Condizionamento mentale e religione.

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pyccolo
00mercoledì 22 luglio 2009 00:21

Da InfoTdG leggo:


Del condizionamento mentale credo non si rendano conto nemmeno i "sorveglianti viaggianti". Ci sono poi anziani che si accorgono delle svariate incongruenze dello SFD ma questo non significa che si rendono conto di essere manipolati mentalmente. Non sarebbe "manipolazione" se chi la subisce se ne accorgesse. Nessun essere umano con un poco di "sale" accetterebbe di essere "controllato" da qualcun altro.

Il controllo mentale perchè abbia successo deve avere il presupposto che chi lo subisce ignori completamente questa realtà. Ho parlato, di recente, con Barbara Anderson e lei stessa dichiara che non è possibile che il CD dei Testimoni di Geova attui tecniche di Controllo mentale sui "testimoni" stessi.

La Anderson però ignora completamente l'argomento. Si può accertare scientificamente se un'individuo è manipolato mentalmente o meno. Tutti i testi sull'argomento dimostrano in maniera sistematica e scientifica che i testimoni di Geova sono "controllati mentalmente".



Doamanda:

Vi pare che vi siano credenti condizionati mentalmente e credenti che non lo siano?
Se un TdG è un condizionato mentale, cos'è un sacerdote o una suora o un pastore protestante o un qualunque credente?
Perchè per i TdG dovrebbe valere il concetto di condizionamento mentale e per il cattolico no?

La fede, qualunque fede, è sinonimo di condizionamento?

Domanda per Traggiai a cui appartiene il post:
Sapresti dirci delle dimostrazioni "sistematiche e scientifiche" condotte sui TdG da cui si dedurrebbe il loro condizionamento?
In che modo si può essere sottoposti ad una verifica scientifica?
Quale sarebbe il criterio di scientificità?

Spesso coniamo ed usiamo parole pompose, convinti che siano sufficienti a rendere autorevole e sensato un argomento, ma quando si chiede di mostrare il criterio di verificabilità scientifica, queste parole si sciolgono come neve di marzo.

Attendiamo lumi. [SM=x1468240]

Pyccolo

Babila il grande
00mercoledì 22 luglio 2009 02:41
Re:
pyccolo, 22/07/2009 0.21:





La fede, qualunque fede, è sinonimo di condizionamento?

Caro ed arguto interlocutore,

dobbiamo intanto intenderci sul termine “fede”.

“Qualunque fede” è un’affermazione ambigua e la domanda lascia intendere un’ampia gamma di possibilità interpretative.
Insomma, posta in questi termini, la domanda risulta capziosa.

E ti spiego il perché.

Credere con assoluta convinzione nella verità e giustezza di un assunto non è sinonimo di condizionamento mentale.

La fede verso la democrazia, la giustizia, il progresso umano, ad esempio,sono sentimenti di fiducia che riguardano l’essere umano e valori eventualmente condivisi nella vita sociale per la vita sociale.E comunque valori terreni.

Se l’ assunto naufraga invece nella speculazione metafisica diventa

“la virtù teologale del cristiano per la quale con l’aiuto della grazia di Dio, egli crede esser vere le cose rivelate non a causa della verità intrinseca delle cose stesse esaminata alla luce della ragione naturale, ma per autorità del Dio rilevante che non può ingannarsi né ingannare”.

La definizione riportata riguarda non solo la chiesa cattolica da cui proviene (concilio vaticano I), ma tutte le fedi religiose ( quelle monoteiste sicuramente).

Credere dunque nella transustanziazione, nella resurrezione od in qualsivoglia altra credenza non verificabile sul piano scientifico è invece sempre fonte di condizionamento per la natura intrinseca dell’assunto stesso.

Credere nel “Campo dei Miracoli”, in Wanna Marchi et similia diventa condizionamento mentale (ed addirittura truffa come ben sappiamo).

Riprenderò più tardi con altri post il mio pensiero.

Babila.

Claudio Cava
00mercoledì 22 luglio 2009 02:54

Dico la mia, e la dico basandomi anche su me stesso.

Chiunque, tdG o cattolico o ateo o quel che sia, nato e cresciuto (almeno finoltre l' adolescenza, come me) in Italia, creda di non essere condizionato in nessuna misura dalla Chiesa cattolica, e' solo UN POVERO ILLUSO.


Ciao
Claudio

Babila il grande
00mercoledì 22 luglio 2009 13:01
Re:
Claudio Cava, 22/07/2009 2.54:


Dico la mia, e la dico basandomi anche su me stesso.

Chiunque, tdG o cattolico o ateo o quel che sia, nato e cresciuto (almeno finoltre l' adolescenza, come me) in Italia, creda di non essere condizionato in nessuna misura dalla Chiesa cattolica, e' solo UN POVERO ILLUSO.


Ciao
Claudio




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E concordo con te!
La Chiesa è così presente nel quotidiano che parlare del solo condizionamento mi pare addirittura riduttivo.
Si dovrebbe piuttosto parlare di ingerenza negli affari interni di un altro stato.
La forza invasiva del pretume ha di fatto trasformato questo povera Italia che è diventata lei stessa l' enclave dello stato del Vaticano.

Ciao,
Babila


=omegabible=
00mercoledì 22 luglio 2009 18:08
RE RE

Pienamente d'accordo con entrambi.
Quasi sempre però è a livello di inconsapevolezza in virtù della laicità molto forte del nostro essere.
Però c'è; ha ragione Claudio. D'altra parte viviamo anche per correggerci continuamente!!!!

[SM=x789062]

omega [SM=x789054] [SM=x789054]
Babila il grande
00mercoledì 22 luglio 2009 18:16
Re:
Non esiste condizionamento senza una predisposizione ad esserlo.

Alcune persone , per loro scelta, per una diminutio mentis, per retaggio sociale o familiare sono propense a rivolgersi a fedi per loro natura talmente folli da suscitare comunque interesse ed accettazione.

D’altra parte non si può spiegare altrimenti la singolarità nelle azioni dei primi cristiani che si offrivano volontariamente come pasto alle belve piuttosto che offrire un pugno di incenso all’imperatore.

Il regno dei cieli era vicinissimo, predicava Paolo, la generazione non sarebbe passata e la parusia era imminente.

Masse di diseredati, affamati di riscatto sociale ed impossibilitati a recepire altri valori in un contesto storico a loro sfavorevole si abbandonavano all’ìdea folle di una morte riparatrice della condizione terrena per un’aldilà di pace e di giustizia.

Una religione di schiavi propensi ad una schiavitù ancora più subdola, quella metafisica, che spostava nel futuro prossimo il riscatto dalla triste condizione dell’umanità agli albori della sua civiltà.

Anche ai nostri tempi, benché ormai decisamente instradati verso un avanzato miglioramento sociale, economico e tecnico- scientifico gruppi di persone, non molte per la verità, si sentono attirati da fedi la cui assurdità è direttamente proporzionale alla loro predisposizione mentale.

Cosa li spinge? Solo uno psichiatra può rispondere.

Sicuramente li spinge la paura del quotidiano, l’avidità sempre insita nell’uomo di accorciare i tempi per un miglioramento personale.
Persone che anziché lavorare con passione e sviluppare con il loro contributo la condizione umana dedicano buona parte del loro tempo a passeggiare di casa in casa e distribuire allucinazioni religiose.

Sono i moderni schiavi di una dipendenza mentale, uno zero virgola dell’universo statistico che arrecano più fastidio che danno, soprattutto quando continuano imperterriti a piangere sulla loro dabbenaggine a volte troppo tardi avvertita.

Babila


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