POETANDO

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Dottore Pannunzio
00sabato 4 ottobre 2008 14:30
...versi vari di gente varia ....e non solo....
Coniglioni penso che si possa affrontare l'argomento poetico no??

In questo topic pensavo di riunire e accogliere ...i nostri versi...(si..si i nostri ^_^)....o quelli di altri(sconosciuti) che ci han fatto sussultare il cuore....piangere e mozionare...etc..etc...oppure le grandi poesie dell'immenso patrimonio letterario nazionale ed internazionale.....insomma tutto quello che può essere definito poetico...entra in questo topic^_^


FUNZIONE POETICA, per la quale le parole hanno valore non tanto per il contenuto che esprimono, ma essenzialmente per l’armonia, il suono che generano quando s’incontrano, dopo essere state scelte e avvicinate dall’autore. Ciò ovviamente non significa che i testi poetici siano privi di contenuti; vuol dire semplicemente che nella comunicazione poetica, la forma è importante almeno quanto il contenuto. Ma su questo punto torneremo più avanti.
Dobbiamo comunque considerare che nel linguaggio comune riferendoci al termine “poesia”, solitamente intendiamo due cose. Nel senso più tecnico, abbiamo in mente un pensiero o un discorso, un messaggio, che rispetta regole e consuetudini definite, nel quale si impongono musicalità, ritmo, simmetrie, corrispondenze, misura, e acquista concretezza la possibilità di forzare il significato consueto delle parole che si arricchiscono di un senso nuovo. D’altro canto, possiamo usare il termine "poesia" in senso figurato, e ci riferiamo in questo caso a qualcosa di incantevole, splendido, importante, elevato, emozionante, confortante, fantastico, in grado magari di aprirci una via di evasione dalla monotona realtà quotidiana grigia e a volte dolorosa. (Ad esempio: “la poesia di un tramonto”, “la poesia di un incontro...”, etc.)
In questa sede, parlando di poesia ci riferiamo naturalmente alla prima interpretazione. E possiamo dunque affermare che, da un punto di vista formale, una poesia è un testo, in genere relativamente breve, il quale presenta una struttura piuttosto complessa, organizzata in righe che spesso s’interrompono prima del margine della pagina (e ci riferiamo ai versi). Tali unità, amalgamate da rime, assonanze, allitterazioni etc., vengono riunite in gruppi che danno vita a composizioni ritmiche, che sono ripetute più volte (le cosiddette strofe che impariamo a conoscere fin dalla scuola elementare).


3. Che cos'è una poesia

Schematizzando, si possono utilizzare due termini della linguistica: significante e significato.
Significante (l'"immagine acustica": ritmo, musicalità, metrica).
Significato (il concetto che il significante esprime).

Per metrica s'intende l'insieme delle leggi che governano la composizione e la struttura dei versi. Non dobbiamo pensare che la metrica, sia qualcosa di completamente artificioso. Difatti un certo ritmo che è alla base di un determinato verso (ad es. l'endecasillabo, il più usato nell'italiano: "Divina Commedia", poemi epico-cavallereschi, i sonetti di Petrarca, l'Infinito di Leopardi, ecc.) è qualcosa di connaturato nella lingua. Non si tratta dunque di un artificio della poesia colta. Si pensi ai poeti popolari estemporanei (improvvisatori) [tra i più famosi: Benigni, Riondino, Guccini] che si sfidano nelle osterie a colpi di endecasillabi strutturati in ottave, rispondendosi "per le rime". Non è necessario saper leggere e scrivere per apprendere l'arte di improvvisare ottave, e questo tipo di poesia popolare, ci riconduce all'oralità degli aedi, degli antichi cantori greci che operarono in un'epoca precedente all'introduzione della scrittura alfabetica.

Intendiamoci, la poesia consiste nella fusione di significante e significato, di forma e contenuto. E una poesia si può dire riuscita quando esiste una perfetta corrispondenza tra questi due elementi.

Possiamo ancora dire, tornando al parallelo MUSICA/POESIA, che una poesia si compone di tre elementi: PENSIERO, EMOZIONI, MUSICALITA': la musica non può esprimere dei pensieri. E' forse LA POESIA l'arte più elevata, più completa?...
Se escludiamo le arti multimediali (cinema, CD multimediali, ecc.) probabilmente lo è. Teniamo però presente la povertà dei mezzi di cui si serve la poesia: un foglio e una matita sono sufficienti per realizzare un ipotetico capolavoro.

