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IN FABULA di Fabio Firpo

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    The Reign of Horror
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    Registrato il: 12/10/2004
    Utente Master
    00 28/05/2012 14:36
    TITOLO CORTOMETRAGGIO: In Fabula
    LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:
    [IMG]http://oi46.tinypic.com/iegsah.jpg[/IMG]
    DURATA: 14 minuti
    REGIA: Fabio Firpo
    ATTORI PRINCIPALI: Nicolò Giraldi, Vagnard Corvo, Libera Janara.
    SCENEGGIATURA: Fabio Firpo
    FOTOGRAFIA: Fabio Firpo
    MONTAGGIO: Fabio Firpo
    BREVE SINOSSI: il piccolo Nicolò vaga per le strade del suo paese di montagna ormai disabitato, cercando invano i suoi amici. Si reca quindi a casa di Andrea, un suo cugino di molti anni più grande di lui, per farsi raccontare una storia del libro che quest'ultimo tiene nella sua cantina. Il cugino, all’inizio remissivo, si fa convincere dalla genuinità del bambino e soprattutto dalla sua passione per le storie dell’orrore, che i due condividono. Purtroppo il libro non si trova più e Andrea decide di inventare una storia al momento, in cui il protagonista sia lo stesso Nicolò...
    BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Fabio Firpo nasce a Roma nel 1981. Nel 2006 comincia a scrivere e a girare film per pura passione, insieme ai suoi amici e ad un intero paese della provincia abruzzese, che lo supporta e si diverte insieme a lui.
    FINESTRA player DOVE VISUALIZZARE IL CORTO O EVENTUALE LINK UTILE DOVE POTER VISIONARE IL CORTO: http://www.firpoproductions.it/public/
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    osmanspare
    Post: 64
    Registrato il: 23/05/2011
    Utente Junior
    00 28/05/2012 16:28
    bravo!
    Se paragoniamo questo “In Fabula” con “Dylan Doc – il controfilm”, cortometraggio col quale Firpo si presentò a questo concorso solamente l’anno scorso, una cosa salta subito agli occhi, e cioè che il nostro regista ha fatto passi da gigante.
    Ad una prima visione infatti ogni cosa risulta perfezionata: la regia, l’uso delle ambientazioni, la storia, le interpretazioni, il senso scenico…e anche il messaggio che viene dato, e le motivazioni del regista, il suo modo di intendere ciò che fa, sono quanto mai chiare e ben mostrate. Esaminiamo punto per punto:
    1. Limpidissima la regia. Non so trovare un aggettivo migliore per definire un lavoro che fa della luce, della chiarezza e della semplicità il suo punto forte. Tutto è ritratto senza forzature, senza abbellimenti, al servizio della storia. Tutte le inquadrature sono pacate e descrittive, spiccando il volo solo quando devono servire ad illustrare le emozioni; e anche lì fanno un ottimo lavoro: davvero inquietante e violenta la scena dell’omicidio: molto bella.
    2. Bella l’ambientazione, e qui torniamo parzialmente al punto di prima. Anche nei luoghi infatti c’è limpidezza. Il paese è usato, mostrato e descritto per essere esattamente quello che è: un placido, assonnato, deserto e silenzioso paesino di provincia, con i panni stesi fuori ad asciugare, i vasi di fiori e i vicoletti col pavimento fatto di pietre e mattoni. L’ambientazione non è, come capita sovente in certi corti, usata come mero pretesto, o travestita – spesso con risultati goffi – per essere qualcos’altro. Siamo in un paese che potrebbe benissimo essere il nostro. Cosa che ci colpisce anche nella seconda parte del corto, quando le atmosfere si fanno ansiogene: chi di noi non ha provato le stesse ansie del protagonista, tornando in un appartamento che le nostre paure hanno magicamente reso un luogo spaventoso?
    3. Bravi gli attori, con qualche lieve imperfezione. Il cugino grande all’inizio “gigioneggia”, non riuscendo ad essere sempre convincente (ma solo all’inizio!), e il cugino piccolo – complice l’età – di tanto in tanto ha dei piccoli inciampi. Comunque è soprattutto a lui che vanno i nostri complimenti: visto che il film poggia quasi tutto sulle sue spalle, Nicolò fa veramente un ottimo lavoro. E anche qui si torna al punto uno: limpidezza. Un ritratto di vite comuni (c’è spazio anche per la disoccupazione) che si muovono con naturalezza nel loro piccolo mondo. Bravi.
    4. Bella la storia, per molti motivi che spero di riuscire ad elencare tutti nel modo giusto. Limpidezza, ovviamente (anche se ogni tanto si scivola nel didascalismo). Linearità. Gustosi cambi di atmosfere. Finale davvero molto simpatico. Tema interessante e narrato molto bene. Ben studiato l’unico omicidio, che coerentemente con quanto detto dal Cugino Narratore, non risparmia nulla in violenza e sangue. Come ben dice il Cugino, infatti, le streghe non sono i simpatici cattivi dei film americani ma rappresentano il Male vero, la visione del Male più realistica e in un certo senso più Europea (tesi sulla quale mi trovo completamente d’accordo). Ergo, quando la favola macabra si trasforma in realtà non si può sperare in un effetto lieve. Dal male vero non la si fa franca, mai. Allo stesso modo trovo estremamente corretta l’affermazione per la quale al male non interessa di apparire simpatico: esso vuole essere temuto, uccidere o far impazzire. E anche il triste finale è perfettamente coerente: non abbiamo appena detto che il Male vero non lascia scampo?

