Laurea Honoris Causa a FRANCESCO GUCCINI

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Stevenson
00martedì 11 giugno 2002 10:24
Il "Maestrone" diventa Dottore. Le università di Bologna, Modena e Reggio Emilia hanno annunciato la Laurea Honoris Causa in Scienza della Formazione a Francesco Guccini.
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Motivazione: non tanto e non solo per il suo successo di cantautore quanto per le sue attività di scrittore, linguista e mediatore culturale.
;)

La consegna avverrà in autunno (20 o 21 Ottobre a Reggio Emilia).
Venerdì sera Raitre (ore 23,15) trasmetterà il film documentario "Nell'anno 2002 di nostra vita, io Francesco Guccini..." di Francesco Conversano e Nenè Grignaffini.
:p

Martedì 18 Giugno il cantautore, terrà una conferenza all'Università di Bologna, sul linguaggio dei giovani.
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"Mio padre in fondo aveva anche ragione
a dir che la pensione è davvero importante
mia madre non aveva poi sbagliato
a dir che un laureato conta più d'un cantante
Giovane e ingenuo io ho perso la testa
sian stati i libri o il mio provincialismo..."

(L'Avvelenata - Via Paolo Fabbri, 43 - 1976)

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Alan
00martedì 11 giugno 2002 13:39
Re:

Scritto da: Stevenson 11/06/2002 11:24
"Mio padre in fondo aveva anche ragione
a dir che la pensione è davvero importante
mia madre non aveva poi sbagliato
a dir che un laureato conta più d'un cantante
Giovane e ingenuo io ho perso la testa
sian stati i libri o il mio provincialismo..."

(L'Avvelenata - Via Paolo Fabbri, 43 - 1976)

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Perchè non la continui??? [SM=x44452] [SM=x44452] [SM=x44452]

A parte gli scherzi, complimenti a Francesco.
Stevenson
00martedì 11 giugno 2002 14:26
A gentile richiesta

"..e un XXXXX in XXXX e accuse d'arrivismo
dubbi di qulunquismo, son quello che mi resta
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi
chiedo scusa a vossia
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni,
si possa far poesia;
io canto quando posso, come posso,
quando ne ho voglia senza applausi o fischi..."

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Invito gli utenti dell'Ipercaforum ad andarsi a ricercare il contenuto della parte censurata!!!!
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Franco techno sound
00lunedì 24 giugno 2002 01:03
x me e come Dare il Nobel x la Pace a Bin Laden

e soltanto un povero sfigato che ha usato la musica per fare una squallida propaganda politica,senza rancore ma e quello che penso
g
00lunedì 24 giugno 2002 01:34

sarah.74
00mercoledì 26 giugno 2002 17:33
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Ma non lo danno a Bush quello?

E comunque grande Francesco[SM=x44480] [SM=x44520]
_________________________
By Sarah.74

Vice Amministratore del forum dei MeNtALmEnTe InStAbILi
Moderatrice di HAREM dell'IPERCAFORUM forum di ipercafone.com

Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto!
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.
F. Guccini


Stevenson
00mercoledì 26 giugno 2002 18:10
Probabilmente un pò "sfigato" Guccini lo è davvero (direi nella percentuale in cui ognuno di noi è un pò "sfigato").

Ma credo che in quello che ha prodotto ci sia tanta ARTE e tanto DIVERTIMENTO.
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sarah.74
00mercoledì 26 giugno 2002 20:27
E lo dite a me...[SM=x44452] [SM=x44479] [SM=x44479] [SM=x44479] [SM=x44479]
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By Sarah.74

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Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.
F. Guccini


g
00mercoledì 26 giugno 2002 20:34
Auschwitz
-
-
Son morto ch'ero bambino
son morto con altri cento
passato per un camino
e ora sono nel vento

Ad Auschwitz c'era la neve
il fumo saliva lento
nei campi tante persone
che ora sono nel vento

Nei campi tante persone
ma un solo grande silenzio
che strano non ho imparato
a sorridere qui nel vento

Io chiedo come puo' un uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento.

Ancora tuona il cannone
ancora non e' contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento.

