Il vino migliore del mondo? Un Porto

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killing zoe
00sabato 17 marzo 2012 22:16
Un altero rosso francese, uno Champagne onirico, un piemontese di lunga vita? Macché, il miglior vino del mondo è un Porto. È il risultato dei «15 anni di studi» di Luca Gardini, il sommelier campione planetario nel 2010. Con Pierluigi Gorgoni, docente, e i giornalisti Andrea Grignaffini e Marco Pozzali, Gardini pubblica l’«Enciclopedia del vino» (Dalai). Atipica, perché oltre alla parte didattica (storia, viticoltura, enologia, descrizione dei vitigni e approfondimenti su degustazione e abbinamenti con il cibo) contiene tre classifiche: «3.000 migliori vini, 100 produttori top, 100 Best Wines». L’ultima, che sarà aggiornata periodicamente, riguarda le bottiglie delle ultime tre annate in vendita.
Il Porto sul podio è di quelli che incantano e fanno esclamare allo scrittore Fernando Pessoa «Oh, sogno-pigiato vino-anima!». È il Vintage Nacional. Azienda settecentesca, Quinta do Noval, in mano alle assicurazioni Axa: 3 ettari in una spettacolare collina a gradoni. Raro, solo nelle grandi annate, «graffio e carezza per il palato», secondo Gardini.
Nel gruppetto dei primi dieci ecco i Pinot neri francesi: Romanée-Conti («raso e velluto»), lo «struggente» Musigny, il biodinamico Chambertin di Leroy, il «sensuale» La Tâche, il «raffinato» Chambertin di Rousseau. Poi lo Champagne Dom Perignon OEnothèque, il passito tedesco Fritz Haag, e altri francesi: il Cabernet Sauvignon Château Margaux e il Chardonnay Montrachet, di cui si producono meno di 3.000 bottiglie.
Nella classifica Best gli italiani sono 23, molte celebrità e qualche vignaiolo inerpicato sul Carso o sentimentalmente perduto in un paesino sardo (posizioni e annate accanto al grafico). In testa un drappello di piemontesi, guidato dai Mascarello con il Ca’ d’Morissio. Famiglia che ha fatto la storia del Barolo, assieme ai Conterno, anche loro in lista. Tradizionalisti da generazioni, contadini con il cuore in vigna. Hanno sorpassato il Petrus, il rosso più famoso e caro al mondo: per l’annata 2009 si spendono almeno 2.500 euro.
I patriarchi barolisti Giuseppe Mascarello e Giacomo Conterno non ci sono più. Se è andato anche Bartolo Mascarello. Ora c’è una generazione nuova: il «filosofo» Giuseppe Rinaldi con il Cannubi San Lorenzo, il dinamico Alfio Cavallotto con Vigna San Giuseppe e i fratelli Marco e Tiziana Parusso. Sul fronte del Barbaresco, Alfredo Roagna, produttore di nicchia con il Crichët Pajé, esprime «l’inno alla tradizione più vera», accanto a Bruno Giacosa, «vini-cultore», come lo chiamava Veronelli. Su tutti la figura più carismatica è quella di Angelo Gaja, nella Best list con il Sorì San Lorenzo, un Nebbiolo.
E i toscani? Ecco i brunelliani, il follemente geniale Gianfranco Soldera col Case Basse, nato sotto l’egida del maestro Gambelli, come quello di Poggio di Sotto, ora nell’orbita Bertarelli-Tipa. L’altro Brunello è il Cerbaiona, figlio del «Comandante» Diego Molinari. Ancora Toscana: il Pergole Torte, Sangiovese creato da Sergio Manetti; il Caberlot pensato dal pubblicitario tedesco Wolf Rogosky e il Massetto dei Frescobaldi, un Merlot, «l’unico SuperTuscan che può competere con i grandi di Francia» a parere di Gardini.

L’Italia del vigne è piena di talenti. Ecco, in classifica, Arturo Pellizzatti Perego, che fa grande un Nebbiolo lontano dalle Langhe, il Grumello Buon Consiglio della Valtellina. E la famiglia Quintarelli, gli eredi di Giuseppe, con l’Amarone, «l’autentico». Un po’ più a Nord Gino Lunelli e i suoi nipoti, i trentini dell’impero delle bollicine, in lista con il Giulio Ferrari, Riserva del Fondatore. Un uomo d’altri tempi è il sardo Giovanni Battista Columbu, con la Malvasia di Bosa, conterraneo di Attilio Contini, quello della Vernaccia di Oristano. La classifica si chiude con la Sicilia dei De Bartoli (Marsala), il Carso dei fratelli Paolo e Valter Vodopivec (Vitovska) e l’Asti di Alessandro Boido (Moscato), l’uomo dei «soffici capolavori».



