Tormentato a scuola: «Sei gay». Si uccide.

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!NeveCheVola!
00giovedì 5 aprile 2007 13:59
Torino, il ragazzo si è accoltellato e poi si è gettato dal quarto piano

La madre del 16enne: avevo protestato con la preside, ma non è cambiato niente.

TORINO - «Sei come Jonathan. Ti piacciono i ragazzi, sei gay…». E giù battute e parolacce. Forse i suoi compagni non capivano fino in fondo quanto lo ferivano con quelle frasi, ma per Marco, 16 anni, seconda superiore in un grande istituto tecnico, quel tormentone durato un anno e mezzo è stato troppo. E martedì ha deciso di farla finita: prima una coltellata mirata al petto, poi il volo dalla finestra di casa, al quarto piano di un quartiere residenziale. All’ospedale, per qualche ora, i medici hanno tentato di rianimarlo,ma è stato inutile. Marco è morto e ora la Procura si accinge ad archiviare il caso: non ci sono dubbi, è stato un suicidio. A provarlo c’è anche una lettera che racconta ogni dettaglio nel linguaggio ironico e agrodolce degli adolescenti. E una conclusione: «Non ce la faccio più».
La madre di Marco, Luisa (i nomi sono di fantasia) è arrivata in Italia più di vent’anni fa dalle Filippine. Ha lavorato e lavora come collaboratrice domestica, ha sposato un agricoltore italiano che vive poco lontano da Torino e dal quale è separata, e da lui ha avuto tre figli di 17, 16 e 13 anni. Marco era il secondo, quello che le dava più soddisfazioni con i risultati a scuola: «I problemi — racconta ora la donna, tra le lacrime — sono cominciati più di un anno fa, in prima superiore. Mio figlio era dolce, sensibile, non alzava mai la voce, non partecipava a certi giochi e non litigava con nessuno. I compagni l’hanno preso di mira, ce l’avevano con Jonathan, quello del Grande Fratello. Era un modo per dirgli che era gay, poi aggiungevano altre cose… ».
Luisa non è stata a guardare, dopo aver parlato a lungo con suo figlio ed essersi fatta raccontare nei dettagli quello che succedeva a scuola, è andata nell’istituto frequentato dal figlio, ha chiesto e ottenuto di incontrare la vicepreside che diMarco era anche insegnante. E per un po’ le cose sono andate a posto, almeno in apparenza. «La signora ci ha parlato di questi problemi già nell’inverno dell’anno scolastico 2005-2006. Ha avuto un lungo colloquio con noi, al quale sono seguiti rimproveri da parte nostra ai compagni che avevano schernito Marco», conferma la dirigente scolastica dell’istituto, uno dei più antichi e prestigiosi della città. «Purtroppo — prosegue — a questa età, succede spesso che la sensibilità di un ragazzo non sia compresa dagli altri, ma non c’era alcun bullismo né l’intenzione di far male, solo degli sciocchi scherzi involontariamente crudeli. Da quel momento, per noi non c’è stato più alcun segnale di disagio né da parte del ragazzo né della famiglia».
La preside ricorda perfettamente quel ragazzino magro, silenzioso e studioso: «Marco andava bene a scuola, aveva 7 e 8 in tutte le materie e 10 in condotta. Pensandoci oggi, la sua sensibilità poteva anche nascondere una grande fragilità, ma qui a scuola si traduceva soprattutto in studio e rispetto delle regole. Siamo sconvolti, addolorati, abbiamo parlato con la mamma di Marco da poco e siamo a disposizione per chiarire ogni dettaglio che possa servire a ricostruire questa tragedia». A casa, a pochi isolati dalla scuola, dal liceo e dalle medie frequentati dagli altri due figli, Luisa non sa darsi pace e ricorda quegli scherzi pesanti, che quest’anno erano ricominciati: «Gli dicevo: "Marco, stai tranquillo, non hai nessun problema, fai amicizia con i compagni, esci…". Ma lui non riusciva a seguire i miei consigli, dopo la scuola tornava subito a casa, giocava al computer o ci metteva dentro i suoi dvd. A volte piangeva, poi mi diceva: "Mamma, non è nulla, è passato". Lo spingevo fuori perché frequentasse la piscina, due volte alla settimana lo faceva… ».