Dottore Pannunzio
00sabato 4 ottobre 2008 14:45
Io bhe.....qualche anno fà....ripensando ad Andromaca moglie di Ettore misi giù...delle frasi...dei pensieri a cui poi cercai di dare una forma "poetica"....e questo è il risultato...

Paventa tu, o donna,
l'orribile destino
che si para d'innanzi ai tuoi occhi
catene e schiavitù
che abbatteran ancor prima della tua imponente bellezza
il tuo orgoglioso animo,
e ti faran desiderare d'esser morta tra le altre.

misi insieme questo pensiero non ne capisco di metrica...quindi non penso abbia una correttezza in tal senso....quello che mi piace è il finale.....cioè la mia idea è di una Andromaca bella, fiera orgogliosa...moglie di Ettore principe di Troia e guerriero più forte tra i Troiani...che però finirà schiava...del re dell'Epiro......l'ultimo verso bhe mi piace troppo.
...C@li...
00sabato 4 ottobre 2008 17:08
Doc...quanto sei poetico!!!
Quasi quasi sparerei qui il tuo bel messaggino "Odissea 1100 a.c." [SM=g7566]

Però nn credo che la poesia sia più elevata della musica....è vero che nn può esprimere pensieri...o quanto meno nn lo fà direttamente perchè gli stati d'animo riesce a trasmetterli intensamente...
Ci sono musiche senza parole che sono molto belle e toccanti!!!
Dottore Pannunzio
00lunedì 6 ottobre 2008 15:10


Corrono i pensieri
toccando i limiti dei miei desideri
rimbalzano, s'infrangono
ritornano interi
si placano
diventando veri
si fermano..
..riposano

15/01/07
Dottore Pannunzio
00venerdì 17 ottobre 2008 22:27
Da un blog beccato in rete....

Fare l'amore

Scivolo,
strofinandomi a te,
affondo
le radici
nel tuo cuore,
mentre tu
sconvolgi i miei sensi...

Sentimenti,
sensazioni,
emozioni
sanno di piacere,
è fare l'amore
che tutto stravolge,
che cattura,
coinvolge...

ladri di baci
viviamo fugaci
questi attimi eterni...


....(blog)....
...C@li...
00venerdì 17 ottobre 2008 23:13
Io e te, come il sole e la luna
che si sfiorano all’alba e al tramonto
alla ricerca di un equilibrio che esiste
ma che forse non si troverà mai.
Sei la mia confusione, il mio rifugio,
la paura di perdermi in ogni tuo gesto.
Leggerti l’anima o capire ciò che desideri
sono cose difficili per me
ma lo sarebbe altrettanto volerti meno bene
di quanto non te ne voglia adesso.

Dottore Pannunzio
00lunedì 8 dicembre 2008 12:24
"Quale vita, quale gioia senza l'aurea Afrodite? Che muoia quando queste cose non mi stiano più a cuore, l'amore segreto, i dolci doni e il letto che per gli uomini e per donne sono i doni seducenti della giovinezza"

Mimnermo
metà VII sec a.C.
...C@li...
00lunedì 8 dicembre 2008 18:58
Dammi mille baci- CATULLO

Viviamo, Lesbia mia, e amiamo
e non badiamo alle chiacchiere dei soliti vecchi troppo severi.
Il sole tramonta e poi risorge,
ma noi, una volta che il nostro breve giorno si è spento,
dobbiamo dormire una lunga notte senza fine.
Dottore Pannunzio
00martedì 9 dicembre 2008 22:45
..qualche suggerimento ...pescato da internet...
Denotazione e connotazione

Denotazione e connotazione sono termini che si riferiscono ai diversi modi di intendere il significato di una parola.

Per denotazione intendiamo il rapporto tra la parola e l’ oggetto che vuole significare; la connotazione invece indica il significato nascosto (metaforico) di una parola che si riconduce spesso ai sentimenti del poeta.

Se prendiamo come esempio la parola "deserto", può indicare un luogo geografico (denotazione) oppure una condizione umana (connotazione: deserto dell'anima = solitudine); in generale la denotazione è tipica della prosa, mentre la connotazione è diffusa nella poesia.

