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G8, G20...e compagnia bella...

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    00 16/11/2008 17:54

    G20, i punti dell'intesa
    "Maggiore cooperazione e riforme"
    Dai Grandi che si sono riuniti a Washington (da soli rappresentano oltre l'80% dell'economia globale) è giunto l'impegno corale a intervenire assieme contro la crisi economico-finanziaria, per far in modo che non ricapiti più. Questi i punti principali dell'intesa contenuti nel documento finale.

    ARRIVA LA "LISTA NERA". Entro il 31 marzo verrà messa a punto una lista delle istituzioni finanziarie che mettono a rischio l'economia globale.

    4 MESI PER MISURE DETTAGLIATE. Entro marzo, i Grandi dovranno suggerire le misure concrete per la regolamentazione globale, la supervisione e la trasparenza dei mercati finanziari.

    DOHA ROUND, METTERCI UN PUNTO. Bisogna concludere i negoziati del Doha Round sul commercio internazionale, che tengono in stallo la Wto da anni, entro la fine dell'anno.

    MAGGIORE COOPERAZIONE PER CRESCITA. I Grandi hanno concordato sulla necessità di rilanciare la crescita dell'economia globale e sostenere i mercati emergenti. "Per il rilancio della crescita - si legge nel comunicato finale - dovremo: continuare nei nostri sforzi e assumere le azioni necessarie per stabilizzare il sistema finanziario; riconoscere l'importanza del sostegno che può arrivare dalle politiche economiche e fiscali; utilizzare misure fiscali per stimolare la domanda nazionale; aiutare i Paesi emergenti e in via di sviluppo e in questo contesto il ruolo del Fmi è importante; assicurare che Fmi e Banca Mondiale abbiano le risorse sufficienti; incoraggiare la Banca Mondiale e le altre banche dedite allo sviluppo a utilizzare tutta la propria capacità per sostenere l'agenda dello sviluppo.

    RIFORME FMI E BANCA MONDIALE. Il G20 ha indicato tra le priorità anche le riforme del Fmi e della Banca Mondiale.

    AGENZIE DI RATING SOTTO OSSERVAZIONE. Per i Grandi, è arrivato il momento di assicurare una supervisione di tutti gli istituti.

    MERCATI FINANZIARI. Intervenire per una loro maggiore regolamentazione.

    SPAZIO AI PAESI EMERGENTI. I capi di stato e di governo del G20 hanno convenuto di accrescere la rappresentatività dei Paesi in via di sviluppo sia nel Fondo Monetario Internazionale sia nella Banca Mondiale. Piu' in generale il G20 è convenuto sulla necessita' di rivedere le strutture nate da Bretton Woods.

    APPUNTAMENTO IN PRIMAVERA. La prossima riunione del G20 si terrà entro aprile 2009.

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    00 16/11/2008 17:56
    G20, l'addio di Bush

    E' stato il G20 l'ultima "platea" per il presidente americano George W. Bush. Bush si è detto certo di condividere con leader mondiali la "determinazione per risolvere i problemi". Il presidente degli Stati Uniti ha insistito poi che occorre "respingere i richiami al protezionismo" e che le soluzioni non possono essere trovate dal "giorno alla notte". Bush ha ribadito la validità dei principi del libero mercato.


    La cena che ha dato il via al vertice del G20 è forse l'ultima grande riunione internazionale per George W. Bush. Come da protocollo il presidente Usa, che il 20 gennaio lascerà il timone a Barack Obama, ha accolto uno a uno i suoi 25 ospiti al loro arrivo e posato con loro per i fotografi. Bush è apparso particolarmente sorridente e gentile, come se si preparasse all'addio.

    Tra le accoglienze più calorose, quella riservata a Silvio Berlusconi. Il capo della Casa Bianca e il presidente del Consiglio, che si sono visti l'ultima volta un mese fa, in occasione della visita di Berlusconi a Washington, si sono abbracciati a lungo come si fa tra "vecchi amici".

    Per discutere di crisi economica e riforme del sistema finanziario si sono riuniti alla Casa Bianca i capi di Stato di governo di Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, canada, Argentina, Australia, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia, Arabia saudita, Sudafrica, Corea del sud, Turchia, (più Spagna e Olanda). Oltre ai rappresentanti del Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale, l'Unione europea e le Nazioni Unite.
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    00 16/11/2008 17:57
    Crisi mercati, accordo al G20

    I leader del G20 hanno raggiunto un'intesa sui metodi da seguire per ristabilire la fiducia sui mercati scossi dalla crisi finanziaria. L'accordo prevede regole per il controllo del mercato, la sua sorveglianza e la sua trasparenza. Il documento finale parla di rilancio dell'economia indicando principi per adottare un piano "concreto" e "preciso" d'azione, come misure fiscali e monetarie per stimolare la domanda interna dei Paesi.

    Il presidente George W. Bush ha sottolineato però che "un incontro non può risolvere da solo i problemi di una crisi mondiale. Questo può essere solo il primo passo in una serie di incontri", ha spiegato il presidente Usa.

    "Negli ultimi mesi - si legge nella nota finale - i nostri Paesi hanno intrapreso misure urgenti ed eccezionali per sostenere l'economia globale e stabilizzare i mercati finanziari. Questi sforzi devono continuare. Allo stesso tempo dobbiamo porre le fondamenta per le riforme, per assicurare che una crisi globale, come l'attuale, non si ripeta più".

    "Il nostro lavoro - si legge ancora - sarà guidato dalla convizione condivisa che i principi del mercato, il libero commercio e mercati finanziari effettivamente regolati promuoveranno il dinamismo, l'innovazione e l'imprenditorialità essenziali per la crescita economica, l'impiego e la riduzione della povertà".

    Berlusconi: "Avvenimento storico"
    "Un avvenimento storico. Per la prima volta si è tenuto un vertice sulla politica economica globale. Si è decisa una strategia comune con scadenze temporanee ben definite". Così Silvio Berlusconi valuta il G20 di Washington. "Occorrerà che le banche continuino a fare le banche - ha detto il premier - questo intervento era prioritario". Berlusconi, con Tremonti, ha annunciato per l'Italia un piano anticrisi da 80 miliardi di euro.

    Draghi: "Finanza con più regole"
    "Il sistema finanziario del futuro dovrà avere più capitale e meno debito, più trasparenza e più regole". Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia e presidente del Financial Stability Forum, Mario Draghi, commentando, a margine del vertice, le questioni delle regolamentazioni del G20.

    Sarkozy: "Prossimo vertice a Londra e poi in Italia"
    Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha proposto che il prossimo vertice del G20 si tenga a Londra entro il 30 aprile 2009. La Gran Bretagna sarà in quel periodo presidente di turno del G20. Per Sarkozy "il G20 è ormai considerato l'organismo pertinente" per trattare i problemi riguardanti la crisi mondiale dell'economia. Al secondo vertice, ha preannunciato sempre il leader francese, seguirà verosimilmente "un terzo vertice in Italia".

    Fmi: "Crisi peggiorerà nel 2009"
    "La crisi finanziaria globale non solo non è finita ma, come le nostre ultime stime per il 2009 dicono, i rischi di un ulteriore peggioramento per il prossimo anno esistono". Lo ha detto il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, nella conferenza stampa finale al termine del G20. Tra le misure urgenti, Strauss-Kahn ha sottolineato la necessità di di un piano di azione che "miri a introdurre stimoli fiscali".
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    00 17/11/2008 15:21
    Questo G-20 è stata la cosa più inutile del mondo: si sono spesi un sacco di soldi, nel Paese in cui la crisi è più forte (gli USA) per un vertice in cui non si poteva decidere nulla (mancando il futuro uomo più potente del mondo)! E' stato solo un modo per far vedere che si interessano dei problemi economici
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    00 02/04/2009 00:46
    G20, scontri nel cuore della City
    Un uomo a terra, muore in ospedale


    LONDRA - La notizia arriva da Scotland Yard poco prima della mezzanotte: è morto uno dei manifestanti anti G20 a Londra. L'uomo è crollato a terra, secondo i testimoni, ma non in conseguenza di scontri o colpi subiti. Alcune fonti riferiscono di un possibile collasso cardiaco. La morte non sembra in alcun modo legata agli incidenti verificatisi nella City: la polizia lo ha trovato steso a terra nelle vicinanze della Banca d'Inghilterra, il centro delle proteste anti-G20. L'uomo è stato portato in ospedale dove è stata constata la sua morte. E' la tragica chiusura di una giornata di tensioni e scontri nel cuore della capitale britannica dove comincia il G20 e come sempre in occasione di vertici mondiale si radunano anche tutti i gruppi che vogliono manifestare il proprio dissenso nei confronti delle politiche dei «grandi» del mondo. Purtroppo anche in questa occasione accanto a cortei pacifici s'innescano situazione di confronto che danno origine a tafferugli o a veri e propri scontri.

