Papa Ratzinger “si fa paladino della ricerca e difende la scienza”

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rorina!
00venerdì 23 marzo 2007 18:17
Cos'è stato insegnato dalla cultura moderna? Che il medico è solo il "fornitore di un servizio" a una "utenza", e che ogni sua scelta è subordinata alle novità della scienza, cui non può opporsi. La cultura postmoderna ha aggiunto a questo che neppure l'evidenza scientifica è il parametro ultimo per le decisioni etiche quanto piuttosto i capricci imposti dalla "dittatura del desiderio", cui ci si dovrebbe assoggettare. È evidente per tutti che da queste posizioni non nasce un mondo nuovo ma si torna a quello vecchio di migliaia d'anni, nel quale i genitori erano i proprietari dei figli, ed esistevano vite di serie A accanto ad altre collocate un gradino più giù. È evidente che questo non genera soddisfazione nei medici, tanto che il British Medical Journal recentemente titolava: «Perché i medici sono infelici?», spiegando che il motivo sta nel divario tra ciò che desideravano diventare quando erano studenti e ciò che invece il "mercato della salute" chiede loro. È in questo quadro che va letto il discorso tenuto ieri dal Papa al pontificio Consiglio per la pastorale della salute, che colpisce per una modernità degli argomenti tale da renderlo di estrema utilità per noi medici e operatori. Benedetto XVI infatti ha ben chiaro lo scenario, ma va oltre. In primo luogo si fa paladino della ricerca e difende la scienza da chi pensa che ci si debba arrendere di fronte alla malattia: basti pensare ai progressi nella rianimazione dei neonati, o nella cura del dolore. «La scienza medica - dice - progredisce in quanto accetta di rimettere sempre in discussione la diagnosi e il metodo di cura nel presupposto che i precedenti dati acquisiti e i presunti limiti possano esser superati». Ma poi Benedetto penetra al fondo per curare questa crisi della modernità e mette in guardia dalle forme regressive che somministrano ritrovati senza sapere dove portino: è quel che accade con i rischi della fecondazione artificiale, le conseguenze psichiatriche del ricorso a cannabis e affini, o l'«esasperata ricerca a tutti i costi del figlio perfetto». Non solo: il Papa apre anche una porta sulla solitudine di chi cura, sulla sua necessità di consolazione, cioè di compagnia e di certezza, che non si limiti all'ascolto di una coscienza fatta a propria immagine. Lo fa chiamando gli operatori «difensori d'ufficio della vita che non disprezzeranno mai un'esistenza umana per quanto menomata» e che troveranno «un'indissolubile legame tra il loro servizio e la virtù della carità». Quanto è consolante ascoltare tutto questo in un'epoca che propone come ideale la fuga dalla responsabilità e il rifugiarsi nei mansionari. Quanto aiuta, anche, in un momento in cui si confonde l'errore con la malasanità, e si parla sempre più di "zone grigie" della vita umana che diventano in realtà "zone franche" rispetto al diritto alla cura e all'amore. I medici e gli infermieri vogliono curare, ma per questo vogliono sentirsi dire che si ha «stima e fiducia» nei loro confronti e del lavoro che svolgono, un lavoro che non è solo di "riparatori di corpi" ma di coautori della «promozione umana, dalla cura del malato alla cura preventiva, con la ricerca del maggior sviluppo umano». La cura, spiega infatti il Papa, non finisce dove non si può guarire, non fallisce se arriva la morte, non è limitata ai farmaci, ma si spinge sino a favorire «un adeguato ambiente familiare e sociale». Ed è proprio ciò che molti medici sentono di dover fare. Nel mondo che dimentica la ragione, sacrificata all'arbitrio, il Papa non si stanca - da uomo ultramoderno qual è - di ricordare a chi cura come l'amore sia la base di una moderna medicina. Che non si ferma alle macchine, ma punta sull'uomo.

www.avvenire.it
-Asmodeus-
00venerdì 23 marzo 2007 18:27
[SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]
rorina!
00venerdì 23 marzo 2007 18:33
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 23/03/2007 18.27
[SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457] [SM=x44457]



no...ma llosai che pure a me me sembrava na barzelletta! [SM=x44466]


francamente Ratzinger "paladino della ricerca" mi sembra quasi un paradosso.. [SM=x44467]
siderius
00venerdì 23 marzo 2007 18:41
Rorina...ti piace gettare benzina sul fuoco, eh? [SM=x44457] [SM=x44457]

E dire che, per un momento, avevo anche sperato in qualche novità eclatante, poi ho letto l'articolo... [SM=x44471]

Cmq, su una cosa concordo con lui: l'uso esagerato del Cannabis produce strani effetti collaterali... [SM=x44455]
bremaz
00venerdì 23 marzo 2007 18:41
vorrà dire che domani diverrà anche il paladino dei deviati contro natura? [SM=x44487]
-Asmodeus-
00venerdì 23 marzo 2007 18:52
Ma sapete che con la gioenata di merda che ho avuto in ufficio mi servivano due risate? [SM=x44452]

Stiamo parlando dello stesso Papa che ritiene "irragionevoli" le teorie sull’evoluzionismo, e che dichiarava fosse inevitabile il conflitto tra la fede soprannaturale e il progresso scientifico?