Io chiedo quando sara'
che un uomo potra' imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si posera'.

g
00mercoledì 26 giugno 2002 20:34
Dio è morto
-
-
Ho visto la gente della mia eta' andare via
lungo le strade che non portano mai a niente
cercare il sogno che conduce alla follia
nella ricerca di un qualcosa che non trovano
nel mondo che hanno gia'
lungo le strade che dal vino son bagnate
dentro alle stanze da pastiglie trasformate
lungo le nuvole di fumo, nel mondo fatto di citta'
essere contro ed ingoiare
la nostra stanca civilta'...

E' un Dio che e' morto
ai bordi delle strade Dio e' morto
nelle auto prese a rate Dio e' morto
nei miti dell'estate Dio e' morto

Mi han detto che questa mia generazione piu' non crede
in cio che spesso e' mascherato con la fede
nei miti eterni della patria e dell'eroe
perche' e' venuto ormai il momento di negare
tutto cio che e' falsita'
e che e' di parte e di abitudine e paura
una politica che e' solo far carriera
il perbenismo interessato
la dignita' fatta di vuoto
l'ipocrisia di chi sta sempre
con la ragione e mai col torto

E' un Dio che e' morto
nei campi di sterminio Dio e' morto
coi miti della razza Dio e' morto
con gli uomini di partito Dio e' morto.

Ma penso che questa mia generazione e' preparata
ad un mondo nuovo e a una speranza appena nata
ad un futuro che ha in mano, ad una rivolta senza armi
perche' noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore e' per tre giorni
e poi risorge
in cio' che noi crediamo Dio e' risorto
in cio' che noi vogliamo Dio e' risorto
nel mondo che faremo Dio e' risorto

g
00mercoledì 26 giugno 2002 20:35
Io Vagabondo
Io un giorno crescerò
e nel cielo della vita volerò
ma un bimbo che ne sa
sempre azzurra non può essere l'età
Poi una notte di settembre mi svegliai
il vento sulla pelle
sul mio corpo il chiarore delle stelle
chissà dov'era casa mia
e quel bambino che giocava in un cortile!
Io vagabondo che son io,
vagabondo che non sono altro
soldi in tasca non ne ho
ma lassù mi è rimasto Dio.

Sì, la strada è ancora là
un deserto mi sembrava la città
ma un bimbo che ne sa
sempre azzurra non può essere l'età.
Poi una notte di settembre me ne andai,
il fuoco di un camino
non è caldo come il sole del mattino;
chissà dov'era casa mia
e quel bambino che giocava in un cortile!

Io vagabondo che son io...

g
00mercoledì 26 giugno 2002 20:45
La locomotiva


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Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,
quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli,
ma nella fantasia ho l'immagine sua: gli eroi sono tutti giovani e belli.
Conosco invece l'epoca dei fatti, qual era il suo mestiere:
i primi anni del secolo, macchinista, ferroviere.
I tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti:
sembrava il treno anch'esso un mito di progresso, lanciato sopra i continenti.
E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano,
che l'uomo dominava con il pensiero e con la mano:
ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite,
sembrava avesse dentro un potere tremendo, la stessa forza della dinamite.
Ma un'altra grande forza spiegava allora le sue ali:
parole che dicevano "gli uomini sono tutti uguali",
e contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
la bomba proletaria, e illuminava l'aria la fiaccola dell'anarchia.
Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione:
un treno di lusso, lontana destinazione.
Vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori,
pensava al magro giorno della sua gente attorno, pensava un treno pieno di signori.
Non so che cosa accadde, perché prese la decisione.
Forse una rabbia antica, generazioni senza nome
che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore,
dimenticò pietà, scordò la sua bontà, la bomba sua la macchina a vapore.
E sul binario stava la locomotiva:
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva,
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d'acciaio, con forza cieca di baleno.
E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo,
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto:
salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura,
e prima di pensare a quel che stava a fare, il mostro divorava la pianura.
Correva l'altro treno ignaro, quasi senza fretta:
nessuno immaginava di andare verso la vendetta.
Ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno:
"Notizia di emergenza, agite con urgenza, un pazzo si è lanciato contro il treno!"
Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva,
e sibila il vapore, sembra quasi cosa viva,
e sembra dire ai contadini curvi, il fischio che si spande in aria:
"Fratello non temere, ché corro al mio dovere! Trionfi la giustizia proletaria!"
E intanto corre corre corre sempre più forte,
e corre, corre, corre, corre verso la morte,
e niente ormai può trattenere l'immensa forza distruttrice,
aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto della grande consolatrice.
La storia ci racconta come finì la corsa:
la macchina deviata lungo una linea morta.
Con l'ultimo suo grido d'animale la macchina eruttò lapilli e lava,
esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo, lo raccolsero che ancora respirava.
Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore,
mentre fa correr via la macchina a vapore,
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva come una cosa viva, lanciata a bomba contro l'ingiustizia!
g
00mercoledì 26 giugno 2002 20:47
Il vecchio e il bambino


