegni dei miei cari Flemmari.
Non preoccuparti del punteggio, per me è già altissimo ed è magnifico aver preso così tanto! Grazie!
Rispetto del Tema
Qui sono io che ho davvero poco da dire. Grazie di tutto e sono di nuovo contenta di averti soddisfatto.
Originalità
Ribadisco la mia felicità per il fatto che ti siano piaciute molte cose della mia storia. È una cosa importante per me. Per i cliché (non so se questo sia il termine più adatto), mi dispiace. Ma non la prendo come critica. Se ciò che ho scritto esiste in altri libri è una constatazione di fatto e tu hai il diritto di esprimere il tuo pensiero.
Gradimento Personale
Grazie ancora per tutti i complimenti e reitero di nuovo la mia gioia nel sapere che la mia storia ti sia piaciuta.
Sto notando che gli inizi lenti mi inseguono, come anche la mia incapacità (spero di migliorare) di scrivere finali decenti. Per quanto riguarda il fatto che il Cacciatore fosse una donna, sono contenta di averti lasciato spiazzata e confusa, visto che quello era il mio intento. Lo so, messo così era un po’ strano, ma era l’unico modo che avevo per lasciare il Cacciatore avvolto nel suo mistero e non suscitare altri sentimenti. Chiamarla fin da subito “Cacciatrice” avrebbe generato delle domande e delle aspettative che non volevo. Volevo lasciarla indefinita, senza giudizi sul suo sesso. Dalle tue parole mi rendo conto di non esserci riuscita a pieno. Ci lavorerò su nelle prossime storie. Quindi grazie ancora.
Per il futuro della storia, dubito di accontentarti
.
Ciononostante il fatto che tu abbia ideato "Felrace" mi ha mandato un po' fuori di testa dalla gioia. Non mi aspettavo che qualcuno potesse farlo con i personaggi di una mia storia. Per me è stato incredibile leggerlo. Quindi, grazie ancora.
Tornando al tema principale, non lascerò in pace il loro mondo che è, per me, ricco di persone e curiosità intriganti.
Titolo
Ecco un altro dei miei difetti: i titoli. Questo per esempio l’ho trovato il giorno prima di inviartela e dopo aver, effettivamente, studiato tedesco. Mi dispiace che non ti piaccia tale lingua, dato che io la trovo bella a modo suo. Concordo sul fatto che a volte sembra di insultare qualcuno. Però il tedesco era l’unica lingua (tra quelle che conosco) che mi permetteva di dare l’idea di essere tra il bosco e il villaggio, nel senso di essere un po’ dell’uno e un po’ dell’altro e non un elemento distinto da essi.
Comunque, apprezzo il tuo punto di vista.
Impaginazione
Ecco ciò di cui non sapevo assolutamente nulla. Davvero non avevo idea di cosa avresti preso in considerazione. Grazie dei consigli di andare più spesso a capo. Lo terrò a mente insieme con tutti gli altri (leggi: finale, ripetizioni e descrizioni, inizio lento, prendersi un po’ più di tempo per rileggere con calma)
Infine, aggiungo una nuova categoria:
GiudiciA
La giudiciA ManuFury ha indetto un concorso aperto a tutti in data 15/08/2014 con scadenza 1/12/2014 lasciando la possibilità di una proroga. Nota lodevole è la precisione e la chiarezza con cui ha fornito le informazioni per partecipare al contest in tutte e sue fasi. Infatti ha fornito le proprie generalità, ha espresso chiaramente i limiti da rispettare della storia, ha dato tutte le informazioni riguardante la “burocrazia” (data di scadenza, formato del testo, impaginazione, limite di parole, mail a cui inviare il testo, specchietto informativo da rispettare) in maniera esaustiva e completa e ha fornito tutte le indicazioni riguardanti i giudizi.
ManuFury ha espresso immediatamente, correttamente e onestamente la richiesta di correttezza nei suoi confronti da parte di tutti i partecipanti. Inoltre ha subito espresso quali formati elettronici fossero compatibili e quindi accettati e quali no.