Senza vergogna. [SM=x44467]
bremaz
00venerdì 23 marzo 2007 18:59
Re:

Scritto da: -Asmodeus- 23/03/2007 18.52
Ma sapete che con la gioenata di merda che ho avuto in ufficio mi servivano due risate? [SM=x44452]

Stiamo parlando dello stesso Papa che ritiene "irragionevoli" le teorie sull’evoluzionismo, e che dichiarava fosse inevitabile il conflitto tra la fede soprannaturale e il progresso scientifico?

Senza vergogna. [SM=x44467]



OT: io invece ho tirato pacco ad una lezione, sono tornato a casa ho cazzeggiato in forum e poi sono andato a figa.


Così tanto per ributtarti giù [SM=x44455]
-Asmodeus-
00venerdì 23 marzo 2007 19:31
Re: Re:

Scritto da: bremaz 23/03/2007 18.59


OT: io invece ho tirato pacco ad una lezione, sono tornato a casa ho cazzeggiato in forum e poi sono andato a figa.


Così tanto per ributtarti giù [SM=x44455]



Occhio alle malattie veneree. Colpiscono quando meno te l'aspetti. [SM=x44454]
bremaz
00venerdì 23 marzo 2007 19:44
Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 23/03/2007 19.31


Occhio alle malattie veneree. Colpiscono quando meno te l'aspetti. [SM=x44454]



uso le dovute precauzioni (circuisco solo vergini [SM=x44456] )
-Asmodeus-
00venerdì 23 marzo 2007 19:45
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: bremaz 23/03/2007 19.44


uso le dovute precauzioni (circuisco solo vergini [SM=x44456] )



La pedofilia è reato assai grave. [SM=x44451]
bremaz
00venerdì 23 marzo 2007 19:56
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 23/03/2007 19.45


La pedofilia è reato assai grave. [SM=x44451]



dai 16 anni in su no!

MUAHAHHAHAHAHAHAHAHAHHAH [SM=x44499]
-Asmodeus-
00venerdì 23 marzo 2007 19:59
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: bremaz 23/03/2007 19.56


dai 16 anni in su no!

MUAHAHHAHAHAHAHAHAHAHHAH [SM=x44499]



Qui casca l'asino. Non esistono vergini a quell'età. [SM=x44454]

O vai in gabbia o ti becchi il mal francese. A te la scelta. [SM=x44507]
bremaz
00venerdì 23 marzo 2007 20:04
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: -Asmodeus- 23/03/2007 19.59


Qui casca l'asino. Non esistono vergini a quell'età. [SM=x44454]

O vai in gabbia o ti becchi il mal francese. A te la scelta. [SM=x44507]



cazzo hai ragione!

hanno tutte mentite allora [SM=x44457]
Bestionn
00venerdì 23 marzo 2007 21:16
La pastorale della salute è infatti un ambito squisitamente evangelico...




DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
AI PARTECIPANTI ALLA PLENARIA
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PASTORALE SANITARIA


Giovedì, 22 Marzo 2007



Signor Cardinale,
venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di accogliervi, in occasione della Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. Rivolgo il mio cordiale saluto a ciascuno di voi, venuti da varie parti del mondo, quali valide espressioni dell'impegno delle Chiese particolari, degli Istituti di Vita Consacrata e delle numerose opere della comunità cristiana in campo sanitario. Ringrazio il Cardinale Javier Lozano Barragán, Presidente del Dicastero, per le cortesi parole con cui si è fatto interprete dei comuni sentimenti, illustrandomi gli obiettivi che al momento sono oggetto del vostro lavoro. Saluto con riconoscenza il Segretario, il Sotto-Segretario, gli Officiali e i Consultori presenti, e gli altri collaboratori.