Ogni parola ha un significante, un significato e un referente.

- il significante è il suono della parola o la sua grafia

- il significato è il senso che diamo a un simbolo grafico o a un suono

- il referente è l’oggetto a cui diamo quel nome determinato (esempio “cavallo”)

Il significante cambia a seconda della lingua che si usa, mentre il referente è un concetto associato a quel suono (cavallo = mammifero con certe caratteristiche).

Il significato è invece l'insieme di stati d'animo, di esperienze passate, di aspettative che ciascuno di noi associa al referente e quindi varia in modo soggettivo. Dal significato delle parole nasce la loro capacità di associarsi ad immagini diverse a seconda di chi le utilizza e di chi le ascolta; l'uso delle figure di significato è quindi personale e questo le rende suggestive, ma talvolta di difficile interpretazione

Le figure retoriche

Per “figura retorica” intendiamo un modo diverso di usare le parole, rispetto a quanto accade nel linguaggio di tutti i giorni, che serve ad esprimere concetti più complessi e a suscitare delle emozioni in chi ascolta. La figura è dunque un modo per far assumere al linguaggio una “forma” particolare, talvolta molto diversa da quella abituale, anche se esistono numerose figure retoriche utilizzate nella vita di tutti i giorni. L’aggettivo “retorico” allude al fatto che si tratta di un abbellimento del linguaggio col quale si intende impressionare favorevolmente chi legge o ascolta.

Le figure di suono

Le figure di suono modificano il suono delle parole per ottenere un effetto poetico, diverso da quello del linguaggio comune. Si tratta di una caratteristica specifica della poesia, che conferisce alla lettura del testo un particolare suono: dolce, aspro, piano, solenne, vivace... Tra le più comuni figure di suono si trovano l'allitterazione, l'anafora, l'onomatopea, l'assonanza, la consonanza.

Onomatopea: si ha quando il suono delle parole evoca e suggerisce il rumore prodotto dall’oggetto a cui si riferiscono ( es. fruscio,tic tac, don don). E’ stata utilizzata in larga misura da Pascoli, ad es.
Un breve gre gre di ranelle

Enjambement: nella poesia ci può essere corrispondenza fra unità ritmica (il verso) e unità sintattica (la frase). In questo caso la fine di ogni verso corrisponde con la fine della frase sintattica; tuttavia tale corrispondenza spesso viene a mancare perché la frase continua nel verso successivo, obbligando il lettore a non fermarsi nella lettura alla fine di ogni verso. Consideriamo, come esempio, la prima quartina del sonetto di Foscolo “In morte del fratello Giovanni”:

Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo (enjambement)
di gente in gente, mi vedrai seduto (enjambement)
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo (enjambement)
il fior de’ tuoi gentili anni caduto.

Assonanza: è determinata dall’uguaglianza di vocali nella parte finale in due parole
( es. climi/mattini).

Consonanza: è determinata dall’uguaglianza di consonanti nella parte finale di due o più parole (lotta/aspetta)

Allitterazione: figura retorica che consiste nella ripetizione della stessa lettera o della sillaba all’inizio di più parole. L’allitterazione ha acquistato rilievo nella poesia italiana del ‘900; prima la sua importanza era di gran lunga inferiore a quella della rima. In generale l’utilizzo dell’anafora è più esteso nelle lingua anglosassoni, in particolare l’inglese, rispetto all’italiano.

Anafora: ripetizione di una o più parole all’inizio del verso. Prendiamo ad esempio la scritta che nell’Inferno di Dante compare sull’ingresso:
Per me si va nella città dolente
Per me si va nell’eterno dolore
Per me si va tra la perduta gente

Le figure sintattiche
La poesia fonda il suo messaggio sulla ricerca di un linguaggio particolare, diverso dall’ordinario ed ottiene questo effetto anche modificando l’ordine che normalmente le parole assumono all’interno di una frase. Questi cambiamenti, detti figure sintattiche, caratterizzavano la sintassi della poesia classica e sono stati ampiamente utilizzati fino alla fine dell’800. La poesia del ventesimo secolo utilizza di meno le figure sintattiche, mostrando invece particolare predilezione per le figure di significato, ma questo non significa che non se ne trovino in moltissimi autori.
Tra le più comuni figure sintattiche troviamo:

