Un giovane riceve la richiesta d’ aiuto di un amico, in seguito alla quale si precipita nell’ appartamento di quest’ ultimo; giunto sul posto, si troverà alla prese col mistero di una stanza chiusa da cui provengono inquietanti lamenti.
Valido dal punto di vista tecnico (belle, infatti, la fotografia e la regia), il lavoro di Daniele Fabbri è penalizzato dalla recitazione degli interpreti e soprattutto da una sceneggiatura poco curata, che non rende giustizia ad uno spunto potenzialmente interessante; sviluppata in maniera superficiale, senza caratterizzazioni e sfumature significative, la storia scivola troppo rapidamente, e con pochi trascurabili sussulti, verso la prevedibile soluzione, inciampando spesso su buchi a volte macroscopici e lasciando l’ amaro in bocca in corrispondenza del finale inutilmente aperto. Un’ occasione mancata.
[Modificato da Flavio Giolitti 11/04/2006 23.48]