La storia dello scrittore cileno Pablo Simonetti

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niko74mi
00mercoledì 22 aprile 2009 10:14

Io scrittore gay contro il silenzio

IL COGNOME italiano dello scrittore cileno Pablo Simonetti viene dai nonni liguri. «Infatti ho incontrato diversi Simonetti nelle mie recenti vacanze liguri, soprattutto a Rapallo» racconta, e aggiunge: «Nella mia famiglia si sono conservati i sapori della cucina ligure, ricordo ancora il pesto e la cima alla genovese che mia nonna preparava con passione e perizia».

Simonetti ha appena pubblicato il suo secondo romanzo, “La ragione degli amanti” (Corbaccio, 238 pagine, 18 euro): in Italia aveva trovato buona accoglienza due anni fa anche il primo libro, “A giochi fatti”, sempre edito da Corbaccio (295 pagine, 16,60 euro) bestseller in Sudamerica con il titolo “Madre que estas en los cielos”, una storia in parte autobiografica in cui rivelò ufficialmente la propria omosessualità. «In quel primo romanzo» racconta Simonetti «l’io narrante è una madre malata di cancro che ripensa alla sua vita e alla crisi attraversata dalla famiglia quando il figlio più giovane si è dichiarato gay. È un po’ la storia della mia famiglia, anche se mia madre in realtà è stata portata via dal cancro in sole tre settimane, un evento tanto devastante, per me, che ho potuto esorcizzarlo soltanto attraverso la scrittura».

“La ragione degli amanti” invece è un romanzo frutto d’invenzione: lui stesso, ammette, non sapeva come si sarebbe sviluppato l’insolito triangolo concepito per sviscerare le più diverse sfumature della seduzione e della passione. Lui, lei, l’altro, gli adultéri impossibili nell’alta borghesia conservatrice di Santiago. Manuel, giovane e ben avviato funzionario di banca, un po’ succube della moglie egocentrica e ambiziosa, si scopre affascinato da un disinvolto, colto e carismatico avvocato, dal quale però è attratta anche sua moglie: la malìa che si sprigiona tra loro si rivelerà una trappola fatale.

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Prima di dedicarsi alla letteratura, Pablo Simonetti lavorava come ingegnere nell’industria di elettrodomestici fondata da suo padre: fare outing gli ha dato la forza di lasciare la strada assegnatagli dalla famiglia per ritornare a una vocazione narrativa che datava dall’infanzia ma aveva represso insieme alle istanze più profonde della sua identità sessuale: «La reazione familiare di fronte alla mia omosessualità è stata molto negativa, soprattutto per via dell’ambiente al quale apparteniamo. In Cile non ci si scandalizza se è gay il parrucchiere, ma se si viene da una buona famiglia, allora si sviluppa una congiura del silenzio, come per una malattia. Ho perso anche molti dei miei amici, ma per fortuna ne ho trovati altri».

L’elevata posizione sociale di Simonetti, se da un lato ha compromesso i rapporti con la sua cerchia, è stata però favorevole a creare nell’opinione pubblica un’immagine più “rassicurante” dei gay: «In Cile, prima di me a fare outing è stata gente del mondo dello spettacolo, considerata comunque un po’ a parte, invece io sono un rappresentante della gente “per bene”, e il mio outing ha indotto anche altri, professionisti o manager, a seguire le mie orme. Il successo del mio primo romanzo ha fatto sì che mi chiamassero a intervenire in varie manifestazioni pubbliche, forum e dibattiti, perfino nelle scuole chiedono la mia testimonianza, dunque in questo credo di aver dato un contributo. Ma è soprattutto attraverso la letteratura che posso parlare alla gente e far superare molti pregiudizi».

L’obiettivo che Simonetti si pone non è però circoscritto alle tematiche riconducibili solo alla letteratura gay. «Io racconto storie d’amore in cui tutti possono identificarsi» puntualizza lo scrittore cileno « perché i sentimenti, i giochi di seduzione e di potere sono gli stessi, indipendentemente dall’orientamento sessuale. Anzi, arrivo a dire che secondo me oggi l’orientamento sessuale non è più così fondamentale per determinare la propria identità. Per me sì, lo è stato, ma per il mio protagonista Manuel, ad esempio, non è determinante, perché lui è molto aperto agli altri, vive i sentimenti in modo semplice e diretto, non ha pregiudizi».

Il triangolo amoroso al centro del romanzo si nutre inizialmente di fantasie, quelle della donna che ambisce a sedurre il gay come suprema prova di potere, mentre il gay sogna di conquistare l’eterosessuale, quasi una sottile vendetta per il disprezzo sociale che deve subire.

«Sono fantasie molto diffuse, ma raramente vissute nella realtà» commenta Simonetti «il fatto è che nella nostra società il ruolo dominante è quello del maschio eterosessuale, inevitabile bersaglio, dunque, delle donne e degli omosessuali che vogliono rovesciare i ruoli grazie al potere della seduzione».

(da ILSECOLOXIX.ILSOLE24ORE.COM )

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