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Un vecchio e un bambino si preser per mano e andarono insieme incontro alla sera.
La polvere rossa si alzava lontano e il sole brillava di luce non vera.
L'immensa pianura sembrava arrivare fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare,
e tutto d'intorno non c'era nessuno: solo il tetro contorno di torri di fumo.
I due camminavano, il giorno cadeva, il vecchio parlava e piano piangeva.
Con l'anima assente, con gli occhi bagnati, seguiva il ricordo di miti passati.
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni, non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno nel loro pensiero distinguer nei sogni il falso dal vero.
E il vecchio diceva, guardando lontano: "Immagina questo coperto di grano,
immagina i frutti, immagina i fiori, e pensa alle voci e pensa ai colori,
e in questa pianura fin dove si perde crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli il ritmo dell'uomo e delle stagioni."
Il bimbo ristette, lo sguardo era triste, e gli occhi guardavano cose mai viste,
e poi disse al vecchio con voce sognante: "Mi piaccion le fiabe, raccontane altre."
g
00mercoledì 26 giugno 2002 20:48
Canzone per una amica ( in morte di S.F.)
Pontiack - Verona

da Folk Beat n. 1 [1967]

Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva
la dolce estate era già cominciata vicino lui sorrideva, vicino lui sorrideva...

Forte la mano teneva il volante, forte il motore cantava,
non lo sapevi che c'era la morte quel giorno che ti aspettava, quel giorno che ti aspettava...

Non lo sapevi che c'era la morte, quando si è giovani è strano
poter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per mano, venga e ci prenda per mano...

Non lo sapevi, ma cosa hai sentito quando la strada è impazzita,
quando la macchina è uscita di lato e sopra un'altra è finita, e sopra un'altra è finita...

Non lo sapevi, ma cosa hai pensato quando lo schianto ti ha uccisa,
quando anche il cielo di sopra è crollato, quando la vita è fuggita, quando la vita è fuggita...

Dopo il silenzio soltanto è regnato tra le lamiere contorte:
sull'autostrada cercavi la vita, ma ti ha incontrato la morte, ma ti ha incontrato la morte...

Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire, se presto hai dovuto partire...

Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi...




g
00mercoledì 26 giugno 2002 20:49
Noi non ci saremo
Pontiack - Verona

da Folk Beat n. 1 [1967]

Vedremo soltanto una sfera di fuoco,
più grande del sole, più vasta del mondo;
nemmeno un grido risuonerà e solo il silenzio come un sudario si stenderà
fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo.

Poi per un anno la pioggia cadrà giù dal cielo
e i fiumi correranno la terra di nuovo
verso gli oceani scorreranno e ancora le spiagge risuoneranno delle onde
e in alto nel cielo splenderà l'arcobaleno,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo.

E catene di monti coperte di nevi
saranno confine a foreste di abeti:
mai mano d' uomo le toccherà, e ancora le spiagge risuoneranno delle onde
e in alto, lontano, ritornerà il sereno,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo.

E il vento d'estate che viene dal mare
intonerà un canto fra mille rovine,
fra le macerie delle città, fra case e palazzi che lento il tempo sgretolerà,
fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo.

E dai boschi e dal mare ritorna la vita,
e ancora la terra sarà popolata;
fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni e ancora il mondo percorrerà
gli spazi di sempre per mille secoli almeno,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo,
ma noi non ci saremo...




g
00mercoledì 26 giugno 2002 20:51
Per fare un uomo

da Francesco Guccini e i Nomadi Album Concerto [1979]

E cade la pioggia e cambia ogni cosa,
la morte e la vita non cambiano mai:
l' inverno è tornato, l' estate è finita,
la morte e la vita rimangono uguali,
la morte e la vita rimangono uguali...

