2 - Non t'impicciare degli affari degli stregoni...

Non appena entrati, Angoldaer fece un cenno all'oste, indicando il più comodo dei pochi tavoli liberi, cui l'oste risposte con un cenno d'assenso e un saluto non troppo comprensibile.

Poco dopo essersi seduti, i tre vennero raggiunti da una graziosa cameriera

"Benvenuti al fiume di birra, messeri. Che posso servirvi?"

Nel frattempo, in uno dei tavoli vicini, dei gondoriani stavano discutendo d'affari a proposito di sacchi di grano, mentre in un altro, tre individui di diverse razze giocavano degli spiccioli ai dadi...

"Sta riposando sereno, e questo è un buon segno. Si rimetterà, e se i valar vorranno, senza danni seri."

C'era un che di confortante nella voce della donna, e non solo per le sue parole. Un piccolo sollievo si insinuò fra le preoccupazioni che attraversavano la mente di Dèor.

"Mi fa piacere. Quando pensate che potrà rimettersi in viaggio?" chiese in un sussurro il rohir "Sapete, mi sento responsabile per la sua salute, sono il suo capitano ... il fatto è che ogni volta che uno dei miei uomini ..." si interruppe, rendendosi conto che la stanchezza lo stava conducendo su una strada che non avrebbe voluto percorrere.
"Scusatemi ..." cercò di riprendersi cambiando bruscamente discorso "Mia madre faceva il vostro stesso mestiere e da lei ho imparato qualcosa sull'arte della guarigione ..."

Cicatrice ricambiò il saluto senza scomporsi, nè proferire parola.
Teneva i sensi all'erta, ma sembrava assorto in chissà quali pensieri.

"Una caraffa di birra, a testa. Cominciamo con un litro. Ed un po' di olive e formaggio, per stuzzicare. Ah, certo, ed il nome dell' oste! Ed il vostro, damigella, beninteso. Vorrei chiamarvi entrambi per nome, se possibile".


La cameriero maggiò Angoldaer di un bel sorriso e un piccolo inchino, che lasciava appena intravedere il panorama delal sua gradevole scollatura
"Il mio nome è Svava. e dovete esser nuovi di qui, se non avete ancora parlato con Garius, il padrone dalla locanda.

Kardoss

Lo spettacolo era cominciato, l'anfitrione Angoldaer aveva il suo pubblico e presto sarebbero arrivate delle notizie utili, non rimaneva che rilassarsi e non ubriacarsi nel frattempo anche se...beh come non guardarsi un po' intorno in cerca di facce losche?

Kardoss si mise comodo e studiò l'ambiente, cominciò cercando chi non fosse intento ad osservare gli altri invece della cameriera mentre questa passava tra i tavoli, ritenne infatti che solo qualcuno in cerca di una situazione propizia per delinquere o molto preso nei propri pensieri non potesse restare affascinato dalla bellezza prorompente della giovane e poi non desiderava che una banale rissa, magari per pochi spicci o per una parola di troppo, rovinasse la tela che il cugino stava tessendo.

*vediamo se qualcuno consuma meno birra di quanta darebbe ad intendere* pensò mentre anch'egli alternava vera sorsate a finte, per non perdere lucidità.

Sia la qualità della birra che del servizio erano buoni, al "Fiume di Birra", e a onor del vero i lclima era abbastanza tranquillo, per essere una locanda di frontiera.

Il primo induviduo che attrasse lo sguardo di Kardoss era un uomo robusto dai capelli scuri, gondoriano o forse dunlandiano, che stava in un angolo osservando in giro, con una mazza tenuta con noncuranza alla cintura. Gli sguardi d'intesa che scambiava di quando in quando con l'oste lo identificavano con buone probabiltà come una sorta di "buttafuori".

Lo stesso oste alcuni minuti più tardi volle fare un giro a salutare i tre avventori.

"Benvenuti al fiume di birra ,messeri. Spero vi troviate bene. Siete di passaggio o intendete fermarvi?"