    Insomma Firpo c’è, e si vede. Di questo corto mi è piaciuto tutto,e in particolare il messaggio espresso dal regista, che usa questa storia per parlare anche di se stesso, del suo rapporto col mondo fantastico, e per spiegarci come lui intende il cinema e la narrazione. E’ raro assistere ad una dimostrazione di intenti così chiara e arguta.

    Due pecche: la strega con le scarpe coi lacci magari andava evitata (i lacci si vedono alla fine del corto, prima dell’assalto). E forse andava anche mascherato un po’ meglio il “libro parlante e misterioso”: un po’ assurdo vedere che in realtà il ragazzino ha tra le mani un semplice “Octavarium”, e cioè una sorta di vecchio breviario di quelli che ai mercatini dell’usato vengono venduti ad un euro alla dozzina… Ma stiamo parlando veramente di poca cosa. Un bravo dunque al nostro regista, che con apparente semplicità è riuscito a mettere in luce tutte le sue doti, nonché una buona dose di intelligenza.

    PS: essendo io riuscito a terrorizzare a morte (senza volere!) un mio nipote almeno in un paio d’occasioni, posso testimoniare che gli avvenimenti narrati da Firpo corrispondono ad assoluta verità, tanto che non mi stupirei se avesse preso spunto da un fatto successogli davvero. Comunque, la frase “e adesso la madre chi la sente” pronunciata dal Cugino Grande è stata per me fonte di grande divertimento.
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    boskoz
    Post: 1.792
    Registrato il: 26/01/2010
    Utente Veteran
    00 28/05/2012 16:56
    In Fabula di Fabio Firpo è proprio un corto da consigliare, non c’è dubbio su questo.

    Firpo, pur senza godere di attori professionisti, di effetti speciali mozzafiato o di chissà quali budget è stato in grado di mettere in scena con successo un cortometraggio dotato di un senso, e di realizzarlo anche tecnicamente bene.

    Con questo corto il regista gioca con lo spettatore utilizzando quella cosa nota come suggestione.

    Tutti noi almeno una volta in vita nostra, per diversi motivi, proprio come il giovane Nicolò un giorno ci siamo diretti verso la porta di casa con passo svelto non vedendo l’ora di entrare. Proprio come lui poi, magari dopo aver letto un libro o aver visto un film particolarmente d’effetto, siamo stati così tanto condizionati da fare cose “senza senso” come controllare per esempio dietro la porta della camera da letto. E quanti di noi non hanno mai sentito un rumore strano o un’innocente scricchiolio di un mobile ma capace comunque di darci un brivido lungo la schiena?
    Questo aspetto della nostra vita si chiama Suggestione, e Firpo attraverso una sceneggiatura ben strutturata ed una buona regia è stato in grado di cogliere perfettamente nel segno nell’utilizzare questo aspetto della mente dell’uomo sia come soggetto che come strumento del suo corto.

