Scusatemi, ho cercato di inserire la ricetta, ma l'inserimento non è riuscito. Provo con "copia e incolla":
Pasta al ragù di tonno ai profumi d’estate
Questa è una ricetta che mi è particolarmente cara, è stata inventata durante i primi periodi in cui andavo a Favignana con mio suocero, a sistemare le prime cose nella casa appena costruita, subito dopo l’uscita dei muratori. Se ci si trova a Favignana il tocco finale è un modesto pizzico di timo selvatico, il “saltarello”, profumato e leggermente piccante. Se si è lontani dall’isola, e proprio “non si può” farci un saltino, si usa una abbondante manciata di origano. Ma andiamo con ordine. La (semplice!) filosofia di questo piatto è che, prima di arrivare al “dunque” (pasta in tavola), la preparazione emanerà sei aromi, che al sottoscritto sembrano deliziosi (per una mia amica, nota per la sua lingua, affilata come una spada, semplicemente erettili)…
Per prima cosa, un’avvertenza: tutto quello che segue va fatto a cottura lentissima, in modo da poter distinguere il momento in cui “sbommicano” i vari profumi. Questo serve per controllare i momenti della cottura, ma è anche pura goduria per il vostro olfatto. Fate con una grossa cipolla (preferibilmente di quelle calabresi, rosse e allungate, non quelle tonde, sono un po’ troppo amarostiche per i miei gusti) un abbondante soffritto morbido (fate sobbollire la cipolla con acqua e pochissimo sale, quando ha preso un po’ di cottura aggiungete pochissimo olio); quando la cipolla comincia a far sentire il suo odore (primo profumo) aggiungete la buccia di un limone (possibilmente verdello) tirata via con il pelapatate (o come preferite, l’importante è che sia solo la parte giallo – verde, senza parte bianca (o almeno con il minimo possibile). Mescolate con un cucchiaio di legno (vietato usare metallo, i profumi potrebbero offendersi). Appena l’odore della scorza di limone comincerà a solleticarvi le narici (secondo profumo), aggiungete ½ tubetto di pasta d’acciughe (potete aggiungere anche acciughe intere, se vi pare, ma la ricetta è nata con la pasta d’acciughe, fate un po’ voi…), che darà subito il suo odore forte e deciso (terzo profumo). A questo punto aggiungete 1 scatola da 160 grammi di tonno sott’olio, ben sminuzzato, con tutto l’olio di conserva (capito perché il soffritto morbido va fatto con pochissimo olio?); così si stempererà l’odore della pasta d’acciughe, e l’odore diventerà più dolce (quarto profumo), man mano che si amalgama con tutto quello che c’è nel soffritto. E’ giunto adesso il momento di aggiungere del pomodoro pelato a dadini. Il pomodoro piccolo e gustoso che si trova al mercatino di Favignana (ciao, Nicola!) non ha rivali, ma non si scandalizzerà nessuno se, in mancanza di meglio, userete del pomodoro cubettato in scatola. Continuate ad amalgamare con il cucchiaio di legno, il pomodoro cuocerà con un odore molto particolare, leggermente diverso dal solito odore del “picchio pacchio”. Questo è appunto il quinto profumo, e sarà il punto in cui il pomodoro si sarà appena disfatto. Spegnete il fuoco, e date il tocco finale: un pizzico di saltarello, se siete a Favignana, una bella manciata di origano, se siete altrove. Mescolate bene, e chiudete subito la pentola con il coperchio. Adesso riempite d’acqua la pentola per la pasta, accendete il fuoco, calate la pasta al bollore, cuocete al dente. Per il formato, gli spaghetti o i fusilli sono già ottimi ma, se trovate i busiati trapanesi freschi, preferiteli a qualsiasi altro taglio di pasta. Condite ora la pasta. Ricordatevi di aprire il tegame del sugo solo al momento di condire: il sesto profumo, quello finale, vi pervaderà e, spero, vi incanterà. Buon appetito, e buon soggiorno a Favignana. Se mi trovate in casa, sarete i benvenuti.
Mi è riuscito l'inserimento, sono contento. Buon appetito!