Questo non è altro che l'ultimo di una lunga serie di robot-pesce, progetti portati avanti più che altro per studiare la dinamica del movimento animale, la dinamica dei fluidi o la messa a punto di nuovi tipi di sensori come nel caso di quest'ultimo esemplare, argomenti notevolmente complessi e, a dispetto delle apparenze, ancora in larga parte sconosciuti.
Un illustre "antenato" del pesce:
UN CERVELLO DI PESCE
GUIDA IL ROBOT
La Nazione
17 Giugno 2000
Il primo cyborg è tra noi: ha il cervello di un pesce e il corpo di un robot. È il frutto di una ricerca condotta per tre anni da Ferdinando Mussa Ivaldi, della Northwestern University, e dai suoi colleghi dell’Università dell’Illinois di Chicago. Nell’équipe, anche l’italiano Vittorio Sanguineti, dell’Università di Genova. Il primo cyborg non sguazza ancora in una piscina, ma "vive". Trasmette cioè comandi a un corpo meccanico e risponde agli impulsi che riceve dal mondo esterno. In termini tecnici è una "stazione" di misura. Da una parte, una postazione in cui galleggia parte del cervello e del midollo spinale di una specie marina primitiva, la Lampreda; dall’altra, un piccolo robot di serie, munito di ruote e di spie luminose. Il tutto collegato da elettrodi, e monitorato costantemente da un computer con scheda seriale. Il cervello, o meglio quella parte del cervello che nella murena controlla l’assetto durante la nuotata, fa girare la macchina metallica in modo casuale. Stimolato opportunamente, reagisce facendo accendere dei sensori di luce. Mai visto nulla di simile. Steve Grand, esperto della Cyberlife Research di Somerset, ha definito l’esperimento degli scienziati di Chicago "lodevolmente perverso". Appellativo azzeccato. Per lo meno pensando alla reazione della gente comune di fronte all’idea di un vertebrato marino privato del corpo e fatto sopravvivere a dieci gradi, in una vasca riempita con acqua di mare.
(Luigi Perna)
Certo è che, come accade spesso, la prima applicazione pratica di tali progetti sia la produzione di gadget costosi per amanti delle curiosità inutili:
16/01/2004 - OGON NO KOI: ECCO A VOI LA CARPA DEL FUTURO
Cose belle relative all’allestimento di un acquario. 1- È un gran traffico, una cosa che piace molto in genere ai maschi, si ritorna bambini, ci si bagna, ci si arrotola le maniche della camicia, si gioca con sabbia, tronchi, piante acquatiche. 2 – se si ha pazienza e testa l’acquario cresce piano piano, fino ad arrivare a equilibrio rasserenante. 3 – la sera ci si mette davanti e si osserva. Cose disdicevoli legate al possesso di un acquario: 4 – ci vuole tempo, poco ma tutti i giorni. 5 – costa soldi. 6 – se non si rispettano la 4 e la 5 i pesci schiattano. 7 – se l’acquario è marino, per ogni pesce che arriva in negozio, ne sono morti sei o sette tra la pesca e il trasporto. Insomma, date retta a me, se non siete sicurissimi è meglio un bel pesce robot. [mfb]
In principio furono gatti di sangue blu, topi immacolati e cagnolini in black and white.
Sembrava proprio che i pargoli della generazione Disney non potessero vivere senza... almeno fino alla prossima sbornia da cucciolo animato.
Il mese scorso infatti abbiamo fatto conoscenza con Nemo, l’irresistibile pesciolino in 3D della Pixar Animation e già in giro si ode il tormentone: mamma, mamma mi regali un pesce pagliaccio?
Ma anche pesci palla, farfalla e pipistrello, in poche parole un vero e proprio acquario tropicale da allestire nel tinello di casa.
Ma se verosimilmente i più si dovranno accontentare del classico pescetto rosso del luna park, i pargoli più fortunati invece potranno godere della compagnia di un raro esemplare: la carpa dorata che arriva dal futuro.
Stiamo parlando di Ogon no Koi, il primo pesce robot a scopo ornamentale uscito dai laboratori della giapponese Mitsubishi Heavy Industries.
L’elitario gadget è stato presentato lo scorso ottobre alla fiera della robotica di Tokyo.
La lucente carpa robot misura un metro di lunghezza, pesa diciassette chili ed è dotata di pinne guizzanti, labbra movibili, branchie e squame di silicone color oro.
Ogon no Koi, grazie al sofisticato computer di bordo, viaggia ad una velocità di crociera di 25 metri al minuto, in media perfetta con gli esemplari in vera polpa e lische.
Solamente gli occhi fissi e la mancata fuoriuscita di bolle dalla bocca, ne tradiscono l’origine robotica.
Volete conoscere il prezzo di Ogon no koi? Ben 8 milioni di yen.
Secondo Hiroo Minoda, portavoce della Mitsubishi, tutto sommato si tratterebbe di un prezzo accettabile se paragonato ai vantaggi.
Già perché, questa cyber-carpa, facendo uso di batterie, non necessità di cure e cibo.
Potrete così dire addio alla fastidiosa manutenzione dell’acquario, senza contare che Ogon no koi non muore mai, cosa che vi eviterà dolorose veglie funebri davanti al wc di casa.
La Mitsubishi non è nuova a questo tipo di ricerca, visto che ha iniziato a dedicarsi massicciamente alla robotica marina dal 1999
Nei suoi laboratori sguazzano svariati esemplari: lucci, tonni e branzini, ma soprattutto il celacanto, il famigerato pesce fossile.
Occhi fosforescenti e squame dure come la pietra, il celacanto ci è giunto immutato dall’era mesozoica, risalente a 24 milioni di anni fa.
Benché l’ameno anfibio ancora nuoti nelle profondità degli abissi è molto raro incontrarne un esemplare, cosa oggi possibile grazie alla tecnologia nipponica.
E già alla Mitsubishi sognano di costruire una visionaria riserva marina popolata da calamari giganti e ogni tipo di specie estinta.
In poche parole, un Jurassic Park non più genetico ma robotico... chissà se il pubblico abboccherà!
LINK |
www.mhi.co.jp/indexe.html
La Geegee
[Modificato da orckrist 12/10/2005 10.39]