Questa vostra riunione non si propone di approfondire uno specifico tema, bensì di verificare lo stato di attuazione del programma da voi precedentemente stabilito e di determinare conseguentemente gli obiettivi futuri. Incontrarvi, perciò, in una circostanza come l'attuale, mi dà la gioia, per così dire, di far sentire a ciascuno di voi la concreta vicinanza del Successore di Pietro e, per il suo tramite, dell'intero Collegio episcopale nel vostro servizio ecclesiale.

La pastorale della salute è infatti un ambito squisitamente evangelico, che richiama immediatamente l'opera di Gesù, buon Samaritano dell'umanità. Quando passava attraverso i villaggi della Palestina annunciando la buona novella del Regno di Dio, Egli accompagnava sempre la predicazione con i segni che compiva sui malati, guarendo tutti coloro che erano prigionieri di ogni sorta di malattie e di infermità. La salute dell'uomo, di tutto l'uomo, è stato il segno che Cristo ha prescelto per manifestare la prossimità di Dio, il suo amore misericordioso che risana lo spirito, l'anima e il corpo. Questo, cari amici, sia sempre il riferimento fondamentale di ogni vostra iniziativa: la sequela di Cristo, che i Vangeli ci presentano quale “medico” divino.

E' questa prospettiva biblica che valorizza il principio etico naturale del dovere della cura del malato, in base al quale ogni esistenza umana va difesa secondo le particolari difficoltà in cui si trova e secondo le nostre possibilità concrete di aiuto. Soccorrere l'essere umano è un dovere sia in risposta a un diritto fondamentale della persona, sia perché la cura degli individui ridonda a beneficio della collettività.

La scienza medica progredisce in quanto accetta di rimettere sempre in discussione la diagnosi e il metodo di cura, nel presupposto che i precedenti dati acquisiti e i presunti limiti possano essere superati. Del resto, la stima e la fiducia nei confronti del personale sanitario sono proporzionati alla certezza che tali difensori di ufficio della vita non disprezzeranno mai un'esistenza umana, per quanto menomata, e sapranno sempre incoraggiare tentativi di cura. L’impegno della cura va quindi esteso ad ogni essere umano, nell’intento di coprire l'intera sua esistenza. Il concetto moderno di cura sanitaria è, infatti, la promozione umana: dalla cura del malato alla cura preventiva, con la ricerca del maggiore sviluppo umano, favorendo un adeguato ambiente familiare e sociale.

Questa prospettiva etica, basata sulla dignità della persona umana e sui diritti e doveri fondamentali ad essa connessi, viene confermata e potenziata dal comandamento dell'amore, centro del messaggio cristiano. Gli operatori sanitari cristiani, pertanto, sanno bene che vi è un legame strettissimo e indissolubile tra la qualità del loro servizio professionale e la virtù della carità alla quale Cristo li chiama: è proprio nel compiere bene il loro lavoro che essi portano alle persone la testimonianza dell'amore di Dio.

La carità come compito della Chiesa, che ho fatto oggetto di riflessione nella mia Enciclica Deus caritas est, trova un'attuazione particolarmente significativa nella cura dei malati. Lo attesta la storia della Chiesa, con innumerevoli testimonianze di uomini e donne che, in forma sia individuale che associata, hanno operato in questo campo. Perciò, tra i Santi che hanno esercitato in modo esemplare la carità, ho potuto menzionare nell'Enciclica figure emblematiche come quelle di Giovanni di Dio, di Camillo de Lellis e del Cottolengo, che hanno servito Cristo povero e sofferente nelle persone dei malati.

Cari fratelli e sorelle, permettetemi dunque di riconsegnarvi idealmente oggi le riflessioni che ho proposto nell’Enciclica con i relativi orientamenti pastorali sul servizio caritativo della Chiesa quale “comunità d’amore”. E all’Enciclica posso ora aggiungere anche l’Esortazione apostolica post-sinodale da poco pubblicata, che tratta in modo ampio e articolato dell’Eucaristia quale “Sacramento della carità”. E’ proprio dall’Eucaristia che la pastorale della salute può continuamente attingere la forza per soccorrere efficacemente l’uomo e promuoverlo secondo la dignità che gli è propria. Negli ospedali e nelle case di cura, la Cappella è il cuore pulsante in cui Gesù si offre incessantemente al Padre celeste per la vita dell’umanità.

L’Eucaristia, distribuita decorosamente e con spirito di preghiera ai malati, è la linfa vitale che li conforta e infonde nel loro animo luce interiore per vivere con fede e con speranza la condizione di infermità e di sofferenza. Vi affido, dunque, anche questo recente documento: fatelo vostro, applicatelo al campo della pastorale della salute, traendone indicazioni spirituali e pastorali appropriate.