    LA PROTESTA - La manifestazione londinese contro il G20, cominciata in modo pacifico, ha avuto momenti di grande tensione, degenerando in scontri. Circa 4mila - tra anarchici, ambientalisti, anticapitalisti - sono scesi in strada nel «Financial Fool’s Day», il pesce d'aprile finanziario. Hanno invaso la City, lanciando bottiglie e sassi contro uffici e rompendo vetrine di negozi. Quattro diversi cortei, partiti da altrettante stazioni ferroviarie, si sono concentrati davanti alla Bank of England, dove la tensione è salita. La polizia ha fatto una carica con gas lacrimogeni, ma alcuni manifestanti sono riusciti a entrare nella vicina Bank of Scotland, dove poi gli agenti hanno fatto irruzione. Ci sono stati dei feriti, sembra non gravi, ma le. Ventiquattro persone sono state arrestate. In serata Scotland Yard precisa che in tutto sono stati operati 32 fermi.

    IRRUZIONE NELLA BANCA - Gli agenti hanno circondato l'area di fronte alla banca d'Inghilterra, bloccando circa 2mila manifestanti nella piazza. «È una pratica di contenimento già sperimentata in altre manifestazioni» spiega Scotland Yard. Ma i manifestanti non la pensano così: «Questa è una protesta pacifica, ma ci tengono in gabbia come animali - dice un 40enne -. Se accadranno episodi violenti sarà solo perché non ci lasciano uscire». Alcuni agenti sono stati presi di mira, subito dopo sono intervenuti i reparti in assetto anti-sommossa. «I manifestanti hanno lanciato diversi oggetti contundenti contro gli agenti e ci sono stati scatti d'ira contro i cordoni di poliziotti, mentre cresce il livello di violenza» fa sapere Scotland Yard. La tensione è salita quando alcuni manifestanti sono riusciti a entrare nella Royal Bank of Scotland, vicino alla banca d'Inghilterra, dopo aver rotto le finestre dell'entrata su Bartholomew Lane, al grido «Queste strade sono le nostre strade! Queste banche sono le nostre banche!». Una volta entrati nell'edificio hanno tirato mobili e suppellettili dalle finestre. Poco dopo la polizia ha fatto irruzione. Threadneedle Street è stata isolata e la banca ha chiuso tutte le filiali a Londra. Salvata dal governo lo scorso ottobre, la Rbs è diventata l'obiettivo della rabbia della gente per via dei super-stipendi concessi ai banchieri. Prima i manifestanti avevano tentato di entrare nella banca d'Inghilterra, lanciando uova e frutta contro gli agenti. Scritte sulle mura esterne dell'edificio: «Guerra di classe» e «Ladri».

    CARICHE E ARRESTI - In mattinata c'era stata una prima carica della polizia a Cannon Street, dove si sono concentrati i gruppi anarchici: gli agenti hanno usato i manganelli. Dei 24 arrestati, 11 sono stati presi dopo che la polizia ha fermato un veicolo camuffato da mezzo blindato con la scritta «Riot police» dipinta sulla carrozzeria parcheggiato in Bishopsgate, vicino alla stazione ferroviaria di Liverpool Street. Le persone a bordo indossavano finte uniformi di polizia. Le proteste hanno invaso anche il nuovo quartiere finanziario di Londra, Canary Wharf, dove i manifestanti hanno sfilato con lo striscione «Il capitalismo non funziona».

    CONTRO IL SUMMIT - Attivisti anti-guerra, ambientalisti, no global anti-capitalisti: per 48 ore, fino a giovedì, giorno del G20, Londra è una manifestazione continua. In migliaia hanno sfilato dietro delle immagini dei quattro cavalieri dell'Apocalisse che incarnano i crimini finanziari, la guerra, il cambiamento climatico e la perdita della casa. Alcuni hanno lanciato uova contro la polizia, altri hanno gridato slogan come «Fare un falò, e metterci in cima i banchieri» o «Vergogna», all'indirizzo di lavoratori del settore finanziario che osservavano la manifestazione dalle finestre blindate dei loro uffici. «Siamo stati derubati - dice un 22enne -. Sono venuto qui per sostenere gli anziani che hanno lavorato per tutti questi anni. Se noi avessimo rubato saremmo finiti in galera».

    SICUREZZA RECORD - Cecchini sopra i tetti, tombini bullonati, quasi 3mila telecamere a ogni angolo delle strade: un'operazione-sicurezza che non ha precedenti, costata 8 milioni di sterline. Le autorità hanno invitato chi va a lavorare nella City a vestirsi in modo casual per non dare nell'occhio. Le vetrine di negozi e ristoranti sono sbarrate con assi di legno. Tavole di legno ricoprono anche il monumento ai caduti davanti alla Royal Exchange, ora centro commerciale. I cantieri sono stati transennati per impedire che vengano prelevati materiali atti a offendere. Tutti gli agenti in congedo sono stati richiamati in servizio e sono arrivati rinforzi da altre città: nell'area metropolitana ci sono circa 5mila poliziotti.

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    00 02/04/2009 00:47
    Crisi, asse Brown-Obama: agire subito
    Ma Francia e Germania frenano


    LONDRA - Alla vigilia del G20, in una Londra presa d'assalto da pacifisti e ambientalisti, la partita si gioca a quattro, tra le assi Brown-Obama e Merkel-Sarkozy. Il premier inglese e il presidente americano hanno tracciato le linee del vertice durante un incontro a Downing Street: agire subito contro la crisi che non ha precedenti concordando «misure per il ripulire il sistema bancario globale». E se Francia e Germania pongono dei paletti («L'attuale bozza di risoluzione non ci soddisfa», ha detto Sarkozy), Brown si sente «fiducioso» e assicura che ci saranno interventi decisi sui paradisi fiscali. Questo è uno dei grossi punti di distanza tra le due parti in causa. Merkel e Sarkozy hanno convocato una conferenza congiunta all'hotel Berkeley («Parleremo a una voce sola»), chiedendo al G20 «risultati concreti» e «obiettivi non negoziabili»: ovvero nuove regole per il settore finanziario e la fine dei paradisi fiscali. Tra le priorità di Parigi e Berlino spicca (per la sua assenza) quello che per Washington e Londra è un punto cruciale: un programma di finanziamenti pubblici per stimolare l’economia. La Merkel si è schierata decisamente contro un programma di stimoli fiscali, che sarebbe il terzo per Berlino in meno di sei mesi. Il governo tedesco preferisce attendere gli effetti del secondo piano di rilancio, avviato a gennaio.

    «NULLA È DECISO» - «È assolutamente essenziale arrivare a una nuova architettura del sistema finanziario internazionale - ha detto il cancelliere -. Non ci accontenteremo di impegni generali». «Senza nuove regole non ci sarà fiducia e senza fiducia non ci sarà ripresa economica» ha aggiunto il presidente francese. Ma Sarkozy chiarisce che la strada è lunga: «Nulla è ancora deciso sul documento finale. Solo nella giornata di oggi ho visto quattro o cinque testi successivi. Sembrava che il documento fosse stato adottato prima ancora che i capi di Stato si riunissero». Il presidente francese lo aveva detto prima di partire per Londra: «Non accetterò falsi compromessi».

    BERLUSCONI - Sulla querelle circa il ruolo del G20 è intervenuto anche il presidente del Consiglio Berlusconi, sottolineando il ruolo del summit italiano di luglio: «Credo adotterà qualche decisione opportuna e immediata, ma è al G8 che si pensa che verrà redatto il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici mondiali». Lasciando il Claridge’s Hotel per una serie di appuntamenti ufficiali dal principe Carlo, dalla regina e dal premier Brown, Berlusconi ha detto di non avere in agenda un incontro bilaterale con Obama: «Non ci sono argomenti nuovi su cui intrattenerci: abbiamo tutto chiaro».

    BROWN E LE BANCHE - L'accordo tra i grandi sembra limitarsi alla necessità di predisporre subito interventi incisivi. «Questa crisi peggiorerà se non agiremo. In questa situazione non c'è l'opzione di non fare nulla - ha detto Gordon Brown -. Il G20 deve dare risposte globali a problemi globali. Non possiamo accettare una soluzione sul minimo comune denominatore. Usa e Gran Bretagna hanno da sempre un rapporto speciale e questo rapporto ha ora nuovi obiettivi, quelli di trovare soluzioni concrete alla crisi in atto». A tal proposito il primo ministro ha elencato una serie di test cui sarà necessario fare fronte: un sistema di controllo delle banche, prendere le misure necessarie per far ripartire la crescita, sostenere la cooperazione economica internazionale e la crescita dei Paesi in via di sviluppo, respingendo il protezionismo. Come misure di stimolo, Brown ha auspicato almeno 100 milioni di dollari di finanziamento agli interscambi commerciali.

