TATTOO di Riccardo Di Gerlando

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The Reign of Horror
10lunedì 22 giugno 2015 22:57
TITOLO CORTOMETRAGGIO: Tattoo
LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:

[IMG]http://oi60.tinypic.com/2hz1r1t.jpg[/IMG]

DURATA: 18 min.
REGIA: Riccardo Di Gerlando
ATTORI PRINCIPALI: Massimo Botti - Alessio Zavoli - Aurora Molino
SCENEGGIATURA: Riccardo Di Gerlando
MUSICHE: Cristian Vinciguerra - Matteo Consoli
FOTOGRAFIA: Simone Caridi
MONTAGGIO: Riccardo Di Gerlando
BREVE SINOSSI: Per alleviare le perenni ansie della vita, un anziano uomo si dedica all'arte Tattoo...
BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Riccardo Di Gerlando è un filmaker indipendente di Sanremo.E' preidente dell'associazione Sanremo Cinema con la quale ha diretto numerosi cortometraggi premiati in Italia all'estero
Il cortometraggio Tattoo ha ottenuto i seguenti riconoscimenti :
•Award of Excellence Special Mention Accolade Global Film Competition – Web Award (USA)
•Best Fiction & Alternative Tattoo Arts Film Festival – Saskatoon (Saskatchewan, Canada)
•Award of Excellence Best Shorts Competition – Web Award (USA)
•Platinum Awards Filmmakers of the Year Film Festival – Jakarta (Indonesia)
•Diamond Award Film and Photography Festival (IFPF) -Depok
•Narrative Best Short International Film Festival for Spirituality, Religion, and Visionary – Jakarta (Indonesia)
•Menzione Speciale alla Fotografia Wag Film Festival – (Arezzo, Italia)
•Four Outstanding Mentions Zed Fest Film festival – Burbank (California, USA)
Third award Horror Hotel international film festival ( Ohio )
FINESTRA player DOVE VISUALIZZARE IL CORTO O EVENTUALE LINK UTILE DOVE POTER VISIONARE IL CORTO:

boskoz
10martedì 23 giugno 2015 00:55
Giustizia.

Questa sarebbe probabilmente la mia recensione, se le recensioni fossero composte da una sola parola.
Siamo di fronte ad una storia di ricerca di giustizia.
Fin troppo spesso si sente al telegiornale di sentenze giudiziarie incredibili o ridicole, o di persone che escono molto prima del previsto, che quasi non scontano, o che scontano davvero poco, la loro pena.
Un anziano signore, che nell’ultimo periodo si sta dedicando all’arte del tatuaggio, purtroppo si ritrova ad essere una vittima di questa malagiustizia, quando un giovane che ha assassinato sua nipote, appena qualche anno prima, viene già rimesso in libertà ed assunto da un’azienda, dopo aver scontato appena 6 anni dei 15 previsti, per buona condotta.

Il corto inizialmente ci farebbe pensare quindi ad una storia di vendetta.
E’ con la vendetta infatti che molte persone avrebbero reagito in una situazione del genere, ma non questo signore.
Le persone possono cambiare dopo una condanna?
Può anche darsi, non è affatto escluso.
Ma l’anziano signore non è qui, però, per rispondere a questa domanda.
Lui vuole semplicemente un po’ di giustizia.

Secondo lui è Giusto che questo ragazzo non sia in grado di riprendere a svolgere la sua vita come se nulla fosse accaduto, solo perché una legge morbida ha già fatto in modo di rimetterlo in libertà, perché qualcosa è accaduto, ed anche di estremamente grave.
La sua nipotina gli aveva raccontato di come gli animali in gabbia fossero destinati a cambiare, ed anche questo omicida, ora uscito dalla sua, di gabbia, sarebbe stato destinato forse a cambiare… ma probabilmente è stato liberato troppo presto, prima che ci fosse il tempo perché la Magia della Gabbia, la solitudine, la riflessione su ciò che si è commesso, sortissero il loro effetto.
All’uomo non resta altro da fare che intervenire con le sue stesse mani, per aiutarlo a cambiare, almeno esteriormente, in modo che la gente sappia e sia consapevole, quando guarderà il ragazzo, che essi si trovano al cospetto non di un’innocua lucertola, ma di quello che in una terribile occasione si dimostrò essere niente di diverso da un drago.

Ho trovato la regia molto buona, che dimostra tutta la capacità, più che lodevole, di chi si trova dietro la macchina da presa di saper raccontare egregiamente una storia. Un accurato e accorto uso delle musiche confeziona per bene tutto il lavoro, e devo dire che è stato estremamente convincente anche il nostro protagonista, Massimo Botti, nella sua struggente risolutezza.