Lo sguardo di Fu'had venne attratto dai giocatori di dadi. uno sembrava un haradrim del sud, gli altri parevano locali. parevano giocare più per diletto che per le poche monete che scendevano sul tavolo... il cui valore probabilmente superava di poco il conto della serata. Uno del gruppo dovette notare il suo interesse
"Una giocata amico?"

"Volentieri, perchè no.."

rispose l'haradrim, contento dell'offerta, avvisò gli amici con un cenno e dopo aver salutato l'oste, raggiunse i tre giocatori col suo boccale di birra.

"Allora.. come gira la fortuna da queste parti?"
disse sedendosi vicino al connazionale.
Tirò fuori qualche moneta e la mise sul tavolo.

"Un'arte sempre utile per uomini d'armi, anche se troppo spesso trascurata" commentò Inzilbeth. "Ho notato che anche il vostro amico numenoreano mi è sembrato un esperto in argomento. E so che anche la vostra signora è assai interesata.
Comunque secondo me il vostro uomo potrà viaggiare fra quattro o cinque giorni... però è presto per dire quando potrà tornare in forma."

A parte Robb, che proseguì per la caserma dopo lo scambio di saluti, nessuno disturbò i pensieri di cicatrice. Il cielo sgombro dava un abella visione delle stelle sopra l'Ithilien. Uno spettacaolo che motli avrebebro trovato assai poetico.

Il modo di fare di Angoldaer, e qualcosa in più di qualche spicciolo di mancia, avevano cominciato a sortire qualche effetto.

Venne a sapere, ad esempio, che uno dei due gruppetti di haradrim era costituito da tessitori di tappeti di Oud Ilaz, che passavano abbastanza spesso di lì. L'altro gruppo, invece veniva da molto più a sud, dovevano essere mercanti, ma Svava non sapeva in cosa trafficassero.

Per contro, il gondoriano minuto che stava nell'angolo, inseme a due tizi più grossi e ad altrettante belle ragazze, era un mercante di spezie che faceva affari nell'Harad, soprattutto dalle parti di Korondaj


Evidentemente, tuttavia, Angoldaer non era passato inosservato. Diversi sguardi di quando in quando puntavano il loro tavolo, e in particolare Kardoss notò un tizio magro, con corta barba, che stava bevendo al bancone, in compagnia di una donna dai lunghi capelli scuri. Il suo sguardo sembrava indugiare un po' troppo spesso verso Angoldaer e un po' troppo poco sulla sua compagna.

"la fortuna va e viene, amico. Che fai di bello da queste parti? "
Fu'had venne rapidamente a sapere che il suo connazionale e uno dei gondoriani erano carpentieri che lavoravano al ponte, mentre l'altro gondoriano era un contadino, parente del carpentiere.

La fortuna ai dadi sembrava arridere al contadino, che vedeva aumentare il mucchietto di spiccioli davanti a sè

Kardoss ed Angoldaer

"Sei davvero un eccellente seduttore caro cugino, al punto da superare in interesse anche quella splendida fanciulla al bancone, almeno agli occhi dell'amico magrolino che l'accompagna"

Kardoss parlò a voce bassa, col l'espressione di chi sta facendo un commento piccante e non vuole essere ascoltato da troppe persone e tornò a guardarsi intorno, fissando la bella giovine al bancone per vedere quale reazione suscitasse il suo interesse nell'uomo che le si accompagnava.

*vediamo quanto è interessato a noi*

All'accenno di Fu'had del fatto di essere di passaggio, i suoi compagni di gioco non sembrarono dare molto peso.
Al contrario rimesero sorpresi quando raccontò del tragico destino dei tre viaggiatori variag...
In particolare il carpentiere gondoriano sembrava piuttoto sconvolto.


"eppure ultimamente le strade sembravano sempre più sicure, da queste parti"

"A proposito, ma non erano in cinque, quei viaggiatori?"aggiunse il contadino

"A me sembravano due gruppi diversi che viaggiavano insieme" intervenne l'haradrim "Anche perchè il colosso e gli altri due li avevo già incontrati ad Amrun tempo fa, e da soli..."