Lunedì mattina, Marco è uscito alle 8 come al solito, ma poi ci ha ripensato ed è rientrato a casa: «Non voglio andare a scuola, mamma, sono stanco, lasciami riposare». Era così bravo, i suoi voti era così alti che la signora Luisa non si è preoccupata. Martedì mattina Marco ha rassicurato la madre: «E' tutto a posto, ripasso la lezione e vado a scuola, vai a lavorare tranquilla ». L’ha lasciata uscire, poi si è ucciso. In quella lettera che ora è in mano ai carabinieri il suo ultimo, disperato, atto di accusa.
Vera Schiavazzi (www.corriere.it)
05 aprile 2007

!NeveCheVola!
00giovedì 5 aprile 2007 14:01
Questo articolo credo si commenti da solo....personalmente sono davvero schifata non solo dall'atteggiamento dei ragazzi che lo hanno tormentato ma anche dalle loro famiglie perchè certi comportamenti si imparano prima di tutto a casa, come pure il rispetto per le persone che dovrebbe essere insegnato dai genitori che mai come in questo caso sono venuti a mancare...
Vergogna.
MinakoLover
00giovedì 5 aprile 2007 23:54
mi auguro che i suoi compagni abbiamo il rimorso sulla coscienza
kiaroz
00venerdì 6 aprile 2007 11:11
Purtroppo la crudeltà degli adolescenti non ha limiti...
Anch’io ho passato un periodo infame, alle medie...
Innanzitutto c’era una lotta acerrima tra maschi e femmine (i maschi erano la maggioranza della classe!)... in più le poche femmine mi escludevano perché non ero come loro (oca o pettegola, secondo il mio punto di vista... in più ero un po’ un maschiaccio... ma non avevo ancora la forza di carattere per infischiarmene e seguire la mia strada da sola... ero molto insicura!)
Inoltre ero brava a scuola (forse la macchia più grossa!!)... ovviamente non trovando solidarietà tra i compagni, la cercavo negli insegnanti, cercando di essere sempre più brava... e così si innescava il meccanismo del cane che si morde la coda... amico dei prof. = nemico degli studenti...
Diciamo che non sono arrivata a fare pensieri “brutti”, ma è stato davvero un periodo difficile... 3 anni che mi son parsi 10!!! Un inferno!!!!
[SM=x1249035]
Poi fortunatamente con le superiori le cose sono cambiate (complice forse anche il fatto che fossimo una classe a netta maggioranza femminile, quindi con degli equilibri interni differenti, e soprattutto con una mentalità decisamente diversa...)
)Mefisto(
00domenica 8 aprile 2007 17:08
Mah, prima o poi doveva morire lo stesso!

In ogni caso, la colpa non è della scuola o dei banchettari (compagni di banco [SM=g27828] ), ma della famiglia in primis perchè se avesse evitato di inculcargli delle idee ghettizzante nei confronti degli omosessuali, non si sarebbe ucciso da solo.

Quindi, se avesse vissuto più a lungo, poi sarebbe diventato con molta probabilità un disadattato e pieno di complessi, quindi in fondo, penso che abbia fatto la cosa giusta.

[Modificato da )Mefisto( 08/04/2007 17.09]

kiaroz
00martedì 10 aprile 2007 16:16
Re:

Scritto da: )Mefisto( 08/04/2007 17.08
Mah, prima o poi doveva morire lo stesso!

In ogni caso, la colpa non è della scuola o dei banchettari (compagni di banco [SM=g27828] ), ma della famiglia in primis perchè se avesse evitato di inculcargli delle idee ghettizzante nei confronti degli omosessuali, non si sarebbe ucciso da solo.

Quindi, se avesse vissuto più a lungo, poi sarebbe diventato con molta probabilità un disadattato e pieno di complessi, quindi in fondo, penso che abbia fatto la cosa giusta.

[Modificato da )Mefisto( 08/04/2007 17.09]



Caro Mefisto, in genere apprezzo il tuo cinismo, perché sempre mescolato ad una buona dose di ironia... qui però mi pare che tu sia estremamente serio, e pur senza fare del facile vittimismo, non riesco a condividere la tua conclusione...