Ottimo l’argomento trattato, sempre attuale, e di classe anche il modo con il quale è stato spiegato.

Il corto, se proprio vogliamo, è molto “morbido” nella sua componente orrorifica, si fa davvero di tutto per limitare l’impatto del lato “horror” del lavoro, perché in fondo, come si è già detto, non è che siano la violenza o il sangue il punto focale di quello che si vuole raccontare. Lo testimonia anche la volontà del protagonista di voler sedare il suo rapito, perché non patisca né lo spavento di ciò che gli accade, né le pene del tatuaggio.
Siamo di fronte ad un "drammatico con spunti onirici", piuttosto che a un corto horror canonico.

Detto questo, non posso fare altro che raccomandare la visione di Tattoo di Riccardo di Gerlando, perché dietro ad’opera dal titolo così breve, si cela un lavoro non poco grande.
The Reign of Horror
00mercoledì 24 giugno 2015 23:59
Nel corso degli anni ho avuto modo di visionare numerose opere firmate da Di Gerlando, sia fuori che all'interno delle varie edizioni del fest e la maturità tecnico/artistica di questo regista è cresciuta progressivamente. Maturità unita ad una spiccata sensibilità narrativa ed emotiva che fanno di lui un ottimo filmaker.
TATTOO ne è la riprova.
Un cortometraggio che tratta l'orrore del silenzio, dell'ingiustizia e della perdita e lo fa con uno stile pulito ed elegante, con una narrazione delicata anche nei momenti più duri (e per duri intendo non a livello di violenza visiva quanto di rappresentazione del dolore).
Assistito da un ottimo Massimo Botti nel ruolo dello stanco e sfibrato protagonista, il corto scivola sulle tristi e solenni note dell'Ave Maria di Schubert quasi fosse sospeso fra sogno e realtà.
Il finale è di grande impatto.
Una prova eccellente.
Kissoon
00venerdì 26 giugno 2015 17:57
Altro corto dal valore tecnico importante, con mezzi superiori sicuramente. Interessante anche la storia anche se non mi ha entusiasmato. Una vendetta particolare e poco violenta visivamente anche se psicologicamente avrebbe effetti devastanti. Punto di forza è il lato tecnico, con un' ottima fotografia e le scenografie che mi son piaciute molto. La vicenda ricalca la più stretta attualità e lo sviluppo del corto è abbastanza interessante fino alla fine, anche se rispetto al lato tecnico ho trovato un livello inferiore che magari poteva essere curato di più. Tutta questa ricerca dell' assassino per poi finire con un tatuaggio non mi è piaciuta molto. Anche perché così si perde un po' la componente horror.
osmanspare
00mercoledì 1 luglio 2015 00:47
Tattoo ha vinto numerosi premi, e a mio parere se li merita tutti, grazie a un protagonista incisivo, a una storia “evergreen”, a una bella fotografia, a delle atmosfere e una “lentezza” azzeccate e perfettamente in linea con l’anima del protagonista tormentato, e infine a una struttura narrativa quasi fiabesca, che lascia gli effettacci e le sorprese incredibili per concentrarsi di più sul vissuto dei personaggi, e sul significato delle loro azioni.

Sebbene la trama non sia poi così misteriosa, ma anzi abbastanza semplice da decifrare (c’è qualche altra opera, ne sono certo, che ha la stessa struttura, ma non riesco proprio a ricordare quale… e né se sia un racconto, un film, un fumetto o cos’altro; ma non è così importante…), la storia si segue molto bene, non stanca, non annoia, coinvolge, e anche grazie alla placida calma (prima della tempesta?) che pervade il film culla letteralmente lo spettatore fino a un epilogo non disperato (o non troppo) ma fantastico, da storia d’altri tempi.

Non vorrei mettermi a fare inutili spoiler, anche perché il corto merita di essere visto, ma ho apprezzato soprattutto il fatto che il protagonista, chiuso nel suo infinito dolore (infinito in senso spaziale, ma anche temporale), rifiuti qualsiasi coinvolgimento col suo pubblico e non fornisca risposte ai suoi gesti, non cerchi di giustificarsi o di redimersi in qualche modo. E sebbene il finale sembra dargli in parte ragione (drago come liberazione dell’anima della vittima, ma anche l’anima del protagonista stesso, da un dolore durato anni), chi può dire che non sia solo un sogno, o un pio desiderio? Forse gli angeli dall’aldilà sperano nella vendetta da parte di chi resta?