    OBAMA - Un richiamo a un «terreno comune» che superi le divergenze è arrivato dal presidente americano. Obama ha promesso misure «aggressive» contro la crisi. Il 2009, ha spiegato, sarà un anno difficile, soprattutto se si guarda al volto umano della crisi economica e finanziaria mondiale, ma le persone non dovrebbero «sacrificare il futuro per paura del presente». Secondo il presidente Usa il mondo deve respingere il protezionismo e i leader del G20 devono «concentrarsi sui punti in comune», piuttosto che sulle loro divergenze. Dal canto loro gli Stati Uniti sono pronti a fare qualsiasi cosa per stimolare la crescita e la domanda e assicurare che crisi come questa non si ripetano.

    INSODDISFATTI - Ma la bozza del documento finale del G20 non soddisfa Francia e Germania. In una telefonata al capo dell'Eliseo, Brown ha «riaffermato la volontà di una maggiore regolamentazione finanziaria e una posizione molto ferma nei confronti dei paradisi fiscali». «Non darò il mio assenso a un meeting falso - ha ribadito il presidente francese - che porti a decisioni inutili e che non affronti veramente i problemi che abbiamo», minacciando anche di lasciare il G20. La minaccia del ritiro non è piaciuta ad Angela Merkel: «Non è l'idea migliore», fa dire seccamente a un portavoce. In serata Sarkozy stempera i toni: «Ho fiducia in Obama - ha detto -. Sono certo che ci aiuterà e che ci capirà». Nel corso della giornata il presidente Usa aveva più volte parlato di «enorme consenso» tra i leader. Alla sua prima visita ufficiale in Europa, ha affermato che il summit non arriverà a un accordo su ogni singolo punto in discussione ma ha respinto l'idea che l'incontro possa concludersi con un nulla di fatto a causa delle divergenze fra i Paesi che puntano sull'importanza della regolamentazione e quelli che spingono per nuovi pacchetti di stimolo. «L'idea principale è che il governo debba fare dei passi per affrontare un mercato globale in contrazione e che noi dovremmo sostenere la crescita - ha detto Obama -. Questo non è in discussione».

    L'AGENDA - Fitta l'agenda del presidente americano che, tra imponenti misure di sicurezza, ha attraversato un Londra blindata. Dopo l'incontro con Brown a Downing Street, Obama ha visto in giornata per la prima volta gli omologhi russo, Dmitry Medvedev, e cinese, Hu Jintao. In serata incontro con la regina Elisabetta II. Giovedì inizia il summit del G20 e la partita è tutta da giocare. Il giorno dopo l'inquilino della Casa Bianca partirà per il vertice Nato a Strasburgo e Khel, in Germania. Sabato sarà a Praga e domenica ad Ankara in Turchia per un incontro con il premier Tayyip Erdogan.

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    00 02/04/2009 13:54
    non so cosa ne uscirà fuori, ma la sensazione è che rispetto a un anno fa sia davvero cambiato qualcosa: obama non ha la presunzione di bush e finalmente un presidente americano sta ad ascoltare anche chi non è d'accordo con lui. detto questo credo che il g20 sia sicuramente più utile di un g8 (come possono 8 capi di stato prendere decisioni per tutto il resto del mondo - compresi paesi che contano centinaia di milioni di abitanti come Cina, India e Brasile?)
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    00 03/04/2009 19:57
    G20, intesa contro i paradisi fiscali. Altri 1000 miliardi per l'economia

    LONDRA - Mille miliardi per l'Fmi e le altre istituzioni finanziarie internazionali, oltre allo stimolo fiscale da 5.000 miliardi di dollari entro la fine del 2010 a sostegno della ripresa dell'economia mondiale. Una lista nera dei paradisi fiscali. Un nuovo consiglio per la stabilità finanziaria globale. E l'impegno di ritrovarsi per un nuovo summit, a fine anno, in modo da valutare gli eventuali progressi. Sono alcune delle misure decise durante il G20 di Londra per combattere la peggiore crisi economica mondiale dagli anni '30.

    ESPANSIONE FISCALE - «Nel complesso, le azioni che abbiamo intrapreso costituiranno il più grande stimolo fiscale e monetario e il programma di supporto del sistema finanziario di più vasta portata dei tempi recenti - si legge nel comunicato finale del vertice. - Abbiamo fissato un ulteriore aumento di mille miliardi di dollari per le risorse all'economia mondiale, attraverso le nostre istituzioni finanziarie e il commercio internazionale. Stiamo sostenendo una espansione fiscale concertata e senza precedenti che salverà o creerà milioni di posti di lavoro che sarebbero altrimenti stati distrutti, e che ammonterà, entro la fine dell'anno prossimo, a 5 mila miliardi di dollari; aumenterà la produzione del 4 per cento e accelererà la transizione a un'economia verde».

    OBAMA - Secondo Barack Obama, il vertice è stato «molto produttivo». Per il presidente americano, il G20 di Londra costituisce «una svolta per la ripresa». «Sono state decise misure coordinate senza precedenti - ha proseguito il leader americano - ed è stata respinta ogni ipotesi di ritorno a forme protezionistiche che avrebbero solo l'effetto di aggravare la crisi». I governi, ha aggiunto, «non vogliono decidere i livelli salariali dei manager» e il documento approvato a Londra «non significa che gli Stati faranno microgestione a livello di società». «Si può avere successo basando le proprie azioni non su una performance di breve periodo, di qualche mese, basata su prodotti venduti velocemente come i derivati - ha detto Obama -, ma piuttosto su una crescita solida e duratura». Negli Stati Uniti «nessuno obietta al fatto che chi è ricco lo voglia restare, ma ci devono essere dei meccanismi di rendiconto da parte dei manager». «Vedrete - ha concluso - che ci saranno molti paesi che faranno propri questi principi». A proposito dei cambiamenti della politica estera sotto la sua amministrazione, Obama ha detto che gli Stati Uniti «esercitano meglio la loro leadership quando sanno ascoltare». Washington esercita meglio la sua leadership, ha continuato, quando «guida attraverso l'esempio, mostra umanità, quando si rende conto di non avere sempre la risposta migliore».

    UN TRILIONE DI DOLLARI - Il primo a parlare dopo la fine dei lavori, in quanto «padrone di casa», era stato Gordon Brown. «I problemi globali richiedono soluzioni globali - aveva dichiarato il premier britannico, elencando i punti sui quali si è trovato l'accordo. - Abbiamo raggiunto il consenso per fare tutto ciò che è necessario per ristabilire la crescita economica e l'occupazione e prevenire un'altra crisi come quella attuale». Brown ha confermato lo stimolo fiscale fino a 5.000 miliardi di dollari entro la fine del 2010 a sostegno della ripresa dell'economia mondiale. I leader del G20 hanno trovato anche l'intesa per mettere a disposizione del Fondo Monetario Internazionale altri 500 miliardi di dollari. L'Fmi, che così vede triplicarsi i suoi fondi, potrà contare inoltre su altri 250 miliardi in Diritti Speciali di Prelievo. Non solo: saranno utilizzati altri 250 miliardi di dollari per sostenere il commercio internazionale. I paesi poveri riceveranno 50 miliardi di dollari di aiuti. Brown ha quindi preannunciato un sistema di «nuove regole» sui bonus e salari a livello globale: i numeri uno delle istituzioni finanziarie, ha spiegato Brown, saranno nominati sulla base del «merito». «Ripuliremo le banche per rilanciare credito per le famiglie e le imprese - ha proseguito il premier - Ci siamo accordati per un approccio unico e globale per gli asset tossici».