Per fare un uomo ci voglion vent'anni,
per fare un bimbo un' ora d'amore,
per una vita migliaia di ore,
per il dolore è abbastanza un minuto,
per il dolore è abbastanza un minuto...

E verrà il tempo di dire parole
quando la vita una vita darà
e verrà il tempo di fare l' amore
quando l' inverno più a nord se ne andrà,
quando l' inverno più a nord se ne andrà...

Poi andremo via come fanno gli uccelli
che dove vanno nessuno lo sa,
ma verrà un tempo e quel cielo vedremo
quando l' inverno dal nord tornerà,
quando l' inverno dal nord tornerà...

E cade la pioggia e cambia ogni cosa,
la morte e la vita non cambiano mai:
l' estate è passata, l' inverno è alle porte,
la vita e la morte rimangono uguali,
la vita e la morte rimangono uguali...




sarah.74
00mercoledì 26 giugno 2002 21:11
Canzone della bambina portoghese

da Radici [1972]

E poi e poi, gente viene qui e ti dice di sapere già ogni legge delle cose.
E tutti, sai, vantano un orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote...
E tutti, sai, ti san dire come fare,
quali leggi rispettare, quali regole osservare, qual'è il vero vero...
E poi, e poi, tutti chiusi in tante celle fanno a chi parla più forte
per non dir che stelle e morte fan paura...

Al caldo del sole, al mare scendeva la bambina portoghese,
non c'eran parole, rumori soltanto come voci sorprese,
il mare soltanto e il suo primo bikini amaranto,
le cose più belle e la gioia del caldo alla pelle...

Gli amici vicino sembravan sommersi dalla voce del mare...
O sogni o visioni, qualcosa la prese e si mise a pensare,
sentì che era un punto al limite di un continente,
sentì che era un niente, l'Atlantico immenso di fronte...

E in questo sentiva qualcosa di grande
che non riusciva a capire, che non poteva intuire,

che avrebbe spiegato, se avesse capito lei, quell' oceano infinito...
Ma il caldo l'avvolse, si sentì svanire e si mise a dormire
e fu solo del sole, come di mani future;
restaron soltanto il mare e un bikini amaranto...

E poi e poi, se ti scopri a ricordare, ti accorgerai che non te ne importa niente
e capirai che una sera o una stagione son come lampi, luci accese e dopo spente
e capirai che la vera ambiguità
è la vita che viviamo, il qualcosa che chiamiamo esser uomini...
E poi, e poi, che quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere,
ma il qualcosa che ti porti dentro,
cioè vivere, vivere e poi, poi vivere
e poi, poi vivere...


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By Sarah.74

Vice Amministratore del forum dei MeNtALmEnTe InStAbILi
Moderatrice di HAREM dell'IPERCAFORUM forum di ipercafone.com

Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto!
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.
F. Guccini


sarah.74
00mercoledì 26 giugno 2002 21:13
Cirano
Guccini - Dati - Bigazzi

da D' amore, di morte e di altre sciocchezze [1996]

Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.

Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz' ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d' essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi...

Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita;
se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l' uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano.


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By Sarah.74

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F. Guccini


sarah.74
00mercoledì 26 giugno 2002 21:14
Don Chisciotte
Dati - Guccini - Dati - Orlandi

da Stagioni [2000]


[ Don Chisciotte ]

Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,
di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti
per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza
come un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza.
Nel mondo oggi più di ieri domina l'ingiustizia,
ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
proprio per questo, Sancho, c'è bisogno soprattutto
d'uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto:
vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentoso
l'ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso,
e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello,
ma un rifiuto non l'accetto, forza sellami il cavallo !
Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortante
e con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante,
colpirò con la mia lancia l'ingiustizia giorno e notte,
com'è vero nella Mancha che mi chiamo Don Chisciotte...

