DON CRISTINO , L'ERETICO di Valerio Sperati

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The Reign of Horror
00lunedì 22 giugno 2015 23:24
TITOLO CORTOMETRAGGIO: Don Cristino, l'Eretico
LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:
DURATA: 20:21
REGIA: Valerio Sperati
ATTORI PRINCIPALI: Vagnard Corvo, Riccardo Talebano, Stif Pen Killa, Luana Mapelli, Azzurra Proietti, Paolo Colia, Claudia Capone.
SCENEGGIATURA: Fabio Firpo
FOTOGRAFIA: Valerio Sperati
MONTAGGIO: Fabio Firpo
BREVE SINOSSI: Don Cristino ed il suo assistente Padre Paletti vengono assunti da una danarosa famiglia, per liberare dal male una giovane ragazza.
BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Valerio Sperati per molto tempo supporta i lavori dei suoi amici nel ruolo di truccatore e direttore della fotografia, dopodichè comincia a costruire per loro dolly e steadycam fai da te. Già grande appassionato di fotografia e montaggio, comincia a collaborare con Fabio Firpo, realizzando insieme a quest'ultimo il cortometraggio grottesco "Il caso Rusconi" e la commedia horror "Don Cristino, l'Eretico".
FINESTRA player DOVE VISUALIZZARE IL CORTO O EVENTUALE LINK UTILE DOVE POTER VISIONARE IL CORTO:
boskoz
00martedì 23 giugno 2015 01:11
Il regista Valerio Sperati si presenta al Festival con un soggetto del buon Fabio Firpo, proponendo un fantahorror comedy chiamato Don Cristino, l'Eretico nel quale il caratterista Vagnard Corvo (che vediamo di nuovo alle prese con un altro demonio nell’Orrido mondo di Arbeit, altra opera in gara) veste i panni di un prete decisamente particolare che, assieme al suo assistente, risolve casi di origine oscura.

I toni dell’opera sono molto indirizzati, più di ogni altra cosa, ad esaltare l’aspetto comedy del corto, con tutta la narrazione disseminata di botta e risposta e freddure quasi dietro ogni angolo, quindi la visione ha un tono leggero, il cui scopo non è spaventare, shoccare o terrorizzare, ma farci assistere ad un prodotto dai toni comico/grotteschi.

Fare commedia (una commedia che funziona) è forse la cosa più difficile di questo mondo, sia a livello non professionale che quando parliamo di opere di prim’ordine. Far ridere è molto più difficile che far piangere, o provocare spavento. Ogni persona, se si prende un momento per pensare, ammetterà che nel panorama televisivo e cinematografico riesce a racimolare 5-6 comici che lo fanno davvero tanto ridere, mentre molti di più sono quelli che provocano appena un sorriso, o lasciano indifferenti. Questo perché far ridere, mi ripeto, è davvero un’operazione molto complessa, sia a livello di elaborazione delle battute sulla carta che poi nell’esporle.

Don Cristino, l'Eretico è un brutto corto? Certamente no, ha molti pregi oggettivi (che indicherò successivamente).
Don Cristino, l'Eretico è una buona opera comica? A me, purtroppo, non ha fatto mai sorridere.

Questo corto ha funzionato sul sottoscritto per lo più solo nella parte centrale, non a caso quella più “seria” per così dire, dove si accantonano per un attimo i toni ultra leggeri e si entra all’inferno, dove abbiamo un combattimento, condito da spiegazioni e sviluppo dei personaggi (per esempio la rivelazione sull’origine demoniaca di Don Cristino) fino a quando si ritorna nel mondo reale.
Ma tutta la parte iniziale e anche la conclusione, quando si dialoga molto, dà origine a dei siparietti pieni di freddure “da prete di campagna” per usare un’espressione che è girata parecchio nel corto, con dialoghi che, a me personalmente, non hanno strappato nemmeno un sorriso.

Oggettivamente però, dicevo, siamo di fronte ad un’opera non malvagia.

Molto buona è infatti la sceneggiatura, dalle mani sapienti di Fabio Firpo, persona che ho sempre lodato in ogni edizione del Festival per le sue idee e gli script non banali, anche qui si riconferma scrittore in grado di elaborare idee simpatiche e che funzionano, proponendo una sorta di duo cacciatore di mostri alla Dylan Dog, se vogliamo, in versione da abito talare.

Altrettanto buona è la regia, sufficiente la fotografia e gli effetti speciali, ben dosate le musiche, per un lavoro che sotto l’aspetto puramente “costruttivo” in generale è confezionato davvero bene. La mia unica obiezione, con il ricordo che far ridere è un’impresa difficilissima, è che questa opera vuole essere più di tutto una commedia, ma a me non ha mai fatto incurvare gli angoli della bocca.

Il dono della risata è un dono raro, ma lo è anche la capacità di saper girare un corto e, nonostante questo film non abbia centrato il primo obiettivo sul sottoscritto, mi fa però affermare con certezza che Valerio Sperati un corto lo sa girare.

