Musica e psicologia

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
sonardj
00martedì 20 novembre 2007 03:25
Musica e psicologia

[tratto dal libro: Biagio Modica, Per un utilizzo dei colori e della musica in medicina, Jubal 2004]

Nel trattare la musicoterapia, non si può fare a meno di evidenziare alcune interessanti scoperte che numerosi autori hanno eseguito sugli effetti della musica sulla mente dell’uomo.
È un dato certo che la comunicazione avviene attraverso l’attività del nostro cervello (K. Popper) ed è stato accertato che, nei soggetti destrimani, è l’emisfero destro che si è specializzato in questo senso, mentre il sinistro è deputato al trattamento delle informazioni. Di fatto, nei pazienti con lesioni riguardanti l’emisfero destro del cervello, si registra la perdita della capacità di fare esperienze musicali e cioè di percepire e di eseguire musica.
È stato accertato, inoltre, che la stimolazione acustica è in grado di eccitare vaste aree dei lobi frontali e parietali del cervello e, mentre per il linguaggio sono coinvolte le aree di Broca e di Wernicke, oggi si può affermare che strutture cerebrali complesse vengono utilizzate e condivise sia dalla comunicazione audio-vocale, sia dalla musica. L’esperienza dell’ascolto musicale provoca notevole attività dell’emisfero destro e anche il passaggio di informazioni nervose all’emisfero sinistro. Questi percorsi neuronali (i neuroni sono le cellule nervose) conducono gli stimoli anche al sistema limbico ed all’ipotalamo (le aree profonde del cervello emotivo) e sono in grado di fornire delle emozioni che sono proprio legate alla musica stessa.
È stato verificato che, dai primati fino all’homo sapiens, non si sono verificati significativi cambiamenti evolutivi dell’apparato acustico e ciò spiegherebbe come la musica possa essere capace di attivare le aree più primitive del cervello che, alterando la coscienza ad un livello più profondo, faciliterebbero le funzioni fisiologiche che stimolano la comparsa delle emozioni (Castrovilli-De Lucia).
Per questo, è corretto dire che l’esperienza musicale è un’esperienza prettamente psicologica, perché in essa vi è una grossa implicazione mentale che comprende processi affettivi e cognitivi.
Infatti, com’è noto, chi compone una musica o una canzone, al di là di alcune componenti generali che la possono far rientrare nel genere classico, lento, leggero, sinfonico… non si pone il problema di una oggettiva decodificazione del proprio messaggio musicale. Ne consegue che l’ascoltatore è libero di decodificare tale comunicazione in modo del tutto personale, senza rapporto semantico con l’autore, sulla base della ricezione di elementi vaghi, astratti e pluristratificati. In questo risiede uno dei poteri curativi della musica, e cioè proprio sui diversi significati inconsci che ciascun suono, insieme di suoni, musiche e canzoni possono rappresentare, in maniera diversa, per ciascun individuo, in relazione alle vicende emotive che lo hanno riguardato, dalla nascita, per tutto il corso della sua vita e fino al momento dell’ascolto musicale stesso.

Tratto dal libro:
- Biagio Modica, Per un utilizzo dei colori e della musica in medicina, Jubal 2004

sonardj
00martedì 20 novembre 2007 03:26
con questo piccolo intro vorrei sapere da voi avete usato la musicaterapia?
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:42.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com