I 50 Best Wines

1) Port Vintage Nacional 2003, Quinta do Noval

2) Romanée-Conti Grand Cru 2008, Domaine de la Romanée-Conti

3) Musigny Grand Cru 2008, Domaine Leroy

4) Chambertin Grand Cru 2008, Domaine Leroy

5) La Tache Grand Cru 2008, Domaine de la Romanée-Conti

6) Chambertin Gran Cru 2009, Domaine Armand Rousseau

7) Champagne Brut Oenothèque 1996, Dom Pérignon

8) Brauneberger Juffer Sonnenuhr Riesling Trockenbeerenauslese 2007, Fritz Haag

9) Chateau Margaux 2009, Chateau Maragux (Margaux)

10) Montrachet Grand Cru 2007, Domaine de la Romanée-Conti

11) Musigny Grand Cru 2009, Domaine Roumier

12) Montrachet Grand Cru 2007, Domaine Ramonet

13) Corton-Charlemagne rand Cru 2008, Domaine Leroy

14) Corton-Charlemagne Grand Cru 2008, Domaine Coche-Dury

15) Vouvray Cuvée Constance 2009, Domaine Huet

16) Champagne Brut Blanc de Blancs Clos du Mesnil 1998, Krug

17) Chateau Latour 2009, Chateau Latour (Paulliac)

18) Chevalier-Montrachet Grand Cru 2007, Domaine Leflaive

19) Barolo Monprivato Ca’ d’Morissio Riserva 2003, Mascarello Giuseppe e figlio

20) Saumur Champigny Le Bourg 2007, Clos Rougeard

21) Pinot Gris Clos Windsbuhl Sélection de Grains Nobles Trie Spéciale 2007, Domaine Zind Humbrecht

22) Riesling Niederhauser Hermannshohle Trockenbeerenauslese 2009, Donnhoff

23) Chevalier-Montrachet Grand Cru 2004, Domaine d’Auvenay

24) Chateau d’Yquem 2008, Chateau d’Yquem (Sauternes)

25) Barolo Monfortino Riserva 2002, Giacomo Conterno

26) Petrus 2009, Chateau Petrus (Pomerol)

27) Chateau Ausone 2009, Chateau Ausone (St. Emilion)

28) Hermitage Rouge 2005, Domaine Jean-Louis Chave

29) Cuvée d’Or Pinot Gris Altenbourg Quintessence de Grains Nobles 2008, Domaine Weinbach

30) Chateauneuf-du-pape Réserve des Célestins 2004, Henri Bonneau

31) Champagne Extra brut R.D. 1999, Bollinger

32) Chateau Lafleur 2009, Chateau Lafleur (Pomerol)

33) Barolo 2006, Bartolo Mascarello

34) Musigny Grand Cru 2008, Domaine Jacques-Frédéric Mugnier

35) Chateau Mouton Rothschild 2009, Chateau Mouton Rothschild (Pauillac)

36) Chablis Grand Cru Le Clos 2007, Domaine Raveneau

37) Vosne-Romanée 1er Cru Cros Parantoux 2009, Domaine Emmanuel Rouget

38) Shiraz Hill of Grace 2006, Henschke

39) Chateau Lafite-Rothschild 2009, Chateau lafite-Rothschild (Pauillac)

40) Wehlener Sonnenuhr Riesling Auslese GoldKapsel 2009, Joh. Jos. Prum

41) Chambertin Grand Cru Clos de bèze Vieilles Vignes 2009, Dominique Laurent

42) Brunello di Montalcino Riserva 2004, Case Basse – Gianfranco Soldera

43) Richebourg Grand Cru 2009, Domaine Anne Gros

44) Barbaresco Asili Riserva 2004, Bruno Giacosa

45) Champagne brut Cuvée Sir Winston Churchill 1999, Pol Roger

46) Westhofener Brunnenhauschen Abtserde Riesling Trocken Grosses gewachs 2009, Weingut Keller

47) Grand Cru Chambertin Grand Cru 2009, Domaine Trapet pèere & fils

48) Scharzhofberger Riesling trockenbeerenauslese 2005, Egon Muller

49) Ribera del Duero Unico 2000, Vega Sicilia

50) Barolo Cannubi S.Lorenzo – Ravera 2006, Giuseppe Rinaldi


Gli altri italiani

61) Barbaresco Crichët Pajé 2001, Roagna

63) Le Pergole Torte Toscana Igt 2007, Montevertine

67) Valtellina Grumello riserva Buon Consiglio 2001, Ar.Pe.Pe.

