INSIDE THE WOODS di Mattia Toccaceli & Marco Magi

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The Reign of Horror
00lunedì 22 giugno 2015 23:31
TITOLO CORTOMETRAGGIO: INSIDE THE WOODS
LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO: INSIDE THE WOODS ( A SLENDER MAN MOVIE )

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DURATA: 9 min
REGIA: TOCCACELI MATTIA MAGI MARCO
ATTORI PRINCIPALI: GIACOMO SASSI VALENTINA DI GIOIA
SCENEGGIATURA: TOCCACELI MATTIA
MUSICHE: MAGI MARCO
FOTOGRAFIA: MAGI MARCO
MONTAGGIO: MAGI MARCO
BREVE SINOSSI: cortometraggio ispirato al famoso gioco slenderman scaricabile gratuitamente su internet. qui invece di una bambina che deve trovare 7 fogli per sopravvivere allo slender, troviamo una ragazza che aiutata dall pagine che ritroverà, ricostruirà l incubo in cui è capitata
BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: amici di lunga data Mattia e Marco dopo anni decidono di cominciare a girare cortometraggi. a Mattia per iniziare con qualcosa a cui la gente poteva esser attratta decide di scriver una sceneggiatura sul corto di slender man. Marco esperto nel montaggio e nelle riprese si occupa di riprendere e montare. cosi nasce la Mirrors Production, due amici/fratelli con una passione infinita per l horror e tanta voglia di dare un contributo all underground italiano



boskoz
00martedì 23 giugno 2015 01:06
Chi è lo Slender Man?

Lo Slender Man (uomo esile) è un personaggio nato più o meno in questo periodo dell’anno nel corso del 2009, quando il sito internet goliardico Something Awful fece un contest, nel quale era richiesto ai partecipanti di modificare delle foto “normali” per farle diventare a contesto sovrannaturale.
Eric Knudsen si inventò questo gran brutto figuro, alto e ben vestito, che ben presto divenne fenomeno di Internet, rintracciabile in svariati fotomontaggi, data la sua natura piuttosto inquietante, e successivamente inserito all’interno di giochi, corti e film.

Egli appare anche in un videogame specifico, Slender: The Eight Pages, ed è proprio da questo sottoprodotto del fenomeno di culto che trae ispirazione Inside the Woods: A Slender Man Movie di Toccaceli Mattia e Magi Marco.

Come già capitato in passato, questi prodotti tratti da videogiochi specifici forse sono in grado di sortire un effetto maggiore su quella cerchia ristretta di spettatori che hanno sperimentato loro stessi il gioco in questione, risultando quindi in prodotti cinematografici non proprio adatti a tutti.

Ma, nonostante questa considerazione di massima, vi sono comunque alcune opere che giudicate come “cortometraggi horror” a sé stanti riescono a sopravvivere e a dire la loro, anche presi singolarmente, perché hanno la capacità di brillare di luce propria grazie magari ad una sceneggiatura originale creata per l’occasione o per via di qualche altra trovata (regia, recitazione) di qualità straordinaria, mentre poi ci sono gli altri casi: quelle opere che se non si guardano pensando continuamente al prodotto dal quale sono state tratte, lasciano decisamente il tempo che trovano.

Mi sento di dire che con Inside the Woods: A Slender Man Movie ricadiamo purtroppo nel secondo caso.

Nel videogioco ci si aggira nella penombra e nella nebbia all’interno di una foresta inseguiti dallo Slender Man, con la strizza di ritrovarcelo di fronte che ci fa procedere a piccoli passi, armati solo di torcia, alla ricerca di pagine sparse in giro per il livello. Il contesto non è dei più stimolanti, e anche questo adattamento in cortometraggio non osa elaborare oltre questi paletti prefissati dal videogame.

Preso come cortometraggio, il lavoro di Toccacelli-Magi ci mostra un horror in prima persona, che dalla sua gode di una buona atmosfera di tensione, quella davvero ben trasmessa, ed un pregevole uso di effetti speciali (sia digitali che non) a confezionare un corto che però, sotto tutti gli altri punti di vista, lascia alquanto a desiderare.

