cambio di rotta per richard kelly dopo southland tales. la sensazione che ho avuto io è che pigliando le tematiche di "donnie darko" e ripartendole in due si costruiscono le sceneggiature di due pellicole differenti che sono figlie della stessa idea di cinema.
"southland tales": viaggi nel tempo, tecnologia come vettore, acqua come elemento chiave, musica figa selezionata da moby, ralenty e scenografie pop, personaggi giovanie strani, ecc
"the box": america anni 60, un po psichedelica e provinciale, musiche d'atmosfera (ma originali e smelense), mondo che si riorganizza attorno ad un evento, fatti inspiegabili, ancora viaggi nel tempo e nello spazio, ancora l'elemento dell'acqua.
è un film molto più incomprensibile di "southland tales", a mio parere:
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adesso qualcuno mi dovrebbe spiegare che cacchio succede quando nella biblioteca il marito di cameron diaz deve scegliere una porta e ricompare in camera da letto, mentre lei viene prelevata e portata nella piscina/portale, perchè non mi sto veramente raccapezzando
anche se credo di avere capito il senso finale (un po moralista) e la gran parte dei fatti, ci sono parecchi aspetti della sceneggiatura oscuri o non chiariti. nonostante questo forse il film mi è piaciuto più del precedente.
ho veramente scoperto un regista che si inventa delle parabole folli e ti costringe a ragionare, pretende la partecipazione attiva dello spettatore. qualcuno l'ha paragonato a lynch, io la ritengo un cazzata, non è che se qualcubo a sto mondo fa qualcosa di bizzarro necessariamente debba essere l'emulo di qualcuno. l'westetica kitch e pacchiana che ama usare kelly lynch non se l'è mai cagata. le tematiche di kelly alla fin fine sono estremamente ricorrenti, anche a livello iconografico, e mi piacciono un sacco. un ragazzotto che sta diventando uno di quei cineasti che aspetti al varco, veramente bravo!