[ Sancho Panza ]

Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore,
contraddirlo non conviene, non è mai di buon umore...
E' la più triste figura che sia apparsa sulla Terra,
cavalier senza paura di una solitaria guerra
cominciata per amore di una donna conosciuta
dentro a una locanda a ore dove fa la prostituta,
ma credendo di aver visto una vera principessa,
lui ha voluto ad ogni costo farle quella sua promessa.
E così da giorni abbiamo solo calci nel sedere,
non sappiamo dove siamo, senza pane e senza bere
e questo pazzo scatenato che è il più ingenuo dei bambini
proprio ieri si è stroncato fra le pale dei mulini...
E' un testardo, un idealista, troppi sogni ha nel cervello:
io che sono più realista mi accontento di un castello.
Mi farà Governatore e avrò terre in abbondanza,
quant'è vero che anch'io ho un cuore e che mi chiamo Sancho Panza...

[ Don Chisciotte ]

Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora,
solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora:
per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori
e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri !
L'ingiustizia non è il solo male che divora il mondo,
anche l'anima dell'uomo ha toccato spesso il fondo,
ma dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa
il nemico si fà d'ombra e s'ingarbuglia la matassa...

[ Sancho Panza ]

A proposito di questo farsi d'ombra delle cose,
l'altro giorno quando ha visto quelle pecore indifese
le ha attaccate come fossero un esercito di Mori,
ma che alla fine ci mordessero oltre i cani anche i pastori
era chiaro come il giorno, non è vero, mio Signore ?
Io sarò un codardo e dormo, ma non sono un traditore,
credo solo in quel che vedo e la realtà per me rimane
il solo metro che possiedo, com'è vero... che ora ho fame !

[ Don Chisciotte ]

Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch'io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l'apparenza delle cose come vedi non m'inganna,
preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire...

[ Sancho Panza ]

Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,
ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?
In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il "capitale", oggi più spietatamente,
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al "potere" dare scacco e salvare il mondo intero ?

[ Don Chisciotte ]

Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro ?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà ?

[ Insieme ]

Il "potere" è l'immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte:
siamo i "Grandi della Mancha",
Sancho Panza... e Don Chisciotte !



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By Sarah.74

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F. Guccini


Franco techno sound
00giovedì 27 giugno 2002 01:11
la prima frase di Dio è Morto è pure una Frase di MAD BOB
Gugovaz
00venerdì 28 giugno 2002 13:13
Re:

Scritto da: g 26/06/2002 21:35
Io Vagabondo
Io un giorno crescerò
e nel cielo della vita volerò
ma un bimbo che ne sa
sempre azzurra non può essere l'età
Poi una notte di settembre mi svegliai
il vento sulla pelle
sul mio corpo il chiarore delle stelle
chissà dov'era casa mia
e quel bambino che giocava in un cortile!
Io vagabondo che son io,
vagabondo che non sono altro
soldi in tasca non ne ho
ma lassù mi è rimasto Dio.

Sì, la strada è ancora là
un deserto mi sembrava la città
ma un bimbo che ne sa
sempre azzurra non può essere l'età.
Poi una notte di settembre me ne andai,
il fuoco di un camino
non è caldo come il sole del mattino;
chissà dov'era casa mia
e quel bambino che giocava in un cortile!

Io vagabondo che son io...





Scusami g...
ma io vagabondo non è di Guccini bensì di Dattoli e Salerno, cavallo di battaglia ed inno dei Nomadi fin dai tempi della loro formazione iniziale...
Nomadi e Guccini hanno collaborato molto scambiandosi spesso canzoni ma vagabondo è e rimane appannaggio dei Nomadi.... e non mi risultano incisioni (+ o - legali) o concerti ( e tanti ne ho seguiti...) in cui Francesco l'abbia eseguita....

comunque resta una splendida, grandisssima canzone...
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"Se si vivesse senza motivi, nè paradisi per cui soffrire, semplicemente perchè siamo vivi, sapendo sempre di morire, la Matematica della Risata, la Gaia Scienza dell'Ironia alla speranza naufragata potrebbe ancora mostrare una via, a questa vita navigata potrebbe ancora mostrare..."

Luca

Moderatore di Chiacchiere in libertà nell'IPERCAFORUM
Moderatore di Relazioni sociali nell'Ipercaforum
co-Moderatore di Vecchie glorie nell'Ipercaforum
g
00sabato 29 giugno 2002 01:34
Hai ragione,Gugo...Sqs

Il fatto è ke la mia dir è c:musica xt
omadi_Guccini è 1 sola x entrambi [SM=x44468]

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