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Vaticano, il sacrificio laico

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    Madre Badessa
    00 29/05/2012 22:04
    L' arresto del corvo per proteggere alti prelati.
    Inizia da due laici il processo di pulizia in Vaticano. Troppi scandali, troppe pentole scoperchiate e poche risposte sembrano non aver lasciato alcuna traccia del proverbiale silenzio tanto caro alle stanze d’Oltretevere. Giovedì 24 maggio la notizia della sfiducia a Ettore Gotti Tedeschi era già sembrata un (apparente) fulmine a ciel sereno.
    Poi, il giorno successivo, è arrivato un altro annuncio. Ancora più clamoroso. La gola profonda, il passacarte dei documenti segreti vaticani, è una persona vicinissima al Papa. Talmente vicina da essere addirittura il suo personale maggiordomo: Paolo Gabriele.


    LE LETTERE RISERVATE DI BENEDETTO XVI. Sarebbe stato lui, secondo l’accusa, a portare fuori dall’appartamento papale i documenti e le lettere riservate di Benedetto XVI e del suo segretario Georg Gänswein. Anzi, come ha riportato Il Foglio.it, a stringere il cerchio intorno al maggiordomo sono stati i cardinali Julian Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi, insospettiti dal fatto che molti documenti usciti dal Vaticano fossero proprio lettere riservate del Papa. Per avere accesso alle quali bisognava necessariamente passare dalle stanze private del pontefice. La Gendarmeria vaticana avrebbe trovato in un appartamento di via Porta Angelica, dove Gabriele abita con la moglie e i tre figli, una mole ingente di documenti riservati.
    UN LAICO «MOLTO DEVOTO AL PAPA». Gabriele, poco più che 40enne, lavora nell’appartamento pontificio dal 2006, e prima era stato a servizio del prefetto della Casa pontificia, monsignor James Harwey. L’“aiutante di camera” della Famiglia vaticana, come viene definito Gabriele, è un laico indicato come persona assolutamente devota a Joseph Ratzinger e un fedele cattolico.
    Per questo in molti, prima della conferma dell’arresto, avevano avanzato dubbi che potesse essere proprio lui. Ma il Vaticano sembra navigare in acque turbolente, e quelle che fino a poco tempo fa potevano sembrare certezze inattaccabili, iniziano a diventare delle effimere verità soggettive. Che Gabriele sia davvero un «corvo» o più semplicemente un capro espiatorio per salvare qualcuno che sta più in alto, resta ancora tutto da verificare. Certo, sembra molto difficile che l'arresto sia stato compiuto con leggerezza trattandosi di un “familiare” del Papa.

    I Vatileaks e la sfiducia a Gotti Tedeschi

    A mettere di nuovo sotto i riflettori il Vaticano e la fuga di notizie era stato l’ultimo libro di Gianluigi Nuzzi che riapriva la ferita mai rimarginatasi dei Vatileaks. E legata alla fuga di informazioni riservate della Chiesa sembrava a primo acchitto pure la defenestrazione del numero uno dello Ior, la banca vaticana. Proprio nella stessa giornata erano state fatte filtrare notizie su un possibile coinvolgimento del presidente uscente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, nella fuga dei documenti riservati. Forse un “cortocircuito mediatico”, visto che nelle stesse ore, e a poche decine di metri di distanza, si svolgevano l'interrogatorio di Paolo Gabriele e la seduta del Consiglio di sovrintendenza dello Ior che ha sfiduciato il banchiere.
    LA SMENTITA E LA MINACCIA DI QUERELA. Qualcuno, tra i corridoi vaticani e fra la stampa, aveva indicato come altro «corvo» lo stesso Gotti Tedeschi ma l’interessato ha smentito con sdegno e minacciato querele e ha confessato di sentirsi dibattuto tra la volontà di parlare e raccontare la verità e il silenzio dovuto all’affetto per il Pontefice.