69) Amarone della Valpolicella Classico selezione Giuseppe Quintarelli 2000, Giuseppe Quintarelli

72) Giulio Ferrari riserva del Fondatore 1993, Ferrari

74) Malvasia di Bosa 2006, Giovanni Battista Columbu

76) Brunello di Montalcino 2004, Fattoria Poggio di Sotto

78) Il Caberlot Toscana Igt 2007, Podere Il Carnasciale

80) Marsala Superiore 1986, De Bartoli

81) Friuli Vitovska, Vodopivec

85) Brunello di Montalcino 2006, Cerbaiona

88) Barolo riserva Bricco Boschis Vigna San Giuseppe 2005, Cavallotto

90) Sorì San Lorenzo Langhe Nebbiolo 2006, Gaja

93) Masseto Toscana Igt 2007, Tenuta dell’Ornellaia

95) Vernaccia di Oristano antico Gregori, Attilio Contini

97) Barolo riserva Bussia 2001, Parusso

99) Moscato d’Asti Vigna Vecchia 2005, Ca’ d’Gal

Fonte
KuntaKinte77
00lunedì 19 marzo 2012 19:32
è una classifica che non ha senso di esistere... una minchiata senza senso.


Per i profani, è come chiedersi se è meglio Yascin o Baresi oppure Buffon o Maradona, Pelè o Bergomi...


ma dai, come cazzo si fa a paragonare un vino champenois con un porto, o un barolo con un pinot gris.... ma come caaaaaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooooooooooooooo si faaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!

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fabius039
00lunedì 19 marzo 2012 20:30
Ormai c'è un business pazzesco, queste cose hanno un senso solo di marketing.

Ho sentito con le mie orecchie uno, valutato tra i massimi esperti, affermare che quello che più conta in un vino è quello che c'è fuori dal bicchiere, fate un pò voi.
radcla
00lunedì 19 marzo 2012 21:12
Nessun vino è migliore di quello che fa il contadino mio vicino in campagna, un rosso ignorante 13,5 gradi, ti bevi un paio di bicchieri e poi canti stornelli per tutto il giorno! [SM=x44451] [SM=x44457]
PegasodeRoma
00domenica 1 aprile 2012 19:28
Re:
KuntaKinte77, 19/03/2012 19.32:

è una classifica che non ha senso di esistere... una minchiata senza senso.


Per i profani, è come chiedersi se è meglio Yascin o Baresi oppure Buffon o Maradona, Pelè o Bergomi...


ma dai, come cazzo si fa a paragonare un vino champenois con un porto, o un barolo con un pinot gris.... ma come caaaaaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooooooooooooooo si faaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!

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POSTQUOTE]




Concordo con te.
Te l'appoggio completamento e con vigore [SM=x44462]
Il ToBot
00venerdì 6 aprile 2012 14:52
Porto dio
il tobas
00venerdì 6 aprile 2012 19:50
Re:
Il ToBot, 06/04/2012 14.52:

Porto dio




Meglio se lo lasci a casa che oggi per lui è una brutta giornata
Etrusco
00venerdì 6 aprile 2012 20:52
Re:
fabius039, 19/03/2012 20.30:

Ormai c'è un business pazzesco, queste cose hanno un senso solo di marketing.

Ho sentito con le mie orecchie uno, valutato tra i massimi esperti, affermare che quello che più conta in un vino è quello che c'è fuori dal bicchiere, fate un pò voi.




In che senso?
Se è per la "buona compagnia" potremmo anche discuterne,
ma per fare un ottimo vino non è facile... e se sono sempre meno coloro che sanno riconoscere ed apprezzare un buon vino... forse non vale più nemmeno la pena impegnarcisi troppo... del resto se col vino ci si deve fare solo business si possono fare molti più soldi disperdendo meno energie nella vinificazione e più in altri campi come appunto il marketing...
Avadoro
00venerdì 13 aprile 2012 15:53
Cazzate!

Qualunque sommelier avveduto sa che i vini migliori del mondo sono questi
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