Gelosia vuol dire amore? no....

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sonardj
00venerdì 21 maggio 2010 14:13
Un po' di rabbia, un quarto di ossessione, un pizzico di paura di perdere la persona amata: questa è solo una delle tante ricette per un cocktail di gelosia da confezionare per la propria coppia. La ricetta del cocktail gelosia ha tante varianti: quando diventa una pozione tossica?


Tutte le storie d'amore che iniziano, portano con sè anche la possibilità di una conclusione. La persona amata spesso viene identificata come fonte di ogni felicità: questa condizione di fragilità espone al bisogno e alla dipendenza dall'altro e in alcune persone questo è il substrato che favorisce il sortire di difese ostili e di risentimento per considerare l'altro come oggetto e l'impossibilità di viverlo come persona.


Carlo e Marco stanno assieme da quasi un anno. La loro storia inizia nel momento in cui Marco interrompe la relazione che durava da 3 anni con Antonello. Carlo chiede da subito a Marco di non vedere mai più Antonello. Marco ha accettato questo compromesso, ciononostante Carlo è convinto che Marco e Antonello si vedano segretamente.


L'inizio della storia tra Carlo e Marco sembrerebbe animata dai migliori propositi. Dopo qualche mese le richieste diventano altre: Marco non può uscire con i suoi amici, non può trattenersi 15 miinuti in più con un collega dopo il lavoro. La situazione diventa insostenibile quando a Marco viene proposto un corso di aggiornamento di 3 giorni in una capitale europea. "Ha rinunciato per amore"...


Maria è coniugata da 4 anni con Luca. Da diversi mesi è dubbiosa circa il rapporto tra suo marito e la collega di lavoro, Elisabetta. La mattina esce di casa per vedere se si reca subito a lavoro: Luca varca tra le 8.40 e le 8.45 il cancello del luogo dove lavora tutti i giorni. La sera, prima di andare a letto, Luca fa la doccia: è quello il momento in cui Maria inizia ad indagare sulla rubrica del cellulare, sul registro chiamate ricevute ed inviate, sui messaggi ricevuti ed inviati... e non risparmia neanche l'indagine sulla sezione bozze. Ha un ulteriore obiettivo da portare a termine: scoprire la password della mail di Luca.


Maria non sa ancora che tutto questo non sarà sufficiente per sedare la sua angoscia.


Carlo e Maria sono solo un esempio di soggetti che sperimentano il sentimento di gelosia patologico. Sono vittime di dinamiche composite nelle relazioni amorose che utilizzano strategie come l'inganno, la gelosia e in generale dimensioni che complessivamente sottendono una forza distruttiva e che spesso conducono alla rovina proprio di quei rapporti che si considera siano i più importanti. Carlo e Maria hanno bisogno di possedere, di controllare e vivono con l’angosciante paura di perdere la persona amata.


Il comportamento della persona alimentata da tali emozioni può essere variabile: alcune forme di gelosia hanno una qualità pungente, istantanea, che si manifesta come un giudizio improvviso. Altre, come nel caso di Maria, sembrano meditate, assumono forma di incessabili ruminazioni ossessive e comportano un'inquietudine ancora più profonda. La gelosia in questo caso spalanca la porta ai demoni interiori e spinge a comportamenti aggressivi ed ostili che hanno origine proprio nell’istinto di proprietà, nel desiderio di possesso esclusivo della persona ritenuta amata che si ha paura di perdere. E' proprio la paura di soffrire una perdita che innesca delle reazioni di rabbia e ostilità, spesso incontrollabili.
Spesso la persona gelosa è estremamente sensibile, ma soltanto ai suoi bisogni: "Guarda quante cose faccio per te mentre tu mi sei infedele!".


La gelosia svela la fragilità del soggetto geloso che soffre per l'incapacità di elaborare l'eventuale perdita dell'essere amato. La gelosia così descritta è frutto di un amore possessivo che assorbe e divora gli spazi dell'altro/a in una brama di controllo totale.


Murray Bowen, illustre professore e psichiatra alla Georgetown University scomparso nel 1990, descriveva così la gelosia: “La gelosia non è altro che sentirsi soli contro i nemici che ti deridono”. La gelosia di cui parla il professore è sempre patologica e rappresenta un momento in cui la paura mette in moto le dimensioni dell'aggressività: è questo il momento in cui l'individuo geloso può trasformarsi in aggressore e questa è forse la causa più frequente dei delitti passionali che riempiono le pagine della cronaca nera.


Le relazioni amorose espongono costantemente alla possibilità di una conlusione. Nessuna relazione, nessuna situazione può essere un punto fermo per sempre. Vivere pienamente le relazioni amorose aiuta a crescere e maturare con esse e abbandonando l'idea che siano un punto fermo immutabile ed eterno. Comprendere il significato della propria possessività e riuscire a concepire l’altro come una persona e non come un oggetto rappresenta un traguardo indispensabile per l'unione di una coppia e per la crescita di un autentico sentimento di affetto libero dalle catene della possessività.
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