00 30/07/2009 12:30
di Tiziana Lupi articolo tratto da Avvenire

Mi piacerebbe che ci fosse ancora Maria Montessori. Sono certa che lancerebbe fulmini e saette contro chi, con questo canale Baby Tv, pensa di piazzare davanti alla televisione bambini così piccoli». A parlare è Anna Oliverio Ferraris, professore ordinario di Psicologia dello sviluppo all’Università la Sapienza di Roma nonché autrice di saggi, articoli scientifici e testi sul rapporto tra i più piccoli e la tv. Un rapporto su cui non ha dubbi: «La televisione zittisce i bambini» afferma, lapidaria.

In che senso li zittisce?

In tutti i sensi. Da qualsiasi parte lo si guardi, il rapporto tra i più piccoli e la tv è deleterio. A partire dallo sviluppo emotivo: il bambino di età inferiore ai tre anni deve conoscere prima la realtà e solo dopo rapportarsi con la sua rappresentazione. Altrimenti finisce per affezionarsi a personaggi virtuali, non reali, e per diventare dipendente dall’oggetto televisione di cui non potrà più fare a meno. Un vero obbrobrio.

Parlava anche di altri punti di vista.

Penso al linguaggio: il bambino impara a parlare interagendo con gli adulti, sentendo i loro suoni e le loro parole e provando a ripeterle. Con la tv non c’è interazione, parla solo e sempre lei e non gli lascia spazio. E poi c’è lo sviluppo della motricità: ad un’età in cui il bambino dovrebbe muoversi, imparare attraverso i sensi, toccare gli oggetti, lo si immobilizza davanti al televisore. Capisce perché parlavo di obbrobrio? Il libro del collega francese Serge Tisseron,
Les dangers de la télé pour les bébés
I pericoli della televisione per i piccoli, ndr) è illuminante a riguardo.

Esiste un’età «giusta» per iniziare a guardare la tv?

Una volta si raccomandava di tenere i bambini lontani dalla televisione prima dei sei anni. Diciamo che possiamo anticipare anche a 4-5 ma a patto di considerarla un di più e di non guardarla per più di un quarto d’ora. Come sempre, è questione di quantità. Quello che è deleterio è il rumore di fondo di certi televisori che rimangono sempre accesi e finiscono per disturbare il bambino che, magari, sta provando a giocare e che, invece, finisce per perdere la concentrazione. Per non parlare, poi, di chi fa fare colazione ai figli davanti alla tv. Diversamente dagli adulti, il bambino non si sveglia di botto, ha i suoi tempi per passare dalla notte al giorno: svegliarlo con la televisione crea solo confusione.

Ma il mercato tv sembra non volersi fermare.

Dobbiamo fare come la Francia, dove esperti e intellettuali si sono mobilitati per contrastare l’arrivo di questo canale. E, dopo uno studio in merito, l’Autorità per le Comunicazioni ha deciso di imporre ai programmi per i più piccoli di trasmettere sullo schermo il seguente messaggio: «Guardare la televisione può frenare lo sviluppo dei bambini minori di tre anni, causare ritardi psicomotori, incoraggiare la passività, causare sovreccitazione e turbe del sonno». È un primo inizio.