barnabino, 21/04/2017 09.31:
Caro VVRL,
Sembri non capire il ragionamento di Paolo, lui è prigioniero e potrebbe morire. Questo sarebbe una perdita? No, perché con la sua morte come martire il suo corpo, la sua vita concreta, glorificherebbe comunque Cristo, per lui poi sarebbe addirittura un guadagno perché sapeva che morendo sarebbe risorto alla vita celeste con Cristo. Non leggo e non vedo dualismo o idee di uno stato intermedio in attesa della risurrezione.
Cosa significa per Paolo lasciare il corpo? Paolo non usa questa circonlocuzione, egli dice solo che "morire" sarebbe un guadagno, dove leggi che Paolo in Filippesi usi l'espressione "lasciare il mio corpo"? Boh. Quello che non capisci, a causa dell'ignoranza dell'argomento, è che sia nel NT che nell'AT, anima, corpo e spirito non sono componenti di cui è "fatto" l'uomo ma sono aspetti della persona, la persona può funzionare come anima, come corpo e come spirito ma queste componenti sono sempre presenti. Forse dovresti un po' studiare l'argomento...
Shalom
22 Ma se il vivere nella carne porta frutto all'opera mia, non saprei che cosa preferire. 23 Sono stretto da due lati:
da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; 24 ma, dall'altra,
il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi. 25 Ho questa ferma fiducia: che rimarrò e starò con tutti voi per il vostro progresso e per la vostra gioia nella fede, 26 affinché, a motivo del mio ritorno in mezzo a voi, abbondi il vostro vanto in Cristo Gesù.
Quindi Paolo è dibatto perché sa che partendo (dal corpo) starà con Cristo, rimanendo nel corpo starà con suoi fratelli.
Quindi ripeto la domanda: cosa parte e cosa rimane in riferimento al corpo?