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Confessione choc di una suora. “Io, trattata come una schiava”

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    00 11/04/2008 18:36


    Scappa dal convento e si rifugia in un centro contro la violenza alle donne. È la storia di una suora trattata come schiava. Vittima di ricatti psicologici, si sottopone a visita ginecologica per far certificare la sua verginità. Angherie e vessazioni: cure mediche negate, mortificazioni e punizioni come “il bacio al pavimento”. Le accuse sono finite ora al centro di un’inchiesta della procura di Roma che ha iscritto la madre superiora nel registro degli indagati contestandole il reato di maltrattamenti.Il racconto choc della suora è stato confermato da due consorelle sentite ieri a palazzo di giustizia a Roma. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Nicola Maiorano che ha affidato le indagini alla polizia giudiziaria diretta dal vicequestore Orlando Parrella.

    Scenario dei presunti maltrattamenti è un convento, vicino all’ospedale Gemelli, della Congregazione dello Spirito Santo, che funziona da “albergo a una stella”. Vittima, suor Maria (chiamiamola così), nata 48 anni fa nelle Filippine e sbarcata a Roma nel giugno del ‘97. Un anno fa, l’otto marzo giorno dedicato alle donne, la religiosa lo ricorda così: “Sono stata costretta ad allontanarmi dal convento perché gravemente ammalata e vittima di maltrattamenti da parte delle mie superiore”. “Ora”, continua, “ho trovato rifugio in un centro antiviolenza”. Le sue sofferenze sono condensate in una denuncia presentata dall’avvocato Teresa Manente, dell’ufficio legale di “Differenza donna”.

    Al centro antiviolenza era stata accompagnata da due connazionali dell’associazione “Donne filippine”. Una ventina di giorni dopo, “colpita da una grave emorragia”, era stata costretta a lasciare il centro alla volta dell’ospedale San Camillo per essere operata. “Nonostante fossi gravemente malata da tempo”, racconta, “la madre superiora mi privava di qualsiasi cura e assistenza medica, delle medicine e mi ordinava di continuare a lavorare”. Già, i lavori: “Quando sono arrivata a Roma con altre consorelle”, ricorda suor Maria, “mi era stato detto che avrei dovuto imparare l’italiano e dedicarmi all’apostolato con periodi di formazione e meditazione”. “Ma - continua - ho sempre e solo lavorato nel convento che, in realtà, è una pensione a una stella, “Albergo suore dello Spirito Santo”, con oltre 50 stanze”. All’inizio, “da sola, dovevo preparare ogni giorno colazione, pranzo e cena per almeno 15 persone: al lavoro alle 6 per far mangiare le consorelle; alle 6.30 preghiera e messa e alle 8.30 servivo le colazioni in refettorio. Poi di nuovo ai fornelli per il pranzo delle 12.30. Quindi rassettavo la cucina per tornarvi alle 17 a preparare la cena”. “Tre giorni a settimana, tra le 15 e le 17, pulizie in chiesa”.

    Cinque mesi e, “nel dicembre 1997, mi comparvero spaccature della pelle sulle mani: “Dermatite grave”, diagnosticò il dermatologo”, invitandola a tenere al riparo le mani. Ma la superiora minimizza e prescrive un’altra terapia: “Crema e guanti di gomma”. “Le ferite facevano molto male ma non avevo il coraggio di chiedere di cambiare mansioni per paura che la superiora si arrabbiasse e mi accusasse di non aver voglia di lavorare”. Ma le piaghe si infettano. Arriva la febbre. “Allora mi accompagnò in ospedale: il dermatologo avvertì che l’infezione metteva a rischio le dita”.

    A suor Maria viene assegnato un altro lavoro: “Lavare e stirare biancheria di consorelle e ospiti”. Tra le mura della Congregazione, suor Maria viene “sottoposta a continue aggressioni e umiliazioni”. “Mi venivano consegnati 20 euro al mese”, racconta, “e di ogni acquisto dovevo mostrare alla superiora gli scontrini”. Quest’ultima, alcune settimane fa, è stata interrogata. Assistita dall’avvocato Stefano Merlini ha negato gli addebiti dicendo di essere vittima di una vendetta e di accuse inventate dalle tre suore.

    Fonte: La Repubblica

    www.uaar.it/news/2008/04/11/confessione-choc-una-suora-io-trattata-come-una-...



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    00 11/04/2008 19:09
    RE

    Dove arriva la carità cristiana delle....consorelle!!! [SM=g27812] [SM=g27812] [SM=g27812]
    Incredibbbbbile!!!!!!!



    omega [SM=g27825] [SM=g27825] [SM=g27825]



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    00 11/04/2008 19:12


    Erano invidiose perchè è vergine!!!!!!!!!! [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]



    [SM=x789076]




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    Frances1
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    00 11/04/2008 20:48
    Sinceramente, la colpa non è della "Badessa" (non la nostra Kelly, eh!), ma della stessa suora filippina che ha ceduto ai ricatti della matrona.
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    00 11/04/2008 21:07
    Re:
    Frances1, 11.04.2008 20:48:

    Sinceramente, la colpa non è della "Badessa" (non la nostra Kelly, eh!), ma della stessa suora filippina che ha ceduto ai ricatti della matrona.




    Mi trovi d'acordo a metà.

    Che la suora doveva ribellarsi....OK.

    Ma... non é che pensi seriamente che la Bad... Superiora non abbia colpe?

    Massimo




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    Frances1
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    00 11/04/2008 21:52

    Mi trovi d'acordo a metà.

    Che la suora doveva ribellarsi....OK.

    Ma... non é che pensi seriamente che la Bad... Superiora non abbia colpe?

    Massimo



    Ma vedi Max, io e te sappiamo bene quanto gli ambienti conventuali siano deleteri per la salute fisica e psicologica delle donne. Se non fosse un fatto di pubblico dominio, come quando non si conoscono le vere intenzioni di una setta che impone ai suoi membri il segreto, allora potremo meravigliarci di fronte a fatti di sevizie e maltrattamenti. Il problema non è cosa accade in quel convento, quanto l'immagine popolare di quel luogo insano. Perché sono tutti convinti che i conventi siano luoghi di salute mentale, innocui e di redenzione. Invece è proprio in quelle quattro mura benedette che si consumano le più atroci sevizie psicologiche. Una persona psicologicamente stabile, non varcherebbe mai la porta di un convento. Purtroppo l'establishment ecclesiastico sguazza proprio nei problemi psicologici della gente, attirandoli verso un vita ascetica, non umana, dove la donna notoriamente vale la metà di un uomo. Poi è chiaro che una suora filippina, che si porta dietro una cultura religiosa bigotta , è più abbordabile rispetto a una sua pari inglese o svedese.
    Nel msg precedente credo di essermi espressa male. Non avrei dovuto parlare di colpa, bensì di condizionamento psicologico della suora filippina, extracomunitaria, che evidentemente non poteva reagire fin da subito anche a causa della sua condizione di straniera e per il fatto che in un paese cattointegralista come l'Italia, ogni denuncia contro i soprusi del clero (si veda il caso delle presunte maestre pedofile), cade nel vuoto o viene vergognosamente minimizzata in nome del "politically correct".
    [Modificato da Frances1 11/04/2008 22:40]
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    Max Cava
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    00 11/04/2008 22:27
    Sono più che d'accordo. Ho fatto + o - le stesse riflessioni.

    Per questo la domanda. [SM=x789063]

    Massimo



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    00 11/04/2008 22:37

    La Sup...ops, Badessa concorda [SM=g27828] [SM=g27828]

    [SM=x789063]

    [SM=x789056]



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