    MERKEL-SARKOZY - Secondo il cancelliere tedesco Angela Merkel, si tratta di «un compromesso storico in risposta a una crisi eccezionale». Anche il presidente francese Nicolas Sarkozy, nonostante le forti perplessità della vigilia, appare soddisfatto: «I risultati ottenuti vanno aldilà di quello che potevamo immaginare. I Paesi del G20 hanno deciso di riformare in profondità l’organizzazione finanziaria internazionale, cosa che non era stata mai fatta a questo livello dagli accordi di Bretton Woods nel 1945 - ha detto il capo dell'Eliseo. - C’è un impegno dei capi di Stato e di governo per un rafforzamento delle regole della supervisione delle attività finanziarie: era una priorità per Francia e Germanie, e questa priorità è diventata uno degli obiettivi di tutti i capi di Stato e di governo». Lo stesso Sarkozy ha spiegato che la Svizzera non figurerà sulla 'lista nera' dei paradisi fiscali, ma su quella 'grigia' che comprende i paesi che intendono rispettare gli standard dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), ma che non li hanno ancora messi in atto (Sulla black list figurano Costa Rica, Malaysia, Filippine e Uruguay, nella "lista grigia" - che comprende 38 Paesi - ci sono anche il Belgio, il Lussemburgo, l'Austria e il Liechtenstein).

    LE TENSIONI - Dopo una vigilia contrassegnata dagli scontri nella City tra manifestanti anti-capitalismo e polizia - che portano un bilancio di un morto (per cause naturali) e di alcune decine di arrestati tra i dimostranti - i capi di Stato e di governo hanno dunque trovato una linea comune per affrontare le nuove sfide dell'economia, in particolare in tempi di crisi. Un'operazione dal successo non scontato, viste le divergenze di opinione sulle ricette da adottare

    corriere.it
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    00 03/04/2009 20:44
    G20 Financial Fool's Day Protesters Outside Bank of England
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    00 08/04/2009 20:00
    Morte al G20, un video accusa la polizia. Il ministro e Scotland Yard: sì a inchiesta
    MILANO - Un'inchiesta «il più possibile rapida» dovrà fare luce sulla morte di Ian Tomlinson, l'uomo stroncato da un infarto dopo essere stato spinto a terra da un agente durante il G20 a Londra. Lo ha assicurato il ministro dell'Interno, Jacqui Smith, poche ore dopo la diffusione di un video (guarda) che mostra Tonmlinson, 47 anni, che con le mani in tasca passa davanti a un cordone di agenti e viene spinto a terra da uno di loro. Sir Paul Stephenson, capo della polizia metropolitana, ha detto che tutto il corpo di polizia sostiene l'apertura di un'inchiesta, che è stata affidata a una Commissione indipendente. Il figliastro di Tomlinson, Paul King, ha detto alla Bbc di volere giustizia per se e per la sua famiglia.

    IL VIDEO - A diffondere il video è stato un broker newyorkese, indignato per il fatto che la famiglia della vittima non avesse ancora avuto risposte. La vicenda è approdata anche in parlamento, dove i liberaldemocratici hanno chiesto l'apertura di un'inchiesta penale e hanno parlato di «nauseante e ingiustificata aggressione» da parte della polizia. Il video, girato da un turista americano, mostra Tomlinson mentre cerca di superare il cordone degli agenti antisommossa: l'uomo viene colpito da dietro con un manganello e poi spinto a terra da alcuni agenti. Nel filmato video si vede anche Tomlinson che cade e viene aiutato a rialzarsi da alcuni manifestanti, per poi allontanarsi. Testimoni hanno riferito che, dopo la caduta, l'uomo sembrava barcollare e appariva confuso. Circa tre minuti dopo è sopraggiunto l'infarto, fatale.

    L'AUTOPSIA - Tomlinson non stava prendendo parte alle proteste ma stava tornando a casa dopo il lavoro in un'edicola vicina. L'autopsia stabilì che la morte era avvenuta per cause naturali. La Commissione Indipendente, che vigila sull’operato della polizia, ha deciso l'apertura di un’inchiesta per accertare se gli agenti abbiano avuto responsabilità dell'accaduto.

    LE ACCUSE - Dopo una settimana di silenzio la famiglia di Ian Tomlinson, unica vittima delle manifestazioni di protesta a Londra in occasione del vertice del G20, punta adesso il dito contro la polizia: «Per quel che ne so dopo aver parlato con il suo collega, ha lasciato l’edicola verso le sette e stando alle foto e alle immagini delle telecamere a circuito chiuso che mi hanno fatto vedere si sono rifiutati di lasciarlo passare a molti posti di blocco allestiti dalla polizia. E il pezzo mancante del puzzle era che cosa gli fosse successo una volta arrivato al posto di blocco del Royal Exchange Passage: credo che quanto abbiamo visto risponda a molti interrogativi», ha spiegato al quotidiano britannico il figlio Paul. «Guardando il video, posso dire che la polizia ha avuto contatto con Ian: se questo sia stato o no causa della morte non lo so, ma sono sicuro che arriveremo alla verità, nuove prove saltano fuori ogni giorno e questa non sarà l’ultima», ha aggiunto Paul Tomlinson. La famiglia chiede ora di poter ascoltare l’agente che ha spintonato la vittima e i due agenti della cinofila che le immagini - girate da un turista statunitense - mostrano in piedi dietro di lui. «Vogliamo delle risposte: perché? Aveva chiaramente le mani in tasca e aveva la schiena rivolta agli agenti, non c’era alcun bisogno di intervenire», ha concluso Paul.

    PROTESTE ANTI-SUMMIT - La notizia della morte di una persona a margine delle manifestazioni contro il G20 a Londra è circolata dalla tarda serata di giovedì 2 aprile, dopo una giornata di scontri. La polizia aveva fatto sapere di aver soccorso un uomo in stato di incoscienza vicino alla zona degli scontri, e di averlo trasportato in ospedale sotto una sassaiola. I dettagli erano molto vaghi; fonti di stampa parlavano di un manifestante «fra i 30 e i 40 anni» che era morto per un malessere.

    da corriere.it
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    Mezcal82
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    00 08/04/2009 20:43
    Prima pagavamo otto stronzi che decidevano il destino di miliardi di persone, ora ne dobbiamo pagare ben 20... sempre stronzi sono comunque!
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    cuix
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    00 08/04/2009 20:57
    Re:
    Mezcal82, 08/04/2009 20.43:

    Prima pagavamo otto stronzi che decidevano il destino di miliardi di persone, ora ne dobbiamo pagare ben 20... sempre stronzi sono comunque!




    In realta' continuiamo a pagare gli 8 stronzi quando si riuniscono per il G8, e paghiamo 20 stronzi quando si ritrovano per il G20...