"Sia come sia, propongo un brindisi al loro riposo.. che peccato, morire così lontano da casa..." commentò il carpentiere di Gondor.

L'uomo al bancone doveva aver cominciato a notare lo sguardo insistente di Kardoss, tanto che ad un certo punto aveva alzato il boccale a mo' di saluto. Altrettanto doveva aver fatto la sua compagna, che si voltò sorridendo verso il ramingo, senza tuttavia muoversi dai loro sgabelli.
La pelle della donna era abbronzata, ma di certo non aveva i tratti di un'abitante del Khand, e la sua età doveva essere qualcosa in più dei 20-25 della danzatrice.
Mentre la donna osservava Kardoss, il suo compagno attrasse l'attenzione dll'oste e sembrò sussurrargli qualcosa, avendo in risposta qualcosa di non intelleggibile da distante, che tuttavia doveva riguardare i due cugini, visto che Garius li osservava, mentre rispondeva al tizio magro.

“Quattro o cinque giorni è un tempo accettabile” mormorò Dèor “vi ringrazio di cuore per il lavoro che avete svolto e che svolgete quotidianamente; voi date speranza a chi soffre … e questo è un dono grandissimo!”
Il rohir diede un’ultima occhiata ad Eddard, che continuava a riposare sereno, poi rivolse alla guaritrice un cenno di saluto con il capo e si avviò. Giunto all’uscio si fermò e se si girò: Inzilbeth era ancora li, ferma, che lo osservava … come se si aspettasse qualcosa dal capitano. Dèor rimase in silenzio per alcuni secondi, poi chiese: “Quell’altro uomo … se la caverà?”

"Già.." fece Fu'had alzando il boccale per il brindisi.

Dopo una lunga pausa di pensoso silenzio, aggiunse

"Forse quei due vorranno sapere che fine hanno fatto i loro amici,
sepolti così in fretta, nel bosco.
Non sarebbe giusto dirglielo? Magari li stanno cercando."

La donna attese qualche istante prima di rispondere.

"Io credo di si, ma... ma potrebbe non ricordare più nulla, oppure non parlare, o chissà che altro. Possiamo solo curarlo e aspettare."



Il capitano si allontanò, in direzione dalla caserma. Gli parve di vedere seduto poco lontano Lonan, apparentemente intento a guardare le stelle.

Una volta in caserma, fu informato che sir Oden si trovava ancora nel suo studio.

Bussò, e la voce del comandnate lo invitò ad entrare.
Apparentemnte Sir Oden stava esaminando dei rapporti... una rapida occhiata rivelò a Dèor che si trattava di qualcosa che riguardava il ponte in costruzione.




Intanto, fuori, Cicatrice aveva notato passare il capitano dei rohirrim ,ma questi non pareva aver fatto caso a lui.

"In effetti, ma dove saranno gli altri due?"

"Penso siano andati a sud: nel pomeriggio li ho visti sul ponte di barche" commentò il carpentiere di Gondor

"Strano, partire di pomeriggio" commentò il suo collega Haradrim

Fu'had annuì. A cavallo Imlad Carnen era raggiungibile in meno di una giornata di cammino, ma partire nel pomeriggio voleva dire fare una tappa fra il brullo e quasi disabitato Harondor oppure viaggiare di notte.

Dopo lo scambio di saluti, i due tornarono a parlare fra loro, anche se l'uomo di quando in quando lanciava uno sguardo al tavolo dei cugini.

Erano passati diversi minuti, e Kardoss stava già per alzarsi, quando un uomo barbuto si avvicinò ai due, parlando in particolare con la donna. A quel punto il tipo magro, si alzò e si avviò verso i cugini. Stava per arrivare al tavolo, quando si aprì la porta della locanda, ed un uomo del nord alto e robusto entrò nel locale, alzando la mano a mo' di saluto generalizzato. In molti risposero al saluto di Hrugnir, incluso il tizio magro, che tuttavia proseguì verso il tavolo dei cugini.

"salve"