*

Climax:consiste nell’enumerazione di termini in ordine crescente (es.disagio, paura, terrore).Questa figura si trova anche in altri settori dell’arte come ad esempio il cinema.
*

Se invece l’enumerazione dei termini avviene in ordine decrescente (terrore, paura, disagio), si ha l’anticlimax, che è tuttavia molto più raro.
*

L’inversione consiste nel capovolgimento dell’ordine di alcuni elementi della frase, ad es. “sempre caro mi fu quest’ermo colle” al posto di “quest’ermo colle mi fu sempre caro”.
*

Il parallelismo consiste, al contrario del chiasmo, nel disporre nello stesso ordine gli elementi corrispondenti di due versi o frasi

l’albero cui tendevi la pargoletta mano
il verde melograno da’ bei vermigli fior

*

Il chiasmo collegato all’inversione, dispone in ordine opposto gli elementi corrispondenti di due versi o frasi ad es.

“Le donne, i cavallier
l’armi, gli amori”

*

Il polisindeto è, al contrario dell’asindeto, la ripetizione della congiunzione prima di ogni elemento dell’enumerazione, con l’effetto di dare molta enfasi al verso o alla frase, ad es.

e sempre corsi, e mai non giunsi il fine; \ e dimani cadrò… (Carducci)

*

L’asindeto consiste nell’eliminazioni delle congiunzioni tra un termine e l’altro, lasciando solo la virgola a separarli; si prenda come esempio la prima parte di Meriggiare. E’ una figura sintattica molto usata nella poesia del ‘900.

Le figure di significato o semantiche
Per figura semantica intendiamo un modo diverso di usare il significato delle parole rispetto al linguaggio di tutti i giorni, che serve ad esprimere concetti più complessi e a suscitare delle emozioni in chi ascolta tramite una diversa associazione delle immagini.

Le figure semantiche sono utilizzate sia in prosa, sia in poesia e anche nei cosiddetti modi di dire (es. mi piange il cuore).

Ricordiamo: la perifrasi, l'iperbole, la litote, la metonimia, la sineddoche, la sinestesia,
la personificazione

Metonimia : consiste nel sostituire un nome con un altro che ha significato simile

● contenitore per il contenuto bevo un bicchiere
● la materia per l’oggetto i legni= le navi
● la causa per l’effetto e viceversa l’ho guadagnato col sudore della mia fronte, cioè con grande fatica

Iperbole: un’espressione che usa parole non molto credibili, esagerate, per sottolineare fortemente un concetto (es. fa un freddo polare oppure Ho sceso un milione di gradini nella nota poesia di Montale).

Antitesi: accostamento di due parole o frasi di senso opposto, cioè contrarie

”Non’fronda verde ma di colore fosco,
Non rami schietti ma nodosi e’nvolti,
Non pomi v’eran ma stecchi con tosco.” (Dante)

In questa frase riconosciamo l’antitesi è data dalla congiunzione avversativa MA che separa frasi dai significati opposti; riconosciamo anche l’anafora di “non”.

Perifrasi: esprime con più parole un unico concetto. E’ usata per non riferire direttamente un significato (es. “Don Abbondio non era nato col cuore di leone”: questa perifrasi indica che Don Abbondio non era affatto coraggioso ed era una persona fragile.) Anche Dante usa delle perifrasi per non nominare Dio nell’Inferno.

Sineddoche: consiste, come nella metonimia , nel sostituire un nome con un concetto legato al precedente da affinità

· una parte per il tutto- tetto=casa
● il singolare per il plurale- l’italiano ama la buona cucina=gli italiani…

Personificazione: significa fare assumere a concetti astratti immagini e comportamenti umani.
Ad esempio Leopardi, nel testo A Silvia, parla con la speranza, immaginandola come una donna che può rispondergli e la rappresenta nell’atto di indicare la tomba .

Litote: significa affermare una cosa negando il suo opposto per usare un’espressione meno meno forte (es. quel ragazzo non è un genio = ha un’intelligenza mediocre).