    Da vedere.

    [Modificato da boskoz 28/05/2012 16:57]
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    GIOLE
    Post: 23
    Registrato il: 13/10/2004
    Utente Junior
    00 28/05/2012 17:46
    Premettendo che "Dylan Doc" non mi era piaciuto...lo trovai un progettino interessante ma mal sviluppato...andiamo meglio con "In fabula".
    Il corto è una divertente e interessante "horror comedy" fatta in casa, con un paio di guizzi geniali ( il mostro "Disoccupazione", la "strana idea di bello" ). La presenza di un attore dal volto piuttosto somigliante a Neri Marcorè ha dato quel "tocco in più" ironico, davvero gradito. Recitazione complessiva accettabile ( tranne quella del bambino in webcam a dirla tutta...ma tralasciamo...) e storia originale e intrigante. Qualche dettaglio critico può essere riscontrabile nel sonoro non perfetto ( il vento lo si sente in quasi tutti gli esterni ), qualche lungaggine di troppo durante il monologo sulle streghe, il "libro parlante" poco credibile, e piccoli errori di montaggio qua e là. Piccoli dettagli tecnici che non rubano però fascino a un cortometraggio molto personale, probabilmente con accenni con autobiografici, girato con passione. Complimenti a Fabio Firpo.
    [Modificato da GIOLE 28/05/2012 17:47]
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    Luca Zanovello
    Post: 42
    Registrato il: 05/04/2011
    Utente Junior
    00 28/05/2012 19:05
    Il piccolo Nicolò abita in un paesino dove un tempo, secondo le leggende, vivevano le streghe. Una storia di paura, raccontatagli dal cugino Andrea, scatena nel bambino fobie irrazionali, che forse così tanto irrazionali non sono. Firpo abbandona lo humour surreale di Dylan Doc per un racconto più classico e d’atmosfera. Peccato che proprio l’atmosfera, su cui dovrebbe basarsi il corto, sia scadente. Le locations sono belle ma illuminate e più turistiche che spettrali. Nicolò Giraldi, giovanissimo protagonista, è però bravo a trasmettere vagamente le stesse paure che infestano il suo personaggio. Il finalino è scontato, ma Firpo (dopo avermi divertito col suo DD un po' buzzicone) riesce nuovamente a trasmettere qualche emozione.
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    firpo81
    Post: 5
    Registrato il: 13/04/2011
    Utente Junior
    00 31/05/2012 15:49
    Grazie
    Ma che piacere tutte queste belle recensioni!
    Osmanspare, hai colto nel segno, descrivendo perfettamente quali erano i miei intenti e sono veramente contento di essere riuscito a trasmetterli. Non mi è mai capitato di spaventare bambini raccontando storie paurose, ma da piccolo fui letteralmente shockato dalla visione dei primi venti minuti di "Demoni" di Lamberto Bava e ricordo ancora bene cosa la suggestione mi portò a fare nei mesi a venire. Non serviva che arrivasse la notte per avere di nuovo paura. Anche in una giornata di pieno sole ero sempre sicuro che i demoni potessero attaccarmi da un momento all'altro, come solo la fantasia di un bambino può indurre a pensare, ed è proprio per questo che per "In Fabula" ho scelto un'ambientazione limpida e assolata.
    Sono stato piacevolmente sorpreso di essere stato ricordato per Dylan Doc e qui vorrei spiegare una cosa: Dylan Doc fu girato per il semplice motivo che avevo fatto amicizia con Stefano Zappa, secondo me il sosia abruzzese di Groucho Marx per antonomasia (anche se incredibilmente prima mai nessuno aveva notato questa somiglianza!), e volevo quindi "utilizzarlo" in un mio film. Inoltre, poichè condividevo e tutt'ora condivido con Paul Cup una passione per Dylan Dog, scelsi di chiamare lui per la parte di Dylan. Quindi misi su una sceneggiatura per divertirci il più possibile ed è per questo che girammo tutto il corto in sole 7 ore. All'inizio il progetto era di far arrivare Dylan e Julius nella stessa casa dove avevo girato in precedenza il corto "Vuoi giocare con me?" (mi piaceva l'idea che un corto horror avesse un seguito comico), ma poi la location non fu più disponibile, quindi utilizzammo la casa dei nonni di Paul, senza dubbio meno suggestiva. Tutto qui.