Detto questo, l’opera raggiunge la sufficienza piena anche solo per meriti di realizzazione, e sarei ben felice di vedere nuovamente Sperati in futuro su queste pagine, volesse egli provare a cimentarsi con qualcosa di più serioso, o nuovamente con una commedia, magari dotata però di vere situazioni comiche, più studiate, rispetto a dialoghi con tiepide battute di circostanza.
The Reign of Horror
00domenica 28 giugno 2015 17:23
Spassosissimo cortometraggio firmato da Valerio Sperati e scritto da Fabio Firpo che ci narra dell'esorcismo effettuato da una coppia di sghangheratissimi preti : Don Cristino e Don Paletti.
Giocato quasi interamente su dialoghi, battute e humor nero, il cortometraggio di Sperati "vola via" nonostante i 20 minuti di durata e offre, oltre ad uno script originale e frizzante, una serie di gag spesso molto divertenti.
Il comparto tecnico è più che sufficente, la resa visiva buona ma ciò che fa la fortuna dell'opera in questione è proprio il duo Vagnard Corvo & Riccardo Talebano veramente bravissimi e credibili nei loro ruoli.
DON CRISTINO offre alcuni momenti genuinamente divertenti e offre dei dialoghi efficaci (e talvolta pungenti)che contribuiscono a renderlo opera decisamente meritevole di attenzione.
L'horror è presente ma viene sbeffeggiato in favore della commedia grottesca e, nonostante sia molto difficile gestire in equilibrio un miscuglio di generi simile, Sperati ci riesce alla perfezione. Bravi tuttti.
osmanspare
00mercoledì 1 luglio 2015 00:32
Ecco un corto che – pur non essendo girato da Firpo – sprizza Firpismo (o Firpianità) da tutti i pori. Merito del fatto, ovviamente, che di Firpo è la sceneggiatura, e che il protagonista è quel Vagnard Corvo che nei suoi corti appare sempre.
Il risultato è una black comedy girata molto bene, con un bell’uso delle luci e dell’ambiente circostante (sebbene ristrettissimo), e che fa bene il suo dovere sia nelle parti comiche che in quelle “serie”, seppure con alcune imprecisioni.

E’ lampante, credo, il fatto che il corto sia in parte rallentato da dialoghi fittissimi, non esattamente rapidi, che avrebbero giovato di una leggera potatura. Per quanto riguarda la parte comica, infatti, sebbene il personaggio di Don Cristino sia efficace e azzeccato nel suo essere sopra le righe, una sua vaga verbosità e il tentativo continuo di fare ironia nei confronti della Chiesa, la religione e tutto ciò che gli gravita intorno, rende la commedia troppo densa per essere davvero divertente. E’ come vedere un Fantozzi nel quale i personaggi recitino 4 battute in più in ogni dialogo, cercando nello stesso tempo di rendere palese il significato di OGNI loro affermazione.
Un po’ la stessa cosa accade nella parte “seria”, sebbene in modo minore, e nell’epilogo molto lungo, forse troppo, che ribadisce ancora i punti già espressi all’inizio.

A parte questo, però, che deriva forse dal fatto di aver affidato la propria opera a un altro,fuori dal suo controllo, Firpo fa un buon lavoro nella storia, e il regista Valerio Sperati fa un altrettanto buon lavoro nella messa in scena, che sicuramente supera i corti del suo sceneggiatore in quanto ad atmosfere, fotografia, impatto scenico e correttezza espressiva, nel rispetto dei vari toni (serio e grottesco) dell’opera.

In particolare, ottima e davvero significativa la funzione svolta dalla camera da letto, che un attimo prima è una normale stanza; e l’attimo dopo – senza che nulla apparentemente sia cambiato – è diventata una piccola parte d’inferno. Ottima idea, dalla grande suggestione, che insegna come – soprattutto nei corti amatoriali a basso o zero budget – sia IMPORTANTISSIMO fare di necessità virtù, e sfruttare al meglio i pochi elementi disponibili piuttosto che inventarsene alcuni che non possiamo assolutamente sperare di rendere realistici.
Semplicemente con un’affermazione detta da uno dei protagonisti, ecco che una normale camera da letto si trasforma in un luogo claustrofobico e inquietante, facendo leva anche sulla fantasia dello spettatore. Cosa chiedere di più? E bello anche il mostro, efficace nel suo essere essenziale.

Interessanti e inattese le svolte di trama, quasi Dylandoghiane, e azzeccatissimo i due personaggi principali, ben caratterizzati e abili nella recitazione (ma anche i personaggi di contorno se la cavano bene). Divertenti le battute, mai dozzinali o ridicole ma in alcuni casi molto acute, e vincente la figura di questo Fra’Diavolo, di certo originale e quanto mai azzeccata.
Anche se, in effetti, un diavolo che si finge angelo e lotta contro il male, non finisce, sebbene con metodi discutibili, per fare il lavoro di Dio, remandosi contro? Comunque, questo è uno di quei casi nei quali è forse inutile concentrarsi troppo sulle piccolezze, e godersi la messa in scena che vuole soprattutto essere grottesca, e non certo filologicamente impeccabile.

In definitiva, l’accoppiata dei due autori credo funzioni a meraviglia. Firpo, forse sollevato dal fardello della regia, tira fuori la sua storia più complessa e dialogata, dimostrandosi – lungaggini a parte – autore capace di mettere insieme dei bei personaggi e una bella trama, originale e varia. E Sperati, da parte sua, mette in scena la storia nel miglior modo e tono possibili, senza mai eccedere nelle sviolinate artistiche, senza lasciarsi andare a voli pindarici, senza sbagliare mai i toni, riuscendo a risultare convincente anche quando l’azione si fa più seria.

Davvero un bel prodotto, non c’è che dire.
Kissoon
00mercoledì 1 luglio 2015 19:09
Dissacrante e divertente, Don Cristino è un personaggione, con Padre Paletti che fa da spalla egregiamente. Nonostante la recitazione non sia il punto forte del corto non l' ho trovata eccessivamente penalizzante, per Don Cristino calza a pennelo, forse sono un po' sotto la sufficienza solamente i parenti dell' indemoniata. Horror parodia con humour nero e presa in giro degli stereotipi del genere ma anche in certi momenti a tinte cupe, mi ha ricordato l' atmosfera dei film di Raimi. Molto bello il momento del passaggio dimensionale e la realizzazione del demone vampiro. Il make-up mi è piaciuto molto così come alcune battute di Cristino veramente divertenti. Cosa si può chiedere di più .....?
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