Hazel Sky

LA RECENSIONE



Mentre le grandi software house sfornano nuovi capitoli e remake dei soliti vecchi titoli, ci sono sviluppatori indipendenti che lanciano sul mercato giochi indie pieni di nuove idee.
Lo abbiamo già evidenziato in questo periodo con le recensioni di "Scrap Mechanic Survival", "Raft", "Stray" e oggi continuiamo a porre la nostra attenzione sull'universo indie con questo titolo veramente molto particolare.



"Hazel Sky" è un gioco di avventura in terza persona che ci vede alle prese con vecchie macchine volanti da riparare.








La trama regala un'aurea introspettiva al gameplay che si avvale di fasi platform, fasi d'esplorazione e soluzione di enigmi ben amalgamati tra loro.













La grafica è piacevole, il tratto ricorda molto la tecnica cel-shading di "Zelda" e il tranquillo mondo in cui si muove il nostro personaggio è abbastanza vario e animato.







Non c'è alternanza giorno/notte, tutto si svolge in un eterno pomeriggio.
I temporali sono suggestivi però bagnano soltanto lo schermo e non il suolo mentre la vegetazione rimane immobile!




Comunque apprezzo sempre moltissimo i giochi in cui il nostro alter ego sa nuotare e lo fa anche sott'acqua, detesto le limitazioni e le barriere invisibili!





Incontriamo diverse macchine da scrivere ma questo non è "Resident Evil" e le macchine non sono utili per il salvataggio che fortunatamente avviene in automatico step by step.




Sembra tutto molto bello ma purtroppo c'è qualche magagna a livello tecnico: una cosa che mi ha innervosito parecchio sono stati i salti con successivo appiglio alle funi, una cosa veramente fortunosa!



Perdonabili pecche sparse qua e la nel gioco: provoco una forte esplosione e i gabbiani non volano via!




Un bug da 10 e lode...sono rimasto intrappolato sotto le textures!
Ma niente paura, usciamo dal gioco e il salvataggio ci fa ripartire dall'ultimo posto sicuro in cui eravamo.





Purtroppo "Hazel Sky" è un gioco breve, proprio quando ti stai per affezionare scopri che il terzo livello è anche l'ultimo!








Il terzo livello (la terza isola) è anche il più complicato, diciamo che in fondo i primi due servono soltanto come addestramento.
In definitiva si tratta di un gioco breve ma appagante e per certi versi originale, un gioco che si muove tra luci ed ombre senza farsi mandare a quel paese, un gioco che secondo me va provato!