    "Complice la crescente attenzione che i media dedicano ai summit internazionali che si tengono sempre più frequentemente nel tentativo di adottare strategie comuni per affrontare non efficacia la crisi economica corrente, in molti si chiedono che differenza esista fra questi vertici e come operino. Fra gli altri, quelli che suscitano maggior interesse sono il G8 ed il G20, non fosse altro perché molti considerano il secondo come una versione allargata del primo e quindi lo percepiscono come più adatto a definire i tratti distintivi del nuovo ordine globale che verrà. In effetti la tendenza è questa, anche se non bisogna dimenticare che i due organismi riflettono storie diverse così come incarnano prospettive differenti: più politico il primo, più economico il secondo. Brevemente, mentre il G8 nacque nel 1975 come G5 (Italia, Canada e Russia si aggiunsero in seguito) su iniziativa del presidente francese Giscard D’Estaing che tenne il primo vertice a Rambouillet proprio per ravvivare il coordinamento fra le potenze di un Occidente che conosceva un progressivo scollamento sulle questioni strategiche, il primo G20 si tenne nel 1999 essenzialmente per favorire la concertazione delle decisioni sui temi economici da parte delle venti economie più importanti. È del tutto evidente come ci si trovi di fronte a due tipi di vertici differenti per finalità strategiche, perché mentre il primo è sostanzialmente concentrato nella ricerca di soluzioni politiche ai problemi in agenda, il secondo è esclusivamente dedicato all’economia, alle questioni monetarie ed alla macrofinanza. Mentre il G8 è riservato ai capi di Governo, al G20 partecipano i ministri economici ed i governatori delle banche centrali. Ma è altrettanto curioso notare che entrambi i summit sono modulati sulla stessa frequenza, sia dal punto di vista organizzativo, visto che sono molto flessibili, sia da quello della rapidità decisionale, posto che sono tutti e due sprovvisti di un segretariato permanente e di una propria struttura burocratica: questo li rende reattivi e li preserva da quell’eccesso di mediazione che giocoforza si riscontra invece nelle organizzazioni internazionali tradizionali come l’ONU o la stessa UE.
    È comprensibile però che l’opinione pubblica resti in qualche misura disorientata di fronte a questi vertici che sembrano misurarsi su sfide molto simili, ma la politica estera è materia particolarmente complessa e si presta poco alle semplificazioni, anche di linguaggio, che ultimamente si sono affermate pure nel mondo della cultura. L’epoca che ci siamo lasciati alle spalle ha visto il tentativo egemonico dell’economia sulle altre funzioni sociali e questo ha prodotto una serie di messaggi rivolti all’opinione pubblica che ha cominciato a ragionare sempre più frequentemente in termini econometrici, anche su questioni che tradizionalmente hanno visto il primato di altre funzioni ed ora, proprio per dare risposte ad una crisi che da economica rischia di diventare sociale, la politica è chiamata a gran voce (paradossalmente anche dai potentati economici) a risolverla e superarla. È quindi un momento favorevole alla riaffermazione di questa dimensione nella sua funzione primaria di individuazione degli interessi principali delle proprie comunità di riferimento e starà ai leader di oggi misurarsi con questa doppia crisi, epocale e di sistema, per ridefinire una prospettiva che sia di sviluppo complessivo e non di sola crescita economica. Per questo ritengo che il ruolo del G8 sia ben lungi dall’essere esaurito, anche perché resta l’unico summit in cui il mondo occidentale riesce ad esprimere (pur se a volte con fatica) posizioni omogenee su temi di grande portata. Questa capacità poggia sulla condivisione di principi e valori, la democrazia in politica ed il libero mercato in economia (anche se proprio nell’applicazione di questi stessi valori la Russia è piuttosto deficitaria), che rendono possibile una visione del mondo simile, riducendo le conflittualità all’interno di quello stesso Occidente che si rende conto sempre più della necessità di larghe intese sui temi globali.
    Proprio perché il mondo è ormai indirizzato verso il consolidamento di un ordine multipolare organizzato per aree regionali, è difficile immaginare che Stati fra loro disomogenei per storia, struttura sociale e sistemi di redistribuzione della ricchezza possano trovare stabili elementi in comune sulle grandi questioni politiche. Perciò il G20 (come quello che s’inaugura oggi a Londra), pur conservando la sua importante funzione di confronto e di indirizzo, resta confinato all’interno delle questioni puramente macroeconomiche. Mentre gli stati membri del G8 appartengono a quell’Occidente che, incluso il Giappone con la sua straordinaria doppia personalità di gigante asiatico che non rinuncia alla propria tradizione pur avendo abbracciato riti e dinamiche targate USA, bene o male hanno la stessa visione del futuro e perseguono interessi conciliabili, pur se declinati ovviamente secondo i tempi e le finalità dei singoli interessi nazionali degli Stati membri. Con tono provocatorio, alcuni sostengono che in fin dei conti sia sufficiente un’intesa a due, una sorta di G2 con USA e Cina solamente: ma se consideriamo che nemmeno all’apice della guerra fredda il mondo era diviso perfettamente a metà vista l’affermazione dei cosiddetti Paesi non allineati, ci rendiamo perfettamente conto di come, con il procedere innanzi della storia e con la complessità crescente dei nostri modelli sociali, il confronto divenga sempre più necessario ed allargato e debba quindi essere organizzato per aree di interesse omogeneo. Alla politica estera dei paesi occidentali quindi il G8, con la sua enorme potenzialità nell’esprimere grandi politiche di indirizzo, alle questioni dell’economia globale il G20, che racchiude una quota largamente maggioritaria della ricchezza mondiale prodotta, affinché contribuisca all’affermazione di quell’indispensabile processo di umanizzazione dell’economia, senza il quale le grandi sfide future dell’umanità sarebbero probabilmente perse in partenza."
    fonte: corriere del ticino


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    00 18/04/2009 01:22
    G20, l'uomo colpito dalla polizia è morto per una emorragia addominale
    Un frame dal video che ritrae l'aggresione a Ian Tomlinson

    LONDRA - È morto a causa di una emorragia addominale e non per un attacco cardiaco, come si era creduto in un primo momento, Ian Tomlinson, il 47enne deceduto durante le proteste al G20 di Londra. Lo ha riferito l'avvocato della famiglia.

    COLPITO DA UN POLIZIOTTO - L'uomo, che non aveva partecipato alle proteste, fu spintonato e colpito con un manganello da un poliziotto. L'agente è stato sospeso e sull'episodio è stata aperta una inchiesta da Scotland Yard, dopo la diffusione di un video che mostrava l'aggressione. La seconda autopsia, svolta dal dottor Nat Cary, non conferma quindi la conclusione del primo esame, secondo cui l'uomo era morto per un infarto. I legali della famiglia hanno comunque precisato che le cause dell'emorragia sono ancora da stabilire. «Il medico ha detto che c'è una arteriosclerosi coronarica, ma ha precisato che è improbabile che abbia contribuito alle cause della morte», hanno aggiunto. La Bbc ha riferito che il risultato della seconda autopsia non è definitivo e che sarà necessario effettuare un terzo esame. L'emittente ha aggiunto che l'agente sospeso dal servizio è stato interrogato in relazione all'ipotesi di omicidio non premeditato.

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    00 18/05/2009 16:01
    Torino: disordini al G8 dell'università

    TORINO - Disordini al G8 dell'università, in corso di svolgimento a Torino. Gli studenti dell'Onda, circa un centinaio, hanno infatti lanciato fumogeni e uova contro il cordone di forze dell'ordine schierato a difesa del castello del Valentino, la sede della facoltà di architettura dove si svolge il vertice. La polizia ha replicato con una carica che ha respinto i manifestanti fino in corso Marconi, dove i manifestanti hanno bloccato la strada rovesciando cassonetti della spazzatura e steso fili tra i semafori in corso D'Azeglio. Molti negozi hanno abbassato le saracinesche. Gli studenti dell'Onda hanno esposto uno striscione con la scritta «A Torino c'è Profumo di marcio» che fa riferimento al rettore del Poliltecnico, Francesco Profumo, tra gli organizzatori del G8 sull'università. Le forze dell'ordine hanno fermato tre studenti (un ragazzo e una ragazza greci, senza precedenti penali e rilasciati poco dopo, e un italiano) per accertamenti e identificazioni. I compagni hanno dato vita a un corteo per chiedere il loro immediato rilascio: lasciata la stazione di Porta Nuova, ha proseguito per piazza Carlo Felice, dove c'è stata un'altra piccola carica delle forze dell'ordine, via Roma, piazza San Carlo, piazza Castello e via Po, dove ha raggiunto il Rettorato. Secondo l'Onda nel corso degli scontri due giovani avrebbero riportato ferite alla testa e alle braccia. Entrambi sono andati all'ospedale Mauriziano. Anche un agente di polizia è andato in ospedale per farsi visitare per alcune contusioni.

    PRECEDENTI - Già venerdì della scorsa settimana c'erano state proteste a causa della decisione del rettore di chiudere per tre giorni alcune sedi universitarie.

    MESSAGGIO DI BERLUSCONI - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha inviato un messaggio ai partecipanti al G8 dell'università: «Il mondo dell'accademia, corpo docente e studenti, è uno dei luoghi principali che contribuisce a sviluppare il senso della libertà e dove si formano e crescono le prossime generazioni di leader. In futuro avremo sempre più bisogno di università capaci di confrontarsi tra loro su scala planetaria, e di giovani formatisi e cresciuti in un mondo globale e aperto».



    «Svastica incisa sul braccio»
    NAPOLI - Un giovane di 23 anni di Cava dei Tirreni (Sa) ha denunciato alla polizia ferroviaria di Torino di essere stato picchiato da alcune persone a bordo del treno Napoli-Torino, che gli hanno anche inciso con un coltello una svastica sul braccio.

    AGGRESSIONE - Il fatto è accaduto nella notte tra domenica e lunedì. Luca, questo il suo nome, si stava recando nel capoluogo piemontese per prendere parte alla manifestazione contro il G8 dell'università. Secondo quanto riferito dalla vittima, quando è uscito dal vagone per fumare, è stato aggredito, picchiato e «tatuato» con un coltello.

    corriere.it


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    00 19/05/2009 11:41
    Torino, partito il corteo dell'Onda. Città blindata dopo gli scontri

    TORINO - Dopo gli scontri di ieri situazione tranquilla davanti all'Università di Torino, dove è partito il corteo dell'Onda contro il G8 dell'università.

    Nell'isola pedonale antistante palazzetto Aldo Moro ci sono già alcune centinaia di persone. Il corteo taglierà il centro storico fino a piazza Solferino e proseguirà costeggiando la stazione di Porta Nuova fino al castello del Valentino. In totale un percorso di 7 chilometri.

