La fede sposta le montagne? Si. Montagne di soldi.

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ReteLibera
00venerdì 23 novembre 2012 10:59

Soldi dei fedeli su un conto Ior

Parroco nei guai al Fleming

Don Mariano accusato di riciclaggio: rischia il processo

ROMA - Guai giudiziari in vista per padre Mariano, parroco della chiesa di San Gaetano a Collina Fleming. La Procura si prepara a chiederne il processo per riciclaggio. Il pm Stefano Rocco Fava, che nei giorni scorsi ha firmato l’avviso di chiusura indagine per il sacerdote e unadecina di coindagati, gli contesta tre episodi di riciclaggio per 350.000 euro. Nel primo caso don Mariano, all’anagrafe Salvatore Palumbo, 49 anni, aveva fatto transitare su un conto dello Ior 151.000 euro devoluti da una benefattrice che aveva motivato l’ingente obolo «come opere di bene per risanamento convento». Solo che al convento di Santa Maria Seconda, a Morlupo, non c’erano in programma restauri e quella cifra comprendeva i 130.000 euro frutto di una maxitruffa all’Ina Assitalia.

LA FERRARI
La donatrice, infatti, l’aveva girata sul conto Ior di don Mariano «per riciclarla», dopo che aveva ottenuto ingiustamente il risarcimento per il presunto furto a Campo Marzio di una Ferrari 360 Challenge, immatricolata in Olanda, che, in realtà, in Italia non ha mai circolato nonostante le dichiarazioni di un carrozziere compiacente. Quando la guardia di Finanza ha bussato per la prima volta al convento, don Mariano ha rimproverato il custode, che, pur avendolo avvertito della visita con tempestività, ha aperto ugualmente il portone. 

«Te l’ho detto - gli ha contestato - che nessuno può entrare nel convento». Alla seconda perquisizione, però, il sacerdote si è allarmato ancora di più e invece di chiamare la benefattrice ha chiamato un suo conoscente, Simone Fazzari (il vero gestore dei soldi, per il pm Fava), un ex avvocato radiato dall’ordine di Roma, già condannato a quattro anni di reclusione proprio per una maxi truffa ai danni delle assicurazioni con auto di lusso, compresa la Ferrari da pista. 


LA BANCA
Nonostante la condanna, l’ex avvocato (che ha tentato di riscriversi all’ordine con un falso nome) non aveva mollato l’impresa di riscuotere i premi delle truffe e di farli sparire su altri conti. Intanto l’Ina Assitalia, assistita dall’avvocato Maria Grazia Affatato, sta puntando a recuperare il malloppo finito sul conto dello Ior. Don Mariano, che per la vicenda a giugno era finito in carcere insieme «alla benefattrice», all’avvocato Fazzari e ad altri sette complici, ha respinto ogni accusa: «Era solo un obolo - ha dichiarato - La fede mi assisterà». Difesa recitata anche ai domiciliari durante le prediche: «Sono un perseguitato, ma Dio mi è vicino», ha sostenuto davanti ai fedeli. Gli resta, comunque, da chiarire il passaggio di altre due somme di provenienza illecita, 140.000 euro e 90.000 finite sul conto della «Provincia d’Italia dei chierici regolari» di cui è economo. 

ReteLibera
00venerdì 23 novembre 2012 11:36

Genova, auto e soldi al prestanome:
nuova denuncia per il prete 
già accusato di appropriazione indebita

 



Genova.
 Una nuova denuncia e nuove indagini, non c’è pace per Gianluca Depretto, sacerdote genovese insegnante dei Padri Scolopi ed ex cappellano della Costa Concordia, già indagato per appropriazione indebita.

Il pm Stefano Puppo ha ricevuto una nuova denuncia dei Padri Scolopi con la quale Depretto viene accusato di avere continuato a usare i soldi dei preti per fini personali. Il magistrato ha aperto un fascicolo per appropriazione indebita, al momento contro ignoti, ma nelle prossime ore verranno sentite una serie di persone che avrebbero fatto da “prestanome” al sacerdote.

Nella denuncia, in particolare, Depretto verrebbe accusato di avere continuato a fare versamenti seriali a sette beneficiari, cinque uomini e due donne. Il sacerdote, inoltre, avrebbe versato assegni a queste stesse persone per acquistare tre auto: una Bmw, un Megan e una Mini.

I Padri Scolopi, questa estate, hanno fatto causa civile a Depretto e il magistrato ha disposto, dopo la consulenza tecnica d’ufficio, ha disposto il sequestro conservativo dei beni immobili e mobili del sacerdote, per una somma fino a 300 mila euro: la cifra che, secondo i Padri Scolopi, mancherebbero ancora dalle casse della scuola, nonostante il sacerdote abbia già restituito 133 mila euro.

I sette beneficiari del parroco rischiano l’iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di ricettazione o di concorso in appropriazione indebita.


FONTE


Leggi anche: Dio - chiesa - preti e pedofilia nelle scuole pie 

(Scolopi. Padre Gianluca Depretto accusato di pedofilia e ammanchi. Denunce insabbiate, "Mi violentava e portava in bagno i ragazzini". Spariti quadri di Rubens e somme di denaro. Trasferito su nave Costa ai Caraibi)

 

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