    Poi venni a sapere del concorso sul gruppo di facebook, chiesi ad Alex se poteva andar bene anche un horror comico e lo iscrissi, quindi Dylan Doc non è il primo corto che ho fatto.
    In realtà scrivo e giro film dal 2007, più che altro lungometraggi comici e polizieschi (su youtube chi vuole può vedere "Cerco Martino", il primo lavoro "Il morso della piana" e la serie comico poliziesca "Roman Cops").
    Invece "In Fabula" è stato girato apposta per il concorso.
    Tempo fa vidi un film di Lamberto Bava, intitolato "La casa dell'orco", non molto apprezzato dalla critica in generale, ma mi piacque molto l'idea che il mostro non fosse il gigante mascherato di turno, ma un essere fiabesco come l'orco. Devo aggiungere che il paese inquadrato all'inizio del film è proprio il paese dove giro sempre i miei film, quindi questo fatto mi fece entrare ancora di più nella storia. Comunque da quel momento cominciai a riflettere su una cosa che avevo notato: la paura oggi viene essenzialmente dai film, mentre prima era raccontata. Da bambini infatti ci raccontano le fiabe, sentiamo parlare di streghe, orchi, che temiamo solo un po', dopodichè quando cominciamo a vedere i film, ci scordiamo di quegli esseri malvagi e cominciamo ad associare la figura del mostro per eccellenza ai personaggi cinematografici. Il paradosso è che sappiamo benissimo che il cinema è finzione, ma chi l'ha detto che invece quei mostri di cui sentivamo parlare da piccoli in storie tramandate per millenni non siano in qualche modo...reali? Naturalmente il fatto che "In Fabula" sia un cortometraggio rende il discorso un po' incoerente, ma le intenzioni alla base sono state proprio quelle appena descritte.
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    E. Hunters
    Post: 23
    Registrato il: 30/05/2012
    Utente Junior
    00 02/06/2012 23:27
    Come nella pubblicità della Cremeria, un bambino citofona a casa degli amici per noia. Ma siccome a lui piacciono le storie di paura, non i gelati, trova il cugino più grande che gliene racconta anche se "mò la madre chi la sente?". Fabio Firpo non manca di buone idee nè di cura per i dettagli. Poteva però giocare di più con la commistione tra le suggestioni infantili e la realtà, per confondere ulteriormente e confezionare un signor finale.
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    firpo81
    Post: 6
    Registrato il: 13/04/2011
    Utente Junior
    00 03/06/2012 04:15
    "Mo'"?
    Ma come "mo'"? Viene pronunciato l'italianissimo "adesso". Ah, Romanacci!!! :-D
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    firpo81
    Post: 11
    Registrato il: 13/04/2011
    Utente Junior
    00 05/06/2012 21:58
    Per E. Hunters
    Sono riuscito a capire tutte le recensioni, tranne l'ultima.
    E. Hunters, visto che, anche se nel corto viene usato l'italiano, citi erroneamente una frase in romanesco, intuisco il tuo interesse per il nostro vernacolo e mi adatto... A 'sto punto te volevo chiede: ma quinni, ortre a li gelati da'a cremeria, t'è piaciuto pure er corto oppure no? Si voi, risponnime in Romano, oppure anche in Milanese. [SM=g27822]
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    anatrina
    Post: 3
    Registrato il: 01/06/2010
    Utente Junior
    00 08/06/2012 21:26
    complimenti!
    Bello, mi è piaciuto! Non sono un'esperta (faccio parte del gruppo della Icarus che partecipa al concorso con "I Folli siete voi") ma devo dire che questo è uno dei corti che mi è piaciuto di più tra quelli che ho visto. Complimenti soprattutto al piccolo protagonista. Finalmente un corto dove la location è suggestiva e non anonima.
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    firpo81
    Post: 12
    Registrato il: 13/04/2011
    Utente Junior
    00 08/06/2012 23:41
    Grazie, Anatrina. In effetti credo che Nicolò sia stato perfetto.