    E' arrivato anche il treno degli studenti di Milano. Dove, in mattinata si era registrata tensione in stazione Centrale, tra studenti e polizia. Con i ragazzi dell'Onda milanese che, dopo una trattativa con Trenitalia sul prezzo del biglietto, sono partiti per Torino. Sono invece già arrivati nella notte i pullman dalle altre zone d'Italia (sei da Roma e quattro da Napoli). Tante le bandiere rosse, con falce e martello, e i fischietti colorati. Appeso all'ingresso di Via Sant'Ottavio c'è uno striscione con la scritta "Contro il G8 l'Onda non vi sostiene, ma vi travolge". Due onde di cartapesta azzurra, una con una tavola da surf rossa, aprono il corteo.

    Le forze dell'ordine, presenti in gran numero, controllano la situazione e presidiano lungo il percorso i possibili bersagli della contestazione studentesca, tra cui il Rettorato della vicina via Po.

    repubblica.it
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    00 30/05/2009 21:34
    G8 sicurezza, il documento finale "Lotta al terrorismo ma nel diritto"
    I ministri Maroni e Alfano

    ROMA - In una Roma blindata dall'arrivo dei manifestanti anti-G8 è terminato il vertice del G8 dei ministri dell'Interno e della Giustizia. Lotta congiunta al terrorismo, alla pirateria e ai furti di identità, confisca dei beni della criminalità: questi i temi fissati nell'agenda dei prossimi mesi.

    Terrorismo. I gruppi terroristici internazionali "mantengono una significativa capacità offensiva ed evidenziano notevole flessibilità organizzativa, adeguando strutture e modelli operativi ai vari contesti". Per questo motivo i ministri manifestano "particolare preoccupazione", per "la capacità costante di radicalizzazione e reclutamento che genera il terrorismo internazionale".

    La cooperazione antiterrorismo tra i paesi del G8 è quindi "essenziale" e va consolidata "con strumenti quali l'analisi congiunta della minaccia, lo scambio di conoscenze e buone prassi". Ma la lotta al terrore deve avvenire, si sottolinea nel comunicato finale, "nel rispetto del diritto".

    Cybercrimine. La minaccia terroristica attuata attraverso la criminalità informatica costituisce "un rischio rilevante di destabilizzazione per interi paesi e un pericolo grave per il sistema si sicurezza globale". Il ministro Maroni ha annunciato, in tema di prevenzione, "una iniziativa con Poste Italiane volta a creare un centro di eccellenza mondiale per la lotta alla cybercrime". E' in corso di sviluppo "un sistema di reazione agli attacchi molto efficace, che sarà messo a disposizione degli altri paesi del G8".

    Lotta contro la pirateria. Per i Grandi bisogna "garantire una sanzione adeguata qualora ci si trovi di fronte a prove certe" ed è necessario "rafforzare i sistemi di giustizia penale nelle regioni in cui si verifica il fenomeno della pirateria. Bisognerà lavorare sulla necessità di applicare procedure corrette ed efficaci per disciplinare le indagini, l'arresto e il perseguimento dei responsabili degli attacchi di pirateria, nel rispetto del principio del giusto processo e dei diritti umani dell'imputato".

    Nel testo i ministri spiegano che "verrà incoraggiato lo sviluppo di misure idonee a privare i pirati dei proventi della loro attività criminale e sarà dato pieno sostegno all'azione internazionale finalizzata ad assicurare l'esistenza di un adeguato strumentario giuridico (legal tool book) nella lotta contro la pirateria".

    Furti di identità. Uno dei temi più dibattuti dai ministri presenti al vertice è stato quello dei furti di identità. "La crescita a livello mondiale dei furti di identità è un fenomeno che "minaccia la sicurezza finanziaria e personale degli individui e i diritti di proprietà intellettuale e mina gli sforzi per mantenere la sicurezza interna".

    I ministri hanno rimarcato "l'uso criminoso dei social network, dei servizi criptati, dei servizi Voip e del Domain name System e di altri nuovi e sempre più gravi attacchi da parte dei criminali contro i sistemi informatici". Per far fronte a queste insidie, i rappresentanti del G8 hanno evidenziato l'importanza della collaborazione tra i providers e le forze di polizia per l'attività di tracciamento on line durante le investigazioni, e della "cooperazione tra gli Stati per dare risposte tecnologicamente all'avanguardia".

    Confisca beni. Nella dichiarazione finale dei ministri del G8 si sottolinea "di voler puntare sulla cooperazione internazionale nell'esecuzione di ordini di confisca all'estero, basati su condanne e non, anche in particolare in relazione ai paesi in via di sviluppo".

    Respingimenti e lotta alla mafia. Il ministro degli Interni Roberto Maroni ha voluto rimarcare i presunti successi del governo nella lotta alla mafia e nella politica dei respingimenti dei clandestini. "Mai come in questo momento, la lotta alla mafia sta conoscendo una stagione di successi, riconosciuti da tutti tranne che da qualche giornale". E poi sui respingimenti: "Sono delle operazioni in linea con il diritto comunitario e internazionale, solo qualche "anti-razzista di professione li contesta a priori".

    Sul possibile arrivo in Italia dei detenuti del carcere di Guantanamo Maroni ha detto: "Sono contrario ma resto convinto che una decisione debba essere presa a livello europeo".


    In piazza San Papier e anti G8
    "Siamo tutti immigrati clandestini"


    ROMA - "Siamo tutti clandestini". "Noi la crisi non la paghiamo", "Se non cambierà, lotta dura sarà", e l'inossidabile "El pueblo unido jamas serà vencido". Sono alcuni degli slogan gridati dai manifestanti al corteo organizzato dalla Rete No-G8, che si è si è snodato lungo le vie del centro di Roma nel giorno conclusivo del vertice dei ministri del G8 della Giustizia e dell'Interno, presieduta dai ministri Angelino Alfano e Roberto Maroni.

    "Siamo più di 20mila", hanno detto gli organizzatori della manifestazione. Come di consueto la stima della questura è drasticamente più bassa: solo 4 mila persone in corteo. Unico neo, un piccolo tafferuglio scoppiato nei pressi di piazza Vittorio, il quartiere multietnico per eccellenza della capitale.

    Blitz anti-G8. La manifestazione è stata preceduta da una giornata di 'blitz' anti G8 della Sinistra antagonista. Intorno alla mezzanotte, si legge in una nota degli Autorganizzati Roma, "è stato steso in piazza Trilussa (piazza ormai militarizzata tutti i weekend con reparti antisommossa) uno striscione di dieci metri con scritto 'Out of control - G8 - blockit'.

    Oggi, invece, i ragazzi del liceo Virgilio hanno fatto una serie di azioni, culminate con l'intralcio del traffico su lungotevere dei Tebaldi con il lancio di centinaia di palloncini "colorati e ribelli". E questa mattina due uomini e una donna si sono incatenati davanti all'ambasciata spagnola a Piazza di Spagna, a Roma, per protestare contro il G8 e perorare la causa del separatismo basco e chiedere l'amnistia per i prigionieri politici.

    Il corteo. La manifestazione è partita con un ritardo di circa due ore e mezza rispetto all'orario previsto. Alle 14, infatti, piazza di Porta maggiore era ancora deserta. Per un paio d'ore gli unici slogan erano quelli che campeggiavano sulle magliette dei venditori ambulanti al centro della piazza: da 'Boycot' a 'Resistere', passando per 'Se la risposta è Berlusconi, allora la domanda è sbagliata', fino a 'Disobbedisco'.

    Lentamente la piazza romana si è andata riempiendo. I primi vessilli a essere issati sono stati quelli di Rifondazione comunista-Pdci e del Partito comunista dei lavoratori. Presenti anche bandiere dei Cobas, di Rdb, dei comitati no Dal Molin. Poi i colori della Palestina e le semplici bandiere rosse.

    "San Papier". Tra musica e striscioni, il corteo ha iniziato a muoversi verso le 16,30 controllato a vista dalla polizia e dai ragazzi del servizio d'ordine, tutti in maglietta bianca. Una bambina immigrata per gran parte della manifestazione, ha issato un manifesto con ritratto un santo di colore, con tanto di aureola, e con su scritto "San Papier". Subito dietro una grande scritta, in rosso, "Diritti di cittadinanza globale". Al passaggio del corteo molti commercianti stranieri, soprattutto cinesi, hanno abbassato le serrande dei negozi: "Abbiamo paura che possa succedere qualcosa ai nostri magazzini", hanno spiegato.