Il corto non è fatto male per ciò che è…il problema è proprio il materiale di ispirazione, che non è certo un capolavoro videoludico. Si girovaga per una foresta per 11 minuti (ecco, questi un tantino troppi) partendo dal nulla ed arrivando di nuovo in un nulla di fatto, inseguiti dallo Slender Man, e questo è quanto.
Come puro video-tributo al videogame survival horror in questione, ma con questo e solo questo unico scopo in mente, il prodotto va abbastanza bene, come qualcosa di più complesso e articolato, certamente no.

In definitiva, con i suoi evidenti limiti di target di pubblico e di spessore come opera narrativa, Inside the Woods: A Slender Man Movie è un omaggio ben realizzato ad un videogioco non particolarmente brillante. Si intuisce però una certa capacità da parte del duo registico, che rivedrei volentieri una seconda volta, magari alle prese con un soggetto più stimolante.
The Reign of Horror
00giovedì 25 giugno 2015 01:09
Di Slender Man sapevo qualcosa, specie per il suo effetto virale nel web. Non ero a conoscenza del videogioco però e il buon Boskoz mi ha illuminato su questo - non trascurabile - dettaglio.
Al tempo stesso però io posso essere la cavia perfetta per il corto INSIDE THE WOODS poichè di Slender Man sapevo poco, il gioco non l'ho mai giocato nè tantomeno visto (stasera lo cerco eh...ormai sono curioso) per cui probabilmente posso giudicare l'effetto più puro che ha suscitato in me.
Tensione.
E' vero che sono undici minuti nei boschi, con uno stile in soggettiva pseudo mockumentary e con pochi stacchi oggettivi a mostrare la protagonista.
E' vero che poco dice e poco svela e , diciamolo, poco conclude.
Ma come piccolo marchingegno da spavento funziona spesso.
Questo grazie al buon lavoro sul sonoro, alcuni movimenti macchina molto azzeccati e delle location decisamente da brivido (complimenti al coraggio degli autori che, in piena notte, armati solo di torcia si sono addentrati in meandri assai poco rassicuranti).
INSIDE THE WOODS non offre particolari slanci nè trama o soluzioni geniali ma comunque sia fa il suo buon effetto nell'arichitettare sequenze da spavento.
Qualche sano brividino l'ho provato.
osmanspare
00mercoledì 1 luglio 2015 00:55
Inside the Woods si rifà alla figura dello Slender Man, spauracchio americano di ultima generazione, che nato dal nulla (da una foto inquietante per la precisione) si è subito insinuato nelle menti degli americani, divenendo un vero e proprio spauracchio del terrore. Di Slender Man è in preparazione un film, mi pare; e -come giustamente premettono gli autori del corto - a lui sono stati dedicati anche dei videogames da giocare online (ce n’è addirittura uno in cui compare una Slender Woman con il nome di Slendrina).

Slender Man è dunque un mostro moderno che “va forte”, inquietante al punto giusto e in un certo senso una Tabula Rasa sulla quale tutti possono scrivere, e questa è stata proprio la molla che ha spinto i due autori di questo corto a dedicargli la loro prima opera. Lo ammettono, infatti, con ammirevole (anche se forse un po’ ingenua) sincerità, proprio nella loro biografia, quando dicono che volevano “iniziare con qualcosa per cui la gente poteva esser attratta”.

E in fondo, perché no? Mentre qualcuno il pubblico e la notorietà pare bramarla e sfuggirla allo stesso tempo, come se desiderare di essere apprezzati fosse quasi “vergognoso”, i nostri due artisti esordienti hanno deciso di fare proprio la cosa più logica, e cioè cercare di attirare il pubblico con qualcosa di familiare, e nello stesso tempo di sufficientemente solido da permettere loro di partire senza andare completamente a naso ma seguendo una sorta di traccia preesistente date dal personaggio e dalle sue peculiarità.
Il risultato finale è un corto che dal punto di vista della trama è quasi nullo, che manca di alcuni degli elementi più classici che possono dar vita a una storia di successo, o anche solo di una storia sensata… eppure ciò che ne esce fuori è un prodotto affatto disprezzabile, che riesce a giocare benissimo con le atmosfere, e facendo leva sulle nostre paura inconsce (il buio!) riesce a inquietare in maniera sempre crescente.

