HIDDEN IN THE DARK di Luigi De Conti

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The Reign of Horror
00martedì 28 maggio 2013 16:31
TITOLO CORTOMETRAGGIO: HIDDEN IN THE DARK

LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:


DURATA: 11 min.

REGIA: Luigi De Conti

ATTORI PRINCIPALI: Martina Laccania, William Della Pietra, Daniele Del Negro, Giulio Straulino

SCENEGGIATURA: L. De Conti, W. Della Pietra & D. Del Negro

MUSICHE: "DEC"

FOTOGRAFIA: Giovanni Carpentiere (L. De Conti)

MONTAGGIO: Luigi De Conti


BREVE SINOSSI: All'imbrunire,dopo una giornata di lavoro, una ragazza di appresta a raggiungere la sua auto, in un parcheggio coperto.
Ha appena litigato per l'ennesima volta con il suo ex...

Corto datato 2006 ri-editato per l'occasione.

BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA:
Nel 2001, quasi per gioco, inizia a girare cortometraggi horror e thriller con gli amici.
Il gruppo di amici prende il nome di “the schwerterboys” e, piano piano, inizia a farsi conoscere tra i paesi della Carnia.

Tra le migliori opere si segnalano:

AGANES (mediometraggio in dialetto carnico del 2006)

THE VAMPIRES HUNTERS

LEGACY OF BLOOD

CHAT ROOM

THE RETURN OF MAC GYVER (Cortometraggio realizzato come omaggio alla nota serie televisiva degli anni '80)

THE WOODS

FINESTRA player DOVE VISUALIZZARE IL CORTO O EVENTUALE LINK UTILE DOVE POTER VISIONARE IL CORTO:

boskoz
00martedì 28 maggio 2013 20:54
Ricordo Luigi De Conti con il suo lavoro dell’anno scorso The Woods, un prodotto amatoriale ma tutto sommato vedibile, che però poteva essere migliore sotto tanti aspetti. Ricordo la recitazione molto meccanica, i personaggi a malapena accennati, e una trama alquanto lineare. Uno slasher comune, come se ne vedono tanti. Hidden in The Dark di quest’anno mi sento di dire che è “The Woods nel parcheggio”.

Il regista ci presenta un altro slasher, il numero 784.351 nella catena alimentare, che ha esattamente gli stessi pregi e difetti del suo predecessore (a dire il vero non so quale dei 2 preceda l’altro, quindi parlo in ordine di presentazione al Fest).
C’è un cattivo, c’è un gruppo, il gruppo muore per mano del cattivo, the end. Non c’è un twist, non ci si sforza nemmeno di essere originali in nessun modo. Ed un corto che (credo di averlo ripetuto anche la volta scorsa) non ha una sceneggiatura degna di nota dovrebbe perlomeno BRILLARE sotto gli aspetti tecnici per regalarci qualcosa e purtroppo non è questo il caso.

Non mi dispiacerebbe vedere un giorno De Conti cimentarsi in un lavoro dotato di una buona trama perché gli slasher generici, a mio avviso, lasciano un po’ il tempo che trovano. Ancor di più se girati con pochi mezzi.
the carpenter
00martedì 28 maggio 2013 21:32
Salve, sono il regista.
Questo è un corto del 2006, quindi è di 6 anni antecedente a THE WOODS.
L'ho rispolverato in occasione del festival anche perché l'ultimo corto che ho girato, per una sorta di conflitto di interessi, non ho potuto presentare.

Alla prossima...
The Reign of Horror
00martedì 28 maggio 2013 22:04
Re:
the carpenter, 28/05/2013 21:32:

Salve, sono il regista.
Questo è un corto del 2006, quindi è di 6 anni antecedente a THE WOODS.
L'ho rispolverato in occasione del festival anche perché l'ultimo corto che ho girato, per una sorta di conflitto di interessi, non ho potuto presentare.

Alla prossima...



Ciao Luigi, mi permetto di intervenire, avresti potuto presentare CANCRO tranquillamente e mi sarei sostituito io alla votazione e recensione , in quel caso, di Cristiano Fighera. Esattamente come ho fatto con THE PATH. [SM=g27811]


the carpenter
00mercoledì 29 maggio 2013 20:13
Si si, lo sapevo di questa opzione, ma alla fine ho preferito comunque partecipare con questo corto.
Ho preferito così. [SM=g27811]
GIOLE
00mercoledì 29 maggio 2013 20:56
Evidente cortometraggio girato più per gioco che per altro, e come tale deve essere giudicato.
Credo che sia scontato dire che è fortemente penalizzato da una recitazione globale "poco convinta" e da diversi errori in fase di montaggio e di sceneggiatura ( i dialoghi sono agghiaccianti, obiettivamente ).
Anche diverse situazioni sfiorano il ridicolo, in particolare quelle del tizio che trovano nel garage e che dice al killer più o meno "ehi aspetta che chiamo la polizia" come nulla fosse...
Diciamo un cortometraggio "frettoloso", più sperimentale che altro con un eccessivo utilizzo di un motivo sonoro che sembra provenire dalle session dei Goblin.
Incomprensibile infine, anche il finale a sorpresa, che non ha alcun senso logico...
Direi che non rientra tra i favoriti di quest'anno.
osmanspare
00giovedì 30 maggio 2013 23:51
…e ritorna anche Luigi DeConti, che ho già recensito nelle precedenti edizioni, col quale ho anche avuto modo di collaborare (e che molto gentilmente ha evitato di presentare un corto che abbiamo fatto insieme per evitare un “conflitto di interessi”) e che quest’ anno concorre con un’opera datata 2006, “Hidden in the Dark”, corto che, pur essendo datato, a livello di storia, di cura e di regia mi sembra il migliore tra quelli da lui presentati.

