"senti che inno!"
Avevo già visto “miracolo veneto”, e ne avevo già constatato la validità, discutendone anche col regista. Sono dunque contento che partecipi a questo concorso, in quanto mi ha dato l’occasione per rivederlo e confermare quello che vi avevo trovato di positivo durante la prima visione.
Cercherò quindi di elencare i vari punti interessanti, e i pochi dubbi che ho.
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Prima cosa che ho apprezzato è sicuramente l’uso del dialetto. Dopo tanti registi che più o meno inconsciamente citano/ copiano/ prendono spunti/ apprezzano sempre e solo il cinema americano, fa sicuramente piacere vedere un corto che non si “vergogna” di essere italiano ma anzi fa ben presenti le proprie origini, cercando anche di fare una critica sociale. Ottima cosa che fortunatamente – dialetto o meno – vedo fare sempre più spesso.
Seconda cosa, appunto, la critica sociale, non esente da ironia grottesca e humor nero. Già il titolo “miracolo veneto” è significativo per chi conosce la condizione di quelle zone, e sia i protagonisti che l’assassino sono davvero figli di quelle zone. In certi punti sembra quasi di vedere “Shadow” di Zampaglione…ma in versione “leghista”.
Terza cosa, sicuramente la regia, che a parte qualche sbavatura didascalica nei dialoghi è interessante, valida, solida e capace di creare anche della vera tensione, in maniera subdola ma efficace (penso ovviamente al momento in cui i due giovani arrivano all’auto e vedono cosa sta accadendo al suo interno).
Ho particolarmente apprezzato il fatto che per tutto il tempo la telecamera sia “seduta” sul sedile posteriore delle due auto (così come all’inizio era seduta al bar coi due giovani). Credo che l’espediente sia molto ben riuscito, serve a coinvolgere il pubblico e in un certo qual modo a farlo “schierare” pro o contro i protagonisti. Sembra davvero di essere “seduti dietro” insieme a loro, tanto che quando si è in auto con l’assassino viene quasi in mente di star zitti cercando di non farsi notare. Bella scelta, intelligente e che centra in pieno l’obiettivo di coinvolgere chi guarda (sia nella storia ma anche nelle idee che vengono espresse).
Molto simpatico anche l’uso delle musiche, mai fini a loro stesse (Radio Maria che fa da contrappunto alla spedizione dei giovani, e il Va Pensiero nell’auto del killer – il quale dice anche “Senti che inno!” – sono davvero un’ottima trovata, specialmente la seconda: caratterizza il personaggio immediatamente, senza bisogno di infiniti dialoghi).
In breve, un corto semplice ma di sicuro effetto, con interessanti contenuti, una buona aderenza alla situazione del proprio paese (sia nel serio che nel comico), una regia intelligente, mai invadente e a tratti sagace, e una storia che sebbene non sia nulla di nuovo trae vantaggio dal modo attraverso il quale viene raccontata. Condivisibile anche la scelta di non dare eccessivo spazio alla violenza ma riservarla per i momenti topici senza esagerare, cosa che la rende più interessante e sensata.
Cose negative? Alcune, ma di poco conto.
1. il dialogo iniziale dei due ragazzi (tra l’altro molto bravi, facilitati in questo anche grazie al fatto che hanno potuto esprimersi in dialetto) è ben fatto, ma leggermente troppo lungo. Funziona, è ironico, è valido, ma a un certo punto diventa troppo insistito nel voler puntualizzare più di una volta la visione delle donne (troie) che i due ragazzi hanno. Forse andava ridotto un poco, andava mostrata anche qualche loro azione concreta (come quando valutano il culo della cameriera) per renderlo più agile. Comunque, come detto, è ben fatto e funziona. Avercene di dialoghi così.
2. Mentre i ragazzi pagano, entra in scena il politico che risponde al cellulare, il quale poi non si vede più.
Visto che è l’unico a cui è data una battuta all’interno del bar, e in più tale battuta non ha alcun rapporto – anche casuale – con i due protagonisti, salta subito all’occhio dello spettatore il fatto che il regista ha un MOTIVO per porre l’accento su questo sconosciuto. Si capisce dunque subito che, se più avanti ci sarà un “cattivo”, è molto probabile che sarà proprio quell’uomo. Questa cosa andava sicuramente giostrata meglio: si poteva ad esempio far interagire il politico con i due ragazzi proprio mentre l’attenzione era puntata a far conoscere i loro punti di vista. Se, ad esempio, uno dei due avesse riconosciuto l’uomo e fosse andato a stringergli la mano dimostrando di avere in comune con lui idee razziste sugli stranieri o sulle puttane, allora forse l’uomo sarebbe passato inosservato al pubblico (o al contrario sarebbe rimasto più impresso senza dare l’impressione di essere lì per un motivo ben preciso) e la sua apparizione finale sarebbe stata più rilevante.
3.Ad un certo punto, nella prima metà del corto, c’è un brusco cambio di scena mentre i due ragazzi attendono che il “nonnetto” carichi una puttana. Siamo prima in una strada trafficata, c’è un taglio secco e subito dopo siamo in un altro posto. Forse è servito a far notare lo scorrere del tempo, ma non mi è sembrata una scelta particolarmente geniale.
4. Avrei forse evitato l’auto-censura sulle bestemmie, visto che il corto pretende di essere realistico. Perché metterle e poi oscurarle? Allora meglio mettere delle versioni alternative, tipo Zio Can (ma è una sfumatura, credo sia questione di gusti). Avrei poi tolto gli inserti neri al momento dei colpi di pala: visto che il corto tende al realismo queste autocensure, sebbene artistiche, sembrano indicare una sorta di “intrusione” del regista, che smorza un po’ l’effetto di realtà…e in ogni caso le palate sono troppo lontane per essere visibili o disturbanti: io avrei lasciato tutto in presa diretta.
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Ma a parte queste piccolezze, che segnalo solo per dare a chi legge – specialmente gli “addetti ai lavori” – una visione quanto più completa del corto e di tutto ciò che da esso traspare in termini di leggibilità, “Miracolo Veneto” è davvero ben fatto. Avrebbe forse dovuto essere gestito meglio in quel paio di punti che ho segnalato, e mi chiedo se non avrebbe guadagnato dei punti se fosse stato più “cattivo” e sporco…ma anche così è un prodotto molto buono, non banale e davvero promettente per il futuro.
Ottima prova!