Lo ripeto: non c’è trama in questo corto. Non si sa come mai la protagonista è lì, che gira di notte con una torcia. Non si sa chi sia, la protagonista, e quale sia il suo problema. Non si sa se sta cercando qualcosa o se sta fuggendo da qualcosa. Non si sa se sia venuta lì volontariamente o se ci si sia ritrovata. Non si sa chi le manda i messaggi e cosa voglia (visto che all’inizio le chiede di seguire le tracce, poi di stare attenta perché lo SlenderMan sta arrivando, e poi che deve lasciare in pace chi le sta scrivendo…boh?). Non si sa come mai lo Slender Man ce l’abbia con lei. Insomma: non si sa niente. E questo, in una storia che si rispetti, è spesso un errore… anzi è la dimostrazione che chi ha girato il video non ha idea di come si scriva una storia, e cosa sia importante metterci dentro per dare un minimo di senso al suo lavoro.

La sensazione che ho, in questo caso, è appunto questa, che si decida di fare horror sulla base di scene “fiche” che si vuole semplicemente replicare (in buona fede, ovvio) ma con un’assenza di basi che è plateale. Come un pittore che vuole imitare la Gioconda perché la trova bellissima ma non conosce l’anatomia.
Ma se la storia latita, ripeto anche questo, non manca la tensione; indizio del fatto che spesso le prime opere di autori di talento si muovono non seguendo regole ma per istinto, e proprio grazie all’istinto possono (inizialmente e momentaneamente, si spera) aggirare con eleganza i problemi riuscendo a dar vita a un prodotto finale ugualmente interessante.

Ed ecco, questo corto riesce proprio a fare questo. Manda una ragazza indifesa e a spalle nude in mezzo a un bosco di notte, facendola infilare dentro case diroccate che io non avrei MAI visitato di notte (e infatti, come ha detto Visani, complimenti per il coraggio!), e sfruttando l’atavico terrore dell’uomo per il buio, delle location inquietanti e sfruttate a dovere, dei bei movimenti di camera, e delle apparizioni del mostro rapide e sospese tra il “vedo e non vedo” (da sempre le più spaventose) è in grado di far crescere nello spettatore il livello di immedesimazione, e quindi la paura.

Non so gli altri giurati, ma a livello puramente emozionale io ho faticato ad arrivare alla fine del video, e devo dire che ho apprezzato il tentativo; peccato solo il finale, troppo rapido e poco incisivo, con il mostro visto troppo da vicino (cosa che ne ha limitato molto la credibilità) e con qualche minimo traballamento della telecamera a chiudere tutto a tarallucci e vino. Ragazza morta, Slender Man vincitore, amen.

Quindi, direi che un “bravi” i due amici se lo meritano, anzi più di uno: per la sincerità con la quale hanno messo in scena il loro video, per la sincerità degli obiettivi, per la passione, e per le atmosfere. Da rivedere il comparto “trame”, ma quello credo verrà col tempo, se ci saranno volontà e talento.

Ho visto opere prime sicuramente meno valide di questa, quindi non posso che sperare che i due amici continuino a lavorare, migliorando man mano e trovando quella sicurezza che ancora manca loro. Se al secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, decimo corto fatto da loro troverò sempre la stessa approssimazione non sarò così “clemente”, anzi. Ma per ora li ringrazio della visione, e mi auguro di rivederli ancora.
Kissoon
00martedì 7 luglio 2015 18:29
Misto tra telecamera a spalla e soggettiva, Inside the Woods è un found footage che ci mostra la ricerca del figlio scomparso da parte di una madre. La malcapitata si avventurerà in una casa immersa nel bosco guidata da dei cartelli. Mistery in piena regola, con questo slender man che visivamente mi è piaciuto, nelle sue apparizioni, abbastanza inquietante. Entrati nella tana del mostro ci sono vari indizi che riconducono ad attività losche. Non male la fotografia e buone le musiche d' accompagnamento. Oltre questo però il corto non mi ha trasmesso granché, una continua ricerca che mi ha interessato ben poco.
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