Ho già avuto modo di recensire le opere di DeConti negli anni passati, e anche qui è facile ritrovare la sua mano, i suoi pregi e i suoi difetti; per cui non mi dilungherò più di tanto a ripetere cose che peraltro egli sa benissimo. Mi limiterò a dire che, nonostante l’evidentissima passione, come al solito il suo corto paga per una regia discontinua, per il “vizio” di girare improvvisando, per alcune riprese di scarsa qualità, per la mancanza di mezzi, per gli attori non sempre all’altezza e per qualche ingenuità nei dialoghi e nella trama…scogli difficili da superare quando si fa cinema, soprattutto al giorno d’oggi, in cui il più “fesso” degli aspiranti autori è in grado di insaporire le sue opere con filtri, programmi informatici e telecamere (ma anche macchine fotografiche digitali) capaci di ottime prestazioni.

Cito anche un altro paio di difetti: le scene d’azione molto poco incisive, un montaggio troppo “scattoso”, a blocchi, e infine un difetto registico che consiste nel focalizzare l’attenzione su cose e persone PRIMA che esse vengano coinvolte nell’azione: in questo modo un po’ di effetto sorpresa si perde; è come se il regista si premurasse di avvertirci in anticipo di quello che sta per accadere, privandoci della necessaria tensione (ottima invece, perché inaspettata, la comparsa del SK quando la ragazza riabbassa il cofano dell’auto!)

Il risultato è dunque un corto ben fatto, semplice ma corretto, al quale però manca ancora quella marcia in più necessaria a distinguerlo tra gli altri, quel coinvolgimento e quella originalità e complessità di trama che “agganciano” lo spettatore. Va comunque detto che a livello di storia non ci sono grossi errori da segnalare… gran parte dei problemi si riscontrano più che altro sulle recitazioni, su certi dialoghi, e soprattutto sulla figura del serial killer, che prova a far paura ma non ci riesce, che ha delle battute troppo stereotipate (“ti conviene stare zitta…perché se dici una parola ti taglierò quella graziosa gola”), che dimostra assoluta imperizia facendosi sorprendere dal primo venuto (e che poi oltretutto lo uccide senza pensare minimamente alle conseguenze), che si fa scappare la vittima per pura distrazione, che resta sul posto invece di fuggire alla prima occasione (ma magari il parcheggio ha una sola uscita…), e che infine viene ucciso facilmente da due persone qualunque.

(…segnaliamo anche il fidanzato di lei, il quale, pur essendo in auto all’interno di un ampio parcheggio, decide di andare alla ricerca del ferito a piedi esponendosi poco prudentemente all’attacco del serial killer)

Ma a parte questo, ho trovato un DeConti a suo agio, in grado di imbastire una trama lunga, sensata, certamente semplice e scolastica, derivativa, ma sufficientemente strutturata e svolta con grande linearità. In questo senso, va segnalata la buona costruzione di quella parte della storia che gira intorno al rapporto tra i due (Ex?) fidanzati e a proposito del cellulare della ragazza: lei sale nell’auto del moroso e lo poggia sul cruscotto…i due litigano, per cui lei lo dimentica lì quando scende. Quando all’interno del parcheggio scopre che l’auto non va non ha modo di chiamare aiuto; e quando infine riesce a scappare dall’assassino si ritrova davanti proprio il fidanzato che era tornato indietro per restituirglielo, e col quale può SUBITO – come farebbe chiunque – chiamare la polizia (forse a qualcuno sembrerà poco, ma in tempi come questi in cui certi piccoli elementi sono sottovalutati, finezze come queste sono , a mio parere, da fare presenti).

Appare ormai chiaro che le tematiche più thriller si addicono al regista molto di più di quelle horror o “soprannaturali”. Non posso dire “continua così” perché il corto è antecedente alle altre sue opere, ma in ogni caso mi sembra che quella del thriller a tinte forti sia la strada più congeniale per il nostro DeConti.

In conclusione, “Hidden” è un corto che – se per certi versi lascia ancora molto a desiderare e non dice nulla di nuovo – è comunque piacevole da guardare, veloce, ben costruito e ben narrato, che non si perde in fronzoli stilistici. Non siamo su vette di grandezza, non siamo originali, non siamo geni dello stile o della tecnica, ma riguardo ai contenuti, e rispetto ad altre opere di DeConti che ho avuto modo di vedere, siamo sicuramente molto sopra la sufficienza.

Luca Zanovello
00martedì 4 giugno 2013 02:26
Questo corto del 2006, ri-editato per l’occasione, dimostra purtroppo limiti tecnici e narrativi. Il racconto, scarno e prevedibile, si accompagna ad una recitazione amatoriale e una fotografia (se c’è) nulla. Il buio pesto rende indigeste le vicende, che per undici minuti hanno pochissimo da dire.
Kissoon
00giovedì 6 giugno 2013 15:37
Molto belle le musiche, ma il DEC ormai è una garanzia per questo. La fotografia sgranata mi è piaciuta, ricordamdomi certi prodotti anni' 80- '90 indipendenti. Interessante e semplicissima pure la trama. con la scelta della location indovinata e funzionale. Purtroppo la recitazione è scarsa, comunque una piacevole visione.
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