Mentre vi auguro ogni bene per i vostri lavori di questi giorni, li accompagno con un particolare ricordo nella preghiera, invocando la materna protezione di Maria Santissima, Salus infirmorum, e con la Benedizione Apostolica, che imparto di cuore a voi qui presenti, a quanti collaborano con voi nelle rispettive sedi e a tutti i vostri cari.


L'Osservatore Romano
Nikki72
00sabato 24 marzo 2007 11:06
Re:

Scritto da: rorina! 23/03/2007 18.17
Cos'è stato insegnato dalla cultura moderna? Che il medico è solo il "fornitore di un servizio" a una "utenza", e che ogni sua scelta è subordinata alle novità della scienza, cui non può opporsi. La cultura postmoderna ha aggiunto a questo che neppure l'evidenza scientifica è il parametro ultimo per le decisioni etiche quanto piuttosto i capricci imposti dalla "dittatura del desiderio", cui ci si dovrebbe assoggettare. È evidente per tutti che da queste posizioni non nasce un mondo nuovo ma si torna a quello vecchio di migliaia d'anni, nel quale i genitori erano i proprietari dei figli, ed esistevano vite di serie A accanto ad altre collocate un gradino più giù. È evidente che questo non genera soddisfazione nei medici, tanto che il British Medical Journal recentemente titolava: «Perché i medici sono infelici?», spiegando che il motivo sta nel divario tra ciò che desideravano diventare quando erano studenti e ciò che invece il "mercato della salute" chiede loro. È in questo quadro che va letto il discorso tenuto ieri dal Papa al pontificio Consiglio per la pastorale della salute, che colpisce per una modernità degli argomenti tale da renderlo di estrema utilità per noi medici e operatori. Benedetto XVI infatti ha ben chiaro lo scenario, ma va oltre. In primo luogo si fa paladino della ricerca e difende la scienza da chi pensa che ci si debba arrendere di fronte alla malattia: basti pensare ai progressi nella rianimazione dei neonati, o nella cura del dolore. «La scienza medica - dice - progredisce in quanto accetta di rimettere sempre in discussione la diagnosi e il metodo di cura nel presupposto che i precedenti dati acquisiti e i presunti limiti possano esser superati». Ma poi Benedetto penetra al fondo per curare questa crisi della modernità e mette in guardia dalle forme regressive che somministrano ritrovati senza sapere dove portino: è quel che accade con i rischi della fecondazione artificiale, le conseguenze psichiatriche del ricorso a cannabis e affini, o l'«esasperata ricerca a tutti i costi del figlio perfetto». Non solo: il Papa apre anche una porta sulla solitudine di chi cura, sulla sua necessità di consolazione, cioè di compagnia e di certezza, che non si limiti all'ascolto di una coscienza fatta a propria immagine. Lo fa chiamando gli operatori «difensori d'ufficio della vita che non disprezzeranno mai un'esistenza umana per quanto menomata» e che troveranno «un'indissolubile legame tra il loro servizio e la virtù della carità». Quanto è consolante ascoltare tutto questo in un'epoca che propone come ideale la fuga dalla responsabilità e il rifugiarsi nei mansionari. Quanto aiuta, anche, in un momento in cui si confonde l'errore con la malasanità, e si parla sempre più di "zone grigie" della vita umana che diventano in realtà "zone franche" rispetto al diritto alla cura e all'amore. I medici e gli infermieri vogliono curare, ma per questo vogliono sentirsi dire che si ha «stima e fiducia» nei loro confronti e del lavoro che svolgono, un lavoro che non è solo di "riparatori di corpi" ma di coautori della «promozione umana, dalla cura del malato alla cura preventiva, con la ricerca del maggior sviluppo umano». La cura, spiega infatti il Papa, non finisce dove non si può guarire, non fallisce se arriva la morte, non è limitata ai farmaci, ma si spinge sino a favorire «un adeguato ambiente familiare e sociale». Ed è proprio ciò che molti medici sentono di dover fare. Nel mondo che dimentica la ragione, sacrificata all'arbitrio, il Papa non si stanca - da uomo ultramoderno qual è - di ricordare a chi cura come l'amore sia la base di una moderna medicina. Che non si ferma alle macchine, ma punta sull'uomo.
www.avvenire.it



Non mi sembra affatto che abbia detto cose strambe [SM=x44467] quanto al pericolo della ricerca del "figlio perfetto" penso che sia un pericolo reale, c'è poco da ridere. una cosa è prevenire, quando si può, eventuali gravi malattie, ben altra cosa è scegliere le caratteristiche che deve avere un figlio in base ai propri gusti. oppure sopprimere i neonati che hanno problemi, anche risolvibili con delle cure. forse in qualche paese esistono già queste cose, ma è probabile che fra una ventina d'anni si andrà molto avanti, e non è detto in meglio [SM=x44465]
Bestionn
00sabato 24 marzo 2007 11:11
La pastorale della salute è infatti un ambito squisitamente evangelico...