Sinestesia
: è una figura retorica che fonde le impressioni provenienti da sensi diversi ( es.Dante quando dice: “io venni al luogo d’ ogni luce muto” è una frase priva di senso perché la luce non emette alcun rumore.) Questa figura viene ampiamente impiegata nella prosa scientifica. Il sogno è, per esempio, una circostanza in cui si accostano concetti o significati che,nella realtà, condanneremmo. Pascoli dice:” Voci di tenebra azzurra”. Qui la sinestesia pare priva di senso, perché l’oscurità non parla e non ha colore. Evidentemente il poeta sentiva la voce della madre morta, ma si richiamava all’idea del cielo che, di sera, da chiaro diventa scuro. In generale la sinestesia caratterizza la poesia e richiede uno sforzo di fantasia e di intuizione per interpretarla.
Dottore Pannunzio
00martedì 9 dicembre 2008 22:51
...suggerimento parte III
L’associazione delle immagini

E’ un processo mentale importante, che sta alla base della conoscenza stessa. Associare immagini tra le quali esiste qualche analogia, pensare per modelli, riconoscere legami di causa-effetto, contiguità spazio-temporale ci permette di rielaborare le informazioni che, attraverso i sensi, giungono al nostro cervello e vengono memorizzate.

In poesia, l’associazione delle immagini dà luogo ad una serie di figure retoriche assai importanti, classificate di solito tra le figure di significato o semantiche, che tuttavia meritano di essere esaminate in modo dettagliato, data la loro funzione insostituibile nella creazione del testo poetico.

La poesia infatti utilizza soprattutto il linguaggio nel suo senso connotativo, cioè non tanto per trasmettere informazioni, quanto per far nascere emozioni, ma le emozioni che sono associate alle parole, ovviamente, sono in larga misura soggettive. E’ quindi necessario saper interpretare la poesia conoscendo l’autore col quale si ha a che fare, in ogni caso un certo margine di soggettività nell’interpretazione del testo poetico è destinato a rimanere. E’ anche vero che esistono immagini che hanno avuto in poesia un ampio utilizzo mantenendo un significato costante, ad esempio



Sole = luce, vita, serenità, chiarezza intellettuale ma anche aridità

Mare = vita, affetto, sensualità ma anche tempesta, tormento interiore

Terra natale = madre, infanzia, protezione

Fiore = gioventù, innocenza

Inverno, nebbia = solitudine, abbandono, morte, incapacità di capire

E’ necessario precisare che le figure di pensiero vengono interpretate in modo diverso da varie correnti di critica letteraria e che spesso non è facile distinguere esattamente l’una dall’altra; il discorso che segue ha quindi un valore del tutto generale.

In linea di massima, a seconda di come sono associate le immagini potremo avere:
la metafora, l’analogia, l’allegoria, l'emblema, il simbolo

La metafora è il trasferimento di significato da una parola all’altra, cioè la sostituzione di una parola con una che abbia con la prima un rapporto di somiglianza. Si tratta cioè di un paragone abbreviato e sottinteso, ad esempio " madre terra " equivale a “la terra genera e fa vivere come la madre”. La metafora crea nuovi significati, che vanno al di là di quelli del termine di partenza e del termine di arrivo, mette in relazione due diversi mondi, crea tutta una trama di elementi corrispondenti. Nell’esempio sopra indicato, la metafora mette in relazione la bellezza del paesaggio, il calore del sole, la fertilità dei campi con la bellezza, l’amore, la tenerezza, la capacità di generare e proteggere la vita della madre.

Altri esempi:

*

Lo sprito guerrier ch'entro mi rugge (Foscolo)
*

Il mare è un giardino fiorito (Cardarelli)

Metafora e simbolo spesso sono difficili da distinguere, si pensi ad esempio il caso del fiore:

- se rappresenta la gioventù ha un significato metaforico che si basa sull’idea di bellezza, freschezza e fragilità:

- se ha dei significati più specifici ha spesso valore simbolico, in quanto il nesso col concetto rappresentato non è ben percepibile; ad esempio il giglio rappresenta generalmente la purezza e la rosa il peccato ma il legame tra questi concetti non è evidente, è legato al modo di interpretare le immagini che caratterizza le diverse culture.

L’allegoria di solito rappresenta con un’immagine un’entità astratta, (donna con spada e bilancia = giustizia), oppure è una sorta di metafora prolungata, in cui si narra ad esempio una storia con un significato morale. Gli animali di Fedro, che rappresentano pregi e difetti del carattere umano, agiscono in un raccontino e danno così origine ad un’allegoria; anche testi molto più lunghi, come la Divina Commedia, possono avere significato allegorico.