    "Pacchetto insicurezza". Tanti gli stranieri, giunti anche da diverse parti d'Italia. Hanno voluto manifestare il loro dissenso per quello che hanno definito il ''pacchetto insicurezza'' che, hanno denunciato, spingerà le comunità immigrate in Italia sempre più ''nel buco nero'' dell'illegalità e della clandestinita'. Tra i manifestanti anche una delegazione da Castelvolturno, uno dei luoghi simbolo dell'immigrazione clandestina, territorio di reclutamento della camorra e dello spaccio di droga. Omar, nigeriano-campano, ha lanciato dal corteo la sua idea: permesso di soggiorno per tutti, valido per un anno, poi se uno trova lavoro rimane altrimenti viene mandato via".

    Cori. Non sono mancati cori contro il sindaco di Roma Gianni Alemanno, in particolare quando il corteo è passato sotto al Campidoglio, contro il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell'Interno Roberto Maroni e contro i politici del Pdl. Poi, dopo qualche metro, la musica è cambiata. Giunti in via delle Botteghe Oscure, davanti a quella che fu la sede del Pci, i manifestanti hanno intonato "Bella ciao" e scandito slogan in ricordo di Carlo Giuliani.

    Piccoli tafferugli. Tensione e piccoli tafferugli hanno interrotto, all'altezza di piazza Vittorio, l'atmosfera festosa del corteo. "A Via Buonarroti, una traversa di piazza Vittorio, un gruppo di fascisti ha tirato bottiglie di vetro al passaggio del corteo - dicono alcuni manifestanti - Qualcuno li ha rincorsi ma il gruppo dei provocatori è riuscito a dileguarsi". Ma a quel punto è accaduto l'incredibile: secondo una ricostruzione cinque ragazzi della rete Rash (Red and anarchist skin heads), una formazione di estrema sinistra, avrebbero tentato di rientrare tra i manifestanti in corteo che, temendo si trattasse di fascisti, li hanno respinti. La polizia in borghese è intervenuta per placare gli animi e, temendo un linciaggio, ha caricato in auto i cinque Rush, che sono stati identificati e rilasciati. Poi sono stati subito dopo riammessi alla manifestazione. Accolti da un lungo applauso.

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    00 11/02/2010 00:31
    G8 sardo, indagato Guido Bertolaso, arrestato Balducci, responsabile dei lavori

    ROMA - Una tempesta si è abbattuta su Giodo Bertolaso. Il capo del Dipartimento della Protezione civile ha rimesso il suo mandato perché coinvolto in una inchiesta della Procura di Firenze sulla regolarità degli appalti per il G8. Berlusconi ha respinto le dimissioni e il governo fa quadrato intorno a lui. I carabinieri hanno perquisito la sua abitazione e i suoi uffici. In manette, con l'accusa di corruzione, quattro persone tra cui Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, l'uomo indicato dalla Protezione Civile per realizzare le opere per il G8 alla Maddalena poi trasferito all'Aquila. Nell'inchiesta anche il procuratore aggiunto della Repubblica di Roma, Achille Toro, già indagato nel 2006 per la fuga di notizie nel caso Unipol-Bnl.

    Bertolaso ministro? Gianni Letta e Sandro Bondi hanno confermato la stima e la fiducia per Bertolaso che, fra pochi giorni, dovrebbe essere nominato ministro. E' probabile che questa ipotesi sia messa in discussione dall'opposizione, ma anche da alcuni settori della stessa maggioranza. Il Pd si è già fatto sentire per bocca del segretario Bersani che ha parlato di "fatto grave".

    Gli altri tre arresti. Le altre tre persone finite in carcere sono Fabio De Santis, successore di Balducci come "soggetto attuatore", Diego Anemone dell'omonimo gruppo, che si è aggiudicato la conversione dell'ex arsenale della Maddalena e che aveva interessi nei lavori per i Mondiali di nuoto. L'altro è Mauro della Giovampaola, ha occupato incarichi di rilievo nella Protezione civile, è braccio destro dell'architetto Elisabetta Fabbri, commissario straordinario per i Nuovi Uffizi, e fa parte della struttura incaricata di realizzare le opere per i 150 anni dell'Unità d'Italia, fra cui l'Auditorium della musica di Firenze. Tutti gli arrestati avevano ricevuto come benefit automobili, partecipazioni azionarie e la ristrutturazione dei rispettivi appartamenti. Tutto è avvenuto nell'ambito di un'indagine dei carabinieri del Ros sugli appalti necessari per il G8 alla Maddalena nel 2008. Nell'inchiesta sono indagate altre 20 persone tra le quali - stando alle prime indiscrezioni - anche un magistrato romano.

    Il ruolo di Balducci. Balducci era stato nominato "soggetto attuatore" delle opere per il G8 alla Maddalena con ordinanza della Protezione civile del 2008. Successivamente era stato sostituito nell'da Fabio De Santis. Non è mai stato un dirigente della Protezione civile. In passato aveva avuto incarichi per gli interventi legati ai 150 anni dell'Unità d'Italia e per la ricostruzione del Petruzzelli di Bari. E' stato, inoltre, provveditore alle opere pubbliche di Lazio e Sardegna. Risulta indagato anche a Roma sia per gli appalti dei Mondiali di nuoto 2009 che per altri grandi eventi compresa la parte romana delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia in programma nel 2011.

    La lettera di Balducci a Bertolaso. "Rigoroso rispetto delle normativa" nell'aggiudicazione degli appalti; nessun segreto di Stato sui criteri di selezione; progetti approvati da un comitato di otto professori universitari; nessun legame tra la famiglia Balducci e l'Impresa Anemone Costruzioni, a cui sono state affidate opere per oltre 52 milioni di euro; nessuno ha lavorato in nero nei cantieri della Maddalena. In una lunga lettera a Bertolaso, datata 24 dicembre 2008, Balducci chiariva la sua azione di "soggetto attuatore" degli interventi preparatori del G8, contestando quanto l'Espresso aveva scritto sull'argomento.

    L'origine dell'inchiesta. Ad avviare l'inchiesta sono state alcune intercettazioni del Ros nell'ambito dell'inchiesta di Firenze sull'urbanizzazione dell'area di Castello, di proprietà dell'imprenditore Salvatore Ligresti, finita sotto sequestro nel novembre 2008 su richiesta della Procura del capoluogo toscano. In quel caso il costruttore, di origine siciliana, presidente onorario di Fondiaria Sai, è indagato assieme con il suo braccio destro Fausto Rapisarda, con gli ex assessori comunali Graziano Cioni (Sicurezza sociale) e Gianni Biagi (Urbanistica), con due architetti progettisti. Per tutti, l'ipotesi di reato formulata è concorso in corruzione. E' proprio uno dei due architetti indagati per la vicenda di Castello, il fiorentino Marco Casamonti, l'anello di congiunzione con Balducci. Casamonti, titolare dello studio Archea, uno dei progettisti dell'hotel a cinque stelle che alla Maddalena avrebbe dovuto ospitare i capi di Stato e di governo. E' stato durante le intercettazioni delle telefonate di Casamonti che è spuntato il nome di Balducci, il quale viene poi intercettato a sua volta. Casamonti questa mattina è stato perquisito: per lui l'accusa è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

    Si indaga sui grandi eventi. Verte sui progetti per i "grandi eventi" l'inchiesta di Firenze. Secondo i magistrati, avrebbe rivelato una serie di corruzioni per appalti di alcune grandi opere che sarebbero stati assegnati nel quadro di uno scambio di favori tra dirigenti dello Stato e imprenditori. Da indiscrezioni, emerge che l'inchiesta fiorentina si intreccia con quelle romane sugli appalti per le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia, sui Mondiali di nuoto e sul mancato G8 alla Maddalena.

    La Corte dei Conti. Il dossier sul caso-Maddalena era già finito sulle scrivanie della Procura della Corte dei Conti, anche in seguito all'inchiesta di Repubblica sul flop del G8 fantasma, in seguito trasferito all'Aquila. Al centro degli accertamenti della magistratura contabile c'erano gli sprechi e lo stato di abbandono delle strutture. Lavori che, a otto mesi dalla fine dei lavori, non hanno prodotto neanche un posto di lavoro né rilanciato l'economia dell'isola. La Corte dei Conti stava già indagando sulle spese sostenute: 327 milioni (dati della Protezione civile) utilizzati dal governo attraverso la struttura di missione del G8. Gli interventi hanno riguardato l'ex Arsenale e l'ex ospedale militare. Oggi le strutture versano in condizioni di incuria, degrado e abbandono, tra soffitti crollati, tetti scoperchiati, porte danneggiate, infiltrazioni d' acqua. Un sopralluogo effettuato la settimana scorsa da Bertolaso alla Maddalena era servito invece a stabilire che - secondo il sottosegretario - tutte le strutture "godevano di ottima salute" e che, tutt'al più sarebbero necessari piccoli lavori di manutenzione.

