00 29/05/2012 22:16
“Oltretevere comanda una sola persona: Tarcisio Bertone. Chi ha in mano il dominio economico sottomette tutti gli altri”.

Intervista a Benny Lai a cura di Malcom Pagani

 Tra un colpo di tosse e un fazzoletto al naso, Benny Lai, 87 anni, ex militante del Pci folgorato sulla via di San Pietro dal 1952, con tessera firmata da Montini: “Ma solo perché mi cacciarono da tutti i giornali” è il massimo esperto di intrighi, lotte di potere, omicidi e attentati consumati tra il mezzo chilometro quadrato e i mille abitanti di quell’enigma chiamato Vaticano. “Adesso abbiamo anche il corvo. Una storia buffa”.

Perché buffa?

Perché è fumosa, improbabile, astratta come qualunque verità circoli in Vaticano. Ratzinger è debole, solo, chiuso nella sua torre, circondato da nemici che lui non riesce a vedere.

Le cronache lo confermerebbero.

Questo pontificato, a differenza di tutti quelli che si sono succeduti da Pio XI in poi, ha tratti assolutamente singolari. Non c’era Papa che per scegliere i propri collaboratori non attingesse regolarmente alla Segreteria di Stato, da Casaroli a Pacelli. Con Ratzinger è accaduto altro.

Cosa, Lai?

Ha messo i suoi amici. Ovunque. Prenda Bertone. Ha quasi ottant’anni. Ratzinger ha preteso che sull’Osservatore Romano venisse pubblicata una lettera che lo invitava a rimanere. A 80 anni bisogna andar via, voler restare anche a dispetto dei santi provoca invidia.

Facciamo dei nomi?

Angelo Sodano. Un uomo pieno di difetti che aveva saputo però governare con perizia il Vaticano. Ratzinger ha scelto Bertone e lui ha dato fuoco al braciere. Lotte interne, favoritismi. Piccole ripicche.

Anche?

Un secondo prima di essere destituito, Sodano ha messo il suo segretario particolare, Monsignor Pioppo, a Prelato del Sant’Uffizio cacciando De Bonis.

Il Prelato in carica ai tempi di Marcinkus.

Sempre lì si torna. Perché il potere dello Ior non rispondeva a nessuno, neanche al Papa, soprattutto all’epoca di Woityla. Lo Ior non ha a che fare con il governo della Chiesa. È solo l’istituto che senza controlli, dava soldi al Pontefice. Non sempre in modo lecito. Anzi.

L’hanno stupita le dimissioni di Gotti Tedeschi?

Neanche un po’. Si sapeva da tempo. Le racconto una cosa. Gotti Tedeschi era l’uomo di Giovanni Maria Vian, il direttore dell’Osservatore Romano. Un tempo era impossibile incontrarlo se a fianco, non aveva lui.

Poi?

È stato abbandonato. Si è sempre occupato di strane manovre economiche, Gotti. Di lavori scomodi, che altri gli delegavano e lui eseguiva in silenzio. Ora, evidentemente, non serviva più.

E l’hanno mandato via?

Gotti Tedeschi ha dato per anni battaglia in perfetta coincidenza di intenti con Bertone. Ora se ne è andato. È strano, non c’è nessuno che all’epoca d’oro, in certi ambiti, si sia dato da fare come lui.

In che campo?

Nel campo oscuro del denaro. È la prima volta che un presidente dello Ior viene cacciato dai Cardianali e dai suoi stessi uomini, stanchi di osservarlo sazio, divorato dall’ignavia. Gli uomini si abituano in fretta al massimo rendimento. Gotti aveva fatto molto. Non faceva più niente. E ha pagato. Non si scherza con lo Ior.

Lo Ior riporta alla Orlandi.

Non l’ho mai seguita con passione. Mi è sempre parsa più cronaca che Teologia. Per capire il Vaticano e le sue sottotrame bisogna frequentarlo a lungo, interpretare i piccoli segnali. Stare attentissimi quando ti porgono al mano.

La mano?

È una liturgia finissima, quasi invisibile, che traccia la divergenza tra un gesto d’amicizia e uno di ostilità. Se te la danno leggermente curva pretendono che tu la baci, dritta invece rappresenta quasi un gesto di sfida.

La storia dei misteri vaticani è infinita.

Si disse che Papa Luciani venne avvelenato e Woityla subì un finto attentato. Si esagerò. A tanta segretezza, la dietrologia risponde con i suoi talenti. Nel caso di Alì Agca si trattò di una vendetta del mondo sovietico nei confronti di un Papa aperto alle novità e in quello di Luciani, di un errore di Monsignor Villot. Non vollero far sapere che mentre il Papa stava male, nella sua stanza, era entrata una suora.

Si disse anche che Gelli avesse fatto sparire le foto di altre suore. Quelle fotografate in costume con Woityla, a Castelgandolfo.

Penso fosse vero. Si sostenne a lungo l’ipotesi, ma come sia andata non lo sapremo mai.

A che punto è la notte in Vaticano?

È scura. Il Papa è assediato, cupo, ha bastonato la Curia sul caso Williamson, non è mediatico, non si fa vedere. Il corvo è una protesi. È un segnale che arriva dall’alto.Un modo di dire: “vattene, vogliamo il cambiamento”.

Ratzinger rischia?

Certo. Ma non perché qualcuno desideri ucciderlo. È solo molto malato. E ha 85 anni.

http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201205/120527laipagani.pdf




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