[Modificato da kiaroz 11/04/2007 2.09]

aguasky
00mercoledì 11 aprile 2007 01:01
...non ci sono giustificazioni che tengano,questi ragazzi vivranno con la coscienza sporca questo è sicuro...sicuramente molti li giustificheranno dicendo che sono solo ragazzini di sedici anni...che scherzavano e cosi' via...questo mi fà letteralmente incazz... a quell'età certo non si è sicuramente maturi ma questo non vuol dire che sti ragazzi debbano diventare una mandria di deficenti totalmente privi di rispetto e senza un minimo di sensibilità,crescendo sicuramente non miglioreranno...
tutti abbiamo avuto i nostri conflitti esistenziali a quell'età e abbiamo avuto a che fare con persone di quel genere...il bullismo esiste da sempre,non è una novità come si crede...c'è sempre stato e sempre ci sarà qualche imbecille che non capirò mai per quale strano e malato motivo debba rendere impossibile l'esistenza altrui al punto di farti odiare la tua stessa vita!chi in prima persona chi come "spettatore"sappiamo bene di cosa si parla,della cattiveria incomprensibile di persone squ.allide...che abbiano cinquant'anni o sedici per me non cambia nullo,sarei molto dura su queste cose, prenderei provvedimenti molto drastici...li manderei tutti ai lavori forzati o nei paesi poveri dove la gente non ha nulla nè acqua nè cibo...perchè questi disgraziati non sono altro che dei figli di papà senza rispetto nè sentimento!mi fermo qui sennò mi scaldo e non finisco più,ma c'ho una rabbia...mi auguro che questi ragazzi si portino dietro il peso delle loro stupide azioni per il resto della loro vita!

scusate se ho usato termini troppo pesanti ma non potevo esprimermi in altro modo
lupetta821
00sabato 14 aprile 2007 19:26
Le prese in giro a scuola ci sono sempre state, a me stropicciavano il cognome, alla mia compagna dicevano cicciona..questo ragazzo evidentemente era molto sensibile.
il fatto è che , come dice mefisto , la famiglia deve inculcare sicurezza al bambino, se per primi loro si vergognano è la fine.
Proprio oggi mia zia raccontava un anneddoto: da piccola portava gli occhiali e i campagnetti la chiamavano quattrocchi, sua madre(mia nonna) si vergongava del fatto che la figlia portasse gli occhiali e piangeva,mia zia quindi reputava gli occhiali motivo di vergogna, e quando poteva li toglieva, li usava solo quando non la vedeva nessuno o per fare i compiti. riusltato: la vista le si è abbassata notevolmente, e ha vissuto momenti di disagio ogni volta che doveva indossare gli occhiali.
La famiglia tradizionale tanto difesa da tutti è invece veicolo di gravi violenze, anche psicologiche, la società non insegna alla famiglia a trasmettere sicurezza ed austima nei confornti dei figli, ma fa tutt'altro..gli dice di insegnare che tra le coppie di fatto o omosex non c'è amore, che il diverso va emarginato, che gay può essere usato come offesa mentre etero no, che non si è padroni della propria vita..

[Modificato da lupetta821 14/04/2007 19.30]

kiaroz
00lunedì 16 aprile 2007 17:30
Vero! la famiglia è molto importante... ma infatti mi pare che quella famiglia fosse filippina o qualcosa del genere, e che la madre andasse a servizio... per cui è probabile che già regnasse un disagio di fondo...
Ettore.37
00mercoledì 18 aprile 2007 05:50
Rispetto al fatto che la colpa sia dia dei compagni....non so quanto. Sono adolescenti che non hanno ancora trovato modo di pensare con la propria testa, sono influenzati da famiglia e televisione, e lì dovremmo andare a cercare i colpevoli di questo clima, di queste prese in giro...i bambini sono crudeli, gli adolescenti sono crudeli, i giovani sono crudeli e gli anziani pure. L'uomo è una bestia crudele, allevata come un cane da combattimento ad uccidere i capri espiatori del momento (ebrei sotto il nazismo, ma anche omosessuali,liberi pensatori, arabi in questo momento, cinesi a Milano, e sempre e ancora omosessuali..) Quanto fanno schifo gli omosessuali. Quanto fanno paura. Ma spiegatemi, fanno schifo e paura perchè sono troppo diversi o troppo uguali a noi?
Una certezza ce l'ho. Che questi adolescenti non porteranno dentro di loro non solo il rimorso, ma neppure il ricordo di questo ragazzino.....facile come cambiare canale, in una vita che rassomiglia sempre più ad un programma televisivo, dove anche i sentimenti sono artefatti, e finiscono insieme alla sigla di coda...
L'etnia, è importante?
Essenziale, in questo caso.
Perchè le persone filippine hanno un concetto del senso del pudore molto più alto del nostro.
E sono molto più cattoliche di noi.
E più legate alla chiesa.
Quindi a casa non si parla di sessualità.
E d'altronde, come dice la madre, aveva 7 e 8 in tutte le materie, e dieci in condotta.
Cosa puoi desiderare di più dalla vita?
Un cazzo di Lucano?

Saluti,
da un Ettore terribilmente offeso dalla stupidità omicida della gente.
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