    Chi è Angelo Balducci. Ingegnere civile, sposato, due figli, Balducci, esecutore per le opere del G8 alla Maddalena, ha alle spalle una lunga carriera nei Lavori Pubblici, da quando nel 1976 vinse un concorso al ministero. Ha lavorato per il Commissario delle zone terremotate in Friuli; negli anni '80 come Ingegnere Capo per per il programma di realizzazione delle Capitanerie di Porto italiane. Diventa successivamente provveditore alle Opere pubbliche del Piemonte e Valle d'Aosta, poi della Lombardia e successivamente del Lazio. Per il ministero degli Esteri è stato incaricato della realizzazione e manutenzione di ambasciate e istituti di cultura all'estero. E' stato responsabile per le zone terremotate di Umbria e Marche. Ha avuto incarichi legati al 150° anniversario dell'Unità d'Italia e per la ricostruzione del Petruzzelli di Bari. Dopo l'incarico per l'esecuzione dei lavori alla Maddalena, è stato nominato Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi per i Mondiali di nuoto 'Roma 2009'.

    Bertolaso rimette tutti gli incarichi
    Berlusconi respinge le dimissioni

    Un'ora dopo aver appreso la notizia delle indagini che lo riguardano, Bertolaso ha annunciato di aver rimesso tutti i suoi incarichi nelle mani del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma il governo, da subito con Gianni Letta, è sembrato intenzionato a respingerle. Fino alla presa di posizione di Silvio Berlusconi fatta trapelare da Palazzo Chigi e poi ribadita dallo stesso premier: "Il Cdm ha respinto le dimissioni di Bertolaso sia da sottosegretario che da capo della Protezione Civile e gli ha tributato la conferma anche con un applauso. L'ho comunicato a Bertolaso. E mi è parso che abbia intenzione di continuare, ma non so con quale voglia. Si è speso notte e giorno per il bene del Paese".

    "Rimetto tutti i mandati". Bertolaso annuncia di aver rimesso i suoi incarichi nelle mani del premier, in una nota afferma "mi sono sempre definito un servitore dello Stato e, come sempre, rimango a disposizione del mio paese", poi va a Palazzo Chigi. Sulle indagini dice di voler chiedere, al pm che se ne sta occupando, "di procedere al più presto al mio interrogatorio, così da poter fornire tutte le informazioni in mio possesso. E' stato assicurato pieno supporto al personale della polizia giudiziaria al quale sono stati consegnati tutti i documenti. Ribadisco ancora una volta - insiste - la più totale fiducia nell'operato della magistratura".

    La difesa di Letta. "Spero che il presidente Berlusconi rinnovi a Bertolaso, a nome di tutto il governo, la sua fiducia. La mia l'ha sicuramente". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio fa subito capire che l'esecutivo era intenzionato a respingere le dimissioni. "Conoscete la stima che ho per Bertolaso e non posso che confermarla nella maniera più seria e più convinta. Sono sicuro che chiarirà presto ogni cosa. E' coinvolto marginalmente in una vicenda che riguarda altre persone".

    Dimissioni respinte al Cdm. Gianni Letta è poi sceso personalmente in sala stampa a Palazzo Chigi confermando la notizia che Berlusconi ha respinto le dimissioni. "Dopo le parole del premier - afferma Letta - in Consiglio dei ministri è esploso un applauso. Mi auguro che Bertolaso possa rimanere al servizio del nostro Paese per molti anni ancora". ''Il presidente - ha proseguito Letta - lo ha ringraziato per la disponibilità e ne ha colto una volta di più la dedizione alle istituzioni e il senso dello Stato. Né ritiene assolutamente di doverle cogliere ed invitarlo alle dimissioni''. Il premier, ha riferito ancora Letta, ''è sicuro che Bertolaso potrà chiarire ogni cosa, si augura che lo faccia al più presto e gli ha chiesto di continuare a dare al Paese quel contributo straordinario di generosità, quell'impegno e fatica con i quali ha raggiunto risultati straordinari''.

    Berlusconi. Il premier ha parlato al telefono con Bertolaso, "gli ho riferito dell'applauso in Cdm e lui mi è parso voler continuare", ha detto Berlusconi nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa. "C'è uno sport nazionale, deprimere chi fa il bene del paese, un male italiano che mi sento di denunciare", ha aggiunto il premier che ha parlato di "una categoria di persone pagata con i soldi dei contribuenti che si esercita a perseguitare con processi sempre e comunque infondati". Per concludere: "Lo volevo fare ministro, ora vedremo".

    Le reazioni. "Qualunque paese civile eleverebbe un monumento a una persona come lui" dichiara il coordinatore del Pdl Sandro Bondi. Duro il leghista Castelli: "Assistiamo a un intervento devastante della magistratura, che stavolta va a colpire quella che probabilmente è una delle più efficienti strutture dello Stato''. Solidarietà dal ministro Mariastella Gelmini, e parla di "assoluta trasparenza del suo comportamento" Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi e parlamentare Pdl. "Una grande risorsa per il nostro Paese" è il giudizio del ministro per l'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Sulla "probità" di Bertolaso nessun dubbio per il leader dell'Api Francesco Rutelli. Anche il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ribadisce a Bertolaso "profonda amicizia e stima". "Gli auguro che l'inchiesta accerti velocemente l'accaduto e spero nella sua estraneità'', dice la presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane. "In questi posti i cittadini gli vogliono molto bene", commenta il procuratore capo dell'Aquila, Alfredo Rossini, titolare insieme al pm Fabio Picuti dell'inchiesta sui crolli del 6 aprile.

    Bersani: "Un fatto grave". Severo il commento del segretario del Pd: "Un fatto grave". E "la magistratura deve fare il suo compito e fare luce il più rapidamente possibile". Bersani aggiunge che "alla politica tocca considerare le procedure. L'occasione l'abbiamo anche adesso in Parlamento sul decreto sulla Protezione civile e questo è il tema di fondo su cui il legislatore deve prendere decisioni molto attente". Il Pd sollecita il governo a rinunciare al decreto, approvato ieri al Senato, che stabilisce la riorganizzazione della Protezione Civile. La richiesta è stata rivolta formalmente dal capogruppo democratico alla Camera Dario Franceschini, al ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, nel corso della conferenza dei presidenti dei gruppi a Montecitorio. "Non entro nel merito delle inchieste giudiziarie che in queste ore sta conducendo la magistratura - dice Anna Finocchiaro, presidente dei saenatori Pd - né voglio esprimere giudizi e opinioni sulle persone. La giustizia farà il suo corso. Ma quello che sta avvenendo conferma quanto abbiamo sostenuto in questi giorni in Senato. Sulla Protezione civile, sul suo modo di procedere e lavorare serve maggiore trasparenza".

    Il Pd: "Nel dl sulla Protezione civile Spa
    hanno preparato l'immunità per i commissari"

    Il governo rinunci a portare in Aula il decreto legge sulla riforma della Protezione civile. Secondo il Pd, il decreto potrebbe rappresentare un primo passo verso l'immunità per i commissari ai rifiuti. Per Dario Franceschini, il comma 5 dell'articolo 3 del provvedimento è un "vero e proprio scudo ai confini della decenza". Tanto per cominciare, "metterebbe al riparo le strutture commissariali che hanno affrontato l'emergenza rifiuti in Campania". Il timore dell'opposizione è che il testo potrebbe aprire la strada verso un'immunità per tutti i responsabili della Protezione civile, travolta dallo scandalo degli appalti per il G8 alla Maddalena.

    Il capogruppo alla Camera dei Democratici ha chiesto al governo di rinunciare alla votazione in programma la prossima settimana. Il Pd chiede dunque di fermare il decreto che riforma la Protezione civile istituendo la Protezione civile Spa. Per Franceschini, andare avanti con norme che prevedono uno scudo giudiziario per le strutture commissariali e la sospensione immediata di tutti i procedimenti in corso sarebbe "inopportuno e sbagliato". Il capo dei deputati Pd ha anche sottolineato che in questo momento affidare a una sola agenzia l'assegnazione di lavori senza i normali appalti non appare opportuno alla luce dei provvedimenti giudiziari che hanno riguardato i vertici della Protezione civile.

    Per quanto riguarda Bertolaso, Franceschini ha riconosciuto "il gesto corretto e la sensibilità istituzionale di Bertolaso che si è dimesso come accade in ogni Paese del mondo, mentre in Italia è una pratica dimenticata". Riferendosi poi alla notizia che Berlusconi ha respinto le dimissioni, "ora vedremo - ha commentato - se quel gesto era un atto vero e proprio o una rappresentazione".

    repubblica.it


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