The Reign of Horror
00mercoledì 26 maggio 2010 02:04
TITOLO CORTOMETRAGGIO:
PENANCE
LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:
DURATA:
6 minuti
REGIA:
Daniele Misischia
ATTORI PRINCIPALI:
Cristiano Ciccotti, Serena Jejè
SCENEGGIATURA:
Daniele Misischia
MUSICHE:
privo di musiche
FOTOGRAFIA:
noose-industry
MONTAGGIO:
noose-industry
BREVE SINOSSI:
Un uomo comune passa le sue giornate guardando tv e film, ma a tempo perso si diverte a torturare fino alla morte povere ragazze. Molto presto si troverà davanti alla propria "penitenza", ma in questo gioco vittime e carnefici sconteranno la stessa pena.
BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA:
Daniele Misischia, dopo aver concluso i corsi di regia, sceneggiatura e montaggio, presso la griffith 2000 e la nuct di roma, realizza una dozzina di cortometraggi, prediligendo il cinema di "genere", dal noir all'horror.
notoburattino
00mercoledì 26 maggio 2010 20:43
misischia è un regista furbo, evita l'effetto casalingo delle solite case italiane (che è forse il peggior cancro che divora la qualità delle produzioni amatoriali) tenendo la videocamera appiccicata all'attore in continui primissimi piani e zoom, inoltre gestisce molto bene i tempi.
non c'è tanto di innovativo, la messa in scena è quella che nobilita il corto, assieme all'ottimo finale un frastuono che mangia tutto.
unico neo è il continuo fischiettare del protagonista che dopo 5 secondi mi aveva già stancato...
poi si sa che non sono un estimatore della lunghezza...
Kissoon
00venerdì 28 maggio 2010 13:23
Omaggio alla serie di August Underground e a tutto il filone che ne deriva, il corto però non riesce nel suo intento. A parte il fischiettare dissoluto dell' aguzzino in verità di agonia ce n'è poca. Poco tempo o magari sfruttato male che non riesce a trasmettere la morbosa relazione carnefice vittima, approdando ad un finale fuori luogo. Buona la fotografia.
Steveau
00venerdì 28 maggio 2010 14:22
Su come la penso in merito al tema tortura ho già detto molto a proposito di un altro corto in gara.
E pure qui, ahinoi, manca il sesso.
E mancano torture vere e proprie, è tutto accennato, sussurrato, mentre a mio parere un film sulla violenza per gioco, divertimento, diletto, dovrebbe urlartele in faccia, le torture, tirartele come bordate.
Preparazione per bevanda acida horror al sapore di tortura.
Ingredienti:
Un torturatore,
una torturata,
attrezzi vari per infliggere dolore.
Mescolare con pazza spettacolarizzazione del sangue, della carne lacerata, delle grida di dolore.
Aggiungere del sesso.
Ecco. Il Penance Drink non è stato preparato così. Frettoloso, con un finale che non soddisfa, poco entusiasmante. Spiacevoli poi i continui flash, roba da fantascienza che mal si mescola all'atmosfera sporca e maledetta della storia.
Nella scorsa edizione, proprio come il collega notoburattino poco sopra, specificavo quanto non mi piacciano le case-italiane nei corti italiane.
Ed è vero che qui il regista è bravo a non mostrare nessuna casa-italiana.
Ma c'è un'altra cosa che non mi piace dei corti italiani, ed è la preparazione del caffè.
Vi prego, non mi fate più vedere uno che si fa il caffè.
E' uno strumento che sa di facile risorsa, e serve a trasmetterci il carattere intimo, banale, ordinario, casalingo, appunto, della scena, ma è proprio per la sua evidente semplicità che disturba.
In effetti, a ben leggere più su, non c'è caffè tra gli ingredienti.
MD-MAniak
00sabato 29 maggio 2010 16:49
Una escursione nel genere torture porn breve e lineare, ma molto interessante. Mi sono piaciuti la fotografia ricercata (che alterna toni blu, altri seppia, e scene virate in b/n), la regia competente, qualche brano scelto come azzeccato sottofondo musicale, e pure la sceneggiatura, che rende bene, anche se con poco tempo a disposizione, il dramma umano di un protagonista solitario, teledipendente e torturatore; oltre a quello, ovviamente, della sua giovane vittima rinchiusa nello sgabuzzino.
alienante
00martedì 1 giugno 2010 20:35
Penance
Penance in qualche modo omaggia i vari torture porn movies.
Un cortometraggio interessante pur con qualche difetto: il prolungato fischiettare del torturatore, (hostel ?) innervosisce ben presto, un finale troppo dilatato e la poca violenza esibita che è l'essenza vera del genere torture-movies.
Girato molto bene, però con qualche furbizia e alcune ingenuità di troppo, forse per non allungare troppo il corto o per mancanza di mezzi e perchè no, idee.
Malgrado tutto.......forse anche perchè amo alla follia il genere, giudizio positivo !!!
Alienante
www.alienante.it