A mio parere, il nostro eroe negativo, forte della sua decisione sicuramente meditata, prende su di se il fardello della sua vendetta lasciando a noi ogni possibile giudizio, assoluzione o condanna nei suoi confronti. Ci ha pensato per anni, ossessivamente, senza spazio per altro, e le conclusioni alle quali è arrivato sono appunto quelle che vediamo nel corto. Egli fa, in breve, quel che si sente di fare, sospendendo il giudizio su se stesso, ma non solo. La riflessione finale, infatti, è lasciata quasi totalmente al giudizio del singolo spettatore ( i più sempliciotti diranno “oh, ha fatto bene!”, e per loro la cosa finirà lì – ma credo ci sia spazio per pensieri molto meno banali), che in parte necessiterà di assorbire parte delle responsabilità dell’atto compiuto nel caso l’appoggi.
Credo che sia stata proprio questa la principale motivazione per la quale il corto è stato molto apprezzato. Spero anzi di essere riuscito a spiegare bene il mio pensiero, poiché è tutt’altro che facile. Ma credo che il fatto di aver lasciato il fardello anche nelle mani di chi guarda sia una scelta azzeccata che non tutti fanno, limitandosi all’effettaccio, al Rape & Revenge, e poi tutti a casa.
Qui, invece, no. Manca anche l’effetto grandguignolesco che l’inizio del corto faceva sospettare, ulteriore dimostrazione che non è di carne e orrore sanguinario che stiamo parlando, quanto di dolore, e delle possibili reazioni a esso.

Ma a parte questo, tutto è valido in Tattoo. Le immagini nitide, il montaggio, la lentezza, il bel finale. Ci sono, è vero, qualche inciampo nella recitazione, qualche semplicità di troppo nella rappresentazione visiva, ma considerato il risultato finale ci si passa davvero sopra. Bella anche la scelta cromatica, e la colonna sonora.
Un corto, insomma, con qualcosa da dire, umano nel senso più ampio del termine, e non legato troppo strettamente alle tematiche tipiche dell’horror. Anzi, un corto che di horror in fin dei conti ne ha poco, ma che rimane comunque un valido esempio di quanto questo genere possa subire contaminazioni e rimanere valido.

Bravi a tutti.
riccardodiger
00giovedì 16 luglio 2015 20:48
Grazie per le belle parole!
Io credo che gli horror sanguinolenti o dove volano pezzi di carne sbranati da mostri o lacerati da motoseghe hanno stufato...
Il mio non e' certo un horror ma credo sia un film nero ( anche se all'estero me lo hanno preso in molti festival horror).
Esistono mondi come il nostro dove il vero horror è rappresentato dalla nostra società, dal sistema politico e giudiziario.. Questa è la mia idea!
In fondo che cos'e' la paura ?
E' semplicemente una camera oscura dove si sviluppa il negativo.
Mr.Perfect
00venerdì 6 novembre 2015 10:56
La cosa più horror di questo cortometraggio è la lucertola chiusa in una teca di vetro.
Ogni volta che veniva inquadrata mi metteva un'ansia pazzesca: immobile, impassibile. La sua vita era attendere che qualcuno le desse il prossimo grillo da mangiare.

Forse è lo specchio della vita di molti: intrappolati in una gabbia trasparente, fatta di lavoro, mutuo e bollette da pagare. Nell'attesa che qualcuno dia loro il prossimo stipendio.

Appurato che non si tratta di horror, questo corto è ben fatto, nulla di memorabile, ma comunque un bel lavoro. Non lo giudico dal punto di vista tecnico perché non ne ho le competenze, ma da spettatore medio sono stato felice di aver visto finalmente un prodotto completo e non l'improvvisazione totalmente insufficiente con cui mi sono scontrato quelle rarissime volte che mi sono avventurato a vedere qualcosa in questa sezione.

Complimenti al protagonista e a chi lo ha scelto.
Nonostante il suo tono di voce mi abbia infastidito fin dal primo momento, il personaggio era molto interessante, incuriosiva sia per il suo aspetto che per il suo comportamento.

Va beh, io in realtà passavo di qua solo per fare gli auguri a Riccardo, visto che non voglio si creino gelosie tra gemelli: buon compleanno!

ludo-van
00venerdì 6 novembre 2015 17:15
Re:
Mr.Perfect, 11/6/2015 10:56 AM:



Forse è lo specchio della vita di molti: intrappolati in una gabbia trasparente, fatta di lavoro, mutuo e bollette da pagare. Nell'attesa che qualcuno dia loro il prossimo stipendio.




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