    Lo Ior, la rogatoria internazionale e il conto “segreto” di un prete di provincia

    Lo Ior rientra poi in un’altra vicenda di cronaca che ha scosso la Chiesa negli ultimi giorni e che sembra apparentemente lontana dal Vaticano. Riguarda la rimozione “coatta” del vescovo di Trapani, monsignor Francesco Miccichè, nella cui vicenda è coinvolto anche un prete di provincia, don Ninni Treppiedi (ora sospeso a divinis), con amicizie politiche importanti e il fiuto per gli affari. Grazie a buoni rapporti con gli alti vertici della Chiesa, Treppiedi si era potuto permettere, lui semplice sacerdote, di tenere un conto presso lo Ior, possibilità concessa solo ad alti prelati.
    ACCETTATA LA RICHIESTA DELLA PROCURA. Quello che Oltretvere non hanno digerito è che allo Ior abbiano accettato facilmente la rogatoria internazionale partita dalla Procura di Trapani, una richiesta che aveva l’obiettivo di accedere ad alcune carte custodite nella banca vaticana e che dovrebbero legare la vicenda di padre Treppiedi e della diocesi di Trapani a giochi di potere in Vaticano. Un'invasione di campo che ha portato, forse come reazione, alla rimozione di monsignor Miccichè, lui stesso criticato dal visitatore apostolico Domenico Mogavero proprio per avere denunciato le mosse di don Treppiedi agli investigatori.
    FOTO COMPROMETTENTI SU FACEBOOK. Nella vicenda c’è anche una circostanza inquietante, denunciata solo da un quotidiano online siciliano: un paio di indagati, assieme a padre Treppiedi, avrebbero avuto accesso indisturbati nelle più delicate stanze del Vaticano, trovandosi a poca distanza dal Papa. Pubblicando, poi, sulla bacheca di Facebook foto e commenti. Salvo poi cercare di cancellare e fare sparire tutto dalla Rete, quando però quelle foto erano già finite sul tavolo del magistrato.
    Il fatto sembra risalga al 18 febbraio scorso, quando si è svolto a Roma il Concistoro per la nomina di nuovi 22 cardinali. Uno dei nuovi è Monsignor Bertello, ex nunzio apostolico in Italia.
    IL NEO-CARDINALE MONTEIRO DE CASTRO. Su Facebook è finita la foto che lo vede assieme a due alcamesi, Antonella Aprile e Aldo Mirabile, entrambi indagati con padre Treppiedi. Oltre a questa sul web circolava un’altra foto: sempre la coppia alcamese con un altro neo-cardinale: Monteiro De Castro, ex segretario della Congregazione dei vescovi: guarda caso, la Congregazione che ha portato avanti l’ispezione nella diocesi di Trapani.
    A oggi il vescovo di Trapani sembra essere l’unico “non laico” ad avere pagato per aver cercato di accendere se non un faro almeno una lampadina su qualche strano rapporto di potere che lega il Vaticano a una diocesi siciliana.
    LE STRANE MINACCE AL PROCURATORE. Il procuratore della Repubblica di Trapani, Marcello Viola, ha tenuto a precisare che sono problemi interni alla Chiesa. Per la magistratura inquirente monsignor Francesco Miccichè «è solo parte offesa». E sarà solo una strana coincidenza, ma proprio il 25 maggio, lo stesso procuratore che segue il caso del vescovo “licenziato” ha denunciato di aver subìto un mese fa un misterioso inseguimento e tallonamento da un’auto lungo l’autostrada Palermo-Trapani. Da allora la sua scorta è stata raddoppiata.
    Intanto il Vaticano prosegue le sue indagini: il sospetto diffuso nei corridoi attorno a San Pietro è che Gabriele abbia rubato i documenti papali su mandato di qualcun altro.

    Venerdì, 25 Maggio 2012

    www.lettera43.it/attualita/vaticano-il-sacrificio-laico_436755...




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    Padre Guardiano
    00 30/05/2012 07:27
    Un mondo di vipere.... [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=g2407713] [SM=g2407713]
    Ma forse è lo spirito santo che risente degli anni...... [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=x789075]



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    Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


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