Riabilitare Giordano Bruno? “Non sarà facile”

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kelly70
00venerdì 29 maggio 2009 14:42

Nicola Cabibbo, presidente della Pontificia accademia delle scienze, in un’intervista rilasciata a Famiglia Cristiana su scienza e fede ha detto di aver chiesto alle gerarchie ecclesiastiche la riabilitazione di Giordano Bruno. Non sarà tuttavia cosa facile: “per ora segnali non ce ne sono.

La teoria di Giordano Bruno oggi è dimostrata dall’esistenza dei pianeti extrasolari, osservati dai telescopi in orbita. Il problema sono il processo e la condanna. Credo che se ne sappia meno che del processo a Galileo Galilei. E poi non sarà facile riconoscere che non c’era alcuna ragione per metterlo al rogo”.

www.uaar.it/news/2009/05/28/riabilitare-giordano-bruno-non-sara...
=omegabible=
00venerdì 29 maggio 2009 17:51
RE

INFATTI !!!!!!
Era solo un libero pensatore!!!! In Italia ci sono infatti numerosi circoli intitolati a suo nome; non ultima "L' Associazione Nazionale del libero pensiero Giordano Bruno" di cui sono socio.




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kelly70
00domenica 31 maggio 2009 02:44
Lo stesso cardinale che mandò al rogo Giordano Bruno non fece arrostire Galileo.

La bimillenaria fabbrica di falsi storici sta per pubblicare una documentazione da cui emergerebbe che il cardinale Bellarmino, l’assassino di Giordano Bruno, avrebbe invece inventato qualche scusa teologica per salvare la vita all’eretico Galileo Galilei. In effetti si tratta di un tardivo tentativo di depistaggio che i grandi mistificatori e manipolatori della verità stanno attuando per cercare di sminuire le infamie e le infinite azioni criminali commesse per secoli dalla Santa Inquisizione.

Qui la fonte della notizia tratta da La Repubblica

LEGGI

L’Archivio Segreto Vaticano rende noti i documenti originali del processo “Il nostro contributo all’anno dell’Astronomia e alla verità storica” L’uomo che salvò Galilei dal rogo Quando il cardinale scrisse: “Non è un eretico”. E lo scienziato fu prigioniero a vita
di ORAZIO LA ROCCA



CITTA’ DEL VATICANO - Galileo Galilei fu salvato dal rogo grazie al deciso intervento del suo principale accusatore, il cardinale Roberto Bellarmino (1542-1621). Sembra quasi un paradosso, ma stando ai nuovi documenti che il Vaticano sta per pubblicare, il porporato durante lo storico processo a carico dello scienziato pisano (celebrato presso il tribunale del Sant’Uffizio dal 1616 al 1633) scrisse di suo pugno un documento nel quale specificava che Galilei “non è eretico”, ma che le sue tesi andavano in quella direzione.

GUARDA I DOCUMENTI ORIGINALI

Una precisazione non da poco che bloccò di fatto la infernale macchina dell’allora giustizia papale che avrebbe portato il padre della scienza moderna quasi certamente al rogo come Giordano Bruno.

Alla fine del processo, Galilei - grazie alla forzata abiura delle sue tesi copernicane che sostenevano con assoluta certezza che è la terra a girare intorno al sole e non viceversa - fu condannato al carcere domiciliare e i suoi scritti inseriti nell’Indice dei libri proibiti e quindi vietati.

Il testo completo dell’intervento con cui fu salvata la vita di Galilei, unitamente all’intera documentazione del processo finora custodita in Vaticano, vedranno la luce alla fine del prossimo mese di giugno grazie alla pubblicazione del libro “I documenti vaticani del processo di Galileo Galilei” curati dal vescovo Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano.

Non è la prima volta che dal Vaticano vengono pubblicati i testi di uno dei più controversi processi della storia. Il primo Papa che aprì gli archivi a uno studioso francese per analizzare il processo di Galileo fu Pio IX nel 1877. Ma si deve a Giovanni Paolo II - confortato dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto dell’ex Sant’Uffizio - la spinta definitiva verso la completa riabilitazione di Galileo col mea culpa del 2000. Il passo fu preceduto - a livello di studio dei testi del processo - da una prima pubblicazione curata da monsignor Pagano nel 1994. “Ma fu un lavoro non completo e fatto un po’ troppo in fretta, con poche note esplicative e qualche lacuna”, ammette con prudenza il prelato.

Ora, con Benedetto XVI, i documenti custoditi da secoli in Vaticano saranno resi noti “nella loro interezza, con tutte le fonti storiche riportate alla luce con obiettività ed equilibrio”. La nuova edizione - che contiene tutti i testi del processo conservati nell’Archivio Segreto Vaticano, nell’Archivio Storico della Congregazione della Dottrina della fede e nella Biblioteca Apostolica Vaticana - “comprende tutti i documenti relativi ai dibattimenti processuali, una ventina dei quali sono nuovi, nel senso che non sono mai stati presentati al grande pubblico”, anticipa Pagano.

Il volume - un enorme testo di 550 pagine con 16 tavole raffiguranti le trascrizioni del dibattimento processuale e la sentenza finale - è pubblicato in coedizione dalla Collectanea Archivi Vaticani e dalla Pontificia Academia Scientiarum. Scripta varia.

“L’Archivio Segreto Vaticano - tiene a precisare il vescovo-prefetto - con questa pubblicazione, fatta nella maniera più umile rifacendosi alle fonti storiche con obiettività a rispetto della verità, ha voluto contribuire a rendere un concreto omaggio all’Anno dell’Astronomia che si sta celebrando in tutto il mondo. Un volume destinato a tutti, studiosi, ricercatori, ma anche a quanti sono amanti della verità storica”.


(28 maggio 2009)
www.nessundio.net/blog/2009/05/29/1770/
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