La presentazione del contest è stata chiara ma anche interessante, capace di attirare l’attenzione e di invogliare la creatività. Lo stesso stile con cui ha introdotto i vari punti delle spiegazioni (come farle pervenire la propria storia e il suo metodo di valutazione) erano coerenti con il tema del concorso e invogliavano alla lettura, oltre che dare molti punti di slancio alla fantasia. Inoltre l’ironia e le piccole battute hanno reso la lettura più scorrevole e hanno rinforzato la voglia di partecipare.
La giudiciA ManuFury si è resa disponibile a rispondere alle domande poste e ha dimostrato di essere molto umana, anche quando molti partecipanti si sono ritrovati costretti a ritirarsi. Inoltre ha consesso una proroga di due settimane per permettere a tutti di terminare i propri lavori. Dopo la scadenza delle consegne (in data 14/12/2014), ha lavorato alacremente per leggere, analizzare e valutare ogni storia. Cortesemente, ha chiesto più tempo, che le è stato piacevolmente accordato, dopo la gentilezza con cui lei si è posta nei confronti dei partecipanti.
I giudizi della giudiciA ManuFury sono stati dettagliati, completi, ben formulati, chiari ed esaustivi. È stata onesta ed educata, senza essere volgare o innalzarsi a dea. Non ha mai offeso né denigrato l’autore, senza però limitare la propria libertà di opinione. Ha fornito critiche costruttive e consigli utili per il miglioramento. Il giudizio puramente personale si è espresso massimamente nella sua area di competenza senza mai inficiare troppo le altre (al gusto personale è stato riservato lo 0,5 del punteggio totale delle altre categorie solo in quelle dove esso si poteva esprimere).
La giudiciA ha mantenuto le promesse fatte quando ha indetto il contest. Infatti ha provveduto a fornire un giudizio dettagliato che vale anche come recensione e i banner personalizzati ad ogni storia pervenutale. Ovvero si è tenuta conforme alle regole sulla premiazione che aveva stabilito all’indizione del contest. Inoltre, subito dopo aver comunicato i risultati e i banner, si è subito premurata di chiedere ai vincitori, il titolo delle storie a cui scrivere le dovute recensioni, come previsto nella premiazione del contest.
In poche parole, dal punto di vista lavorativo, la giudiciA ManuFury è estremamente professionale, corretta e priva di qualsivoglia pecca. Dal punto di vista umano, come persone, si mostra molto cordiale, spiritosa, gentile, educata, comprensiva, rispettosa e disponibile.
Detto questo, ritengo sia doveroso porle le più sentite congratulazioni per l’ottimo lavoro svolto dall’inizio alla fine del concorso, oltre ai più vividi ringraziamenti per i suoi modi di fare, la professionalità e l’umanità dimostrate.
Note finali
Ebbene sì, sono stata prolissa, ma dovevo. Soprattutto nella categoria giudiciA. Non ho indorato la pillola, non ho provato ad essere gentile. Ho semplicemente detto quello che pensavo. È stato bello e mi è piaciuto davvero partecipare al tuo concorso, perché è piacevole aver a che fare con te.
E poi, vogliamo seriamente parlare dei banner?! Sono FANTASTICI! Non so chi li abbia fatti, se tu o qualcuno che conosci, ma davvero chiunque li abbia fatti, si merita davvero un inchino e molti complimenti, perché sono meravigliosi!
Infine, per la recensione bonus, scegli tu la storia che preferisci. Non voglio obbligarti a leggere qualcosa che non è di tuo gradimento o che non incontri i tuoi gusti. Spulcia, cerca e scegli ciò che ti attira di più. Ti chiedo solo un piccolo favore: dai un’occhiata alla data di pubblicazione. Le prime sono di 3 o 4 anni fa e sono un po’ acerbe. Inoltre da allora ho cambiato un po’ il mio modo di scrivere (spero di aver fatto anche qualche progresso).
Ultima cosa: grazie davvero di tutto. Il contest era fantastico, ho davvero apprezzato le critiche e i tuoi pareri e mi è piaciuto stare qui. Grazie di cuore di tutto.