La pittura, in special modo quella rinascimentale, si è sempre avvalsa di rappresentazioni allegoriche in cui le immagini costituiscono metafore prolungate che trasmettono a chi guarda un messaggio, spesso di natura morale.

Nel dipinto di Sandro Botticelli, si vede re Mida che, mal consigliato dall’Ignoranza e dal Sospetto, si accinge a giudicare un innocente, trascinato dalla Calunnia preceduta dall’Invidia.

In forma di donna anziana vestita di nero, il Rimorso guarda la Verità, che distoglie lo sguardo dalla scena.


L’analogia

Si differenzia dalla metafora perché associa immagini apparentemente prive di rapporto logico, o, per essere più precisi, questo rapporto risiede in esperienze tipiche ed esclusive del poeta, più difficili da individuare per il lettore rispetto a quanto accade per la metafora. Con l’analogia il poeta stabilisce legami unificanti tra immagini diverse secondo un processo in larga misura soggettivo; si tratta di una modalità di componimento molto utilizzata nella lirica tra ‘800 e ‘900, in particolare da Pascoli e Ungaretti.

L’emblema, spesso usato come sinonimo di simbolo, è l’immagine di un oggetto che assume, in un determinato autore, significato costante, ad esempio in Eugenio Montale il mare rappresenta sempre la capacità dell’uomo di vivere, essere in sintonia con la natura e se stesso e di rendersi ragione della sua esistenza.

San Marco col leone

Il simbolo è un’immagine che rappresenta un’altra immagine secondo un rapporto di somiglianza non evidente; possiamo dire che il simbolo è un prodotto dell’analogia ed ha quindi natura più soggettiva di quella della metafora, o è legato a significati profondi di una certa cultura, le cui origini non sono immediatamente percepibili ad esempio

pellicano, pesce = simbolo di Cristo
leone = simbolo di Venezia…

IL LESSICO E LA SINTASSI

Il testo poetico deve essere analizzato anche dal punto di vista del lessico, cioè della tipologia delle parole utilizzate dall'autore.

Il lessico di una poesia può contenere:

· parole arcaiche o auliche;

· parole rare o ricercate;

· parole inventate;

· parole usuali ma usate con significato diverso da quello comune;

· parole gergali o dialettali;

· parole tecniche o appartenenti a linguaggi speciali;

· parole della lingua quotidiana.



Dal punto di vista della sintassi, la frase può avere una costruzione semplice o complessa, può esserci un uso prevalente della coordinazione (paratassi) o della subordinazione (ipotassi).

Esistono poi le figure sintattiche, che, variando l'ordine tradizionale delle parole e degli elementi sintattici, segnano fortemente lo scarto tra poesia e prosa.

IL CONTESTO

Ogni opera letteraria appartiene ad un più ampio contesto e per capirne appieno i significati bisogna conoscere il panorama culturale all’interno del quale è nata. Ogni poeta infatti si colloca nella tradizione che lo precede, si appropria del suo linguaggio, dei temi, delle immagini, ma allo stesso tempo introduce innovazioni, talvolta compie scelte di rottura e segue strade del tutto nuove con esiti più o meno felici. Pensiamo ad esempio al modo in cui Foscolo, nel sonetto “In morte del fratello Giovanni” accoglie l’eredità del poeta latino Catullo oppure alla pretesa dei futuristi di distruggere completamente la tradizione culturale e in particolare letteraria nella quale loro stessi erano maturati. Nel contesto si distinguono tre aspetti:

il momento storico- culturale in cui l’opera nasce e in cui assume significato, cioè da un lato gli avvenimenti legati all’esperienza biografica dell’autore, dall’altra agli avvenimenti storici, politici, sociali, economici dell’epoca in cui è vissuto;

la produzione letteraria dei principali autori, precedenti e contemporanei a quello che si prende in esame, che possono averne influenzato le opere;

le altre opere dello stesso autore, attraverso le quali si possono rilevare gli sviluppi della sua produzione e l’evoluzione del suo pensiero.

Dottore Pannunzio
00mercoledì 10 dicembre 2008 15:52
...Suggerimento IV
emmian
00martedì 16 dicembre 2008 02:14
questa è mia:
ansante di noia mi adagio
su nere pietre di vetro
E' la morte? No solo la follia
di un istante di vita.
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