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Nuova influenza: domande sul virus

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    Palma826
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    00 01/05/2009 23:42
    [SM=g7725] Il nuovo virus influenzale è praticamente un rompicapo: perché ha ucciso quasi esclusivamente in Messico, mentre ha causato infezioni meno aggressive in tutti gli altri Stati in cui ha colpito? Per quale ragione colpisce in prevalenza giovani adulti, invece che anziani e bambini, tradizionalmente più esposti al contagio dei virus “classici”? E soprattutto, il virus può mutare ancora?

    Sono queste le domande più frequenti legati alla malattia potenzialmente pandemica che sta mobilitando le autorità sanitarie mondiali. ''Il punto cruciale è capire quanto il virus è realmente aggressivo in Messico”, osserva il direttore del reparto di Epidemiologia e malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), Giovanni Rezza. ''Attualmente - aggiunge - sono stati segnalati oltre 150 morti e circa 2.000 casi, ma bisogna capire se quelli notificati sono tutti casi da influenza o se sono la punta dell'iceberg”.

    Perché il virus è più aggressivo in Messico? Secondo Rezza le possibilità sono due: se quelli segnalati sono effettivamente tutti i casi, allora il focolaio è limitato, con un tasso di mortalità relativamente elevato; se invece il numero dei casi fosse più esteso, allora il tasso di letalità sarebbe più basso. ''Ciò che interessa in questo momento – osserva l’esperto - è contenere il focolaio primario perché l'infezione non si propaghi”.



    Sono colpiti particolarmente i giovani adulti: è un'altra anomalia del nuovo virus, visto che i più noti virus dell'influenza stagionale mietono vittime soprattutto tra bambini e anziani. Tuttavia, secondo Rezza, il comportamento di questo virus è simile a quello di altri virus influenzali nuovi.

    Il virus può mutare ancora? Spiega l’esperto: ''I virus si evolvono e tendono a mutare con una certa frequenza, ma è importante capire la loro virulenza per capire se si evolverà in modo più o meno aggressivo”. Quello in circolazione è ''un virus potenzialmente pandemico”, nel senso che potrebbe causare un'epidemia di dimensioni mondiali, con un diffusione sostenuta in diversi continenti. ''Attualmente non c'è un allarme, ma la situazione non va sottovalutata”. Per questo, se è vero che in Messico sta rallentando il numero dei decessi, ''bisogna assolutamente resistere in termini di restrizioni sui viaggi e movimenti della popolazione” e con i ''controlli con diagnosi precoce” su chi mostra i sintomi dell'influenza.

    Quanto a questo ultimo aspetto, le agenzie di viaggio e i tour operator hanno già dato semaforo rosso ai trasferimenti verso il Messico, meta ogni anno di circa 300mila vacanzieri italiani. La decisione è stata presa dopo l'invito della Farnesina a evitare viaggi in tutto il territorio messicano. La decisione di fermare i viaggi verso il Messico verrà mantenuta almeno fino a quando la crisi non cesserà.

    Intanto gli esperti concordano sul fatto che la denominazione della malattia, definita come “influenza suina” o “febbre suina” è improprio: meglio parlare di “nuova influenza” visto che il virus si trasmette da uomo a uomo e che, in ogni caso, non si contrae per via alimentare. Tutti concordano sul fatto che la carne suina è perfettamente sicura, ferma restando l’opportunità di cuocerla ad almeno settanta gradi di temperatura.


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    Palma826
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    00 02/05/2009 00:01
    La gente è ormai spaventata,ieri nel super mercato nel reparto macelleria c era tutta la carne suina li come era stata messa,,quindi nessuno la sta comprando!! [SM=g7761]