Scritto da: Nikki72 24/03/2007 11.06


Non mi sembra affatto che abbia detto cose strambe [SM=x44467] quanto al pericolo della ricerca del "figlio perfetto" penso che sia un pericolo reale, c'è poco da ridere. una cosa è prevenire, quando si può, eventuali gravi malattie, ben altra cosa è scegliere le caratteristiche che deve avere un figlio in base ai propri gusti. oppure sopprimere i neonati che hanno problemi, anche risolvibili con delle cure. forse in qualche paese esistono già queste cose, ma è probabile che fra una ventina d'anni si andrà molto avanti, e non è detto in meglio [SM=x44465]



[SM=x44459]

Spesso sai essere adorab... mmm... in gambissima!!! [SM=x44477] [SM=x44483]
lostin
00sabato 24 marzo 2007 13:16
Re: Re:

Scritto da: Nikki72 24/03/2007 11.06


Non mi sembra affatto che abbia detto cose strambe [SM=x44467] quanto al pericolo della ricerca del "figlio perfetto" penso che sia un pericolo reale, c'è poco da ridere. una cosa è prevenire, quando si può, eventuali gravi malattie, ben altra cosa è scegliere le caratteristiche che deve avere un figlio in base ai propri gusti. oppure sopprimere i neonati che hanno problemi, anche risolvibili con delle cure. forse in qualche paese esistono già queste cose, ma è probabile che fra una ventina d'anni si andrà molto avanti, e non è detto in meglio [SM=x44465]



purtroppo ormai si legge e si giudica in base a chi scrive, e non al contenuto... [SM=x44463]
Nikki72
00sabato 24 marzo 2007 13:35
Re: Re: Re:


Scritto da: lostin 24/03/2007 13.16


purtroppo ormai si legge e si giudica in base a chi scrive, e non al contenuto... [SM=x44463]




Purtroppo ultimamente lo sto constatando sempre di più [SM=x44464]
-Asmodeus-
00sabato 24 marzo 2007 14:10
Re: Re:

Scritto da: Nikki72 24/03/2007 11.06


Non mi sembra affatto che abbia detto cose strambe [SM=x44467]



Non ha detto cose strambe. Ma non ha nemmeno detto nulla che possa essere ricondotto al titolo di paladino e difensore della scienza.


La scienza medica - dice - progredisce in quanto accetta di rimettere sempre in discussione la diagnosi e il metodo di cura nel presupposto che i precedenti dati acquisiti e i presunti limiti possano esser superati



E la ricerca sulle staminali? Non era per mettere in discussione i dati? [SM=x44461]

Poi:


basti pensare ai progressi nella rianimazione dei neonati, o nella cura del dolore.




difensori d'ufficio della vita che non disprezzeranno mai un'esistenza umana per quanto menomata




La cura, spiega infatti il Papa, non finisce dove non si può guarire, non fallisce se arriva la morte, non è limitata ai farmaci, ma si spinge sino a favorire «un adeguato ambiente familiare e sociale».



Bel tris di dichiarazioni che con la spinta a favore della ricerca non c'entrano nulla: sono anti-eutanasia. [SM=x44458]

La migliore però è questa:

il Papa non si stanca - da uomo ultramoderno qual è - di ricordare a chi cura come l'amore sia la base di una moderna medicina. Che non si ferma alle macchine, ma punta sull'uomo.

Con tutto il rispetto che posso avere per il Papa - sapete che non mi piace, ma non lo critico a prescindere, ma definirlo ultramoderno è un ossimoro perfetto. [SM=x44451]

Definirlo ultramoderno e apprezzarne il lato conservatore significa volere la botte piena e la moglie ubriaca (di vin santo).
Etrusco
00lunedì 26 marzo 2007 00:34
Re: Re: Re:

Scritto da: lostin 24/03/2007 13.16


purtroppo ormai si legge e si giudica in base a chi scrive, e non al contenuto... [SM=x44463]



Purtroppo è un triste fenomeno e assai frequente in molti altri ambiti [SM=x44465]
lostin
00lunedì 26 marzo 2007 10:05
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Etrusco 26/03/2007 0.34


Purtroppo è un triste fenomeno e assai frequente in molti altri ambiti [SM=x44465]



io direi praticamente tutti.
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