Re:
Onde evitare le (già sicure) polemiche, mi limito a commentare il post di Basettun con cui ho più confidenza anche perchè, aldilà di una frequentazione che si limita al poligono (purtroppo), presumo di avere una minima affinità caratteriale (politica a parte!)
Sapete che ricorre il 10 febbraio? E il 24 aprile? Lo dico io onde evitare che qualcuno gonfi il petto dopo avere consultato internet. Il 10 febbraio si ricordano delle vittime, QUASI TUTTI ITALIANI, "infoibate" in Yugoslavia alla fine del secondo conflitto.
Il 24 aprile, invece, ricorre il giorno della memoria...anzi...scusate...cambio formula, si ricordano i "Martiri Cristiani del genocidio Armeno". Non si sa esattamente il numero dei morti.
Del genocidio di dieci anni fa in Rwanda non è stata istituita una giornata da ricordare. I negri non li vuole ricordare nessuno, comunque, per chi non lo sapesse, sono morti 1.000.000 di Tutsi ad opera degli Hutu. Almeno altri tre milioni sono stati i profughi.
Vi siete chiesti perchè Israele è odiata da mezzo mondo? Forse uno dei motivi è quello sopra esposto. Forse perché ci hanno imposto la loro giornata mentre un soldato israeliano spezzava il braccio ad un palestinese con la stessa pietra che ha lanciato ad un carro armato (se volete vi mostro il video. O forse perché i buldozer distruggono le miserande case dei familiari dei Kamikaze palestinesi (mi sembra si chiami "vendetta trasversale") O forse perché Israele si sente legittimata a fare qualsiasi porcata a causa del genocidio di 60 anni fa che continua a propinarci anno per anno. O forse ancora perché il potere economico mondiale è in mano ad ebrei massoni che hanno avuto l' onore di vedere il presidente degli stati uniti (con cui israele è culo e camicia!) al funerale del rabbino capo di new york. Avete mai visto il presidente degli s.u. al funerale di un Imam o di un Pope?
Aspetterò le date indicate per vedere se sul nostro blog apparirà un misero post per tutti questi morti che vi ho raccontato.
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L'uomo che vide il genocidio
"Arrivarono - continua Mesrop - e ci fecero uscire tutti dalle case. Ragazze, donne, bambini: ci portarono tutti nel deserto. Così, come un agnellino, mi hanno strappato da mia madre. Mi misero sottoterra, mi seppellirono lasciando fuori solo la testa e si allontanarono dicendo 'Domani uccidiamo anche questo qui. Poi se andarono a scegliersi le ragazze più belle: quelle brutte le uccidevano o le gettavano nel fiume. Aprivano la pancia alle donne incinte, per vedere se il figlio era maschio o femmina. Alle ragazze vergini tagliavano i capezzoli, mentre alle donne tagliavano i seni e glieli mettevano sulle spalle. Io, dal buco dove ero interrato, vedevo tutto con i miei occhi".
Mesrop é uno dei pochi che ha potuto raccontare quella tragedia. Tutto il resto è fatto di ricordi. Per molti versi simili. Gerard Chaliand, come Antonio Arslan, si sono affidati alla memoria e ai racconti che si facevano in famiglia. Yves Ternon o Vahakn Dadrian invece si sono basato su archivi, carte, documenti. Ma le testimonianze dirette di quanto accadde a ridosso della grande guerra, quando i "Giovani Turchi" inseguivano il sogno panturco (che prevedeva la pulizia etnica dei non turchi), restano i più vividi.
A Mesrop capitò, dopo aver assistito alla tragedia di amici e parenti, di essere anche lui rapito: "Un turco che passava da quelle parti, sentì i miei lamenti. Venne, mi tirò fuori e mi portò a casa sua. Poi mi condusse dal mullah e mi fece circoncidere. Mi fecero stendere per strada, in mezzo al paese, in modo che chi passava vedesse che c'era un musulmano in più. Io rimasi con il mio padrone turco, badavo alle sue pecore. Mia madre era una donna molto bella ed era stata rapita da un altro turco. Il mio padrone un giorno mi lasciò andare da lei, perché la vedessi: arrotolavano le foglie del dolma. Mi vide e non disse niente, fece finta di nulla: intinse soltanto una foglia nell'acqua e me la diede perché la mangiassi... Il mio padrone mi utilizzava come servo. Ogni giorno mi diceva: 'Infedele! Porta le pecore al pascolo e torna!'. Mi davano i compiti piu umili. Lui si accucciava per fare i suoi bisogni e poi mi diceva: 'Infedele! Porta una pietra e puliscimi il sedere!'. Un giorno tardai e si infuriò, prese una grossa pietra e me la voleva tirare in testa, ma la moglie si mise in mezzo e io mi salvai".